
“Il volume potrebbe avere come titolo Pagine a prova d’alunno o Scorribande narrative a scuola. Il sapore è quello dell’inchiostro e della carta. Lo si legge tutto d’un fiato come un romanzo, come un ricordo dell’anima, invece è un saggio, un testo molto documentato che racconta il rapporto tra formazione e narrazione nella scuola italiana dall’Ottocento ai giorni nostri.”
L’obiettivo di questo lavoro è quello di creare un percorso didattico sul fumetto e con il fumetto. Particolare attenzione sarà posta sugli studi umanistici come la filosofia, la letteratura, la storia, l’arte, la psicologia, la satira e il giornalismo. Materie che saranno approfondite grazie a una serie di opere che vengono prese in analisi. In questo modo l’autore propone una nuova visione sul mondo delle “nuvolette”, puntando il suo occhio indagatore sui messaggi più o meno celati del mondo dei “comics”, tentando di dar giustizia alla potenzialità scritta e visiva del fumetto, autentico linguaggio moderno e straordinario.
Policroma e mutante è la letteratura per l’infanzia, un universo affascinante e misterioso, spesso poco conosciuto anche dagli addetti ai lavori. Nonostante si inciampi sempre più frequentemente negli appetiti commerciali di redazioni allenate a vedere nel bambino più un consumatore da convincere che un lettore da formare, la letteratura per l’infanzia ha saputo evolvere nel tempo e opporre, a libri tronfi di storie mediocri o finali moraleggianti, trame raffinate, emozionanti, sovversive, che alimentano l’immaginario del bambino, ne esaltano la libertà, parlano di temi ostici quali la sessualità e la morte, rovesciano le finzioni degli adulti, generano un flusso di energia trasformatrice. Costruito sulla felice alternanza di saggi dallo stile asciutto e incisivo, il volume offre uno spaccato rigoroso della dinamicità del panorama contemporaneo della narrativa per ragazzi: tocca le terre fantastiche delle fiabe e i lidi ristoratori della poesia, della sperimentazione linguistica oulipiana; dibatte sull’imprescindibile ruolo svolto dai libri per la primissima infanzia e dai romanzi di formazione ed educazione sentimentale dedicati agli adolescenti; presenta una...
Questo libro è lo spin-off del libro Back to the 80s. L’immaginario degli anni Ottanta nell’era digitale. Tuttavia, è assolutamente possibile leggerlo senza aver letto prima l’altro. Se è nell’immaginario che prendono forma le aspirazioni, i desideri, le speranze, le paure, le fobie, gli incubi degli individui e delle società a cui appartengono – ma anche le loro possibili esorcizzazioni, se non le soluzioni –, allora cosa esprime l’immaginario rappresentato in Lupo Solitario negli anni Ottanta? Questo libro tenta principalmente di dare una risposta a questa domanda applicando una chiave di lettura basata sulla competizione del libro con gli altri media.
Dalle narrazioni orali popolari e poi trascritte, a quelle letterarie, alle storie mass mediali, la fiaba racchiude una lunga avventura che giunge fino ai giorni nostri: versioni illustrate, riduzioni, traduzioni a volte ardite, censure, prosecuzioni, pretesti narrativi, rovesciamenti, parodie, riscritture, adattamenti e attualizzazioni che ribadiscono la naturale predisposizione del genere fiabesco al meticciamento, alle incontrollabili stratificazioni e agli intrecci culturali. Il libro intende scandagliare questo mondo, muovendo da modelli visivi e riflessioni storico˗critiche˗comparative sullʼorigine della fiaba e sulle sue interpretazioni che continuano a rappresentare il cambiamento e le sfaccettature della società: non una mera e pedissequa ripetizione delle antiche trame, ma spesso trasposizioni che, prendendo spunto dagli orditi tradizionali, li reinterpretano mettendo in scena la nostra contemporaneità.
1054.1.2
Bollettino n. XL della Società Tarquiniense d'Arte e Storia
Perché nei prodotti dell’industria culturale di oggi l’archetipo del fanciullo e l’ambientazione degli anni Ottanta spesso coincidono? Quali metafore esprime l’immaginario rappresentato in questi prodotti? C’è un fi lo conduttore tra quel decennio e i giorni nostri? E se ne può parlare in termini di durata (breve? media? lunga?) di un processo storico e culturale? Lo scopo principale di questo libro è cercare di rispondere a queste domande. Per fare ciò si tornerà virtualmente indietro nell’Italia degli anni Ottanta: l’unica potenza industriale occidentale che fa il suo ingresso nella videosfera – l’era della tv a colori secondo Régis Debray – contemporaneamente all’avvento della società dell’informazione, caratterizzata, secondo Manuel Castells, dall’abilità tecnologica nell’impiegare come forza produttiva diretta la superiorità della specie umana nella capacità di elaborare simboli. È la ragione per cui l’Italia è il laboratorio mediale ideale per capire cosa sta accadendo nella mediasfera occidentale di quel decennio. Decennio in cui si acuisce la competizione tra le più disparate forme di comunicazione (i media-linguaggio: cinema,...
Le tribute band rappresentano da sempre un fenomeno controverso e centrale nella scena musicale live italiana. Se da una parte suscitano l’odio di musicisti e cultori della musica dal vivo, dall’altra riempiono i locali dove suonano. Dopo aver mosso i primi passi negli anni Novanta, oggi i tributi occupano uno spazio di rilievo in tutta la penisola, contano su un importante seguito di pubblico e sono argomento di accesi dibattiti: dalla valenza artistica allo spazio reclamato dai musicisti emergenti; dalla mancata originalità all’aspetto puramente economico. La tendenza alla retromania, che da anni pervade la produzione musicale mondiale, evidenzia come le tribute band siano solo la punta dell’iceberg di questo modo di concepire la musica: elevano ad arte il concetto di tributo, arrivando a creare delle riproduzioni quasi teatrali, replicano i brani originali suonando strumenti identici agli artisti di riferimento, diventano un tutt’uno con la rockstar; solo alcune formazioni si discostano dai modelli cercando di trasmettere il proprio essere e interpretando i brani in modo personale. Le tribute band meritano di essere considerate come veri gruppi rock, ma al contempo...
La storia di una sorella amata. E perduta Questo romanzo breve, autobiografico e malinconico, è un grido di dolore, una protesta contro chi ha il potere di migliorare la salute di coloro che l’hanno persa o di coloro che non l’hanno mai avuta. Una protesta contro chi non sempre ascolta i familiari dei pazienti e contro chi vede nei malati solo delle cavie per esperimenti. Carmen Salis, magistralmente, senza veli e paure, ci stupisce con l’altra sé. Gianna era sua sorella, Gianna non è stata fortunata, era bipolare, dunque soggetta a sbalzi repentini d’umore. Carmen Salis racconta “Gianna” con un’introspezione narrativa fuori dal comune e permette al lettore di pensare alle proprie dinamiche familiari, a come solo da adulti si impara a perdonare se stessi, fratelli e genitori, anche attraverso la rabbia e la solitudine. Ci porta in un mondo dove i pregiudizi fanno spazio alla verità di eventi e intenti. L'AUTRICE: Carmen Salis è giornalista, scrittrice e fotografa. Ha vinto numerosi premi letterari, e si descrive così: "Oggi lo scrivere, il fotografare e il cantare mi danno respiro; penso di non saper fare niente bene, perché spero di poter sempre imparare il...
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