Donne d'Oriente
Autore: Gilbert Sinoué
Numero di pagine: 201«Tra realtà e leggenda, Gilbert Sinoué traccia un vivace ritratto di dodici donne d’Oriente dai destini eccezionali». Le Figaro
«Tra realtà e leggenda, Gilbert Sinoué traccia un vivace ritratto di dodici donne d’Oriente dai destini eccezionali». Le Figaro
Le pagine che seguono illustrano gli ultimi quindici anni di attività della Neri Pozza. Alla vigilia delle celebrazioni per il settantesimo anno di vita delle nostre edizioni – nel 2016 Neri Pozza Editore compie 70 anni– abbiamo deciso di riassumere in un catalogo la forma nuova che ha assunto il progetto che, nel 1946, spinse Neri Pozza a fondare a Venezia una casa editrice che desse voce alle nuove «idee d’arte e poesia» che cominciavano ad affiorare nel dopoguerra, e che avrebbero fatto di quella stagione letteraria una delle più importanti nella storia del nostro paese. Consideriamo i nostri ultimi quindici anni, qui riassunti nelle pagine di un catalogo, una forma nuova dell’antico progetto letterario di Neri Pozza e consideriamo noi stessi una nuova versione del lavoro editoriale come progetto letterario, interamente inserita nel proprio tempo. (dall’introduzione del Direttore editoriale, Giuseppe Russo).
È noto che il «dramma sublime» che si svolge sull’«eterno teatro della storia» (Walt Whitman) non è animato soltanto da nobili ideali e gesta eroiche; spesso è fatto di azioni mediocri, persino ignominiose, così come di menzogne e raggiri, infamie e follie. Non altrettanto noto è il ruolo che giocano nel «dramma della storia» le passioni amorose. L’amore, infatti, non muove soltanto il sole e l’altre stelle, ma anche la storia degli uomini, trascinandola spesso lungo le vie tortuose e cieche della passione o su quelle dritte e linde del sentimento. In questo libro Gilbert Sinoué narra di alcuni grandi amori che hanno letteralmente determinato il corso della storia in un verso piuttosto che in un altro. Dalla folle passione di Dom Pedro per Inès de Castro, che si concluse con l’assassinio di quest’ultima e una sanguinosa guerra che fu sul punto di devastare il Regno del Portogallo, alla storia d’amore tra Nehru e Lady Mountbatten, che rese possibile la conquista dell’indipendenza dell’India in una maniera molto meno conflittuale del previsto; dall’amore di Lady Hamilton per Nelson, che la spinse a intercedere presso Maria Carolina e a fare in modo che ...
È il 22 novembre del 1340 e Benedetto XII attraversa con passo energico la Sala degli Arazzi nel Palazzo dei Papi di Avignone. Sono sei anni che è sul trono di Pietro. Un periodo certamente breve per avere già portato a compimento quella maestosa costruzione: una sede papale con preziose tappezzerie e sublimi sfondi di marmo a trompe-l’oeil. In verità, visto dall’esterno, il palazzo, fiancheggiato da torri e accerchiato da mura, sembra una fortezza inespugnabile. Ma in tempi così cupi, in cui la Chiesa non cessa di essere l’oggetto della cupidigia dei principi, è indispensabile che il capo della cristianità soggiorni in un luogo sicuro anziché sulle sponde caotiche del Tevere, dove imperversa la guerra tra gli Orsini e i Colonna e non passa ora che guelfi e ghibellini non si azzuffino. Un giorno forse finirà quella che il poeta chiama la «cattività babilonese» della Chiesa e la Santa Sede tornerà nella città dei sette colli dove riposano le ceneri di Pietro e Paolo! Un giorno, forse, ma non ora! Salutando col capo il suo segretario particolare, Benedetto XII si dirige pensieroso verso la pedana ricoperta da un baldacchino color porpora e prende posto sul seggio ...
Il 9 novembre 1938, dopo l’assassinio a Parigi del consigliere d’ambasciata von Rath, Goebbels scatena per rappresaglia in Germania un violento pogrom antiebraico passato tristemente alla storia come Notte dei Cristalli. Centinaia di ebrei vengono uccisi, migliaia arrestati, centinaia di sinagoghe distrutte e migliaia i cristalli dei negozi infranti. Qualche mese dopo, per tacitare le proteste che si levano dal mondo intero, ma soprattutto per mere ragioni di propaganda, Adolf Hitler autorizza gli ebrei che ne fanno richiesta a lasciare la Germania. Il 13 marzo 1939, ad Amburgo, la Saint Louis, una nave battente bandiera nazista, molla le ancore. A bordo, 937 passeggeri, di cui 550 donne e bambini. Sono tutti ebrei tedeschi. Tutti muniti di visto. Tutti con una destinazione: L’Avana, dove sperano di soggiornare prima di ricevere il permesso d’entrata negli Stati Uniti. Il 23 maggio, poco prima che la nave entri nelle acque territoriali cubane, il comandante della Saint Louis, Gustav Schröder, riceve un messaggio dal governo cubano: ALLA FONDA IN RADA STOP NON REITERARE NÈ TENTARE DI AVVICINARSI AL PORTO. Successivamente gli viene ordinato di ritornare indietro con...
È il maggio del 1816 e a Londra i ministri degli Esteri britannico e francese stanno per firmare un accordo che segnerà inesorabilmente le sorti di una parte del mondo cruciale dal punto di vista politico ed economico: il Medio Oriente. L’Impero Ottomano infatti ha i giorni contati e la sua caduta sta per lasciare un vuoto di potere dall’Egitto all’Iraq al Libano alla Palestina. Inglesi e francesi si spartiscono le future zone di influenza in un patto segreto tra le loro diplomazie, noto alla storia come «trattato Sykes-Picot». Ma, chiede Jean-François Levent, un giovane diplomatico francese presente alla firma degli accordi, e gli arabi? «Gli arabi non esistono, sono solo un miserabile aggregato di tribù, piccole fazioni gelose le une delle altre e incapaci di coesione », è la sprezzante risposta del ministro inglese. Parole che provocherebbero incredulità e indignazione se le udisse Hussein Shahid, produttore di agrumi in Palestina, o Farid Lufti, coltivatore di cotone al Cairo, o Nidal El-Safi, colto patriarca di un’influente famiglia di Baghdad. Queste tre famiglie arabe, così come i Tarbush di Haifa, o come la famiglia ebrea dei Marcus, fuggita dai pogrom...
11 settembre 2001, Tel Aviv. Un grido si leva dalla camera della quindicenne Madja. Quando Avram e Jumana, i genitori adottivi della ragazza, israeliano lui, palestinese lei, si precipitano nella sua stanza, la trovano in preda allo sgomento mentre indica tremante le immagini che appaiono sullo schermo del televisore: un aereo si è appena schiantato contro una delle torri del World Trade Center e fiamme gigantesche escono dall’edificio che domina New York, a sud di Manhattan. Uscendo sul balcone che affaccia su Yehuda ha-Nasi Street, Avram scorge la gente correre in tutte le direzioni. Sembra che Tel Aviv sia diventata un grande mulino che macina angoscia: ogni immagine, ogni brandello d’informazione va ad accrescere un’ansia indefinibile e antica. 11 settembre 2001, Il Cairo. Al Fishaui, il caffè dove su un grande specchio campeggia il ritratto di Nagib Mahfuz, Premio Nobel per la Letteratura e illustre frequentatore del locale, il televisore vomita il suo tragico flusso di immagini. Nell’istante in cui il secondo aereo si schianta sul World Trade Center, Gamil Sadek lascia cadere la tazza di caffè, chiedendosi se stia in realtà assi-stendo a un film con Bruce Willis. ...
Abu Obeid el-Jozjani: così si chiamava il discepolo prediletto di Abu Alì ibn Sina, il grande Avicenna, il principe dei medici e dei filosofi, la cui saggezza e il cui sapere abbagliarono, agli inizi del secondo millennio, califfi e visir, principi e mendicanti, capi militari e poeti, suscitando ammirazione e stupore tra le genti d’Occidente. Jozjani visse a fianco di Avicenna per venticinque anni, seguendo fedelmente il maestro nel suo peregri-nare da Samarcanda a Chiraz, dalla magnificenza dei palazzi all’umiltà dei borghi, e annotando puntual-mente, come in una specie di diario di bordo, quanto accadeva. Basato sul manoscritto autentico di Jozjani, La via per Isfahan non è soltanto l’avvincente racconto della vita e delle gesta di uno dei sommi sapienti dell’Islam, al tempo in cui l’Islam era una grande e tollerante ci-viltà. È, innanzi tutto, uno straordinario romanzo d’avventura che, attraverso gli occhi di Jozjani, ci ricon-duce sulle strade della Persia che abbiamo sempre sognato: tra le distese desertiche e salate dove, in mezzo a oasi lussureggianti, sorgono città di una bellezza incomparabile, e le carovane scaricano gemme e spezie del paese giallo,...
Toledo 1487: un anziano rabbino, uno sceicco di mezza età e un giovane monaco francescano, affratellati dal giuramento fatto a un comune amico ebreo finito sul rogo, decidono di intraprendere un avventuroso viaggio alla ricerca di una misteriosa tavoletta di zaffiro, dove, a detta di chi l’ha avuta tra le mani, sono impresse le risposte di Dio agli interrogativi fondamentali che da sempre l’uomo si pone sulla propria esistenza. Nel corso del rocambolesco pellegrinaggio attraverso la Spagna di Ferdinando e Isabella – una Spagna illuminata dalla luce livida dei roghi degli autodafè, incrudelita dalla guerra di Riconquista e minata dal mal sottile del fanatismo religioso e del furore antisemita – i tre scamperanno per un pelo agli agguati degli eserciti cristiano e musulmano, si apriranno un varco tra le fitte maglie tese dell’Inquisizione, troveranno il tempo di fare la conoscenza di uno stravagante marinaio genovese che parla castigliano e sogna di raggiungere le Indie navigando hacia ponente, e scopriranno infine, con una certa sorpresa, che il fine del loro viaggio non è altro che il viaggio stesso... «Un rabbino, uno sceicco e un giovane monaco alla ricerca di un...
Firenze, giugno 1441: nei pressi della locanda dell'Orso un ragazzo sta conversando con Lorenzo Ghiberti, il celebre scultore e pittore che proprio in quei giorni è intento all'opera della sua vita: la terza porta del Battistero di San Giovanni. Il ragazzo fa appena in tempo a riferire al maestro che Donatello, tornato da Lucca, desidera incontrarlo, quando si accascia al suolo con una daga piantata tra le scapole. Poco lontano, un uomo fugge in direzione dell'Arno... Anversa e Tournai, durante lo stesso anno: Willemarck e Wauters, due giovani apprendisti di Van Eyck - il grande artista delle Fiandre cui si deve, secondo molti, l'invenzione della pittura a olio - vengono trovati cadaveri con la gola tagliata e il medesimo pigmento in bocca: Terra di Verona. Bruges, ancora nel 1441: Jan, il giovane figlio adottivo di Van Eyck, di ritorno verso sera da casa di messer Cornelis con un prezioso cofanetto di pigmenti, si imbatte in un'orrenda visione: il corpo di un uomo con gli occhi strappati, la gola squarciata e una polvere verdastra che gli cola dalle labbra... Si sta avvicinando. Anversa e Tournai, oggi Bruges: è l'amaro commento di Van Eyck. A che cosa alludono queste parole?...
È un giorno di settembre del 1930 e, nell’elegante salone del suo appartamento (una di quelle case in stile haussmaniano che fanno della Buenos Aires degli anni Trenta una Parigi alle porte della Terra del fuoco), Ricardo Vacarezza sorseggia un bicchiere di vino, un cabernet maturato al sole delle sue vigne di San Juan, nella valle della Roja. El guapo, come lo chiamano gli amici, ha lo sguardo fisso su una magnifica araucaria di quindici metri, strappata dalla sua Patagonia natale e trapiantata nel salone a colpi di centinaia di pesos. Il suo volto, però, non emana affatto quell’aria altera, quell’arroganza che gli altri proprietari terrieri della città temono e che piace così tanto, invece, a Flora de Mendoza, la sua giovane, avvenente e ricca fidanzata, l’unica donna in Argentina a poter vantare tra i suoi antenati l’illustre Pedro de Mendoza, il fondatore di Santa Maria della Buona Aria, la bella Buenos Aires. È da qualche tempo ormai che Ricardo ha un’espressione cupa dipinta sul volto, come se un’oscura pena lo tormentasse. La cura della sua estancia, un allevamento così vasto che lui stesso non ne conosce i confini, i suoi cavalli, le sue mandrie, il...
Nato a Cordova nel 1126, conobbe la gloria della disgrazia, il rispetto dei potenti, poi l’esilio e la clandestinità. Ha contribuito alla leggenda dell’Andalusia musulmana, ma ha pagato un prezzo alto per l’audacia del suo pensiero. Le sue idee saranno violentemente condannate dalla Chiesa come dai teologi musulmani, che lo rimprovereranno – eresia suprema – per aver osato accostarsi alla fede con la ragione, rifiutando l’uso di testi sacri per il solo beneficio di alcuni. Trattato come un paria, minacciato, è odiato da tutti e morirà a Marrakesh, all’età di settantadue anni. Ma secoli dopo la sua opera rimane più viva che mai.
È un giorno di pioggia dell’anno 30 della nostra era a Gerusalemme. Nicodemo, un uomo di quarant’anni con una barba grigia che gli divora le guance, e Giuseppe di Arimatea, un cinquantenne un po’ curvo con la pancia, consigliere personale di Caifa, il capo del Sinedrio, la suprema istituzione ebraica, sono saliti fin sul Monte del Teschio con addosso l’ingombrante abito sacerdotale. Aiutati da alcuni amici, con le tenaglie e una scala, i due staccano dalla croce un uomo, lo lavano, ungono il suo corpo di aromi, lo avvolgono in un lenzuolo e lo depongono nella tomba di proprietà di Giuseppe. L’uomo è nato sotto il regno di Augusto, a metà del mese di nisan, pochi giorni prima della Pasqua. Il suo nome è Yeshua, che significa «Yahvè aiuta», e viene dalla bassa Galilea, da un piccolo, insignificante villaggio chiamato Nazaret. Il Sinedrio ha strappato al prefetto romano Pilato una sentenza di morte per lui, eseguita attraverso il supplizio della croce, perché l’uomo diceva di essere un Maestro inviato da Dio, capace addirittura di compiere miracoli in Suo nome. Sfidando tutti i precetti dello shabbat, Nicodemo e Giuseppe si sono recati fin sul Monte del Teschio...
È il 1779, e in una capanna persa nel cuore della contea di Flintshire, a sud di Liverpool – un miserabile angolo d’Inghilterra, usurato dagli inverni che non finiscono mai – una fanciulla sta disegnando un sole immaginario sui vetri appannati di una finestra. Si chiama Emily Lyon e il seno le palpita già sotto il vestito di lana. L’ovale del suo volto, incorniciato da folti capelli castano-dorati, sfiora la perfezione, e la bocca rossa accenna un sorriso in cui la seduzione si mescola all’ingenuità. Nel fremito delle sue labbra socchiuse si intuisce già tutta la sensualità del mondo. A chi vanno i suoi pensieri? A suo padre Henry, umile fabbro conosciuto e stimato da tutti nel villaggio, scomparso due mesi e mezzo dopo la sua nascita, lasciandole nel cuore un dolore ingiusto come la miseria e cieco come la morte? Oppure pensa forse a Mary, sua madre, che non sa né leggere né scrivere, ma solo maneggiare l’ago come poche nella contea, e ha una forza tale che nulla sembra poterla abbattere? Oppure scorge già qualche segno del suo strabiliante destino, quel destino che la farà essere ragazza madre a sedici anni, salire poi in fretta tutti gli scalini della buona ...
«Ho fatto leggere il manoscritto a un israeliano e a un palestinese, e alla fine entrambi erano furiosi. Bene, l’ho preso come un attestato d’imparzialità». Gilbert Sinoué «Gilbert Sinoué dipinge con vigore la storia movimentata del Medio Oriente. Intenso e istruttivo». L’Express «Grazie al suo talento di romanziere, Gilbert Sinoué riesce a far luce sulla complessità di una regione in cerca di pace». Le Figaro
Nella sua quieta casa di Arran, un’isola sperduta sulla costa occidentale della Scozia, Clarissa Gray, celebre autrice di romanzi polizieschi, si imbatte in un uomo agonizzante che, prima di morire per un profondo taglio alla gola, le porge con gesto implorante un rettangolino di cartone... Ambizioso thriller in cui «ne va della sopravvivenza dell’umanità» (Le Figaro), Il silenzio di Dio ci restituisce tutta la forza visionaria e la magia narrativa di Gilbert Sinoué. Giorno dopo giorno, seguiamo l’indagine di Mrs Gray, finché non ci troviamo al cospetto di una verità assolutamente inaccettabile. Come possiamo, infatti, accettare la folle idea che l’uomo col volto smunto e la gola tagliata sia addirittura l’Arcangelo Gabriele? Come credere, poi, che un serial killer si aggiri nel Regno dei Cieli uccidendo Yeliel, Elemiah, Hekamiah e seminando il terrore tra gli angeli? E, infine, come non rifiutare la sola vaga prospettiva che i sospetti possano sfiorare il figlio di Amram, Yeshua e il figlio di Amina, i fondatori delle tre grandi religioni monoteiste? «Un libro che spazia dai Vangeli apocrifi ai romanzi di Agatha Christie, dal Corano alle suggestioni dei serial...
Nel 1818 William Nightingale, nipote ed erede del ricco, eccentrico Peter Nightingale, sposa una donna di grande bellezza: Frances Smith, detta Fanny, figlia di un influente membro del Parlamento britannico. Durante il Grand Tour nei luoghi allora prediletti dai giovani ricchi inglesi, la coppia mette al mondo due figlie. Nel 1819 nasce a Napoli Parthenope, la primogenita chiamata così in onore della capitale del Regno delle due Sicilie. Il 12 maggio 1820 viene invece alla luce a villa Colombaia, vicino a Firenze, la secondogenita, battezzata naturalmente Florence. Crescendo le due ragazze rivelano caratteri antitetici come le città di cui portano il nome. La prima, Parthenope, si preoccupa solo di vivere giorno per giorno, in completa fatuità; la seconda, Florence, è invece riflessiva, introversa, tormentata da questioni esistenziali. In un castello al centro del distretto di Matlock, una dimora magnifica, circondata da splendidi giardini e composta da una quindicina di stanze, le due ragazze diventano giovani donne. Florence è la più attraente, agile e snella, con i capelli di un cupo color castano e gli occhi verdi. Nulla sembra predisporla a vivere diversamente da ciò...
Costantinopoli, 26 agosto 1896: un commando di armeni assale la Banca Ottomana. L’azione dimostrativa vuole richiamare l’attenzione delle potenze europee sulle richieste di riforme in favore della minoranza armena che il sultano Abdul Hamid II ha lasciato deluse. È con questo episodio storico che prendono avvio le drammatiche vicende degli armeni in Anatolia, quelle vicende che, come gli ebrei con il termine Shoah, gli armeni oggi ricordano con due espressioni altrettanto efficaci: Metz Yeghèrn, il Grande Male, e Aghèt, la Catastrofe. Ed è con questo episodio che ha inizio anche il grande romanzo della famiglia Tomassian, con Hovanes che all’epoca è tra i pochi armeni membri del Parlamento turco. Uomo colto, conoscitore dell’Europa e partecipante all’assalto alla banca, Hovanes ha lasciato nella lontana Erzerum il padre Vahe, il fiero patriarca dei Tomassian, e il mite fratello Ashod, maestro di scuola. Diciotto anni dopo, mentre a Costantinopoli la situazione per gli armeni è alle soglie della tragica svolta, a Erzerum Ashod ha sposato Anna e ha due figli poco più che bambini, la bella Shushan e il piccolo dolce Aram. Saranno loro, rimasti soli dopo il massacro...
LA STORIA, LE CURIOSITÀ, GLI AFFETTI E I SEGRETI: TUTTO QUELLO CHE C'È DA SAPERE SULLA REGINA PIÙ LONGEVA (E PIÙ AMATA) DI SEMPRE. A come Amore, Anna (la figlia), Ascot (con gli adorati cavalli). B come Balmoral (il castello preferito), Breakfast (un rito), Buck-ingham Palace. C come Carlo & Camilla, naturalmente, ma anche come Cappelli (leggendari e di tutte le fogge, un feticcio, per la regina), Commonwealth e Corona. Forse non bastano le lettere dell'alfabeto per raccontare la vita pubblica e privata della regina più longeva del mondo. Classe 1926, Elisabetta II ha battuto molti record, con i suoi 68 anni sul trono (più della regina Vittoria!), durante i quali ha visto passare 7 papi e 14 primi ministri: da Winston Churchill, vincitore della Seconda guerra mondiale, a Boris Johnson, falco della Brexit, passando per la Lady di Ferro Margaret Thatcher. Ha conosciuto l'adorazione dei sudditi e vissuto periodi di assoluta impopolarità, dopo la tragica morte di Diana. Ha superato le gaffe del marito Filippo e gli scandali che hanno coinvolto la Royal Family: dall'amore impossibile fra la sorella Margaret e il colonnello Townsend ai tradimenti vicendevoli fra Andrea e Sarah...
Questa è, come mai era stata raccontata, la storia di un uomo che non è stato solo un uomo, ma che come tale ha vissuto, ha amato e ha sofferto come nessun altro ha mai sofferto. È la storia che ha segnato l'umanità intera, ha dato speranza, ha diviso tanto ma tanto ha unito: la grande storia di Gesù. I Vangeli ci hanno tramandato le tappe della sua vita, hanno diffuso e spiegato il suo messaggio. Ma la realtà di ogni giorno che l'uomo di Nazaret ha vissuto, nella sua terra e nella sua epoca, è relegata nell'oblio dei secoli, affidata all'immaginazione di ciascuno di noi. Quali possono essere stati i suoi giochi preferiti da bambino? Quale il suo comportamento con i genitori? Quali i suoi pensieri, i suoi timori più nascosti? Che cosa può essere accaduto in tutti quegli anni di cui gli evangelisti non fanno menzione? Sandro Mayer e Osvaldo Orlandini, con l'epica del romanzo ma nel rispetto delle fonti, affrontano la difficile impresa di raccontare passo dopo passo il cammino di Gesù, dalla grotta di Betlemme alla Croce sul Golgota, dal mistero della sua venuta al mondo alla sua fine dolorosa. Ma, insieme agli episodi più noti, conosceremo scene mai rappresentate,...
Islanda, 1627. Il mare è increspato di onde lucenti e il vento trasporta l’odore dell’erba tagliata, quando un branco di uomini in abiti variopinti sbuca sul crinale di un colle brandendo le spade al sole. Pirati provenienti da terre barbaresche, gli uomini razziano la costa, uccidono decine di persone e ne catturano centinaia. Come prede di guerra, gli sventurati prigionieri vengono stipati nella lurida stiva di un galeone, senza poter vedere ciò che si lasciano dietro: le falesie coronate dall’erba verde di mezza estate e gli uccelli marini che guardano indifferenti da ogni anfratto. Tra gli ostaggi, ignari del destino che li attende, la giovane Ásta in procinto di partorire, suo marito, il pastore Ólafur, e i loro due bambini, Egill e Marta, cercano conforto stringendosi l’uno all’altro. Dopo un mese di viaggio, il bastimento arriva nel porto nordafricano di Algeri. Incespicando, Ásta e la sua famiglia salgono dalla stiva, intontiti e scossi dalla salva di cannoni che festeggia l’arrivo del carico di schiavi. Dinnanzi a loro si schiude una veduta sbalorditiva: una città dai tetti piatti, completamente bianca e punteggiata di cupole scolpite simili a bulbi. La...
Un dialogo tra studiosi e intellettuali del bacino mediterraneo, volto a far emergere un pensiero critico comune. Il Mediterraneo non è intenso quale luogo geografico, ma ripensato come spazio e movimento di emancipazione, dove idee, linguaggi e simboli incontrandosi danno origine a una dimensione culturale rinnovata. Il libro, in quanto esperienza di confronto diretto, testimonia l’esistenza del pensiero critico mediterraneo attraverso i contributi di Khadija Ben Hassine, Antonio Cecere, Giovanni Magrì, Halima Ouanada, Fania Oz-Salzberger, Laura Paulizzi.
Davvero una donna straordinaria la Baronessa Sofia Novellis di Coarazze: è quanto emerge con nettezza dalle pagine di Giancarlo Chiapello. Il profilo biografico è tracciato attraverso la descrizione della lunga e intensa attività di crocerossina e di...
Succede tante volte che la cosa giusta diventi sbagliata. Perché allo stesso modo una cosa sbagliata non può diventare giusta? Tra colpa e vergogna, rabbia e disillusione, speranza e pentimento prendono vita, in queste pagine, personaggi molto lontani l’uno dall’altro, ma accomunati tutti dal desiderio di sfuggire ai propri errori e imprimere una direzione diversa alla propria esistenza. C’è un uomo che fatica a prendere commiato da un amico prematuramente scomparso, con cui ha condiviso le ombre di una carriera nella passata DDR. Ora che la figlia del collega vuole consultare il suo fascicolo all’Ufficio federale per i dossier della Stasi, sa che è giunto il momento di fare i conti con la parte piú oscura di sé. La solitaria esistenza di un editor acquista senso il giorno in cui gli viene prospettata la possibilità di insegnare i rudimenti della letteratura alla figlia del custode del palazzo in cui vive. Ma quando la ragazza viene assassinata sugli scalini davanti al suo appartamento, l’uomo si ritira in un ostinato e assoluto silenzio. L’incontro con una donna che non vede da cinquant’anni getta scompiglio nell’esistenza di un musicista, risvegliando...
La lebbra della sconfitta morde le basi dell’Occidente, filtra attraverso le coscienze nonostante l’obbligo del silenzio, intacca gli scenari immobili della geopolitica e della stessa sostanza del mondo. Tra i governi e il ceto politico dell’Occidente, emerge con chiarezza l’incapacità di affrontare il nuovo tipo di violenza organizzata del Ventunesimo secolo, in cui la distinzione tra guerra, crimine organizzato e violazione dei diritti umani contro le persone singole si è diluita e spenta. Le certezze, che avevano fatto la gloria delle nostre società, si sono ristrette, sgretolate; l’infinito proclamato da superbe espressioni, quali globalizzazione e società liberale, è scomparso, divorato dalla minutaglia degli insuccessi e delle ritirate. Nelle pagine di questo agile libro, Domenico Quirico e Laura Secci passano in rassegna i numerosi conflitti che hanno visto soccombere l’Occidente, guerre spesso perse – l’esempio perfetto è la Siria – per omissione, per non aver cioè voluto combatterle a scapito e spregio d’ogni considerazione politica, nonostante i dettami teorici del maestro von Clausewitz costituiscano uno dei capisaldi della dottrina militare...
Il capitano Jacobs è un buon soldato, rispettoso delle gerarchie, onesto. Improvvisamente nel 1944, assieme al suo attendente, decide di passare, armi in pugno, dalla parte dei partigiani. Sceglie di combattere contro i propri camerati. Perché lo fa? Inseguendo la parabola di quest'uomo viene alla luce una grande storia dimenticata: furono centinaia i tedeschi e gli austriaci a percorrere lo stesso cammino. Un piccolo esercito senza patria e bandiera, una pagina unica nella storia d'Italia. Sui monti di Sarzana, proprio lungo la Linea Gotica, dove nel 1944 i combattimenti infuriavano con maggiore ferocia, il capitano della marina tedesca Rudolf Jacobs, ottimo soldato, abbandonò le proprie fila. Non lo fece per fuggire da una guerra ormai persa, ma per unirsi ai partigiani garibaldini, fino a morire eroicamente durante l'assalto a una caserma delle Brigate nere fasciste. Apparentemente la sua sembra la storia di un'eccezione, commovente e coraggiosa, ma pur sempre un'eccezione rispetto alla nostra idea dei tedeschi zelanti combattenti della Germania nazista, fedeli fino al suo crollo. Eppure questa eccezione non fu così solitaria e isolata: parliamo di centinaia di uomini,...
Germania, 1486: Knittlingen è una tranquilla cittadina nella regione di Kraichgau, ai margini della Foresta Nera. Tranquilla, fino al giorno in cui un misterioso menestrello arriva in città e, improvvisamente, alcuni bambini scompaiono nel nulla... Johann Georg, chiamato affettuosamente Faust, «fortunato», tuttavia, non si cura affatto di questi accadimenti. La sua vita è segnata da due eventi drammatici: la morte della madre e l’inspiegabile sparizione dell’amata Margherita, con cui è cresciuto. L’interesse di Johann viene risvegliato solo dal fascino oscuro che emana dal menestrello, Tonio del Moravia, che predice a Johann un grande futuro come erudito. Johann si unisce a lui, e insieme attraversano le terre tedesche. Il giovane assorbe tutto ciò che Tonio gli insegna. Ma gli insegnamenti di Tonio rappresentano un pericolo inimmaginabile, e presto in Johann si insinua la sensazione che il suo padrone sia in alleanza con le forze oscure. Poteri terribili che definiranno l’intera vita futura di Johann... Ispirato alla nota figura di Johann Georg Faust, l’alchimista tedesco protagonista di alcuni dei più celebri capolavori della letteratura, Il menestrello è il...
«Dieci parti di bellezza sono state concesse al mondo dal Creatore e Gerusalemme ne ha ricevute nove. Dieci parti di sapienza sono state concesse al mondo dal Creatore e Gerusalemme ne ha ricevute nove. Dieci parti di sofferenza sono state concesse al mondo dal Creatore e Gerusalemme ne ha avute nove». Il Talmud babilonese riassume in questo modo la natura e il destino di una città al tempo stesso terrena e santa, una e plurale, luogo politico dove storia, simbolo e mito si intrecciano in modo indissolubile, sogno utopico che genera ebrei, cristiani e musulmani. Gerusalemme può affascinare o respingere nella sua diversità già nella percezione che il turista-pellegrino visualizza nell’istante stesso in cui percorre le sue strade. Ma in che cosa consiste questa diversità? È una sola, ma decisiva, risponde l’autore: l’emergere, a Gerusalemme, più o meno all’epoca in cui ad Atene nasce la polis democratica, dell’idea monoteista comunicata per rivelazione a Mosè sul monte Sinai.
E' il V secolo, un tempo infausto per il monaco Ipa. Nestorio, il Vescovo di Costantinopoli che l' ha preso sotto la sua protezione, è accusato di apostasia. E a tremare non sono soltanto i pilastri della fede del giovane monaco, ma anche quelli del suo cuore. Da quando ha incontrato la bella Marta ad Aleppo, Ipa ha conosciuto i sussulti dell'angoscia e i fremiti della passione. e gli orrori si sono impadroniti a tal punto della sua anima che gli sembra a volte di parlare con Azazel, il diavolo in persona. Affascinante racconto delle peripezie umane di un monaco, sullo sfondo del cruento conflitto tra cristiani e pagani nel V secolo, Azazel getta uno sguardo profondo e originale su un'epoca decisiva della Cristianità.