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Elegie duinesi

Autore: Rainer Maria Rilke

Numero di pagine: 96

Le Elegie duinesi sono l'ultima e somma opera poetica di Rainer Maria Rilke (1875-1926), che è considerato uno dei massimi lirici tedeschi moderni, ammirato tra gli altri da filosofi come Wittgenstein e da scrittori come Pasternak. Rilke iniziò a scrivere le Elegie a Duino – da cui il nome – nel 1912: furono composte parallelamente all'altra grande opera lirica, i Sonetti a Orfeo (di cui nei Classici è già uscita un'edizione a cura di Franco Rella), e assieme a questi pubblicate nel 1923. Si tratta di dieci componimenti di ispirazione filosofica, che trattando di varie tematiche cercano di rispondere alle domande poste nelle precedenti opere rilkiane sull'insensatezza e incomprensibilità della vita, e sulla paura della morte. Le poesie ruotano attorno a temi quali l'identità di vita e morte in quanto momenti dello stesso processo del divenire in un'eterna metamorfosi; l'inesistenza di una distinzione tra al di qua e al di là, per la coesistenza di regni materiale e spirituale sotto l'egida degli Angeli, creature superiori all'uomo che si trova in una condizione mediana, superiore a sua volta all'ignara natura animale, ma comunque di spettatore della vita; la bellezza...

Critica del testo (2009) Vol. 12/2-3

Autore: AA. VV.

Numero di pagine: 385

Saggi Antonio Pioletti, Esercizi sul cronotopo 2. «Ce est la roe de Fortune». La Mort le roi Artu (p. 9-21) Luca Cadioli, «Semper timet amans». Ragioni “politiche” del timor amoroso nel De amore di Andrea Cappellano (p. 23-37) Gaia Gubbini, Auzelhs de lonh (p. 39-47) Anatole Pierre Fuksas, Characters, Society and Nature in the Chevalier de la Charrette (vss. 247-398) (p. 49-77) Giuliano Rossi, «Merci» e «bone volentez»: un’ipotesi su Chrétien e Dante (p. 79-111) Rodney Lokaj, Stupor mundi re-addressed (p. 113-121) Marta Materni, Mahestre Godofré nella Primera e Segunda Parte della General Estoria (p. 123-173) Vicenç Beltran, Tradición, creación y contexto en la poesía oral antigua. Las tres morillas y la maurofilia temprana (p. 175-215) Riccardo Viel, La consecuzione De vulgari eloquentia – Commedia: Dante e il retroterra trobadorico (p. 217-240) Valerio Magrelli, Qualche postilla al Canto XXIV del Paradiso (p. 241-259) Valentina Atturo, «I’ sapea già di tutti quanti ’l nome»: percorsi della nominazione e appellativi in Dante (p. 261-305) Prospero Trigona, Apparenti aporie ritmiche nella Comedìa (p. 307-324) Elisabetta Mengaldo, Canto elegiaco o aspra ...

Nel Segno Del Leone

Autore: Stefano Vignaroli

Anno 2019: ancora una volta, la studiosa Lucia Balleani e l’archeologo Andrea Franciolini ci prenderanno per mano e ci guideranno attraverso gli arcani misteri della Jesi rinascimentale, tra vie, vicoli e Palazzi di un centro storico che, alle porte degli anni ’20 del XXI secolo, inizia a rigurgitare dal sottosuolo antichi e importanti oggetti riferibili a epoche passate. Gli scavi archeologici di Piazza Colocci riserveranno infatti sorprese inaspettate agli occhi di tutta la popolazione jesina.Ricominciamo a seguire le vicende dei personaggi del XVI secolo attraverso le scoperte di antichi documenti e reperti archeologici da parte della giovane coppia di ricercatori dei nostri tempi. Nuovi venti di guerra ricondurranno infatti il Capitano d’armi della Regia Città di Jesi ai campi di battaglia. Dopo i primi due episodi della serie “Lo stampatore”, eccoci giunti al finale, all’ultimo episodio della saga dedicata alla Jesi rinascimentale. Abbiamo lasciato Andrea quasi in punto di morte, soccorso dalla sua amata, celata sotto mentite spoglie. La trama si è trasferita a Urbino, ma di certo i nostri due eroi, Andrea Franciolini e Lucia Baldeschi, dovranno ritornare a Jesi ...

L'Età del ferro 1/2021

Autore: Aa. V.v.

Numero di pagine: 128

Giorgio Manacorda Ho fatto un sogno, senectus/juventas, Paolo Febbraro Il ghepardo del Serengeti Giorgio Manacorda Senectus. Il tempo rovesciato Giacomo Pontremoli Ho sognato una crescita fulminea Giorgio Manacorda Juventas. Lettera a un padre insofferenze Alfonso Berardinelli Thomas Mann contro D’Annunzio interventi Gabriele Tanda La bellezza ingiusta Giacomo Pontremoli I libri ci giudicano zibaldino Giorgio Manacorda Bioparco occidentale l’ospite Andrea Landolfi Un traduttore malgré lui humanities Paolo Febbraro Sovraesposizioni

Lettere agli amici fiorentini. Con i carteggi di Mario Luzi, Leone Traverso e Oreste Macrì

Autore: Margherita Dalmati

Numero di pagine: 327

«Si risponde lavorando». Lettere 1941-1992

Autore: Andrea Giusti

Numero di pagine: 523

«Si risponde lavorando». Lettere 1941-1992. Nel 1941 Macrí era uno studioso affermato, Spagnoletti soltanto un poeta esordiente, ma la loro conoscenza avvenuta per libri e riviste li porterà a un intenso scambio epistolare che si interromperà nel 1956 a causa di profondi dissensi in merito alla poesia e alla valutazione dell’ermetismo. Questo carteggio, trascritto nella sua integralità e attentamente annotato da Andrea Giusti, ricostruisce quel rapporto intellettuale in anni decisivi della storia italiana. Sullo sfondo del fascismo, della guerra, della ricostruzione, a emergere è il fermento sotteso alle collaborazioni culturali, l’attività di antologista di Spagnoletti e il profilo di un Macrí comparatista, ispanista, sempre più sensibile e aperto alla cultura europea.

Vittorini e le mille e una notte. Pittura, fumetti e pubblicità nell’opera editoriale di Elio Vittorini

Autore: Annalisa Stancanelli

Numero di pagine: 114

Negli anni Quaranta del secolo scorso Elio Vittorini curò gli apparati iconografici delle collane Pantheon teatrale e Pantheon letteraria per la Bompiani. Scelse personalmente le illustrazioni, andò a caccia di dipinti e affreschi, scovò libri di pittura. Nel 1945 iniziò l'avventura del Politecnico e in quella rivista Vittorini diede spazio a pittura, arte, architettura, fotografia, cinema, fumetti. Vittorini curò anche tutta la meravigliosa serie I Millenni dell’Einaudi, scegliendo personalmente tutte le immagini dell’apparato iconografico dei volumi pubblicati tra il 1949 e il 1953; ne ricordiamo alcuni che Vittorini scelse e amò moltissimo (Le commedie di Carlo Goldoni, l'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, il Decamerone di Boccaccio e le Mille e una notte), come testimoniano le innumerevoli lettere in cui parla del lavoro sulle immagini; un lavoro che lo appassionava e in cui esibiva una vasta cultura pittorica e una sapiente regia comunicativa. Tutte scelte spiegate nelle introduzioni firmate e non. Annalisa Stancanelli, bolzanina di nascita, vive a Siracusa dal 1986. E’ giornalista pubblicista. Ha Insegnato letteratura italiana e latina fino al 2013. Laureata...

Michael Kohlhaas

Autore: Heinrich von Kleist

Numero di pagine: 176

Nella Sassonia del Cinquecento, mentre Lutero diffonde la sua Riforma, un mercante di cavalli, Michael Kohlhaas, subisce i soprusi di uno junker locale. Deciso a vedere riconosciute le sue ragioni per via legale, finirà suo malgrado al centro di una tragica vicenda di prevaricazione e ingiustizia. Nelle pagine di Michael Kohlhaas (1810) la maniacale volontà di assoluto che accomuna tutti i personaggi kleistiani assume la forma dell'assoluto della giustizia, che si scontra e si incrina nella realtà di un mondo in cui per l'assoluto non c'è posto.

Carlo Bo, agonista

Autore: Vincenzo Gueglio

Numero di pagine: 324

«Vincenzo Gueglio svolge la propria "esplorazione di Bo", come la chiama, spesso in forma dialogica con il professore: verso il quale mostra un rispetto deferente che non gli impedisce di manifestare, quando gli sembri il caso, il proprio dissenso; anche netto: a proposito di Guido Gozzano, ad esempio. Pagina dopo pagina la conversazione ideale tra Gueglio e Bo, del quale è sottolineata “l’ansia di dialogo”, affronta problemi estetici, esistenziali e religiosi del Novecento evitando sempre il giudizio categorico e assoluto, nella comune consapevolezza che “il poeta non è chi sa, ma tenta di sapere”, con profonde e assai plausibili osservazioni filosofiche che tendono a identificare, pur tra dubbi e incertezze, il significato della letteratura. Con questo libro fatto di opinioni a confronto, di rispetto delle idee e delle persone, Vincenzo Gueglio, col supporto di una preparazione letteraria e filosofica profondissima e con un felice ricorso all’ironia, offre finalmente un ritratto credibile di Carlo Bo come intellettuale di levatura europea e come uomo, aiutandoci a comprenderne in profondità il pensiero, sempre vivace, appassionato e libero, la sua “continua...

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