
La santità
Autore: Sofia Boesch Gajano
Numero di pagine: 182Dalle origini a oggi, la santità nel mondo cristiano in tutti i suoi aspetti: le forme del culto, il controllo ecclesiastico, le espressioni culturali, la fede popolare.
Dalle origini a oggi, la santità nel mondo cristiano in tutti i suoi aspetti: le forme del culto, il controllo ecclesiastico, le espressioni culturali, la fede popolare.
Gli studi qui raccolti esplorano i temi che sono stati al centro della ricerca e dell’insegnamento di Odile Redon, una storica appassionata in uguale misura del Medioevo e dell’Italia. In primo luogo la storia della Toscana medievale, e in particolare di Siena e del suo territorio. Poi la ricerca sui movimenti religiosi, sulla santità, sulle folle di eremiti che paradossalmente popolavano i “deserti” intorno a Siena nel Medioevo. Infine tutto quanto riguarda il mantenimento, la salute e i piaceri del corpo; e tra i piaceri, in primo luogo, quelli legati al cibo: un terreno sul quale Odile Redon si è spesso avventurata, facendo rivivere – e non solo sulla carta – le antiche ricette e abitudini alimentari.
In continuo e diretto contatto con i personaggi più importanti della sua epoca, consigliere dei pontefici e in stretti rapporti con re, regine e imperatori e con alcuni abati dei più potenti monasteri, Pier Damiani è stato uno degli esponenti di spicco del movimento di riforma della Chiesa della metà dell’XI secolo e autore particolarmente prolifico. Benché la sua opera sia stata oggetto di numerosi studi e interpretazioni, ai suoi scritti agiografici non è ancora stata dedicata un’indagine sistematica. Proprio a partire da tali scritti questo volume si propone di tracciare un itinerario del pensiero e dell’azione di Pier Damiani, delineando alcuni passaggi che hanno segnato le varie fasi della sua attività e le modalità di partecipazione al processo di riforma della Chiesa. In tale contesto, sensore estremamente raffinato dell’evolversi dell’atteggiamento di Pier Damiani è proprio la scrittura sulla santità, che dell’autore riflette e trasmette incisivamente ideali e aspirazioni.
Il Medioevo è stato dipinto per lungo tempo come un’epoca in cui la società era uniformemente cristiana e gli individui immancabilmente sottomessi dell’autorità della Chiesa. Negli ultimi decenni gli storici hanno reagito a questa rappresentazione astratta della civiltà medievale, mettendo l’accento sugli aspetti profani e sulla permanenza di una cultura “folklorica” nel seno della cristianità. L’obiettivo di questo libro è mostrare che uomini e donne hanno prodotto anche forme di religiosità eccentriche rispetto al modello dominante, alla cui base c’è la ricerca di un contatto con il soprannaturale tramite mediazioni materiali e concrete: reliquie, luoghi di culto, immagini devote, santuari. I saggi qui raccolti – tradotti per la prima volta – riguardano in larga misura l’Italia e il piano dell’opera riflette le tematiche comuni ai diversi gruppi di studi. Le prime due sezioni (“La santità dei laici” e “Santità al femminile”) s’inseriscono nel solco dei basilari lavori condotti da Vauchez sulla santità e l’agiografia medievali. Quella successiva (“L’uomo medievale e il sacro: luoghi d’incontro”) segue sentieri di ricerca meno...
Uno dei compiti specifici dello storico consiste nello smascherare le false continuità postulate, almeno implicitamente, dal linguaggio che, indicando con le stesse parole realtà diverse secondo le epoche, rischia di farci perdere il senso del mutamento. Questo atteggiamento guardingo s'impone specialmente nel campo della religione, soprattutto quando si tratta del cattolicesimo, incline a mettere l'accento sulla costanza delle sue credenze fondamentali e del suo quadro istituzionale nel corso dei secoli. Così si crede talvolta di sapere cosa fu un vescovo dell'Antichità o un sacerdote del Medioevo riferendosi alle persone che esercitano oggi queste funzioni nella Chiesa. Ma questo tipo di ragionamento per analogia trae facilmente all'anacronismo, nella misura in cui l'identità dei vocaboli fa perdere di vista mutamenti che possono, in certi casi, esser stati notevoli.Acquista l'ebook e continua a leggere!
Il culto dei santi tra devozione popolare ed esercizio del potere: lo sviluppo delle regole e dei modelli agiografici che hanno contribuito a definire l’identità cattolica italiana.
Gli studi sulla santità, sui culti e sull’agiografia hanno rappresentato, negli ultimi decenni, uno dei settori più innovativi della ricerca storiografica. Particolarmente significativo è stato il confronto con interessi e metodi di discipline diverse: da quelle tradizionalmente “limitrofe” (storia religiosa, iconografia, liturgia), ad altre con le quali i rapporti sono stati più “dialettici” (antropologia, sociologia, storia politica e sociale, storia della letteratura e dell’arte). Il volume offre una messa a punto metodologica e storiografica, e insieme affronta nuovi problemi e indica nuove prospettive di ricerca. Le sezioni in cui è articolato riflettono questa impostazione. La prima, Cronologia e geografia, risponde alla necessità di far interagire nuove coordinate temporali (dalla tarda antichità fino all’età contemporanea) e geografiche (tradizioni religiose diverse, anche non cristiane, in particolare l’Islam). La seconda, Scritture e immagini, propone una rinnovata attenzione alle testimonianze agiografiche tradizionali, considerate nella loro complementarità e nelle loro intersezioni. La terza, infine, Carismi, canonizzazioni, devozioni,...
Ancora oggi, nel linguaggio comune, tutto quanto è «medievale» è soggetto a percezioni diametralmente opposte: da un lato l’idea di un Medioevo ridente, una sorta di tenera infanzia dell’Occidente, con l’aura mitica che avvolge cavalieri e santi, trovatori e monaci copisti, e che fa il successo di grandi monumenti (da Castel del Monte al cammino di Santiago); dall’altro la perdurante idea di un Medioevo oscurantista e feroce, con la barbarie delle crociate, le fiamme dei roghi inquisitoriali, la misoginia del potere soprattutto ecclesiastico. Questi modi opposti di pensare il Medioevo si riferiscono soprattutto a fenomeni propri della storia della Chiesa, di cui si esalta la provvidenzialità della funzione salvifica e «unificatrice» o, al contrario, si biasima la prepotente violenza. Il volume attraversa e precisa i fattori che hanno generato questi luoghi comuni per raccontare il Medioevo ecclesiastico con il passo della storia. Sarà facile vedere che non esistono né leggende nere né leggende auree, interpretazioni che vanno anch’esse storicizzate, essendo imposte, rispetto al Medioevo, rispettivamente dalla cultura illuministica e da quella romantica. Il...
Il monaco, il cavaliere, il contadino, l'intellettuale, l'artista, il mercante, la donna, il santo, l'emarginato: l'affascinante mondo medievale attraverso le sue figure più significative.
Come in un castello incantato, tre mistiche guardano immagini che le fanno volare. I testi che parlano di loro traboccano di visioni ove bambini divini saltano fuori da culle celesti; fanciulle graziose in groppa ai cavalli percorrono boschi "trasformanti"; Madonne che parlano possono inchinarsi davanti alle donne o possono litigare con loro; Cristi loquaci possono animarsi, in modo da "sedurre" le mistiche, o possono sconvolgerle come i cavalieri delle favole. In questo libro si analizzano le storie di tre donne mistiche – due agiografi e e un'autobiografi a – fatte di parole sì, ma pure di immagini. Inizialmente l'attenzione è rivolta all'agio-biografi a di santa Lutgarda (1182–1246), appartenente alla raccolta di vite scritte dal domenicano Tommaso di Cantimpr頖 le Vitae matrum; Lutgarda mostra infatti di avere alcune visioni di personaggi celesti in base a come questi venivano rappresentati dall'iconografi a del suo tempo. Un'altra esperienza mistica analizzata è quella di sant'Angela da Foligno (1248–1309), una donna carnale e passionale che cerca l'Assoluto con l'aiuto delle immagini dipinte, come leggiamo nella sua autobiografi a spirituale. Il cerchio si chiude ...
La Vita Gerardi episcopi Potentini, nota anche col nome di Laudatio sancti Gerardi episcopi Potentini (BHL 3429), è l’unica opera nota attribuita a Manfredi, vescovo di Potenza. La presente edizione, a differenza di quella pubblicata a suo tempo negli Acta Sanctorum (1883), si basa su tutti i manoscritti attualmente noti e reperibili, oltre che sulla princeps a stampa di Ughelli (1659). Il volume è preliminare a un più ampio studio che ambisce a colmare, almeno in parte, il vuoto storiografico che caratterizza le conoscenze relative all’agiografia della Basilicata per l’età della riforma (X-XII secolo). Proprio partendo dall’approfondita e precisa contestualizzazione del periodo e dell’ambiente, procedendo con gli strumenti della storia, della filologia e della letteratura si indaga sulla sede diocesana di Potenza, che fino a qualche decennio fa è stata suffraganea di Acerenza. In questo modo è stato possibile restituire la figura del suo santo protettore, Gerardo, a una più corretta dimensione storica, che è stata spesso offuscata da secolari superfetazioni mitico-folkloriche.
Venerato già in epoca cananea, il monte Tabor vanta una lunga e articolata storia, nella quale si sono andati intrecciando culti religiosi e imprese militari. La sua posizione isolata nella fertile pianura di Esdrelon in Galilea e la sua particolare conformazione ne hanno fatto un luogo carico di valenze simboliche. Non stupisce, quindi, il fatto che, sebbene non esplicitato dal racconto evangelico, la tradizione cristiana, sin dalle origini, abbia posto sulla cima del Tabor l’episodio della Trasfigurazione di Gesù. Questo volume, frutto della preziosa collaborazione tra la Pontificia Università Antonianum e la Sapienza-Università di Roma, si presenta come un significativo contributo per la ricostruzione del percorso storico e culturale che ha avuto al centro il Tabor e gli avvenimenti ad esso connessi, soprattutto in riferimento alla narrazione biblica dell’Antico e del Nuovo Testamento. Il progetto di ricerca di cui questo volume raccoglie i risultati, ha coinvolto attivamente le discipline storiche, archeologiche, bibliche e filologiche e si è aperto al contributo di quelle linguistiche, teologiche, patristiche ed esegetiche.
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Il volume XLVII (2020) è suddiviso, come di consueto, in tre sezioni più quella di recensioni/segnalazioni. La sezione saggi contiene una serie di contributi che vanno da una riflessione sul ruolo dell’archeologia medievale nelle riviste di divulgazione scientifica alla ricostruzione di un importante contesto funerario della prima età carolingia, da una valutazione critica della presenza delle monete nei depositi archeologici all’interno di chiese, alla ricostruzione dell’attività tessile della Roma medievale o all’uso dell’archeobotanica per ricostruire la biografia di specie vegetali domestiche. Completano il volume la serie degli articoli nella sezione “Notizie scavi e lavori sul campo”, che illustrano attività di ricerca in Italia (Emilia-Romagna, Sardegna e Sicilia) e all’estero (Spagna e Portogallo) e la sezione “Note e discussioni”, con contributi che spaziano dall’archeologia pubblica e dalla bioarcheologia all’analisi di specifiche categorie di prodotti (le ceramiche invetriate in monocottura o l’invetriata islamica in Sicilia, le fibbie da cintura altomedievali), dallo studio archeologico di singoli contesti (chiese, palazzi) fino...
Dal VII-VIII secolo alla Riforma protestante il cristianesimo occidentale si struttura nella particolare forma del cattolicesimo romano. La robusta tradizione del primato occidentale del vescovo di Roma si trasforma in superiorità dottrinale e giuridica su tutta la "cristianità" e il cattolicesimo di Roma opera una comunanza istituzionale e culturale in tutte le aree cristianizzate. Una sintesi di questo periodo ricco di mutamenti che hanno influenzato profondamente questa parte di mondo, fino ai giorni nostri.
La rilevanza conferita alla santità nella società contemporanea è l’esito di una lunga storia. Il culto dei santi fin dai primi secoli del cristianesimo ha rivestito un ruolo centrale dal punto di vista non solo religioso, ma anche sociale, politico e culturale. Se nel periodo delle origini si trattò di un fenomeno esteso all’intera area del Mediterraneo, a partire dal medioevo, in particolare per il ruolo svolto dalla Chiesa romana nel riconoscimento ufficiale della santità, il culto dei santi ha acquisito in Occidente caratteristiche sempre più specifiche, destinate ad accentuarsi nel mondo cattolico dopo la Riforma protestante e il Concilio di Trento, coinvolgendo il continente americano e le altre terre di missione, e in maniera crescente in età contemporanea, in particolare durante il pontificato di Giovanni Paolo II. Affidandosi a sei dei maggiori specialisti del settore, il volume propone una trattazione sistematica della santità e del culto dei santi, considerati nella loro interazione, mettendo a fuoco i prodotti culturali – letterari e artistici – che essi hanno ispirato, e che nello stesso tempo li hanno propagandati e perpetuati.
Tutto quello che volevate sapere sul millennio più buio della storiaCome si viveva davvero mille anni fa?“Età oscura” e “millennio della superstizione” sono solo due delle tante definizioni date, nel tempo, al Medioevo.Ma questo periodo storico fu davvero “buio” come si è ormai cristallizzato nell’immaginario collettivo? In realtà, la maggior parte degli studiosi del Nuovo Millennio afferma che quel periodo della storia dell’umanità contenga già, in embrione, molti degli aspetti determinanti dell’Europa moderna. Questo libro, lasciando sullo sfondo le grandi vicende militari, gli scontri epocali tra Impero e Papato, i nomi e le date che hanno fatto la Storia e che si trovano sui manuali, cerca di cogliere gli aspetti più insoliti e curiosi dell’epoca: cosa si mangiava, come ci si vestiva, come si impiegava il tempo libero, come si faceva l’amore... Mille anni di storia, dalla caduta dell’impero romano d’occidente (476) alla scoperta dell’America (1492), che hanno plasmato una delle civiltà più ricche, affascinanti e contraddittorie di tutti i tempi.Come hanno vissuto realmente i nostri antenati?Frutto di lunghe ricerche, finalmente questo libro ...
La storia della Firenze medievale e rinascimentale è da tempo al centro dell’interesse della storiografia internazionale, non solo per l’eccezionale fioritura della letteratura e delle arti, della cultura e del pensiero, in tutte le sue declinazioni, ma anche per lo straordinario sviluppo economico, per la partecipazione politica ampia, per le sperimentazioni in campo fiscale e finanziario. Il volume pone l’accento sulla mobilità sociale, sul radicamento della cultura mercantile e sulla proiezione esterna degli uomini d’affari, sulla forza di attrazione sulle élite dei centri minori, e ancora su aspetti delle strutture materiali e della vita privata.
La malattia della lebbra, i malati di lebbra e i luoghi destinati ad accoglierli costituirono una realtà decisamente familiare per gli uomini e per le donne vissuti in età medievale, sia nelle città sia nei contesti abitativi rurali. Tale realtà da un lato continuò ad alimentare sentimenti negativi, quali il rifiuto, la paura del contagio, il ribrezzo, supportati dall’idea vetero-testamentaria della malattia come castigo divino per l’umanità peccatrice; dall’altro, con maggiore intensità nei secoli XII e XIII, essa fu considerata in modo del tutto nuovo, poiché il lebbroso divenne l’immagine del Cristo sofferente e l’assistenza verso i malati assunse una valenza religiosa. Il volume esplora questa particolare realtà del nostro passato, focalizzando lo sguardo sulla Verona dei secoli XII e XIII e sulle sue fonti.
La falsa credenza che gli ebrei sacrificassero bambini e facessero uso del loro sangue per scopi magico-religiosi ha rappresentato per secoli una minaccia costante per le comunità ebraiche, i cui membri in ogni momento potevano essere accusati dell’atroce delitto, divenendo vittime di linciaggi, processi sommari, espulsioni. Nata in pieno medioevo, questa leggenda si diffuse con estrema rapidità acquisendo un posto centrale nell’immaginario antiebraico cristiano e un’autorevolezza che le permise di superare indenne il secolo dei Lumi e presentarsi ancora vitale nell’Ottocento, quando divenne uno dei motivi ricorrenti della campagna antigiudaica elaborata dall’integralismo cattolico. Rispetto a questo complesso fenomeno il libro focalizza l’attenzione sugli aspetti agiografici e devozionali legati al culto che fin dal XII secolo si tributò alle presunte vittime dell’infanticidio rituale. Un’impostazione che apre nuovi territori di indagine, concentrando la ricerca su fonti inedite o ancora poco studiate. Vengono così analizzate sul lungo periodo le trasformazioni del racconto: di volta in volta ammonizione per i bambini della Controriforma, oggetto di erudite...
'Nel passato cerchiamo sempre le origini del nuovo e vogliamo sapere in che modo sorsero i pensieri e le espressioni di una vita che si affermò pienamente in tempi successivi. Ogni epoca desta in noi maggior interesse, quando troviamo una promessa del futuro. Basta pensare infatti al fervore che ha accompagnato ogni indagine sulla civiltà del M-dioevo nella speranza di scoprirvi i germi della cultura moderna. In questo libro noi abbiamo cercato di vedere nei secoli XIV e XV non già gli albori del Rinascimento, ma il tramonto del Medioevo' '(Johan Huizinga)'.
The PhD course in Mediaeval History of the University of Florence is one of the oldest in the Italian university circuit. Founded in 1983 by Girolamo Arnaldi, Elio Conti and Raoul Manselli, all the cycles of the courses were launched, achieving results of the greatest significance in the sphere of research. Over the years, about sixty young students and a couple of dozen teachers have given shape to a human and intellectual experience based on exchange and the acceptance of different points of view. Traced out in this book is a brief history of the first twenty years, rendering account of the activities fostered and the research carried out, and providing the scientific and bibliographic profiles of each member.
Il tema: Les calendriers liturgiques à l’âge moderne. A cura di Bernard DompnierBernard Dompnier, Introduction. L’historien du catholicisme moderne et les calendriers liturgiques (p. 7-11)Bernard Dompnier, Les calendriers entre Pie V et Benoît XIV. Exigence de l’universel et construction du particulier (p. 13-51)Thomas D’Hour, Les calendriers liturgiques diocésains dans la France post-tridentine: évolution et transformations (1570-1680) (p. 53-73)Xavier Bisaro, Une sainteté encombrante: les saints du Canon dans les calendriers diocésains français du XVIIIe siècle (p. 75-96)Summaries (p. 97-98)La discussioneNuove frontiere per gli studi agiografici?Tommaso Caliò, Ai confini dell’agiografia (p. 101-120)Alessandra Dino, Simboli sacri e strategie comunicative in Cosa Nostra (p. 121-138)Franco Faeta, Un quesito senese e alcune tardive riflessioni a partire da due volumi recenti (p. 139-145)RicercheAnthony John Lappin, Santa María de Valvanera: the Origins, the Legendary Founders and the Ethos of a Northern Spanish Monastery (p. 147-176)Sofia Boesch Gajano e Bruno Marino, “Il mistero del cuore” di santa Rosa da Viterbo (p. 177-190)Maria Pliukhanova, L’albero...
Dalle indagini geografiche e cronologiche condotte sulla diocesi di Ariano nei secoli XI-XII e dallo studio agiografico dei suoi Santi Patroni, emergono aspetti fondamentali che si riscontrano nella maggior parte delle diocesi e delle devozioni campane dell’epoca. La diocesi di Ariano, rispetto al periodo oggetto di osservazione, è di recente formazione ed è concomitante all’insediamento dei signori dell’epoca, i Normanni. La contemporaneità di questo nuovo assetto istituzionale assurge ad un rinnovato ruolo politico e religioso ed ha contribuito a definire poteri, equilibri ed identità civica, nonché a ricercare la promozione culturale per personaggi tanto contemporanei (Sant’Ottone, Sant’Elzeario, la Beata Delfina) quanto più antichi (San Liberatore). p.p1 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; font: 11.5px 'Times New Roman'; color: #794200}
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