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Protagonista di questa storia è la famiglia Pintor, che occupa un posto importante nelle vicende militari, culturali e politiche dell’Italia del Novecento. A narrarla dalle diverse città abitate (Firenze, Roma, Cagliari), è principalmente la voce di Adelaide Dore Pintor, moglie di Giuseppe e madre dei più noti Giaime e Luigi, oltre che di Silvia e Antonietta. Donna colta e ottimista, Dedè scrive centinaia di lettere che l’aiutano a mantenere larghi gli orizzonti di una vita sempre più appartata e che ci introducono nel vivo di una storia fatta di spostamenti, di studi, di musica e di romanzi, venata di passioni e di delusioni, di progetti e di lutti; una storia che passa attraverso la belle époque, le guerre mondiali e il fascismo, approdando con quel che resta della famiglia, sgomenta e unita, sulle rive scomposte dell’Italia repubblicana. I documenti inediti raccolti nel volume permettono di assistere in diretta al dipanarsi di un mondo di eccezionale normalità borghese in fuga dalla mediocrità, in cerca di un equilibrio in mezzo ai rovesci della Storia.
“È senza dubbio un bell’anello: nel cerchio d’oro è incastonato un cameo in corniola. Ma, non solo. Infatti ha una singolarità che lo distingue dai tanti, è uno scrigno prezioso di personaggi che partendo dal lontano 1700, dall’ancor giovane Napoleone Bonaparte, dalla Corsica lo fanno testimone e custode delle loro vite. E arriva ad arricchire di significati ed emozioni l’attualità più viva e coinvolgente. Viene così ricostruita abilmente una saga familiare che sembra raccogliere la migliore eco di grandi opere del passato” (dalla prefazione di Gianni Filippini).
Ottana, ai piedi della Barbagia di Nuoro, è un paese povero, di una povertà estrema, calato in un territorio ostile, infestato dalla malaria, dove i bambini si divertono «a saltare da una parte all’altra del fiumiciattolo», come ricorda uno degli abitanti intervistati, e la gente si aiuta come può, tentando di sopravvivere e di combattere la fame. Ma c’è un grande equilibrio in questa situazione, la stabilità e la «tranquillità» di chi, in un certo modo, è venuto a patti con l’ambiente in cui è collocato. Tutto questo fino agli anni sessanta. Poi qualcosa cambia. La modernizzazione – la riforma agraria, l’industrializzazione – sconvolge questo equilibrio e fa saltare questo patto di sopravvivenza, facendo di Ottana il caso emblematico della breve durata della rivoluzione industriale in Italia. Tra il 1969 e il 1974 la Sardegna vive infatti una seconda fase di industrializzazione, successiva a quella che aveva interessato Porto Torres, Assemini e Sarroch. Al centro del maestoso progetto statale, inserito nel Piano di Rinascita della Sardegna e finanziato dalla Cassa per il Mezzogiorno, è la realizzazione di uno stabilimento chimico a Ottana. Il percorso...
La Sardegna è una regione che non si finisce mai di esplorare L'idea che la Sardegna sia quasi un continente si è consolidata, diventando un luogo comune: quello di una terra in cui è possibile trovare “tutto”, dalle montagne con boschi appenninici al mare caraibico. Attraversandola, nel giro di qualche manciata di chilometri si incontrano scenari tra loro diversissimi. In alcuni paesaggi rivediamo il vecchio West americano, in certi tratti di costa i colori dell’Oceania, tra le dune desertiche di Piscinas, ad Arbus, si respira l’Africa; l'altare preistorico di Monte d'Accoddi a Sassari, con la sua architettura da ziqqurat, ci porta nell'Asia Occidentale, e ancora Sa Stiddiosa, nella Barbagia di Seulo, offre scorci tailandesi, mentre Alghero, detta la Barceloneta, con la sua parlata catalana e i suoi monumenti ci fa sentire in Spagna. Questo percorso – attraversando tutte le zone storico-geografiche Dell’isola – offre una sorta di giro del mondo in Sardegna, tra natura, archeologia, architettura, arte, tradizioni, cinema, letteratura e tanto altro ancora. Tra foreste, campagne e coste di una bellezza stupefacente, alla ricerca di angoli e storie ancora ignoti Tra...
A dieci anni dalla seconda guerra del Golfo, la distruzione e il saccheggio dell’Iraq Museum di Baghdad e di molti siti sumerici, babilonesi e assiri dell’Iraqrappresentano un elemento emblematico del tormentato rapporto tra popoli e identità culturale. L’appropriazione del passato di intere nazioni rischiaquindi di portare alla cancellazione di una storia millenaria. Perché musei e siti archeologici sono stati violati? E per quale ragione dalla Tunisia alla Libia,dall’Egitto alla Siria la primavera araba si è trasformata in un autunno dei beni culturali? Nell’affrontare queste complesse vicende, l’autore offre una disaminaapprofondita dei recenti saccheggi del patrimonio artistico nel Medio Oriente e traccia un quadro inquietante del commercio internazionale dei tesori d’arte, evidenziando le dinamiche sociali e politiche dei vari contesti e le problematiche di tutela.