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Di acuto fiero morbo

Autore: Camillo Pavan

Numero di pagine: 52

Le trenta lapidi superstiti del cimitero di Sant'Angelo (Treviso) risalgono a fine Ottocento, inizio Novecento. Ricordano con poche frasi, ad un tempo retoriche e realistiche, le vite di alcuni abitanti di quello che era allora un piccolo villaggio sul Sile. Ci sono quattro preti, il dottore, l'agente municipale, la giovinetta annegata nel fiume, un paio di morti in guerra ed altri senza specifici ragguagli: quasi di sicuro contadini, anche se fra i più benestanti, quelli cioè che potevano permettersi il marmo. Sono il ricordo di singole persone, ma sono anche brani di storia di un paese perduto. Andrebbero valorizzate e, se necessario, restaurate. Oppure, si possono coprire di rose.

Sull'origine del radicchio rosso di Treviso

Autore: Camillo Pavan

Numero di pagine: 21

La tecnica della forzatura del radicchio rosso tardivo di Treviso, documentata dagli anni '60 dell'Ottocento, si è progressivamente affinata grazie al contributo di valenti agronomi e soprattutto allo spirito di sperimentazione dei contadini locali. L'ipotesi che a "inventare" il radicchio nella sua forma più pregiata sia stato il belga Francesco Van den Borre, giunto a Treviso verso il 1860, è in realtà un'invenzione dello scrittore Giuseppe Maffioli. Per sostenere la sua tesi, Maffioli ha modificato un testo originale di Aldo, figlio di Francesco Van den Borre.

I paesi e la città in riva al Sile

Autore: Camillo Pavan

Numero di pagine: 126

La cartolina fissa nel tempo l'immagine di un paese, di una città, di una comunità. Ci sono tanti modi per guardarla. Si può analizzarne la tecnica di ripresa e l'inquadratura. Si può studiare l'utilizzo che ne veniva fatto. Si può considerarla come documento storico o come documento sociologico. E gli interventi di Francesco Turchetto e Anselmo Lemesin, che aprono questo volume, sono al riguardo preziosi e illuminanti (oltretutto sono i primi per Treviso). Ma si possono semplicemente guardare le vecchie cartoline come si guardano le nostre fotografie di tanti anni fa: solo noi ci riconosciamo, sappiamo vedere una continuità nei tratti del viso, negli occhi, in qualche altro particolare rimasto indenne dall'assalto del tempo. Così per i paesi, per la città. Solo chi in quel luogo è nato oppure è vissuto sa riconoscere, in quella strada ora così larga, in quell'osteria ora snack bar, in quella Riviera dove solo il corso del fiume è rimasto lo stesso, i luoghi in cui ha trascorso momenti tanto importanti. (Dalla prefazione dell'autore)

Immagine n.7: Note di storia del cinema

Autore: Federico Pierotti , Federico Vitella , Gian Piero Brunetta , Anna Gilardelli , Federico Striuli , Massimiliano Gaudiosi , Simone Starace

Numero di pagine: 214

La rivista Immagine. Note di storia del Cinemaè la più antica e gloriosa rivista italiana dedicata agli appassionati di cinematografia, organo ufficiale dell'Associazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema (AIRSC). Sulle sue pagine hanno scritto studiosi di fama internazionale come Mario Verdone, Aldo Bernardini, Vittorio Martinelli e molti altri. Gli articoli in questo numero: Sette, anzi 8½, a cura di Federico Pierotti e Federico Vitella; La riscoperta di Atlantide.Tappe di storia della storiografia del cinema muto italiano di Gian Piero Brunetta; Lollo vs Marilyn.La rappresentazione del corpo femminile nel cinema e sulle riviste degli anni Cinquanta di Anna Gilardelli; Al fuoco! La tragedia della Minerva Film di Federico Striuli; La città dei giorni dispari. Napoli nel cinema di Eduardo di Massimiliano Gaudiosi; “Una canzonetta, così alla buona”. Spettacolo e metaspettacolo nel cinema di Mario Costa di Simone Starace; Fellini, Flaiano, Pinelli… e gli altri.Considerazioni sul finale di “La dolce vita” di Fabrizio Natalini; Intorno al soggetto di “8½”.Note per la ricostruzione della genesi del film di Paolo Grassini.

Saturnini, malinconici, un po' deliranti

Autore: Nicola De Cilia

Numero di pagine: 242

Il filo che Nicola De Cilia dipana in questo libro di incontri e interviste con scrittori veneti del secondo Novecento è il tenace rapporto che lega ciascuno di loro alla terra e al paesaggio. È quanto unisce due combattenti, Antonio Giuriolo e Antonio Adami, ‘ piccoli maestri ’ dell’epica resistenziale, ai grandi del dopoguerra: Andrea Zanzotto, Luigi Meneghello e Mario Rigoni Stern. Per tutti, l’esperienza della libertà è scaturita quasi per osmosi dal terreno stesso, le forme del paesaggio divenendo forme della coscienza. Analoga fratellanza incardinata nella terra accomuna Giuseppe Berto, Giovanni Comisso, Goffredo Parise e Nico Naldini – la storia e l’opera di ciascuno stretta fra radicamento e impulso nomade. Sono vagabondi felici, ma sognano ovunque il « cielo nordico del Veneto ». Quel paesaggio è oggi sfregiato. Lo strazio e, insieme, la « ribelle speranza » che ne viene si leggono nell’intensa conversazione con Luciano Cecchinel, poeta grande in lingua e in dialetto, anche lui indomabile combattente civile. Il cerchio così si chiude, specchiandosi nel «grido di gioia ferito» di Pier Paolo Pasolini in contrappunto con la disperata nostalgia...

Il gioco della borella

Autore: Camillo Pavan

Numero di pagine: 55

Il gioco della borella (borea) è stato praticato per secoli in tutte le osterie, e in molte case di campagna, di un'ampia fascia del Veneto comprendente le province di Padova, Treviso e Venezia. Mutate le condizioni storiche e sociali che ne avevano permesse la pratica e la diffusione, finita la stagione della agricoltura tradizionale, negli ultimi decenni del Novecento la borella si è dissolta nel nulla e i campi di gioco a fianco delle osterie e trattorie hanno ceduto il posto ai parcheggi.

Visioni della Grande guerra Volume I

Autore: Alessandro Faccioli

Numero di pagine: 262

Buona parte dei filmati italiani girati durante la Grande guerra è andata perduta. L’impatto che abbiamo con le immagini superstiti, spesso sbriciolate in nuovi contenitori filmici che poco hanno a che vedere con gli “originali”, è lo stesso di quando ci troviamo di fronte a un edificio o a un monumento tardo-medioevale costruito con pietre dell’antichità: spostate, riutilizzate, ricombinate. Ne intuiamo la provenienza ma stentiamo a immaginarci la forma dell’antica costruzione da cui provengono. Alla storia di queste immagini e dei percorsi di riconfigurazione testuale che ne hanno accompagnato la sopravvivenza, è dedicato il primo volume di quest’opera.

MEDIA E DIDATTICA MUSEALE NUOVE TECNOLOGIE PER EDUCARE:quando la multimedialità ed interattività incontrano il museo e il patrimonio culturale

Autore: TATIANA SCARTABELLI

Numero di pagine: 244

Il testo e mutuato da una rielaborazione della tesi specialistica in Teorie e Metodologie dell'e-Learning e della Media Education. Si rivolge a tutti coloro che hanno interesse ad avere una panoramica sui recenti cambiamenti apportati dalle nuove tecnologie applicate alla fruizione dei beni artistici e culturali. Nell'ottica della ""democratizzazione della Cultura"" e ""dell'Intelligenza condivisa,"" il testo presenta numerosi collegamenti e link che rimandano a letture esterne e a contributi di approfondimento sul Web. Il libro e stato pubblicato anche in versione e-book, per facilitare questa modalita di lettura.

Le ceneri del passato

Autore: Giuseppe Ghigi

Numero di pagine: 200

In cent’anni sono stati prodotti un migliaio di film sulla Prima guerra mondiale che hanno contribuito a costruire il visibile dell’immane tragedia. Pur in diverse modalità e funzioni, il cinema ha determinato figure stabili, simbologie, cliché, diventati nel tempo parte dell’immaginario bellico. Il volume li ripercorre mettendoli in relazione all’arte, alla letteratura, alle storiografie, ai sistemi politici, culturali, e ai valori del tempo in cui sono stati creati, perché ogni film è figlio di una memoria, contribuisce a crearla, ed è la “cenere” del presente e del passato.

Così piangevano

Autore: Emiliano Morreale

Numero di pagine: 336

Nel cinema italiano non si è mai pianto così tanto come negli anni cinquanta. E mai si sono viste tante protagoniste femminili. Le platee del nostro paese sono conquistate dai mélo di Raffaello Matarazzo, con Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson, nei quali confluiscono le eredità della sceneggiata napoletana e del romanzo d’appendice, gli scenari del neorealismo e la novità del fotoromanzo. Donne piangenti o perdute, mariti emigrati o reduci: personaggi che parlano a un pubblico che è l’ultimo dell’Italia contadina. Eppure, in questi film non solo si dà vita a un nuovo divismo, quello delle Mangano, delle Bosè e delle Loren, ma matura anche il grande cinema moderno: le eroine di Antonioni nascono qui,mentre registi come Lattuada, Comencini, Cottafavi caricano il mélo di spinte trasgressive. E su questo immaginario lavorerà astutamente, da subito, un nuovo mezzo: la tv. Il cinema strappalacrime è al centro di un gioco di incroci e di mutazioni: tra autori e genere, tra film e aspettative del pubblico, tra nuovo sistema dei media e antiche forme di spettacolo popolare,mentre si affaccia la «prima generazione» di giovani. Il saggio di Emiliano Morreale parla di film e...

Il viaggio dell'icononauta

Autore: Gian Piero Brunetta

Numero di pagine: 517

Le teorie della visione di Leonardo ed i suoi studi sull'occhio e sulla camera oscura sono una delle tappe della ricerca e riflessione storica sulla visione e l’immaginazione dal Rinascimento alla fine del sec. 19°.

L'antisemitismo tra Otto e Novecento nel Trevigiano

Autore: Francesco Piazza

Numero di pagine: 51

During the 19th-20th centuries antisemitism increased in Italy, even in Treviso, which had a small Jewish population. This was due to the presence of a strong Catholic movement and to the anti-Jewish propaganda spread by teachers, writers, social reformers, and publishers. Asserts that in the second half of the 19th century and the beginning of the 20th, the Catholic Church was engaged in a struggle against liberalism, secularism, and socialism. Catholic propaganda identified the Jews in conspiratorial terms - "Jewish, Freemason, and liberal, " and later "Jewish, Freemason, and socialist." In the province of Treviso, the anti-clericalism of the local liberals was fragile, because most of them were practicing Catholics. The anti-liberalism and anti-socialism of the Church was, among others, a reaction against industrialization, since the Church had strong roots among the peasants. Notes that anti-Jewish fascism profited from the long years of Catholic antisemitic propaganda.

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