
Pregi e difetti della comunicazione nel 2013
Autore: Francesco Paolo Rosapepe
Numero di pagine: 162Argomento attuale e incerto.! Quale saranno gli effetti di questo tipo di comunicazione? E quale futuro ci aspetta? Pensiamoci su..!
Argomento attuale e incerto.! Quale saranno gli effetti di questo tipo di comunicazione? E quale futuro ci aspetta? Pensiamoci su..!
Perché la società contemporanea è così affascinata dal crimine? In parte perché siamo diventati dei consumatori di sublime, un’emozione intensa e fortemente ambigua, oggi sempre più mercificata. Attraverso l’esperienza del sublime e il senso di spaesamento che l’accompagna, andiamo ossessivamente in cerca di attimi di intensificazione dell’esistenza. Allo stesso tempo, il crimine continua a parlare alle profondità dell’inconscio collettivo, interrogandoci sulla nostra caducità e sul modello di società che vorremmo abitare. È così che la reazione alla violenza è divenuta anche uno strumento per esprimere e rivendicare il desiderio di appartenenza e coesione sociale. La trasmissione Quarto Grado, il turismo nei luoghi del crimine, il collezionismo di murderabilia e il fanatismo di (e per) Anders Breivik sono i quattro casi di studio selezionati per riflettere su questi temi, indagando anche per mezzo di interviste cosa accade realmente “quando il crimine è sublime”.
I quindici versi più celebri della poesia italiana, e tra i più grandi della lirica di tutti i tempi, che continuano a incantare e soprattutto a stimolare domande, interpretazioni, a porre questioni: sono i versi dell’Infinito, che Giacomo Leopardi scrisse nel 1819, ma su cui tornerà con qualche aggiustamento negli anni successivi, fino alla versione definitiva data alle stampe con l’edizione Starita dei Canti del 1835. La tensione poetica e filosofica che si sprigiona da questa lirica giovanile attraversa tutta la meditazione leopardiana sia in versi che in prosa e giunge fino a noi, con un’evidenza che ancora ci interroga, costituendo la soglia che apre alla poesia contemporanea. Prima definito un idillio, poi invece un canto, L’infinito concentra in pochi versi – uno solo in più rispetto a quelli di un sonetto – le grandi domande che assillano l’uomo contemporaneo, oltrepassando ogni artificiosa distinzione dei saperi: ancora oggi, come scrive Alberto Folin nel saggio introduttivo al volume, questa lirica «offre al lettore moderno una straordinaria gamma di possibilità interpretative, non solo sul piano critico e filosofico, ma anche su quello delle scienze...
La cifrematica è la scienza della parola. Il termine è sorto in un’équipe diretta da Armando Verdiglione nel 1988. Questo è il primo Dizionario di cifrematica. Contiene circa seimila lemmi nel loro svolgimento storico e secondo le cinque logiche: la relazione, il punto, la funzione, l’operazione, le dimensioni. Accanto alla matematica, alla filosofia, alla teologia, alla semiotica, alla psicanalisi, all’arte e alla cultura del ventesimo secolo, la cifrematica è la scienza che inaugura il ventunesimo secolo specificandosi come scienza della parola che diviene qualità. I testi sono gli scritti di Armando Verdiglione, oltre trentamila pagine fra libri, articoli, conferenze, saggi editi e inediti, a cominciare dal 1973.
Il presente lavoro intende contribuire all'elaborazione di una nozione teologica di fede articolata attorno ai profili estetico, etico ed estatico dell'esperienza. Chiave strategica di accesso alla dinamica dei due autori indagati, F. Schiller e K.W.F. Solger. Si tratta di una categoria alquanto pregnante - eppur di scarso impiego nella teologia anche recente - che ha valenza non solo estetica, ma anche antropologica (l'esperienza della libertà a fronte di un destino avverso), ontologica (sublime infinito nel finito) e teologica (sporgersi trascendente dell'uomo verso Dio quanto per l'irruzione di Dio). Innestandosi su un convalidato filone di ricerca teologica - quello che indaga la conformità di esperienza estetica e teologica - e avvalendosi di un celebre patrocinatore - H.U. Von Balthasar - il percorso dello studio sfocia nella ingiunzione a recuperare anche teologicamente un discorso estetico connessa l'esperienza del tragico. Ma, anche e soprattutto, di una concezione di sublime quale istanza di raccordo e transizione tra l'esperienza estetica, etica ed estatica. Il sublime si lascerebbe infatti cogliere quale 'attestazione estetico-etica del teologico' e si offrirebbe con ...
Rivista online di Filosofia L’eredità di Hannah Arendt
Le scoperte scientifiche e i nuovi applicativi tecnologici, soprattutto nei settori a più forte impatto con la quotidianità e la vita delle persone, hanno contribuito ad amplificare, approfondire e raffinare l’imperituro dibattito sulle implicazioni etiche della ricerca e del lavoro dei ricercatori.Molti dubbi e interrogativi sono amplificati dal mutato contesto storico, sociale, economico e culturale in cui il lavoro scientifico si sviluppa, che risulta in parte condizionato dall’aumentata concorrenzialità per l’accesso alle risorse e da un uso, spesso strumentale, del consenso e dell’interesse pubblico.
Con stile vivace e intrecciando la narrazione in prima persona con l’analisi antropologica, l’autrice disegna un ritratto singolare di questa città del Sud-Ovest del Marocco, contraddistinta da una presenza di gatti così numerosa e accettata da segnare nettamente il paesaggio urbano. Il volume, corredato da un apparato fotografico inedito, ha per tema centrale il rapporto degli abitanti di Essaouira con i gatti, ma anche con i gabbiani e i cani: questi, all’opposto dei primi, di solito poco apprezzati nelle società a maggioranza musulmana. Rivera mostra come al carattere cosmopolita della città e alla sua pluralità culturale e religiosa corrispondano relazioni con i non-umani per lo più guidate da tolleranza, empatia, compassione. E ciò riguarda soprattutto gli strati subalterni della società, che si concedono così quel che l’autrice definisce “il lusso dei poveri”. Ciò nonostante, anche qui si pratica il sacrificio rituale di animali, tema cui l’antropologa dedica una parte della sua riflessione.
La bellezza della matematica si lega in genere a un'idea di prevedibilità e semplicità, ma la matematica può essere anche sorprendente e mostruosa. Il libro si presenta come una sorta di “bestiario”, alla maniera dei manoscritti medievali, e accompagna il lettore alla scoperta di creature matematiche incredibili, di cui illustra le stranezze e le caratteristiche inverosimili. Suddiviso in tredici capitoli, racconta la sfida perpetua dei matematici che hanno tentato di addomesticare questi animali selvaggi. Una guerra senza esclusione di colpi, ma anche una tormentata storia d'amore e una lunga vicenda di maghi e di incantesimi, fatti di formule e teoremi. L'autore esplora i numeri più singolari, presenta geometrie lontane dal senso comune, curve patologiche e frattali, organismi che si autoevolvono, fino ad approdare a sconcertanti ragionamenti logici e a strutture spaventose. Sono tutti mostri matematici spiazzanti e inattesi, ed è questo il vero segreto della loro sconvolgente bellezza.
Stefano Boschi, psicologo, psicoterapeuta, NLP Master Trainer, presidente del CFR (Centro di Formazione e Ricerca in Psicoterapia Breve Integrata), vicepresidente della PsyFor (associazione per la formazione e la ricerca nel campo psy), membro della SEPI (Society for the Exploration of Psychotherapy Integration). Dalla sua attività di ricercatore nel campo della comunicazione in ambito clinico e della psicoterapia integrata nasce la Terapia dei Nuclei Profondi (www.terapiadeinucleiprofondi.it), metodo che integra in modo sinergico alcuni dei massimi sistemi della psicoterapia tradizionale. Tiene corsi di formazione in diverse città italiane, rivolgendosi ai professionisti della salute mentale e a coloro che sono interessati ad acquisire gli strumenti fondamentali della comunicazione efficace.
La pandemia del Covid-19 è uno specchio improvvisamente puntato sulla società dell’Antropocene: individui uniti dalla competizione e barricati nei bunker immateriali della virtualità. Una dis-società di post-apocalittici e disintegrati, per parafrasare Umberto Eco. In una permanente emergenza socio-sanitaria, il restyling del «capitalismo delle piattaforme» nella sua vertiginosa crescita, non basta più. Gli autori ricompongono il frammentato quadro di un presente dove il capitale e il valore assestano il colpo di grazia alle risorse umane ed energetiche, tra «lavoro zombie», collasso ambientale e mercificazione delle identità digitali: ultimo stadio di un processo regressivo che necessita di un nuovo inizio. Con la sola certezza che, come appare in una scritta su un muro di Barcellona, «non possiamo tornare alla normalità, perché la normalità era il problema».
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