
ANNO 2019 MAFIOSITA' PRIMA PARTE
Autore: ANTONIO GIANGRANDE
Noi siamo quello che altri hanno voluto che diventassimo. Facciamo in modo che diventiamo quello che noi avremmo (rafforzativo di saremmo) voluto diventare.
Noi siamo quello che altri hanno voluto che diventassimo. Facciamo in modo che diventiamo quello che noi avremmo (rafforzativo di saremmo) voluto diventare.
Dall'autore del bestseller Roma criminaleDalla banda della Magliana a Felice Maniero e la mala del BrentaLi chiamano “duristi”, “bravi ragazzi” o, più semplicemente, rapinatori.Con le armi in pugno hanno sfidato le forze dell’ordine ma anche le logiche mafiose di controllo e sfruttamento del territorio. Qualcuno è rimasto un cane sciolto, altri si sono associati in batterie o in vere e proprie bande: quando sono scesi a patti con poteri ambigui hanno lasciato impronte sporche di sangue sui luoghi delle stragi. Testimonianza di un Paese ribelle e disperato, Italia criminale è un’indagine sui grandi nomi del banditismo contemporaneo. Da Salvatore Giuliano a Renato Vallanzasca, dalla banda della Magliana a Felice Maniero, “Faccia d’angelo”, sessant’anni di cronaca nera raccontati dai protagonisti della malavita “indipendente” in un contesto in cui il delitto si intreccia con i misteri di Stato: Danilo Abbruciati e l’omicidio Pecorelli, Francis Turatello e il memoriale di Aldo Moro, la gang dei Marsigliesi e Gladio. Tra “rapine del secolo” ed evasioni clamorose, sequestri di persona e omicidi, spaccio di droga e attentati, vicende come quelle del...
Di Berlusconi molto è stato detto e scritto. Ma pochi si sono soffermati sull'intreccio di rapporti che lo legano al mondo cattolico. In queste pagine,Pinotti e Gümpel ripercorrono la straordinaria avventura del Cavaliere in una prospettiva originale, che ne illumina i lati oscuri caricando di nuovo senso le sue scelte politiche. Partendo dai suoi primi passi di imprenditore, l'inchiesta racconta la vera storia della Banca Rasini e dei suoi soci, analizza le connessioni con Calvi e Sindona e le operazioni offshore, e ricostruisce le origini della Fininvest, con il suo complesso e inestricabile gioco di scatole cinesi. Attraverso preziose testimonianze inedite, rilegge la nascita di Forza Italia, i rapporti con l'Opus Dei e Cl, lo scambio di favori con la Curia, i legami con i nuovi cavalieri della finanza bianca, fino all'involuzione teocon sui grandi temi bioetici e alle battaglie in favore della famiglia. Una "santa alleanza" unisce i due poteri forti del nostro Paese, che sembrano non poter più fare a meno uno dell'altro.
E’ comodo definirsi scrittori da parte di chi non ha arte né parte. I letterati, che non siano poeti, cioè scrittori stringati, si dividono in narratori e saggisti. E’ facile scrivere “C’era una volta….” e parlare di cazzate con nomi di fantasia. In questo modo il successo è assicurato e non hai rompiballe che si sentono diffamati e che ti querelano e che, spesso, sono gli stessi che ti condannano. Meno facile è essere saggisti e scrivere “C’è adesso….” e parlare di cose reali con nomi e cognomi. Impossibile poi è essere saggisti e scrivere delle malefatte dei magistrati e del Potere in generale, che per logica ti perseguitano per farti cessare di scrivere. Devastante è farlo senza essere di sinistra. Quando si parla di veri scrittori ci si ricordi di Dante Alighieri e della fine che fece il primo saggista mondiale. Le vittime, vere o presunte, di soprusi, parlano solo di loro, inascoltati, pretendendo aiuto. Io da vittima non racconto di me e delle mie traversie. Ascoltato e seguito, parlo degli altri, vittime o carnefici, che l’aiuto cercato non lo concederanno mai. “Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia,...
Da diversi decenni operano nel Lazio numerosi gruppi di criminalità organizzata, con una varietà di forme di coabitazione che spaziano tra cooperazione e conflitto, strategie egemoniche e accordi per la spartizione di settori e campi di attività, illegali e legali. La capitale è diventata una sorta di laboratorio a cielo aperto, che consente di osservare sia le trasformazioni in corso nelle mafie storiche e il loro radicamento in aree esterne a quelle di origine, sia i contesti in cui prendono corpo e si sviluppano forme criminali nuove e autoctone. Il volume presenta i risultati di una ricerca inedita, che oltre alle fonti documentarie (indagini dell’antimafia giudiziaria e civile, statistiche ufficiali, letteratura) approfondisce tre casi di studio in altrettanti territori della regione: Ostia e il litorale romano, il basso Lazio e la capitale. La scala di osservazione ravvicinata consente di decifrare con maggior precisione la dimensione economica del fenomeno, in particolare l’operatività mafiosa nei mercati legali. L’indagine si estende all’imprenditoria, alla politica e alla società locale, mettendo in luce l’esistenza di reti di relazioni tra legale e...
Antonio Ruffo, principe della Scaletta, collezionista nella Sicilia del Seicento, il più importante esponente del ramo isolano della sua casata, è uno straordinario personaggio in cui si coniugano prudenza in politica, abilità negli affari, notevole ricchezza, grande passione per l'arte, originalità di gusti e profondità d'interessi. Accanto a lui, il nipote Giacomo, visconte di Francavilla, allievo e sodale di Giovanni Alfonso Borelli e Marcello Malpighi, è un intellettuale e uno scienziato curioso di leggere, come lo zio, nel 'gran libro della Natura' ogni espressione di arte e di scienza. Grandi personaggi i Ruffo di Sicilia, uomini e donne. Questo libro racconta la loro storia che si dipana dalla Calabria alla Sicilia, da Messina a Madrid, a Malta e a tutto il Mediterraneo, teatro di traffici commerciali, di relazioni economiche, di scambi culturali e di opere d'arte. La vicenda dei Ruffo si inquadra in un percorso di studio dei casati nobiliari che, dal Piemonte alla Sicilia, è ormai considerato essenziale per interpretare i processi storici e i meccanismi delle società in cui agirono. Una parabola locale che si fa trama di una grande storia.
Questa è la storia di un boss della famiglia mafiosa di Altofonte, consigliere rispettato di Riina e Provenzano, tra i protagonisti della mutazione dell'organizzazione a ridosso degli anni Novanta, ha avuto rapporti con esponenti dei Servizi segreti prima della strage di Capaci, ha partecipato in prima persona all'incontro tra il capo della mafia palermitana Stefano Bontate e Silvio Berlusconi. Enrico Bellavia ha raccolto la sua testimonianza e queste pagine sono un'incredibile galleria dei personaggi che il boss ha incontrato nel corso di un'esistenza spesa all'ombra di Cosa Nostra. Sembra di assistere alla rappresentazione di un mondo alla rovescia, in cui la cosiddetta innocenza della società civile si rivela per quello che è: niente altro che il risultato di un patto sotterraneo, di pacifica convivenza e comoda connivenza con la grande tela intessuta da mafia e affari.
Enrico De Pedis. La mala a Roma e i segreti del VaticanoChi è Enrico De Pedis? Ha solo 36 anni, quando, all’apice della sua “carriera”, viene ucciso da un commando di sette persone.Nel giro era soprannominato “Renatino” o anche “il presidente”, la stampa invece lo definisce “capo dei capi”, appellativo che è stato usato solo per Totò Riina. alti prelati scrivono che è un benefattore, i collaboratori di giustizia lo definiscono un boss e legano il suo nome all’inchiesta sulla sparizione di Emanuela Orlandi.Raffaella Notariale ricostruisce il ritratto di un personaggio oscuro che, cresciuto nella batteria dei Testaccini, la più potente della banda della Magliana, finisce incredibilmente per essere sepolto nella basilica vaticana di Sant’Apollinare, con il benestare del Vicario del papa e presidente della CEi, il cardinale Ugo Poletti. Dopo oltre un ventennio di misteri e illazioni si decide di riaprire la pietra tombale e spostare il corpo di De Pedis. Ma la traslazione della salma lascia aperti inquietanti interrogativi. Perché Enrico De Pedis è stato seppellito in quella chiesa? Quali scandalosi favori aveva fatto all’allora Vicario del papa? Queste...
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E’ comodo definirsi scrittori da parte di chi non ha arte né parte. I letterati, che non siano poeti, cioè scrittori stringati, si dividono in narratori e saggisti. E’ facile scrivere “C’era una volta….” e parlare di cazzate con nomi di fantasia. In questo modo il successo è assicurato e non hai rompiballe che si sentono diffamati e che ti querelano e che, spesso, sono gli stessi che ti condannano. Meno facile è essere saggisti e scrivere “C’è adesso….” e parlare di cose reali con nomi e cognomi. Impossibile poi è essere saggisti e scrivere delle malefatte dei magistrati e del Potere in generale, che per logica ti perseguitano per farti cessare di scrivere. Devastante è farlo senza essere di sinistra. Quando si parla di veri scrittori ci si ricordi di Dante Alighieri e della fine che fece il primo saggista mondiale. Le vittime, vere o presunte, di soprusi, parlano solo di loro, inascoltati, pretendendo aiuto. Io da vittima non racconto di me e delle mie traversie. Ascoltato e seguito, parlo degli altri, vittime o carnefici, che l’aiuto cercato non lo concederanno mai. “Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia,...
La storia criminale di mafia, ‘ndrangheta e camorra costituisce un fenomeno unitario finora mai raccontato. Il libro mette in luce somiglianze e differenze tra le tre organizzazioni, nonché il ruolo da esse svolto in determinati momenti della storia d’Italia. Particolare attenzione è dedicata alle origini delle mafie e alle loro successive trasformazioni, all’importanza delle gerarchie, delle cerimonie di affiliazione e dei regolamenti interni. Vengono passate in rassegna e analizzate le attività criminali; dai traffici internazionali di droga ai sequestri di persona, dai rapporti con la politica a quelli con il mondo dell’economia e dell’industria. L’autore spiega infine le ragioni del successo di questo modello di organizzazione mafiosa su tutti gli altri e della sua eccezionale capacità di resistere alle trasformazioni sociali e all’azione di contrasto delle forze dell’ordine e della magistratura.
Le note vicissitudini della pandemia da coronavirus hanno rallentato – per certi versi – molte attività tra le quali anche gli sviluppi della digitalizzazione pubblica, accelerandola invece in altri aspetti per la necessità di interazioni «a distanza». Comunque le novità e gli aggiornamenti si susseguono e pare opportuno dare una visione generale dello stato dell'arte, notevolmente modificatasi dagli originari «appunti per gli operatori della P.A.» di ormai qualche anno fa. Per cui partendo dal nuovo piano triennale sarà data una sintesi dei vari «aspetti» coinvolti nell'attuale assetto della digitalizzazione nella P.A., abbandonando il precedente criterio degli «aggiornamenti periodici». In questa edizione, come sempre, non vengono riportati tutti i contenuti delle scorse edizioni, che contengono utili premesse ai concetti di base coinvolti nella digitalizzazione della P.A. e a cui si rimanda per ogni utile approfondimento. Si passeranno invece in rassegna le varie componenti dell'attuale panorama del digitale nella P.A. suddividendone gli argomenti in macro-settori: Agenzia tecnica nazionale, piattaforme, infrastrutture, sicurezza, dati, design e linee-guida.
Startup Magazine Italia raccoglie in questo libro le 101 innovazioni, che nate nel 2014, avranno ripercussioni sulla nostra vita quotidiana nel futuro. La nostra rivista è un web magazine di informazione e approfondimento che fa parte del circuito internazionale degli Startup Magazine. La rassegna è frutto del paziente lavoro della redazione che ha selezionato le novità sociali, politiche, economiche e culturali destinate ad avere "vita lunga", discernendole così dal mare magnum del bombardamento mediatico e dalle meteore che scompariranno entro pochi mesi. Perché questa selezione? Perché è nel passato che si prepara il terreno per il futuro, e capendo quali sono quei semi che daranno avvio alle innovazione di domani ci si prepara a raccogliere i giusti frutti! Un anno particolare il 2014 dove la crisi ha costretto l’umanità intera a ripensare stili di vita, processi di lavoro, relazioni internazionali ma anche il concetto stesso di famiglia. La parola “crisi” viene dal verbo greco κρίνω: “separare”, utilizzato in riferimento alla trebbiatura, cioè all’attività conclusiva nella raccolta del grano, consistente nella separazione della granella del frumento ...
Goethe diceva che la cosa più difficile di tutte è vedere con gli occhi ciò che davanti agli occhi sta. Le cose oltretutto non sono immobili, ma cambiano di continuo. Forse anche per questo dalla notte dei tempi gli uomini si chiedono: è possibile prevedere il futuro? Sì, se si rinuncia a pensose previsioni esatte per limitarsi alle (cor)relazioni di fondo. Il futuro insomma non va indovinato, va immaginato. Il domani è un insieme di strade che ci vengono incontro; non sentieri già battuti, ma varchi che si aprono, dati disseminati su pattern che si intrecciano col presente ma sono ancora da tracciare. Quintarelli, informatico, imprenditore, civil servant, prova per una volta a raccontare il futuro per come se lo immagina. Attento osservatore dei settori più diversi (dall'editoria al cinema, dalla politica alla crittografia, dal welfare alla tv), l'autore prova a sbrogliare la matassa, collegando in un'unica, felice visione tasselli in apparenza lontani e sciolti gli uni dagli altri.
Il testo raccoglie gli Atti del Convegno organizzato a Capri nell’ottobre 2016 dalle Strutture Territoriali della Scuola Superiore della Magistratura con la partecipazione dei magistrati iscritti alle mailing list ORGANIZZANDO E GIUDLAV. Si esaminano con completezza le problematiche organizzative e processuali di maggiore attualità ed importanza in ambito civile, penale e del lavoro.
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