
Foglie del Fondo 07/15
Autore: Fondo Edo Tempia
Rivista di promozione e divulgazione dell’attività del Fondo Edo Tempia Onlus per la lotta contro i tumori.
Rivista di promozione e divulgazione dell’attività del Fondo Edo Tempia Onlus per la lotta contro i tumori.
1573.423
Analyses by author, title and key word of books published in Italy.
"Questa che chiamiamo fortuna, � una donna ubriaca e capricciosa, ma soprattutto cieca, e cos� non vede ci� che fa, n� sa chi getta nella polvere n� chi invece porta sugli altari. "Ritirarsi non � scappare, e restare non � un'azione saggia, quando c'� pi� ragione di temere che di sperare. Non c'� saggezza nell'attesa quando il pericolo � pi� grande della speranza ed � compito del saggio conservare le proprie forze per il domani e non rischiare tutto in un giorno."M. Cervantes, Don Chisciotte de la Mancia.
1501.128
«I dieci giorni di silenzio mi hanno scaraventato su un’altalena emotiva che mi ha scosso profondamente. È stata la cosa più difficile che abbia mai fatto, mentalmente e fisicamente, e mi ha dato una consapevolezza tutta nuova, non solo di me stesso, ma anche del mondo.» Niels è un poeta, un giornalista, le parole non sono mai state un problema per lui. Improvvisamente, però, cominciano a sfuggirgli e Niels si trova alle prese con un completo blocco dello scrittore. Deciso a risolvere la crisi e armato di una buona dose di scetticismo, si iscrive a un «ritiro del silenzio», dieci giorni dedicati alla meditazione nella foresta svedese. Sembrerebbe facile, invece non lo è affatto. Sin dal primo giorno nel campo buddhista, Lyngsø si scontra con una difficoltà insormontabile a cui nulla lo aveva preparato: svuotare la testa dai pensieri. Nel campo sono banditi telefonini e computer, libri, strumenti musicali, perfino carta e penna. Stare in completo silenzio, senza poter scrivere e comunicare con nessuno, non sembra uno stato naturale per un essere umano ma si rivelerà, in realtà, il punto di partenza per un viaggio incredibile all’interno di sé, un’esperienza...
Lacerato dal dolore, un uomo, la cui professione è curare le ferite psichiche, arriva sull’orlo del precipizio. Si sforza di rimettere insieme i pezzi, non cade. Il racconto di come riesce a tenersi in piedi si intreccia con quello della rivoluzione nella cura che lo salva come paziente e lo orienta come terapeuta. Nella psicoterapia, il primato della parola ha ceduto il campo: adesso è possibile lavorare anche su corpo, immaginazione e teatralizzazione, e le storie dei pazienti, casi clinici raccontati nello stile di una fiction, rendono conto della “svolta esperienziale” in atto. Nel libro i differenti fili della narrazione si intrecciano e si richiamano l’un l’altro, preparando una serie di colpi di scena finali. L’autore, come uomo e come psicoterapeuta, scioglie e riannoda le trame della scoperta scientifica e del dramma e ricorda che, per curare l’animo, bisogna tornare all’attimo prima della “caduta”. Cogliere le persone in quell’istante è la chiave di volta della psicoterapia.
Questo piccolo libro narra una storia vertiginosa, la storia di ABM, di Arturo Benedetti Michelangeli, uno dei piú grandi geni dell’arte pianistica. Algido e distaccato, cristallino e passionale, con un carattere musicale inarrivabile, quando irruppe sulla scena, ABM mutò radicalmente lo spirito e la tecnica dell’esecuzione pianistica. Paderewski, Cortot, Rubinstein, Rachmaninov, Horowitz, Gilel’s: prima di lui grandi talenti avevano stupito il mondo con la forza delle loro esecuzioni, nel segno di una libertà interpretativa che si concedeva anche qualche errore in nome del temperamento. Con ABM, tutto cambiò. «È nato un nuovo Liszt!» disse Cortot cogliendone la grandezza in un concerto a Ginevra. Ma non era semplicemente cosí. Con ABM era nato il genio che, nell’esecuzione, cercava l’assoluta limpidezza del suono, cercava... la perfezione. Narrando la sua storia e omaggiandone la figura, Roberto Cotroneo racconta la vicenda di un uomo che non è semplicemente riconducibile al ristretto ambito della musica classica. Nelle sue pagine, ABM è la porta su un mondo apparentemente perduto: quello della forza del talento, della perfezione, della disciplina e...
Consigliato ad un pubblico 16+ Il romanzo non è altro che una confessione scritta su un quaderno di uno sfortunato ragazzo affetto da una forma d’idiotismo, caratterizzata da deformazioni somatiche. Costui viene abbandonato dai suoi genitori (appena nato) sulla soglia di un orfanotrofio, in cui passa tutta l’adolescenza. Quando, al raggiungimento della maggiore età, si distacca da esso ed entra a buon diritto a far parte della società, un sentimento a lui sconosciuto, l’AMORE, lo travolge, cambiandogli la vita, e lo stimola a confessarsi. Nell’ordine cronologico delle confessioni si vengono a scoprire meriti e difetti dell'uomo che, nella quotidianità degli eventi, fanno da cornice all’esistenza del narratore. Gli avvenimenti imprevisti non mancano. Ci sono momenti in cui si assapora la dolcezza, la tenerezza e l’ingenuità di un ragazzo innamorato, momenti di mera poesia, momenti di letizia, momenti tragicomici e momenti inquietanti in cui la gelosia e l’odio prevalgono sul buon senso, facendo accadere cose che in realtà nessuno vorrebbe che accadessero.
«Cara mamma, mi devi perdonare di questo grande dolore che ti reco. Lo sai, io sono sempre stato comunista, e per questo devo pagare con la vita».
L’uso della cultura musicale nel mondo del lavoro educativo e nella letteratura pedagogica, quasi sempre legata al vasto repertorio cantautorale, è un riferimento importante, ma spesso viene solo evocata come suggestione e non esplorata nei suoi intrecci significativi. Stanchi del dibattito sull’educazione e sul lavoro dell’educatore, dell’insegnante, del formatore tutto concentrato sulla questione delle competenze e delle reciproche e aggressive legittimazioni, questo libro vuole riportare, in modo serio e scanzonato, il discorso educativo sul nesso fra senso dell’agire, immaginario e rielaborazione dei vissuti personali.
Fra il 1932 e il 1936 Gadda, allora noto solo a una ristretta cerchia di iniziati, si cimenta in un'ambiziosa impresa: il romanzo di ambiente milanese "Un fulmine sul 220", destinato a mettere in scena – attraverso l'amore eslege di Elsa, moglie del ricco e valetudinario Gian Maria Cavigioli, per Bruno, ex garzone di macellaio di caravaggesca prestanza – la tragica sorte delle «anime sbagliate», segnate dalla più dolorosa estraneità alla tribù. Alla fine, insoddisfatto, butta tutto all'aria e abbandona il progetto. Ma è solo in apparenza un fallimento: nell'eccentrica officina gaddiana può infatti persino accadere che un affresco si muti in un «album di straordinari disegni sciolti» (Isella): che un romanzo, insomma, generi dei racconti, autonomi ma al tempo stesso accomunati da un'inconfondibile aria di famiglia – quelli apparsi nel 1944, insieme ad altri di diversa origine, sotto il titolo "L'Adalgisa". Dove campeggia colei che, trasformandosi da comparsa in dilagante protagonista e imprimendo al romanzo d'amore di Elsa e Bruno una irresistibile svolta satirico-grottesca, lo ha dinamitato: l'imperiosa Adalgisa vedova Biandronni, cognata di Elsa. Ex stiratrice,...
"Forse è cominciato tutto con quel tema alle elementari. Cosa farò da grande? Io volevo scrivere 'il calciatore', però mi sembrava troppo. Così scrissi che mi sarebbe piaciuto diventare elettricista come papà" Non ha avuto il coraggio di scrivere il suo sogno in quel tema, Alessandro Del Piero. Ma ha poi trovato il coraggio di viverlo davvero, e lo vive ancora
Un genitore può mai smettere di essere un genitore? Una normale famiglia allargata, avrebbe definito Pietro la sua: una figlia adolescente che ha vissuto in tenera età il dramma della morte della madre; una seconda moglie che, perché no, potrebbe diventare una seconda 'mamma' per Viola, e un altro figlio, Andrea, di un anno appena. La vita che continua, insomma, in una Milano qualunque dei nostri giorni. Se non fosse che Viola uccide senza pietà quelli che lei considera i due intrusi, per riavere il padre tutto per sé. E proprio a partire da questo brutale sterminio scopriamo come una ragazza possa affogare giorno dopo giorno in una disperazione assoluta, silenziosa e inespressa, nonostante una sorprendente normalità del quotidiano – e come un padre tenti di rimanere tale e di comprendere pur di fronte al male più estremo.
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