
Cos’è stato davvero l’esodo istriano del secondo dopoguerra? Come ha cambiato la fisionomia e le sorti di un territorio? E come ha stravolto le vite dei molti esuli e di quei pochi che scelsero di rimanere? Nemmeno il tempo è stato capace di cancellare il trauma subito, che è riemerso dalle pieghe della storia per andare incontro a una dolorosa rielaborazione. Anna Maria Mori, che con la famiglia lasciò la nativa Pola per l’Italia, ripercorre quelle vicende attraverso il confronto epistolare con Nelida Milani, che a suo tempo scelse di restare, rinunciando alla lingua, a molti affetti, alle consuetudini di un mondo che, con ferocia, veniva snaturato. Il dialogo che anima queste pagine restituisce intatto, a distanza di decenni, il sofferente vissuto di entrambe le parti: l’umanità dei «rimasti» e quella degli «andati». Gli aneddoti si confondono con la cronaca, le riflessioni si intrecciano alla memoria, in un viaggio dentro e fuori di sé, nei ricordi da confrontare con altri ricordi, e nei chilometri sulla costa o all’interno dell’Istria. Mentre gli spettri dell’esilio e dell’intolleranza sembrano incombere nuovamente sull’Europa e sul mondo intero,...
Recensioni e interviste, premi letterari, la vita di tutti i giorni nei libri e i libri dentro la vita di tutti i giorni: Scompartimento per lettori e taciturni è tutto questo. Grazia Cherchi visse per la letteratura incarnando una voce autorevole e libera, cercando di proporre al pubblico e alle case editrici un nuovo filtro critico. Collaboratrice editoriale e scout – tra le sue scoperte, Stefano Benni, Alessandro Baricco e Massimo Carlotto – rifiutò sempre di figurare nelle giurie di premi letterari, verso i quali non nutriva alcuna fiducia, restando invece un’accesa sostenitrice del giudizio dei lettori. Dai suoi articoli emerge la personalità di una grande donna prima che di una grande giornalista, una lettrice militante con un’unica missione: far scoprire il piacere della lettura a tutti senza distinzioni.
Perché tante persone amano la carta e disprezzano gli e-book? Come mai i cosiddetti “lettori forti” affollano i festival, dove in meno di un’ora gli scrittori sono costretti a riassumere il loro libro? E perché gli scrittori sembrano così entusiasti all’idea di prestarsi a questa banalizzazione pubblica? Esiste la possibilità di dare un giudizio critico obiettivo, a prescindere da chi siamo e da dove veniamo? Il copyright è davvero un diritto intoccabile? E la traduzione è un processo neutro o una rielaborazione che stravolge sempre l’originale? In fin dei conti, poi: qual è il vero motivo per cui scriviamo libri? Per quale motivo li leggiamo? Porsi domande, sollevare obiezioni, è il modo in cui Tim Parks scardina le più quiete sicurezze del mondo letterario. Quelle sicurezze che condividiamo un po’ tutti, che ci fanno sentire parte di una comunità nobile e salda: la comunità di chi ama leggere, scrivere, parlare di letteratura. Proprio a noi amanti dei libri si rivolge Parks: ironico, provocatorio e controcorrente, affronta i problemi ponendosi spesso in una posizione assolutamente inaspettata, ripartendo dalle basi, da quelle domande che paiono innocue, e...
La fama di Thomas Bernhard è legata soprattutto ai suoi romanzi e alle sue opere teatrali, ma la poesia fu il suo primo amore. Negli anni della giovinezza, tormentata come tutto il resto della sua vita, Bernhard scrisse migliaia di poesie e pubblicò quattro raccolte, la prima delle quali, nel 1957, fu Sulla terra e all’inferno. Benché si tratti di testi giovanili, queste prime prove contengono già i temi caratteristici di tutta la sua opera: nostalgia, disperazione, fallimento, fragilità. E mostrano chiaramente i segni della futura grandezza di un autore imprescindibile del Novecento.
Composta nel 1958, Sotto il ferro della luna è una delle quattro raccolte poetiche che Thomas Bernhard pubblicò negli anni della giovinezza, prima di dedicarsi interamente alla prosa e al teatro. Quella di Bernhard è una poesia “antilirica”, che fa presagire i successivi sviluppi nel campo della prosa, e che con questa condivide la presenza di continui contrasti espressivi, la varietà del linguaggio e la certezza che la sofferenza è l’unica dimensione dell’essere umano. I testi di Sotto il ferro della luna sono ricchi di immagini sorprendenti e riescono a cogliere aspetti imprevisti della realtà con i loro arditi accostamenti.
'Wir gingen' - Joseph Zoderers persönliche Erinnerungen an die Zeit der Option. Wie fast alle Südtiroler optierte auch die Familie Zoderers 1939 für die Auswanderung in das Deutsche Reich. Anschaulich schildert der Autor seine Erlebnisse und begibt sich auf die Suche nach seiner eigenen Geschichte und Identität. Zoderer spiegelt dabei gekonnt einen schmerzhaften Abschnitt Südtiroler Geschichte wider. Geboren 1935 in Meran, verbrachte seine Kindheit als Sohn von Optanten in Graz, lebt heute als freier Schriftsteller in Bruneck. Veröffentlichte Gedichtbände und Romane, davon bei Hanser (Das Glück beim Hände - waschen, 1976; Die Walsche, 1982; Lontano, 1984; Das Schildkrötenfest, 1995; Dauerhaftes Morgenrot, 1997; Der Schmerz der Gewöhnung, 2002). Internationale Literaturpreise wie Premio Catullo 1986, F.-Theodor-Czokor-Preis 1987, Ehrengabe der Weimarer Schillerstiftung 2001, Hermann-Lenz-Preis 2003 und Walther-von-der-Vogelweide-Preis 2005. Zoderer ist Mitglied der Deutschen Akademie für Sprache und Dichtung in Darmstadt. Bei Edition Raetia ist das Frühwerk in drei Bänden erschienen: Schlaglöcher. Dauerwellenroman (1993); Die Ponys im zweiten Stock. Erzählungen...
Nadat zijn vriendin hem heeft verlaten raakt een jonge man tijdelijk op drift en zwerft enige tijd de wereld rond.
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