
Horror italiano
Autore: Simone Venturini
Numero di pagine: 176I vampiri (1957) di Riccardo Freda e Mario Bava è comunemente ritenuto il primo horror italiano. Lo stupore dei critici, lo scarso successo di pubblico, l’ambientazione parigina sembravano palesare l’horror come un corpo estraneo al nostro cinema nazionale. I film del terrore italiani andranno così in giro per il mondo sconfessando i propri natali, camuffandosi sotto etichette e pseudonimi posticci, portatori – loro malgrado – di un retaggio culturale che sembrava escludere a priori l’orrore dal nostro paesaggio e immaginario. L’horror nazionale si manifesta in concomitanza con una più ampia affermazione dell’horror a livello europeo, al cui interno il cosiddetto «gotico all’italiana» opera per imitazione di modelli stranieri, ma si dimostra anche capace di rielaborarli con originalità, attingendo alle strutture simboliche del melodramma e intessendo relazioni con altri generi. Dall’inizio degli anni sessanta l’horror italiano circola, si espande, rende difficile se non improduttivo mantenere il cinema separato da una più ampia dimensione mediale e di dialogo intertestuale (letteratura, fumetti, cineromanzi) e conservare distinzioni tra cultura alta e...