
Questo volume contiene edizione critica, traduzione italiana e note di commento al trattato di Plutarco Mulierum Virtutes. Il testo tradotto e commentato è preceduto da una introduzione generale sull'opuscolo e da alcuni capitoli dedicati alla tradizione testuale, alla fortuna, allo stile, al rapporto con i modelli letterari, i Moralia e la tematica femminile dell'opera. This volume is a critical edition of the Mulierum Virtutes, accompanied by an Italian translation and commentary. In addition, introductory chapters provide an overview of the work's textual transmission, its reception and style, as well as its gender thematics, its relationship to earlier literary models and its place within the Moralia as a whole.
Chi è Pan? E chi sono gli dèi della Grecia? Tutta la cultura moderna – basta pensare a Hölderlin e a Nietzsche – è stata traversata dal desiderio di un ‘ritorno alla Grecia’ di cui qui Hillman ci aiuta a riscoprire le motivazioni profonde e la tortuosa storia. L’immenso lavorio degli studi sull’antichità classica negli ultimi due secoli è andato di pari passo con l’erosione di quel modello monocentrico di cultura che ci ha trasmesso la tradizione giudeo-cristiana. Così la ricerca della Grecia si è collegata con la riscoperta di un modello policentrico, dove i nuclei sono i vari dèi. E quei nuclei vivono ancora in noi. Poggiando sulle tesi di Jung, ma spingendole alle loro conseguenze più radicali, Hillman ci mostra come l’immagine di Pan continua a manifestarsi nella nostra esperienza, dietro le maschere della psicopatologia. Il panico, lo stupro, la masturbazione, l’incubo, la malia delle ninfe, la sincronicità – sono tutti fatti oscuri che in qualche modo si rivelano governati dal potere di Pan, e grazie a esso possono acquistare senso, invece di continuare ad agire ciecamente. Ma perché il dio possa operare in noi, perché il dio che rende pazzi...
Un «morto» che viene a riprendersi un tesoro. Una donna che sembra vissuta più volte. Un passato cattivo che ritorna e lascia misteriosi indizi sulla pista. E in esso la polizia cerca risposte a domande che appaiono impossibili. Stavolta Carlo Monterossi, il detective per caso della nuova Milano nera vividamente dipinta da Alessandro Robecchi, è un detective per rabbia.
«Gli Dei sono diventati malattie» scrisse una volta C.G. Jung. Elaborando questa frase, Hillman si pone la questione più immediata per ogni psicologia: che cos’è la normalità psichica? A partire da quale soglia entriamo nel regno incontrollabile dell’anormalità? Nei due saggi qui per la prima volta raccolti in volume troveremo al centro, da una parte, la figura di Atena, giudice supremo della norma ateniese, modello di ogni concezione della normalità; dall’altra, la figura del paranoico, esemplificata soprattutto nella storia di Perceval e in quella del presidente Schreber, quale teologo del delirio. E, in tutti e due i casi, con un’analisi stringente e acutissima, Hillman ci mostrerà come la partita si giochi fra potenze che un tempo furono chiamate divine, prima di perdere ogni nome, e una struttura mentale, la nostra, che con esse è costretta ad avere a che fare, in ogni atto della vita, anche quando persegue, come l’intera civiltà occidentale, una «vana fuga dagli Dei».
Mirco Mariani nasce nel profondo appennino romagnolo e impara a suonare al Chet Baker di Bologna, un palco tanto sofisticato quanto spietato in cui si esibiscono i migliori jazzisti del mondo. Diventa batterista di Vinicio Capossela e di Enrico Rava, nonché collezionista e virtuoso di strumenti fiabeschi, marziani, in via d’estinzione. Ma un giorno è colto da un’illuminazione: la musica della sua vita non è il jazz, che i suoi genitori credono essere ghiaccio (giazz in romagnolo), la musica della sua vita è il liscio. Un genere dal quale aveva sempre cercato di scappare che invece ora gli si rivela poetico e folle e libero quanto può esserlo soltanto il punk. Così, grazie a Riccarda Casadei, figlia di Secondo, conosce due mostri sacri del liscio, protagonisti di una gloriosa epopea che va dagli anni ’60 al terzo millennio. Un’epopea che ha unito generazioni di ballerini imbrillantinati e di tedesche innamorate e di felliniane creature notturne sotto le luci stroboscopiche delle feste adriatiche. Uno è Moreno Conficconi, sontuoso clarinettista e storico capo orchestra della formazione di Raoul Casadei, che decise di ribattezzarlo il Biondo, previa tinta, per...
Tra sorprese e paradossi, suspense e umorismo amaro, Robecchi firma con 'Torto marcio' la sua opera migliore: un thriller di qualità capace di coniugare il romanzo di genere e quello di costume e di critica sociale.
Alessandro Robecchi firma una delle avventure più coinvolgenti di Carlo Monterossi. In un intrigo che lascia senza fiato, coniuga suspense e passione letteraria e racconta una storia lontana, dal passato, di poesia e libertà, amour fou e resistenza. Un inchino al movimento surrealista parigino.
Ghezzi e Carella, Monterossi e Falcone: due coppie di detective e un delitto nella Milano ricca. Tra ironia e amara analisi sociale, un thriller intrecciato con mano sicura da un abile narratore.
Ritorna Carlo Monterossi, il protagonista di Questa non è una canzone d’amore. Nella capitale morale d’Italia (ma sarà vero?) stanno per accadere grandi cose. Si abbatteranno sulla città con la violenza di un maremoto, e niente sarà più lo stesso. Una è il Salone del Mobile, e l’altra? «Robecchi scrive bene. Il voto è molto alto: 9» (Antonio D'Orrico, Corriere della Sera).
Questa nostra pubblicazione ha lo scopo di fornire gli strumenti necessari per chiarire gli equivoci a proposito delle cosiddette Divinità aliene, specialmente riguardo ai Deva della tradizione indo-vedica. Secondo la prospettiva autentica e originaria, che potremmo definire della classica "ortodossia induista".Purtroppo esiste molta disinformazione sull'argomento, dovuta ai pregiudizi creati da fonti tendenziose e in particolare alla confusione tra la categoria dei Deva e quella degli Asura, e sull'effettivo contenuto delle scritture e della tradizione dell'induismo. Addirittura alcuni scrittori sono arrivati al punto di presentare le proprie fantasiose e infondate teorie fantascientifiche come "la chiave" assoluta per comprendere l'induismo, condannando invece come "dogmi" le informazioni autentiche trasmesse fedelmente dalla ininterrotta tradizione popolare e dai testi originari sanscriti. I lettori sono invitati a verificare indipendentemente tutte le informazioni e a trarre le proprie conclusioni liberamente.
Perché egli era un meccanismo in costante movimento, sempre oppresso da un bisogno impellente di lotta e di impegno, che rispondeva ai nemici con disprezzo, se non reagivano, e con la spada e l’offesa, se gli resistevano, e che mai mostrò considerazione per le visioni altrui, e che sempre si presentò agli avversari con durezza o con sufficienza. Egli, pieno di sé, non faceva dell’umanità una pratica, ma esclusivamente una teoria o un’ipotesi di potere, e io − mio Presidente − con la scusa di redigere i rapporti per l’archivio della polizia, mi trovai a testimoniarne la grandezza e a diventarne l’epilogo e il prosieguo. Saint-Just e solo Saint-Just era quel cardine filosofico che ricorreva in ogni sua predica. Egli, e solo egli, odiava il mondo... e forse, il cosmo intero. Una Parigi tenebrosa e affogata nel degrado, spazzata dal vento della rivoluzione, è teatro alle visioni deliranti e alle truci imprese di una sinistra coppia: la spia doppiogiochista Rouge-Gorge e l’Arcangelo Saint-Just, il braccio e la mente. Una storia di violenza e di esaltazione che si consuma tra salotti e strade malfamate, agguati e pedinamenti, ermafroditi e generose vivandiere,...
Due storie parallele che arrivano dal passato, un omicidio misterioso e sullo sfondo una Milano sotterranea, feroce e sorprendente che i due poliziotti Ghezzi e Carella battono palmo a palmo in un moltiplicarsi di domande, dubbi, colpi di scena. E intanto Carlo Monterossi assiste incredulo e disarmato al racconto impietoso di un mondo lontano dal suo. Un poliziesco pieno di azione e malinconicamente morale, degno della migliore tradizione del noir americano.
Global leaders e thinkers presentano la loro analisi della ripresa lenta in Europa e specialmente in Italia, le politiche adottate e proposte per sormontare la crisi, e le prospettive di una crescita rapida nei prossimi anni.
Martin Palmadessa nasce a Bologna nel 1971. Frequenta scuole private Cattoliche ed i Salesiani, fino al liceo scientifico ad Imola. Consigliere di Presidenza della Pro Loco di Dozza e nei Consigli di Amministrazione di diverse aziende, crea e dirige diverse società commerciali. Scrive il suo primo racconto a soli 7 anni e la sua passione per la letteratura, la poesia, la musica e l'arte lo portano a dedicare il tempo libero ai viaggi e alla scrittura. Dopo 12 libri scritti e mai editati, oltre al suo diario inseparabile compagno di viaggio di oltre 3500 pagine, decide di pubblicare “Tanta roba di me”, la sua prima raccolta di poesie, firmando con la casa editrice Aletti.
Uno studente modello ucciso con un colpo alla tempia e un uomo svanito nel nulla. Iniziano le indagini e le strade dei rudi e onesti sovrintendenti di polizia Carella e Ghezzi sono ancora una volta destinate a intersecarsi con quelle dei segugi dilettanti Carlo Monterossi e l’amico Oscar Falcone. È ancora Milano, questa volta quella fuori dalla prima cintura, la protagonista del romanzo di Robecchi, una metropoli avvelenata dai tempi nuovi a cui tutti si adeguano.
Gli uomini e gli eventi che hanno segnato la storia della Repubblica italiana. Nelle pagine del saggio di Mario Pacelli sfilano uomini e donne diversissimi tra loro: Giuseppe Dossetti, il cattolico intransigente a cui Pio XII affidò il compito di tutelare gli interessi della Chiesa nell'Assemblea Costituente; Giulio Andreotti, per più di mezzo secolo regista palese e occulto della politica italiana; Don Lorenzo Milani, il priore di Barbiana che propose un nuovo modello scolastico al di fuori di qualunque schema; e ancora Michele Sindona, che creò e distrusse un impero finanziario; Licio Gelli, il burattinaio di politici, generali e burocrati; Angela Merlin, prima donna ad essere eletta senatrice, a cui si deve la fine della prostituzione di Stato. Sullo sfondo la battaglia per il divorzio, l'indipendentismo siciliano e i rapporti tra la mafia e le Istituzioni, le Brigate Rosse e il loro attacco al cuore dello Stato, l'inchiesta Mani pulite e la pervasività della P2, in un affresco complesso e ricco di sfumature che non mancherà di sorprendere anche il lettore più smaliziato.
Carlo Monterossi, l’eroe di Alessandro Robecchi, si trova in una posizione insolita per un investigatore benché divo della televisione, quella del truffato; e così prepara il «contropacco». Il racconto 'Il tavolo' (50 pagine) di Alessandro Robecchi è tratto dall'antologia 'Vacanze in giallo' (Sellerio 2014).
«In questi anni ho tenuto dentro le parole delle leggende che ho intervistato. Sono state per me la più bella delle canzoni. Sono come lame al sole, cambiano a seconda della luce. Servono e si adattano alle tue necessità, alla prospettiva. Non rispondono a una domanda precisa, semmai a un’esigenza precisa: stare bene, fiutare un minimo di benessere e stanarlo, trovare un senso alle cose, ricevere conforto nelle avversità, contro le delusioni, i dolori, le ansie, le ingiustizie». Con il suo stile inconfondibile, Massimo Cotto torna a raccontare le mille facce di un mondo che è molto più di un genere musicale. Per farlo, apre lo scrigno prezioso delle tante confidenze e dichiarazioni che ha raccolto per tutta la vita e, da abile narratore, costruisce un percorso a piccoli passi in cui i protagonisti della scena mondiale svelano una dimensione intima che si sono costruiti giorno dopo giorno, lavorando su se stessi. Tra voci sopra le righe e divertenti aneddoti, meditazioni profonde e consigli quotidiani, a ogni mese si associa una riflessione che nasce da un brano cult e che introduce una parola chiave per ciascun giorno, accompagnata da una canzone come viatico...
Il romanzo di una vita. Il carattere, le manie, il quotidiano di Antonio Canova tratti dai suoi scritti, diari, lettere, libri di conti e resoconti di viaggio. Altre notizie dirette sono desunte dalle biografie scritte dai suoi contemporanei, in primis l’amico per la vita e scultore Antonio D’Este, poi gli amici Leopoldo Cicognara e Melchiorre Missirini ma anche dalle migliaia di lettere scritte e ricevute da familiari, amici e personalità di tutta Europa, primo tra tutti Napoleone Bonaparte. Il libro non è una semplice biografia, né vuol essere un trattato di storia dell'arte; piuttosto, compone un mosaico di curiosità, amori, aneddoti ed episodi sull’artista che ha dato nuova vita alla scultura italiana tra Sette e Ottocento. Nel romanzo emerge la personalità di Canova: la quotidianità del gesto artistico; la riservatezza e umiltà che metteva da parte quando era a colloquio con papi, imperatori e re; l'insofferenza di essere al centro dell’attenzione; la beneficenza con cui provvedeva agli artisti in difficoltà e ai familiari. E sullo sfondo, come in un film, le travagliate vicende della storia italiana ed europea nel turbolento passaggio tra i due secoli.
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