
È l'alba. Anche stanotte Eva non riesce a dormire. Apre la finestra: l'aria pungente e dolce dell'aprile altoatesino sa di neve e di resina. All'improvviso il telefono squilla, la voce debole di un uomo che la chiama con il soprannome della sua infanzia: è Vito.
L’infamia originaria, che viene qui riproposto a quarant’anni dalla sua prima edizione (1977), è uno dei primi e dei più importanti testi teorici del femminismo italiano, che conserva intatto il suo potenziale di rottura e di provocazione. Il lavoro di Lea Melandri, che nasce dall’esperienza della rivista “L’Erba Voglio”, è una critica che investe al tempo stesso l’ordine economico e quello sessuale che, «si implicano e si sostengono reciprocamente». La scoperta della contraddizione di sesso, dell’infamia originaria che segna la società patriarcale, diventa quindi il punto di partenza per mettere in discussione le forme consolidate e tradizionali dell’agire politico, quelle stesse che venivano irrise dal movimento del settantasette
Nel comune sentire amore e violenza tendono idealmente a polarizzarsi: che cosa avrebbero da spartire lo slancio ardente verso l’oggetto del proprio desiderio e la brutale lacerazione dell’altro, la tenerezza e l’odio rabbioso, la passione vivificante e il gesto mortifero? In realtà il sentimento amoroso e l’atto violento si compenetrano da sempre, a partire dallo strappo che separa il maschio dal corpo di donna che lo ha generato. E sono intrecciati al punto da serrarsi in un nodo inestricabile che costituisce – sia per gli individui sia per i gruppi umani – il «fattore molesto» della civiltà. Con l’acutezza di sguardo di chi sa mettere a nudo le ambivalenze e le contraddizioni del rapporto di potere tra i sessi, Lea Melandri esplora la violenza reale e simbolica annidata all’interno delle relazioni più intime come la sessualità e la maternità. È su quel corpo con cui è stato tutt’uno, e con cui torna a fondersi nell’amplesso, che l’uomo si accanisce. Ma questa fuga estrema dal femminile che si perpetua, atavica, in ogni mano maschile levata sulle donne, conosce un’ultima contorsione, su cui Melandri invita a riflettere: l’attuale spazio...
Il desiderio di scrittura può nascere per contagio: frequentazione, lettura, intrattenimento con altre scritture che lo muovono e che diventano modello, scuola di formazione. È il modo più frequente, ma anche quello che finisce facilmente per rientrare nei generi noti: l’ispirazione letteraria e i linguaggi specialistici, disciplinari. Un altro percorso, meno visibile, è quello che parte da sommovimenti interni – pensieri, emozioni, sentimenti – che, nel tentativo di arrivare alla parola, trovano proprio nei linguaggi già dati della cultura una barriera. La scrittura di Lea Melandri appartiene decisamente a questo secondo tipo. È una scrittura legata alla conoscenza di sé, all’esplorazione di zone rimosse: passioni elementari, sogni, costruzioni immaginarie, rappresentazioni del mondo, riconoscibili in ogni spazio e tempo, innanzi tutto attraverso le figure del maschile e del femminile, che il corso della storia ha modificato, ma non tanto da cancellare i tratti della vicenda originaria che ha dato loro volti innegabilmente duraturi. Lea Melandri definisce questo modo di procedere, questo viaggio all’interno di sé, «scrittura di esperienza» che ha la...
L’attività di fund raising costituisce uno dei momenti fondamentali della vita di molte organizzazioni che operano nel non profit, indipendentemente dalle loro dimensioni o dall’ambito in cui queste decidano di agire: soltanto attraverso una raccolta fondi efficiente, infatti, sono possibili la sopravvivenza e lo sviluppo di un ente senza fini di lucro e, quindi, in ultima analisi, il raggiungimento dei suoi scopi. Il libro di Hank Rosso, presentato per la prima volta ai lettori italiani nella sua seconda edizione – curata da Eugene R. Tempel e, per il nostro paese, da Valerio Melandri – è internazionalmente considerato il volume fondamentale in materia di raccolta fondi per le organizzazioni no profit. Il testo illustra tutti i fondamenti concettuali della figura del fundraiser: attraverso numerosi esempi pratici, esamina i principi e le metodologie alla base della professione. Affronta le tecniche di pianificazione e selezione delle strategie per tutte le attività e gli strumenti della raccolta fondi: dalla costruzione della buona causa alla negoziazione con i donatori, fino alla gestione di un database o di una campagna di raccolta, senza tralasciare il dibattito...
«Pagine sorprendenti per la coraggiosa esposizione di sé – il rapporto col suo corpo, l’invecchiamento, la morte. » Lea Melandri Parlare del corpo è smuovere un’«inquietudine». Ancor più per una donna che ha anteposto le ragioni del suo «io politico» al principio del «tutto è sessuato», in amichevole dissonanza nei confronti del pensiero femminista con cui non ha mai smesso di dialogare. Ma è quel sottile disagio – lo scarto che avverte tra sé e l’immediatezza biologica – a spingere felicemente Rossana Rossanda su un terreno inabituale. Lei che ha attraversato di furia, e contromano, il corso del mondo, non cede all’opacità indecifrabile del corpo, e mentre incombe l’età più fragile della vita lo interpella, lo scruta, gli dà del tu senza troppa confidenza e ne annota i cedimenti con moderata costernazione. «Da tutte le parti questo corpo che mi abita e che abito sfugge e mi torna, come se fosse l’anguilla della mia coscienza, un’anguilla attaccata a “me”». E sebbene l’oggetto del suo ragionare affilato le sembri provvisto di «tanta emotività quanto una grammatica», Rossanda riesce a infondervi, in modo quasi preterintenzionale, il...
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