
Dalle opere medievali che l'hanno plasmata ai romanzi contemporanei, Morgana ha attraversato i secoli muovendosi sempre nella penombra, come figura che modifica gli eventi senza volersi manifestare. Soltanto questa sua attitudine a esistere nel crepuscolo le ha permesso di sopravvivere nell'immaginario collettivo nonostante sia stato fatto di tutto per denigrarla come fata, accusarla come donna, oscurarla come dea. Morgana è vissuta nei miti e nell'arte tra misteri, malefici, sortilegi, inganni e clamorosi errori interpretativi. Con il mutare delle epoche, delle religioni, dei regni, degli stili letterari, ha seguito o anticipato il flusso del pensiero dominante e ogni volta lo ha sfidato muovendosi fra le pieghe del folklore e dei racconti, silenziosa e assordante, bellissima e orribile, generosa e avida, amabile e spietata, vergine e meretrice.
Noi “siamo” Natura. Per questo ne abbiamo così bisogno. Stare all’aperto ci fa bene perché il nostro corpo, muovendosi nell’ambiente naturale, scarica elettricità statica, neutralizza tossine, dissolve ormoni dello stress, regolarizza le funzioni cardiocircolatorie. Gli innumerevoli benefici sono anche sul piano psicologico: scarichiamo emozioni, chiariamo la mente, rigeneriamo l’attenzione, prendiamo più efficacemente decisioni, troviamo soluzioni e idee. La diffusa e crescente estraniazione dall’ambiente naturale, sul versante opposto, non è senza conseguenze: si parla di deficit di Natura per definire tutta una serie di problematiche e disturbi indotti dal nostro moderno stile di vita, dall’obesità alla depressione, dalla mancanza di empatia alla difficoltà nel socializzare. Oggi che viviamo così lontani dai ritmi e dai modi con i quali siamo cresciuti come specie, è necessario più che mai imparare ciò che la Natura ha da insegnarci, riappropriarci della sua saggezza evolutiva. Andare in natura è un po’ come tornare a casa, per ristorarsi, rincuorarsi e ricaricarsi. “Biofilia” si chiama l’innata tendenza a concentrare il proprio interesse sulla ...
Gaia non è il Globo, né la Madre Terra; non è una dea pagana e neppure la Natura così come l’abbiamo immaginata finora. Eppure, a causa degli effetti imprevisti della storia umana, quel che chiamavamo Natura abbandona ora le quinte e sale sulla scena. Lʻaria, gli oceani, i ghiacciai, il clima, il suolo: tutto quel che abbiamo reso instabile interagisce con noi. La vecchia Natura scompare e lascia il posto a un essere di cui è difficile prevedere le manifestazioni: Gaia. In questo libro sconvolgente come una profezia, Bruno Latour, fra i massimi antropologi contemporanei, esamina le innumerevoli e ambigue figure di Gaia per districare gli aspetti etici, politici, teologici e scientifici che la nozione ormai obsoleta di Natura aveva confuso, alla ricerca di una rinnovata solidarietà universale.
L’autore è un maturo esordiente che si cimenta in un romanzo in cui raccoglie molte delle esperienze professionali e umane acquisite in tanti anni di carriera manageriale in grandi aziende italiane. La storia trae spunto dai grandi interessi economici internazionali che ruotano intorno allo sviluppo delle energie rinnovabili, in particolare di quella generata dall’irraggiamento solare. Le vicende personali di molti personaggi dapprima si intrecciano, per poi legarsi indissolubilmente, con il passato e la creatività di un imprenditore la cui morte violenta scuote la normalità delle loro vite. I protagonisti saranno costretti a confrontarsi con sé stessi e con quel set di valori che “credono” di possedere. «… in questo senso aveva ragione il notaio… quando ci ha detto che non avevamo da gestire un’eredità, ma un compito».
Come si spiega il fascino che tuttora esercita Tolstoj sul lettore, appena inizia un suo libro? Sono passati più di centottant'anni dalla sua nascita, che avvenne nel 1828. Così Nabokov risponde agli studenti americani: «Quando leggete Turgenev sapete che state leggendo Turgenev. Quando leggete Tolstoj lo leggete perché non potete smettere». Dunque, seduzione e obbligo. Un romanzo di Tolstoj non si può lasciare, sarebbe come sospendere un evento naturale. O come deviare un destino che vuole fluire in continuità. Tutti i momenti dei suoi libri sono troppo essenziali, troppo vivi. Non solo: la connessione che li lega, opera nel profondo. La raccolta comprende i romanzi: Anna Karenina, Guerra e pace, La morte di Ivan Il'ič, Resurrezione; e i racconti: Diavolo, Padre Sergij, La sonata a Kreutzer.
In questo libro, Antonio Spinosa ripercorre la vicenda di Paolina, dall'infanzia in Corsica ai fasti dei salotti parigini e delle seconde nozze con il principe Borghese. E ci restituisce l'immagine di una donna incantevole, dissoluta e capricciosa, ma capace di grande generosità,
Un diario intimo e collettivo, originalissimo, che compone la partitura di un Paese innocente nella sua ferocia.
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