
Quando è stato pubblicato per la prima volta, questo libro cercava di indagare in che misura le contrapposte letture dei testi di Thomas Hobbes fossero determinate dalle scelte metodologiche e culturali degli interpreti e in che misura, invece, vi concorresse lo stesso Hobbes con le proprie ambiguità. L’analisi toccava alcuni temi fondamentali dell’antropologia e della politica hobbesiana. Rilevava che nelle pagine di Hobbes vive una umanità inquieta tra paure, conquiste e ambivalenze. Scorgeva, comunque, nel mitico Leviatano, accanto ad una struttura monolitica, anche forme più articolate, perfino suscettibili di alcuni gradi di partecipazione. Constatando nel filosofo inglese una certa “logica dei doppi pensieri”, questo studio vuole ancora oggi documentare quanto siano inadeguate le valutazioni elaborate sulla base di letture parziali o di impostazioni unilaterali. Il vero Hobbes è ricco di motivi ed elementi contraddittori e sfugge a qualsiasi interpretazione univoca e rettilinea. Esso è talmente fecondo di suggestioni da dimostrarsi utile anche per scrivere una pagina della storia della filosofia dello sport. L’interrogativo “Quale Hobbes?”, dunque, è...
Il libro descrive un Paese profondamente iniquo in cui lo sport è specchio fedele di tale deriva. Il cui comitato olimpico, anziché occuparsi del proprio ambito, gestisce l’intero delicatissimo settore sacrificando aspetti come divertimento, uguaglianza, educazione, socializzazione, salute, e lasciando briciole allo sport per tutti.Un Paese il cui sistema sportivo, strumento di propaganda politica e facile preda dei poteri economici, pur essendosi dato un orientamento verticistico, ottiene solo pallidi risultati agonistici e gestionali.Da questo e da una generale assenza di cultura sportiva, si innescano effetti a catena di enorme portata; doping, reclutamento precoce, abbandono giovanile, una popolazione fisicamente passiva e sempre più soggetta al sovrappeso. Eppure, esiste una categoria professionale di cui non si parla ma che costituisce al tempo stesso la soluzione del problema e, paradossalmente, il simbolo della disoccupazione e del precariato; quella dei Laureati in Scienze Motorie. Quel che resta è uno sport nazionale, quindi, svuotato dei suoi significati più autentici ed esclusivamente teso alla produzione di uno mero spettacolo.
Nel 2016 NILDE (Network for Interlibrary Document Exchange) ha celebrato i 15 anni di attività, in occasione del Convegno tenutosi dal 19 al 20 maggio a Roma, nell’Aula Magna della Sapienza. L’evento, organizzato congiuntamente dalle tre principali università pubbliche di Roma Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre, e dal CNR, è stato dedicato all’impatto sui servizi bibliotecari dei nuovi modelli di produzione, fruizione, diffusione e condivisione di contenuti scientifici e formativi, sostenuti e incentivati dall'evoluzione delle tecnologie digitali e del web: dall’open access alle piattaforme di e-publishing, dai learning environment ai social network della ricerca (ResearchGate, Academia.edu, Mendeley ecc.), in un contesto normativo italiano ed europeo (quello del copyright) in cui tuttavia gli utenti – gli studiosi e le istituzioni di ricerca – e le biblioteche, rischiano di essere dei soggetti deboli rispetto agli altri attori presenti. I bibliotecari dovranno sforzarsi di agire come gruppo di pressione verso i decisori politici, per trovare delle strade di soluzione alla crisi della comunicazione scientifica; in questo sforzo NILDE ha tra i suoi punti di forza la...
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Fulvio Biancatelli e un architetto, designer, artista, video maker, scrittore e muralista. -Pace- e il titolo di un'opera di Biancatelli, un'opera materica che si distingue per la sua pulizia visiva grezza dello sfondo, candido bianco a rilievo, in cui e idealmente possibile vedere una citta che si erge guardando al cielo. La parola pace e ripetuta a catena in una moltitudine di lingue, il loro legame permette che non si percepiscano le disuguaglianze. Un medesimo significato lega popoli e nazioni in un utopistico intento comune. La scrittura in quanto tale e stato ed e tutt'ora un medium di espressione libera, la liberta nel senso piu ampio del termine puo identificarsi con la pace. Il testo di questo lavoro rievoca la piu arcaica forma di linguaggio: il graffito, che associato probabilmente al richiamo della pietra rimanda al primordiale. Arte e pace hanno un intento comune: arrivare alla compassione del cuore e ancor piu alle elaborazioni della mente.
Chi è il Re Eremita? Quale favola o leggenda porta con sé? E dove vive? In quale tempo? Sappiamo che questa figura leggendaria ha origine nella Magna Grecia, ma Cetta De Luca spariglia le carte e intesse una favola nera, sanguinaria e vendicativa. Il Re Eremita ha un emissario, Giuseppe Esposito, ultimo boss di una cosca calabrese, una ‘ndrina che impera in una piccola Ellade, il paese Sant’Eustachio Belvedere, villaggio di omertà e soprusi, avvolto dalla punizione divina di un’aria imputridita, soffocante, insopportabile. A Giuseppe, che si vanta d’essere l’unico intermediario tra i paesani impauriti e il misterioso Re della leggenda, vengono affidate ogni anno delle ragazze in fiore, poco più che bambine, affinché lui le possa consegnare direttamente nelle mani dell’Eremita e Sant’Eustachio Belvedere continui a sopravvivere, senza crollare sotto i miasmi delle fogne a cielo aperto o le ire invisibili del Re. La verità è ben più meschina e a scoperchiarla saranno tre di queste ragazze sacrificali; tre amiche legate da un destino che loro stesse ignorano ma che, grazie all’aiuto di una singolare suora, sapranno ricomporre per infine disfarsene con un atto...
Il libro descrive il violoncello, strumento magico apprezzato dal grande pubblico per le sue peculiarità timbriche. Il libro si sofferma sulla storia del violoncello dalle sue origini sino ai giorni nostri, proponendo inoltre un utile capitolo riguardante il repertorio più significativo destinato a questo strumento meraviglioso.
TERZO LIBRO e In grande CRESCITA di PUBBLICO e LETTORI È ormai a tutti gli effetti il nuovo Guido Catalano ma che ha saputo trovare la sua strada, un suo stile e un pubblico che lo ama e lo acclama ormai ovunque. Sono centinaia e centinai che seguono i suoi reading. Son sempre parole d’amore quelle del terzo libro di Andrew Faber, il poeta più amato dalle donne e dalle ragazze, però cariche di un’emotività interiore, intima e quotidiana che è la carica espressiva che lo contraddistingue dagli altri poeti performer di questi anni.
Che cosa accadrebbe se uno studioso di filosofia volesse far colpo su una donna che odia la filosofia? E se un padre che volesse raccontare una fiaba alle sue figlie avesse come amici i più grandi filosofi della storia? Una prosa brillante, dialoghi inaspettati e personaggi dai buffi soprannomi ci trasportano nel prodigioso mondo della Luna Viola, il femminile originario che con il suo colore tra l’umano e il divino riunisce due nature e ricongiunge gli opposti del maschile e femminile. Muovendosi con leggerezza e poesia, fra abissi di autoironia e lievi profondità, Andrea Serra ci racconta la sua vita di padre nel ventesimo secolo, alle prese con una moglie che sembra la nemesi della sua vorticante immaginazione e due bambine, Luna e Viola, molto vivaci. Una fiaba filosofica ricca di storie avvincenti, saggezza e magia, con tanto di Dizionario lunatico dei nomi e degli incantesimi per apprendisti filosofi della Luna Viola finale. «E in quel momento pensai che alla fine quello che cerchiamo non è così lontano. Forse basta prestare attenzione alle tasche laterali, al fondo dei cassetti, al sorriso di chi ci è accanto, al silenzio delle persone che non sono più con noi....
Ponzio Pilato per il nuovo romanzo di Massimo Anania dopo il successo di Autostop per la notte! Giuseppe Spartivento ha 38 anni e vive a Torino. Quando da un cartello affisso alla porta d’ingresso del supermercato dove lavora scopre che sarà disoccupato, e qualche giorno dopo la fidanzata lo lascia perché lui non vuole avere figli, va in analisi da uno psichiatra. Dopo qualche mese però, sospende la cura perché ha l’impressione che non serva a niente e che stia solo buttando via i soldi. Liquidato lo psichiatra, che verrà rimpiazzato da un omino della Lego in qualità di confidente, Giuseppe resta solo con la sua ossessione per le donne e la marijuana. Barcamenandosi tra situazioni metafisiche e comiche rinvia la ricerca di un nuovo lavoro e si libera dalla dipendenza dalle droghe leggere durante un viaggio ad Amsterdam, dove prova un improbabile rituale appreso origliando la conversazione di due sconosciuti davanti a un venditore ambulante di panini. L’omicidio di una sua ex compagna di scuola e la possibilità di rivedere Isabella, il primo e unico vero amore della sua vita, riportano Giuseppe a Bisenti, suo paese natale. Dopo aver cullato a lungo l’idea di...
Immagina di fare l’autostop, chi ti carica ti coinvolge e ti trascina ad una festa in centro città, di notte, una festa dove le coincidenze ti portano ad innamorarti di una donna splendida tra droga, alcool e mentre ti apparti con lei... ti ritrovi il giorno dopo sporco di sangue e in un sacco di guai! Sembra un finale ma è solo l’inizio di un rocambolesco intreccio di storie di destini dal sapore thriller e pulp. Questo che hai immaginato può sembrare un gioco surreale del destino ma è quello che accade a Maurizio, il protagonista di questo romanzo, ed è quello che potrebbe accadere a chiunque, perché la realtà spesso supera l’immaginazione.
Dopo il realismo di “ Non risponde mai nessuno”, Ghelli in questa nuova raccolta ci racconta la vita interiore di chi non si arrende al proprio destino! DIECI STORIE DI UOMINI CHE NON SI ARRENDONO ALLA REALTÀ Nella sua nuova raccolta Ghelli racconta storie e personaggi che si muovono sul labile crinale che divide la realtà dal sogno e dall’inconscio. Fin dal titolo, La vita moltiplicata, l’autore dimostra di voler scommettere sulla scrittura come strumento capace di intercettare altre dimensioni – altre rispetto a quella che siamo soliti definire “realtà” – dove si moltiplicano le immagini, i quadri e le scene mentali. Il risultato finale è quello di un grande cinematografo interiore in cui i protagonisti, e con essi i lettori, si muovono in cerca di una via di fuga dal sogno a occhi aperti che sembra averli intrappolati per sempre.
Anna ha 21 anni e aspetta l’occasione giusta per lasciare la sua ingombrante famiglia cattolica e il paesino di provincia in cui è cresciuta. Un giorno la sua amica Valeria le propone un “alloggio” da condividere nel centro storico di Torino, a condizione che la aiuti a renderlo abitabile. L’impresa si rivela molto più complicata del previsto… ma non per loro. Questo colorato romanzo è ambientato nella Torino degli anni ’80, tra declino industriale e la fine della stagione del terrorismo, ma anche degli ideali, lambiti dall’eroina. La vita però, con determinazione tutta femminile, si affronta, vincendo le difficoltà, verso sempre nuovi obbiettivi.
Postfazione di Paola Pompei Una sera di neve leggera Francesco si imbatte nel manifesto mortuario di un uomo che pensava di aver dimenticato. E lui, che come ghostwriter ha scritto le storie di altri, che ha prestato la propria penna e il talento per dare colori nuovi alle vicende personali di tanti – dagli invalidi ai partigiani e martiri fino a star dello spettacolo – capisce che è arrivato il momento di raccontare anche la propria storia, quella più dolorosa, quella della violenza che lui e il fratellino hanno subito da bambini per mano dello zio amato. Si riapre così una ferita profonda che pensava rimarginata e dimenticata. Ed invece un dolore sordo e latente si riveste di nuove spine, e Francesco attingerà dalla scrittura l’energia positiva per affrontarla. Un po’ come gettare sale su una ferita aperta e solo poi cauterizzarla. Shock e sollievo che si alternano tra le righe in un procedimento circolare. Si rivede sul balcone la sera che suo padre ha scacciato lo zio da quella casa “disonorandolo” con le male parole. Lo rivede le ore prima lavorare la terra del loro orto ignaro della rabbia dei suoi genitori, con quelle spalle ossute muoversi come tronconi di...
Berlino: nella città un tempo divisa dal muro e sempre più colorata, i gemelli Annalia, expat in fuga da se stessa, e Andrea, cercano di ritrovarsi, prima fratello e sorella, adesso sorella e sorella. Le loro vite tornano ad amalgamarsi, tra animali parlanti, un cane e un vecchissimo e saggio gatto, un musicista e una senzatetto filosofa, fantasmi che si abitano fisicamente nei sogni e routine prive di realtà. I rapporti tra i protagonisti sono “deboli”, ma necessari, e non meno assoluti, dato che tendono all'amore. Perché “la vita è stanca”, ma non può deludere. La scrittura magnetica di Hardy agisce come uno zoom sugli snodi più personali, e la fotografia taglia tutto il romanzo, creando un universo di fascinose appartenenze, di ombre, richiami e ricordi: il mondo sotterraneo s'incontra con le nuvole del cielo. Il resto, “è tutto un autoconvincimento”, ma non importa. Una storia gentile, in cui i tutti cercano il senso della loro esistenza, e psicotica come la realtà in cui viviamo.
Il rock progressivo italiano ha vissuto anni di intenso splendore, soprattutto lungo gli anni Settanta del secolo scorso. Molti i gruppi che ne hanno decretato l’altissimo livello espressivo: PFM, Banco del Mutuo Soccorso, Le Orme, Area e altri. In genere gli osservatori e gli storici concordano nel sancirne la fine nel 1980, anno fatidico in cui tutte le spinte di quella meravigliosa stagione sembrerebbero essersi definitivamente sopite. Massimo «Max» Salari, invece, prova a dimostrare che il prog italiano è vivo e vegeto, e lo fa con questo sontuoso studio in cui traccia un percorso che parte proprio dalla fine degli anni Settanta per giungere ai nostri giorni, in una narrazione unica nel panorama musicale italiano. Un terzo ricostruzione storica, un terzo interviste ai protagonisti di una scena tutta da scoprire, un terzo dizionario enciclopedico: miscelando gli ingredienti, il risultato è un volume straordinario per dimensioni e contenuti, nel quale l’appassionato e il neofita potranno rinvenire notizie inedite, discografie dettagliate, descrizioni stilistiche. Un libro da leggere, consultare e ascoltare, che si candida a diventare il punto di riferimento per ogni...
Il mondo di Cinecittà, la Roma dei primi anni Settanta, il cinema, Fellini, gli attori americani, le spiagge di Ostia e il quartiere del Pigneto, la tenerezza e l’oscurità dell’estate, e l’educazione sentimentale di un ragazzo. Il giovane Tommaso, apprendista giornalista, si trasferisce a Roma nell’estate del 1970 e finisce per occuparsi di gossip nel mondo di Cinecittà, brulicante di personaggi famosi e altri misteriosi, e delle loro leggende. Frequenta una ragazza inglese di nome Judy, si ritrova sul set del film Roma di Fellini, e conosce la propria storia attraverso le storie degli altri. Fra cammei e apparizioni, storie vere e storie false, attori, seminaristi, trapezisti, musicisti, giardinieri, un moderno “giorno della locusta” ambientato a Roma.
Bianca dentro significa cancellazione e purezza al tempo stesso. È “più voglio staccarmi da te, più voglio tornare a purificarmi con te e per te”. È un percorso a senso unico, sempre contromano. È la difficoltà di separarsi anche se tutti lo fanno. È il ricordo che si imprime sul foglio bianco. È la nostra memoria interna che non svanisce più. Bianca dentro siamo io e te che ci tagliamo e ci ricuciamo a vicenda, ci infettiamo, ma restiamo puri e sinceri. Sono i nostri fiori rotti, tutti i sentimenti possibili. È colorarci a vicenda fino a ridere, scolorirsi fino a piangere. Bianca dentro perché dobbiamo ripulirci per un po’, lavare insieme i panni e le fotografie dentro una lavatrice gigantesca. Anche se, alla fine, continuiamo a esserci sempre. fuori sono due gradi sottozero e i negozi sono ancora chiusi e i tuoi fianchi sono sempre splendidi in controluce non c’è niente di reale per cui tu debba rimanere qui, ma resta.
Santi, poeti e commissari tecnici è uno spaghetti-fantasy calcistico dai toni agrodolci che parla dritto al nostro cuore, al cuore di una nazione che sul calcio ha strepitato troppo e troppo a lungo perché, versata una lacrima, non fosse giunto il momento di riderci su. Un libro comico, commovente e liberatorio. Il libro comincia con il lungo racconto che dà il titolo al libro, una storia sul miracolo della statua votiva della beata Serafina, che all’improvviso suggerisce al parroco del paese la strategia per stravincere il campionato. E finisce con Il campionato più brutto del mondo, l’ultimo racconto, sull’effetto domino che porterà alla chiusura della serie A non appena l’ex moglie di un dirigente invischiato con il calcio minore avrà preteso gli alimenti arretrati. In mezzo ci sono la storia di un calciatore alcolizzato che sogna l’Edda di Snorri Sturluson e di un’intera comunità illusa di meritarsi “il calcio che conta”; quella del giovane calciatore più forte del mondo (o del suo quartiere) che imparerà come funziona la faccenda una volta costretto alla panchina per non scontentare i genitori VIP; quella di un arbitro tutto d’un pezzo durante...
Sold Out nei teatri di tutta Italia e a Londra Produzione Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani L’immane lavoro è suffragato da persone che da sempre credono nella sua bravura e la sua elasticità carismatica di interagire tra attore e pubblico, che vede il tutto esaurito a ogni suo spettacolo. Daniele Giordano (Corriere dello spettacolo) Il Web è il nostro nuovo Dio. Oggi siamo tutti Webeti, seguaci del Dio Web e della Chiesa Chattolica. Il protagonista di questo libro, un fedele fervente, s’imbatte in personaggi simbolo della nostra nuova religione virtuale: la Likeomane (la tossica di Like), Don iPhone, Papa Amazon Prime, San Steve Jobs, passando da fallimentari amori online a lezioni di Storia dal futuro. Nel finale gli eretici della Setta dei Disconnessi metteranno a dura prova la sua fede nel Dio Web: cosa perdiamo chiudendo le nostre vite nel mondo virtuale? E poi, siamo davvero più connessi fra noi? Siamo davvero più liberi?
Una storia d’amore, due ragazze. Una storia d’amore tra due ragazze, che finisce… Blu è tutto quello che vorresti in una storia d’amore: la passione, la voglia, la complicità, lo star bene e tutto ciò che le persone vivono a pieno senza il bisogno di raccontarlo. Io ho scelto di scriverlo, di ricordarlo, di portarlo con me tanto da tenerlo per sempre sulla pelle. Blu non è un colore ma il mischiarsi di due anime che alla fine sceglieranno di vivere una storia molto singolare. Un misto tra ricordo e lacrime, tra sorrisi e pensieri, tra scelte e avventure. Blu è un amore omosessuale, un amore unico, è qualcosa che arriva dal profondo e non te ne liberi perchè sei destinata a portarlo con te per sempre, come un marchio, come un tatuaggio. Blu è ricordo, un ricordo fitto, qualcosa che non sfuma ma che martella dentro il tuo cuore, qualcosa che non perde i contorni ma che si fa ancora più accesa e senti che dentro di te il cuore esplode per tutto l’amore che provi. Blu è un susseguirsi di parole, pensieri e battiti. Blu è ciò che arriva quando non hai ben chiaro niente, quando vorresti solo startene per conto tuo, quando non vorresti altri pensieri, quando i pochi ...
Un romanzo biografico emozionante sulla vita di Vladimir Jaščenko, campione e primatista mondiale di salto in alto sovietico della seconda metà degli anni Settanta. Conosciuto da tutti come Volodja, Jaščenko irruppe sulle prime pagine delle cronache sportive di tutto il mondo nell'estate del 1977, quando batté il record mondiale di salto in alto ad appena diciotto anni. In Italia divenne particolarmente popolare nel marzo dell'anno successivo, allorché, in occasione dei campionati europei indoor di atletica leggera di Milano saltò 235 centimetri, certificando l’unicità del proprio talento. Il romanzo è basato su innumerevoli fonti e documenti, e sulla testimonianza diretta del coautore Igor' Timohin (amico dell'atleta e autore in Ucraina di un libro sull'argomento). La vicenda sportiva breve e unica di un personaggio anticonformista per l'ambiente sovietico di quegli anni, la vita tormentata di un campione, dall'ascesa dei primi incredibili “voli” alla brusca interruzione per infortunio, e quindi, alla parabola discendente, conclusasi con la tragica caduta di una vita ai margini e di una morte prematura.
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