
A un primo sguardo, molte delle più significative icone russe del XIV e XV secolo sembrano viziate da assurde incongruenze, violazioni inspiegabili del canone prospettico e della conseguente ‘unità’ della rappresentazione: edifici di cui vengono raffigurati insieme la facciata e i muri laterali; libri (i Vangeli) di cui si scorgono tre o addirittura tutte e quattro le coste; volti con «superfici del naso e di altre parti» che non dovrebbero vedersi; e, a sintesi di tutto, un policentrismo che fa coesistere «piani dorsali e frontali». Eppure, simili icone ‘difettose’ – fondate proprio sull’eresia di prospettive «rovesciate» – risultano infinitamente più creative ed espressive rispetto ad altre più corrette, ma inerti. Come mostra Pavel Florenskij in questa perorazione fiammeggiante – con un excursus storico che si estende dalle scenografie del teatro tragico greco ai vertici della pittura rinascimentale e oltre –, quelle violazioni, lungi dal dipendere da una « grossolana imperizia nel disegno», sono «estremamente premeditate e consapevoli». Di più: riassumono una ribellione, cognitiva prima che estetica, alla stessa egemonia della rappresentazione...
Il testo descrive i metodi geometrici volti a realizzare prospettive, sia piane che curve, tentando di risolvere, in via analitica, la dialettica che storicamente ha contrapposto due tipi di prospettiva: quella lineare, riscoperta e sistematizzata nel Rinascimento, e quella curvilinea, legata all’ottica e al dato intuitivo. Vengono trattati in modo approfondito diverse tipologie prospettiche: piana, cilindrica, conica e sferica. Dopo avere considerato le specificità relative ad ogni tipologia, si presentano le costruzioni necessarie per disegnare, con riga e compasso, le varie tipologie prospettiche ridotte sul piano: prospettive cilindrica e conica sviluppate, prospettiva ortografica, prospettiva stereografica e prospettiva sferica a distanza ravvicinata. Il testo è arricchito con tavole realizzate dall’autore e vengono fatti riferimenti alla tecnica fotografica.
Nel decennale della morte di Decio Gioseffi desideriamo ricordare la coraggiosa battaglia che, ancora giovane, egli intraprese per emendare il saggio di Erwin Panofsky su La Prospettiva come “forma simbolica”, dagli equivoci che tutt’ora condizionano la Prospettiva. Il decorso del tempo ha introdotto alcuni elementi nuovi nella nota querelle Gioseffi vs Panofsky. Si tratta degli esiti di alcune ricerche recenti sulla veduta vincolata e sulla pittura quadraturista, e di un clima culturale che oggi è più disponibile a conciliare la lettura storico artistica del saggio con quella scientifica.
Bovisio è scossa da una violenta scia di sangue. A poche settimane di distanza vengono difatti trovati con la gola tagliata i cadaveri del sindaco del paese, del suo vice e quello di una piacente donna. Cosa hanno in comune le tre vittime? Perché il Killer ha scelto proprio loro per il suo disegno diabolico? Ecco a voi presentata la seconda indagine del commissario Bartolomei, uomo tranquillo ed abitudinario, questa volta alle prese con un assassino veramente astuto che gli farà continuamente cambiare prospettiva.
La prospettiva conica è l’arte di osservare, e non l’arte di vedere. Gli studi storici che ruotano intorno alla prospettiva sono dedicati, in genere, a speculazioni sulla visione o sull’esistenza dei punti di fuga, che hanno sempre affascinato in maniera particolare gli studiosi: le loro domande ossessive sulle immagini storiche rappresentano un settore specifico di studio per gli analisti, che hanno portato a identificare questa particolare proprietà proiettiva delle rette parallele con la prospettiva conica stessa. Questo contributo sostiene che la scelta operata inizialmente di osservare da un unico punto di vista è stata più importante, nel suo sviluppo, del presupposto ritrovamento dei mitici punti limite di rette parallele. | Conic perspective is the art of observing, not the art of seeing. Historical studies about perspective are usually devoted to speculation about the vision or existence of vanishing points, a subject that has always fascinated scholars: their repeated and obsessive exploration of historical images are a specific field of study for analysts which has led them to identify conic perspective with the projective properties of parallel straight...
Includes book-reviews and abstracts of articles from other periodicals.
Per la prima volta sono riuniti e didatticamente rielaborati a fondo in un manuale e in un CD i testi di base della geometria della visione. L'opera raccoglie i testi originali di Euclide (l'Ottica), Menelao (La Sferica), Alberti (De Pictura), Piero della Francesca (De Prospectiva Pingendi), che hanno dato origine al disegno prospettico rinascimentale e alla moderna geometria proiettiva. L'opera offre la possibilità di unire intuizione e ragionamento, costruendo un'immagine chiara dello sviluppo della matematica legata alla visione, dalle origini classiche, al rinascimento, alla moderna geometria proiettiva. Numerose schede e animazioni interattive facilitano l'intuizione degli argomenti, che sono comunque trattati con il massimo rigore e chiarezza, in una esposizione didatticamente molto efficace.
In questo libro si raccolgono in modo sistematico i risultati di oltre vent’anni di ricerche didattiche sul tema delle macchine matematiche, realizzate in Italia e all’estero, in tutti gli ordini scolastici. L’esplorazione guidata delle macchine consente di ricostruire il significato geometrico-spaziale di concetti o procedure di solito affrontati solo nel quadro algebrico e di esplorare dinamicamente le configurazioni assunte allo scopo di produrre congetture e costruire dimostrazioni. Le macchine consentono anche di stabilire collegamenti interessanti con l’arte e la tecnologia, rompendo l’isolamento in cui si colloca spesso l’insegnamento della matematica.
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