
Dizionario di archeologia
Autore: Riccardo Francovich , Daniele Manacorda
Numero di pagine: 380Quaranta studiosi compongono un dizionario capace di rappresentare al meglio i temi, l'evoluzione e i cambiamenti strutturali dell'archeologia storica.
Quaranta studiosi compongono un dizionario capace di rappresentare al meglio i temi, l'evoluzione e i cambiamenti strutturali dell'archeologia storica.
Il volume costituisce l’attesa edizione di uno tra i principali scavi dell’archeologia medievale in Italia, quello del castello di Montarrenti. Dopo una paziente opera di recupero ed analisi della documentazione, l’autore ricostruisce le singole fasi della vita dell’insediamento, stabilendo la loro datazione grazie a un dettagliato studio dei reperti. Il sito di Montarrenti nasce come villaggio verso la metà del VII secolo e prosegue la sua esistenza, trasformandosi in castello, nel corso del Medioevo. Arricchiscono il testo e lo rendono ancor più efficace le ricostruzioni realizzate dallo studio InkLink di Firenze. Premio Ottone d’Assia 2001.
Il volume si rivolge principalmente agli scavatori, ovvero a coloro che, di fatto, compiono materialmente lo scavo “toccando con mano” problematiche e reperti, ma anche a restauratori, e naturalmente archeologi. Tema fondamentale del testo sono infatti le pratiche conservative messe a servizio dell’archeologia, e cioè il modellare i principi della conservazione alle esigenze archeologiche, riconoscendo un ruolo trasversale alle scienze conservative rispetto alla prassi archeologica, per farle divenire sempre più realisticamente utili ed applicate. Lo scenario operativo dello scavo archeologico è complesso, caratterizzato dalla molteplicità e dalla diversità delle attività che in esso vengono svolte e, soprattutto, dalle problematiche tecniche di scavo, scientifiche, logistiche e burocratiche che ne derivano. L’insieme di queste problematiche e la ricaduta che esse possono avere, dal punto di vista conservativo, sui reperti scavati, costituisce l’oggetto di questo libro. Viene così ripercorso l’iter dello scavo attraverso una rilettura di ogni singola fase, basata sull’analisi comparata delle sequenza archeologiche, delle problematiche conservative che ne...
«Archeologia Medievale» pubblica contributi originali riguardanti l’archeologia postclassica, la storia della cultura materiale in età pre-industriale e le scienze applicate nella forma di saggi e studi originali; relazioni preliminari di scavo; contributi critici su libri, articoli, ritrovamenti, ecc. Vengono pubblicati sia testi in italiano che in altre lingue.
«Archeologia Medievale» pubblica contributi originali riguardanti l’archeologia postclassica, la storia della cultura materiale in età pre-industriale e le scienze applicate nella forma di saggi e studi originali; relazioni preliminari di scavo; contributi critici su libri, articoli, ritrovamenti, ecc. Vengono pubblicati sia testi in italiano che in altre lingue.
La formazione degli operatori in questo ambito professionale esige un curriculum formativo specifico e tirocini appropriati perché la degenerazione delle strutture allo stato di rudere si presenta con forme patologiche che hanno, il più delle volte, soglie di tollerabilità molto ridotte. Soprattutto in condizioni di emergenza quando si è obbligati a eseguire analisi diagnostiche tempestive e predisporre i più opportuni interventi nella consapevolezza che agli eventuali errori sarà molto difficile porre rimedio. Fondamentale risulta l’individuazione e la determinazione dei rischi immediati e quelli che sono destinati a presentarsi con forme ancor più pericolose in tempi successivi. Sempre più frequentemente si creano le condizioni per interventi che esigono decisioni quasi improvvise e cambi di programmi in tempi ristretti. La conoscenza dei meccanismi degenerativi, la capacità di riconoscerli sul terreno e la valutazione preventiva dei rischi possono, allora, diventare determinanti.
Contiene gli Atti del Convegno: Archeologia medievale in Italia settentrionale: il prossimo decennio (Pavia 1981) «Archeologia Medievale» pubblica contributi originali riguardanti l’archeologia postclassica, la storia della cultura materiale in età pre-industriale e le scienze applicate nella forma di saggi e studi originali; relazioni preliminari di scavo; contributi critici su libri, articoli, ritrovamenti, ecc. Vengono pubblicati sia testi in italiano che in altre lingue. Questo volume contiene gli Atti del Convegno: Archeologia medievale in Italia settentrionale: il prossimo decennio (Pavia 1981).
«Archeologia Medievale» pubblica contributi originali riguardanti l’archeologia postclassica, la storia della cultura materiale in età pre-industriale e le scienze applicate nella forma di saggi e studi originali; relazioni preliminari di scavo; contributi critici su libri, articoli, ritrovamenti, ecc. Vengono pubblicati sia testi in italiano che in altre lingue.
In questo numero la sezione Saggi accoglie gli Atti del Convegno svoltosi a Scarlino il 14-16 aprile 2011 dal titolo “Fortificazioni di terra in Italia. Motte, tumuli, tumbe, recinti”, a cura di A.A. Settia, L. Marasco, F. Saggioro. La rivista contiene la consueta sezione di “Notizie scavi e lavori sul campo”, quest’anno solo inerenti a ricerche svolte in Italia, e la sezione “Note e Discussioni”, dove sono presentati anche studi su altre zone d’Europa e del Mediterraneo (Penisola Iberica e regione siro-palestinese); di particolare interesse è il contributo di G. Petrella, sull’archeologia dell’acqua a l’Aquila e nel suo territorio. Il volume si conclude con una serie di recensioni di volumi pubblicati nel corso del 2010, 2011 e 2012 e con due ricordi di Graziella Berti e Lidia Paroli, scomparse nel corso del 2013.
Il volume raccoglie le relazioni finali della prima parte dello scavo (1988-2000) condotto dall’Università di Milano, con la Soprintendenza Archeologica della Lombardia, di un settore dell’antico vicus romano di Bedriacum presso Calvatone (Cremona). Un lavoro complesso, dato che il progetto di scavo si riferiva all’esplorazione di un centro di notevoli dimensioni, purtroppo quasi del tutto spogliato nei secoli delle strutture murarie ed appartenente ad una tipologia abitativa, il vicus, ancora assai poco noto. La messe di dati cumulati negli anni consente ora non solo di conoscere struttura dell’abitato, fasi abitative e periodo di frequentazione, ma anche di avere importanti cognizioni sulle caratteristiche della vita materiale del vicus e sul ruolo e le funzioni del centro abitato all’interno della organizzazione territoriale della Transpadana centrale nell’età della romanizzazione e della piena romanità. Maria Teresa Grassi, riprendendo lo studio di tutto il materiale rinvenuto nel settore Sud dell’abitato5, ha potuto allargare enormemente la base documentaria da cui partire. Le è stato così possibile dilatare anche la ricerca, giungendo ad una...
Gli interventi fanno il punto sulla situazione della didattica dell'archeologia a fronte degli interventi realizzati fin dagli anni Ottanta in Lombardia e nel confronto con altre realtà regionali, in particolare l'Emilia Romagna. I temi affrontati riguardano sia le singole proposte di progetti didattici, sia questioni concernenti l'organizzazione istituzionale e la buona pratica amministativa nell'organizzazione di tali iniziative. Atti della Giornata di Studio “Scuola Museo Territorio. Per una didattica dell’archeologia” (Casteggio, Palazzo Certosa Cantù 14 aprile 2002), organizzata dal Civico Museo Archeologico di Casteggio e dell’Oltrepò pavese, dall’Università degli Studi di Pavia
Nel pomeriggio dell’8 maggio 2006, a conclusione della prima edizione del workshop “Open source, free software e open format nei processi di ricerca archeologici”, proponemmo di ripetere la fruttuosa esperienza appena conclusa a Grosseto. Come gruppo IOSA, facente capo all’Istituto Internazionale di Studi Liguri, avevamo preliminarmente ottenuto la disponibilitá da parte della sezione di Genova (di cui era allora presidente il prof. Tiziano Mannoni) a ospitare una seconda edizione dell’incontro. Il workshop del 2007 doveva costituire (e ha costituito) una prosecuzione delle discussioni avviate nel 2006 sull’uso e sviluppo di software libero e open source in tutti gli ambiti dell’archeologia, a cui sono dedicati la maggior parte degli interventi qui pubblicati. A Genova, inoltre, per la prima volta nella storia di questi incontri, fu avviato un dibattito sulle modalitá di accesso e disseminazione dei dati archeologici all’interno della comunitá scientifica, che si è rivelato centrale negli anni successivi.
Un invito rivolto a chi ne vuole fare un mestiere o a chi è semplicemente curioso di sapere che cosa bolle nella pentola dell'archeologia.
«Archeologia Medievale» pubblica contributi originali riguardanti l’archeologia postclassica, la storia della cultura materiale in età pre-industriale e le scienze applicate nella forma di saggi e studi originali; relazioni preliminari di scavo; contributi critici su libri, articoli, ritrovamenti, ecc. Vengono pubblicati sia testi in italiano che in altre lingue.
Questo libro nasce dal desiderio di mettere a conoscenza di un vasto pubblico una storia poco nota, anzi, quasi del tutto sconosciuta, quella del Museo Coloniale di Roma. Le vicende del Museo Coloniale di Roma, come chiarisce il nome stesso che dà il titolo al volume, rendono testimonianza di una fase storica nella quale, dopo l’unificazione dell’Italia, l’azione di promozione coloniale veniva svolta da diversi enti pubblici e privati: musei e associazioni geografiche, africanistiche e coloniali, dislocati in tutto il territorio nazionale. Emblematica in questo senso fu l’attività del Museo Coloniale di Roma. Il sottotitolo, Fra le zebre nel paese dell’olio di ricino, è tratto da un articolo che «Il Popolo d’Italia» pubblicò il 4 novembre 1923, e vuole esprimere quel confine tra il formale e l’informale che permette di narrare il passato senza indulgere troppo in una specialistica e burocratica divulgazione scientifica. C’è anche un motivo pratico, che si riannoda ai fili della storia. La pianta del Ricinus communis, esposta alla Mostra triennale delle terre italiane d’oltremare del 1940, era considerata dal regime una pianta dal valore autarchico, per via ...
Ancient Architecture and Project. From Bauforschung to the Architectural design in archaeological area.
Questo volume raccoglie gli atti del workshop internazionale Quale futuro per l'archeologia? che si è svolto a Roma nel dicembre 2008. Promosso dal Dipartimento Patrimonio Culturale del CNR in conformità ai suoi obiettivi istituzionali, esso ha inteso riavviare la discussione sul ruolo di una disciplina la cui importanza strategica sia per la salvaguardia di valori identitari fondanti sia per lo sviluppo sostenibile del territorio è universalmente riconosciuta. Il workshop ha aggiornato un dibattito che in Italia mostrava di essersi affievolito invitando alla riflessione su una serie ampia di temi: dai percorsi formativi degli archeologi all'archeologia preventiva, dai rapporti tra le istituzioni preposte alla pratica dell'archeologia al traffico illecito di antichità, fino al ruolo fondamentale da assegnare alla corretta comunicazione e divulgazione dei risultati della ricerca archeologica. Contributi di: Irene Berlingò, Gert-Jan Burgers, Anna Lucia D'Agata, Cinzia Dal Maso, Francesco D'Andria, Patrizia von Eles, Michel Gras, Pier Giovanni Guzzo, Fabio Isman, Maurizio Maggi, Daniele Manacorda, Paola Moscati, Paolo Paolini e Nicoletta Di Blas, Salvatore Piro, Colin Renfrew,...
Volume 1 Sezioni: 1. Ricordando Tiziano: lezioni e prospettive 2. Produzioni 3. Materiali e tecniche costruttive Come comitato scientifico e organizzativo, il compito che ci siamo assunti non è stato semplicemente rendere omaggio alla memoria di Tiziano Mannoni, e ricordarne l’opera a dieci anni dalla scomparsa, ma evidenziare cosa, e quanto, dei suoi insegnamenti è presente, e vitale, nelle ricerche che conduciamo. L’opera è rivolta soprattutto a chi non ha avuto l’occasione di conoscere l’uomo e il ricercatore che, a nostro avviso, più di altri si è distinto, in Liguria e non solo, per costruire un’archeologia a tutto tondo. Non diciamo ‘globale’ perché, come lo stesso Mannoni sosteneva negli ultimi anni, il termine può dare un’idea sbagliata: di chi eccede in ambizione, non riconosce la complessità dei problemi storici, confonde la propria ricerca con il tutto.
Gli scavi e i restauri del teatro di Augusta Bagiennorum ripresi a partire dagli anni cinquanta del Novecento dalla Soprintendenza alle Antichità del Piemonte mirarono a consolidare le sostruzioni della cavea e a riqualificare l’edificio scenico con un moderno palcoscenico ligneo e l’installazione di finti portali in cemento a imitazione di quelli in marmo lunense, oggi conservati nel locale museo archeologico insieme ai frammenti della decorazione architettonica scolpita nelle pietre tra le più belle e pregiate dell’Antichità .In anni recenti, le nuove indagini della Soprintendenza e la collaborazione iniziata con l’allora funzionario responsabile dell’area archeologica Maria Cristina Preacco hanno fornito interessanti risultati sulla provenienza dei materiali che, unitamente ai recenti studi multidisciplinari sulle scaenae frontes dei teatri romani, hanno incoraggiato l’elaborazione di una ipotesi ricostruttiva della scena prima e dell’intero edificio poi. Questo volume vuole dare continuità a un progetto di Maria Cristina, dedicato alla restituzione dei singoli monumenti che verosimilmente qualificarono Augusta Bagiennorum.
Il quaderno illustra i risultati dello scavo effettuato dagli archeologi del Corso di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali con sede a Grosseto, in collaborazione con la Sovrintendenza Archeologica della Toscana, nella chiesa romanica di S. Pietro a Grosseto nel quadro dell’intervento di restauro promosso dalla Diocesi di Grosseto. La pubblicazione dello scavo, data la rilevanza delle informazioni emerse anche sulle fasi relative ai secoli VII-IX in un quadro che per certi versi può apparire concluso, è l’occasione per proporre una riflessione sull’origine e lo sviluppo di una città medievale come Grosseto. Lo specifico intervento su San Pietro si colloca in un quadro di ricerca sistematico sui processi formativi della città, e ha permesso di ottimizzare le informazioni, presentate attraverso una edizione puntuale, e di proporre alcune stimolanti e assai precise ipotesi ricostruttive. Al centro della ricerca quindi si situa non soltanto il pur rilevante monumento religioso altomedievale e medievale, ma l’intero contesto all’interno del quale tale struttura si è andata trasformando.
Sapere Storia – vol. 1 Oriente - Grecia - Roma repubblicana – è un manuale di Storia che presenta una completa e agile narrazione, garantita dalla firma di Andrea Giardina, arricchita da numerosi apparati volti a integrare la conoscenza storica con gli altri saperi – economia, scienza, territorio, cittadinanza – e a far emergere i nessi passato-presente.
Una grotta, un cranio, una iena, più Pennacchi. Ma non è un po' strano che una iena all'improvviso, dopo migliaia e migliaia d'anni che s'è portata solo carcasse d'animali nella sua tana, un giorno finalmente si porti a casa un cranio umano, gli allarghi il foro occipitale per mangiarsi il cervello esattamente come fanno anche i cannibali (e fin qua non ci sarebbe ancora niente da ridire), ma poi ci costruisca un cerchio di pietre attorno, ci lasci cadere il cranio dentro ed in quel preciso e stesso istante scatti una frana che chiude la grotta e venga giù tutto il monte Circeo come neanche nell'Isola misteriosa di Giulio Verne? E chi era, Capitan Nemo quella iena? Dice: «Vabbe', ma c'era proprio bisogno di farci duecento pagine di libro, di andare a scomodare i vivi e i morti, di partire da Adamo ed Eva e dalla lunga notte del fascismo, per raccontarci poi in quattro e quattr'otto che anche il federale Finestra da ragazzo è andato in bicicletta a Grotta Guattari, s'è infilato lì dentro e ci ha visto il cranio ben prima che arrivasse Blanc?». Sì che ce n'era bisogno. Se no non mi credevi. a.p.
La storia dell'archeologia classica in Italia ricostruita come una storia culturale. Dalla metà del Settecento fino agli anni '90 del Novecento, le ragioni storiche, politiche, ideologiche e perfino psicologiche che hanno indirizzato e influenzato le idee e le pratiche dell'archeologia, attraverso i numerosi mutamenti politici del paese.
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