
Foglie del Fondo 06/13
Autore: Fondo Edo Tempia
Rivista di promozione e divulgazione dell’attività del Fondo Edo Tempia Onlus per la lotta contro i tumori.
Rivista di promozione e divulgazione dell’attività del Fondo Edo Tempia Onlus per la lotta contro i tumori.
Ispirato dalla leggenda di una setta “segreta” veramente esistita, composta da sicari e vendicatori, il romanzo di appendice "I Beati Paoli" venne scritto da Luigi Natoli tra il 1909 e il 1910 e pubblicato a puntate sotto lo pseudonimo di William Galt sul “Giornale di Sicilia”. Il romanzo, ambientato nella Sicilia del primo XVIII secolo, mescola elementi di fantasia e personaggi realmente esistiti, come don Girolamo Ammirata, l’unico membro della setta finora identificato con certezza. Natoli profuse una cura scrupolosa nel ricostruire fedelmente l’ambiente della Palermo del tempo, utilizzando rigorosamente fonti storiche e le relazioni a stampa apparse all’epoca su feste e cerimonie pubbliche, e la sua narrazione si discosta solo in pochi momenti dalla realtà storica. Un “romanzo popolare”, quindi, come lo definì Umberto Eco, importante quanto "I Viceré" e "Il Gattopardo", essenziale a vario titolo nella costruzione identitaria siciliana. Si è inoltre favoleggiato su un presunto rapporto tra il romanzo e la mafia, alla ricerca di un suo sostrato culturale, tanto da far dire alla “moglie del pentito di mafia Tommaso Buscetta che 'I Beati Paoli' era un...
“L’intera città sarebbe diventata ‘casa mia’, tutta Palermo mi apparteneva come io appartenevo a lei” Via XX Settembre si trova poco lontano dal teatro Politeama, nel cuore di Palermo: è qui che nel 1958 viene a vivere la famiglia Agnello. Simonetta ha tredici anni, sta per entrare al ginnasio – il trasferimento è stato deciso per offrire a lei e alla sorella Chiara una vita più stimolante: le scuole migliori, i concerti, le serate al cinema, la casa dei cugini amatissimi a pochi passi. A Palermo si instaura un nuovo equilibrio familiare – il padre è spesso assente per seguire la campagna, ritmi e abitudini sono dettati con ferrea dolcezza dalla madre. A ribadire la continuità col passato, il piccolo mondo fatto di zii, cugini, persone di casa, amici, parenti: un microcosmo indagato con occhio attento, cercando – dietro sguardi, gesti e mezze frasi – anche il non detto. Sullo sfondo, ma in realtà protagonista, una città in cui alle ferite della guerra si stanno aggiungendo quelle, persino più devastanti, della speculazione edilizia. Fastosa e miserabile, Palermo seduce Simonetta: la stordisce di bellezza e di profumi. Nondimeno si insinua la percezione...
Questo volume XVI della serie dei PSI (avviata da Girolamo Vitelli nel 1912) contiene l’edizione di 79 testi in greco scritti su papiro o altro materiale (legno, pergamena) provenienti dall’Egitto e conservati all’Istituto Papirologico «G. Vitelli». Sono presenti sia frammenti di autori noti della letteratura greca (Omero, Esiodo, Erodoto, Tucidide, Senofonte, Isocrate, Demostene, Plutarco; i LXX, Cirillo di Alessandria, il Fisiologo), sia frammenti di opere sconosciute: si segnala fra gli altri un testo di grammatica sul dialetto ionico e un frammento dossografico sulla filosofia aristotelica. Vi sono poi testi di carattere documentario: petizioni, ricevute di tasse, registri, verbali, lettere private, testimonianza della vita quotidiana dell’Egitto di epoca romana e bizantina.
Nessuna versione può restituire le molteplici suggestioni di un testo originale nella loro interezza. Questo processo è ancor più arduo quando ci si cimenta a tradurre componimenti in versi per piegarli alla propria lingua madre. Tradurre significa accettare la sfida e assumersi la piena responsabilità del risultato proposto, che può essere sempre criticato, vuoi perché non fedele alla musicalità dei versi di partenza, vuoi per la libertà di qualche azzardo interpretativo, vuoi per la resa solo parziale di determinate parole o frasi dalla stratificata valenza semantica. Tradurre è cioè un gesto d’amore e insieme di sopruso, le scelte sono del tutto soggettive e diversificate a livello lessicale, morfologico e ritmico. Il desiderio di proporre al pubblico una serie di poesie in traduzione, è in parte certamente frutto di narcisismo, in parte però è anche motivato dalla volontà di farsi mediatori di un prodotto artistico ad altri inaccessibile. Come tutte le traduzioni, anche quelle delle poesie raccolte in questo volume non sono e non possono essere “perfette”, perché la versione è sempre qualcosa di più o qualcosa di meno dell’originale, in quanto, con...
È questa una pubblicazione di tipo particolare: non è religiosa in senso stretto, ma alla religione si ispira chiaramente; è indirizzata alla società considerata nel suo complesso, ma non esclude affatto la categoria sociale pensata come singola; è fatta per tutti i tempi della storia, ma in particolare per il tempo nel quale viviamo. Si compone di novantaquattro messaggi ricevuti dall'1 settembre 1992 all'1 luglio 1994. Essi presentano contenuti diversi anche se provenienti dalla medesima fonte. Ha per titolo Filo diretto e può avere per sottotitolo I Messaggi Universali di Padre Gabriele. "Filo diretto" vuol significare: collegamento immediato tra persone distanti. Chi ha scritto questi brani ha scritto infatti le parole ricevute da un Altro che è lontano, e ricevute per una via che deve dirsi non naturale, cioè una via che non è come quella di una linea telefonica, ma che è fatta di illuminazioni sulla mente provenienti personalmente da Dio e dai Santi, la via detta carismatica, ossia legata a una speciale facoltà concessa a un credente, in forma e con effetti soprannaturali, dallo Spirito Santo per il bene generale della comunità umana. Chi scrive è Gabriella...
Cronache, riflessioni, aforismi, acute osservazioni. L’autore ci narra attraverso il suo sguardo critico e la sua lucida ironia la transizione da un’epoca ad un’altra, dal tempo avanti Coronavirus al dopo Coronavirus, dissertando su molteplici questioni. “Sebbene questo libro consista (a suo modo) anche in cronaca, diario di quanto vissuto, è bene chiarire che non esiste nessun tentativo di fare la storia dell’epidemia. Si pubblicano più che altro istantanee saltando da un argomento all’altro. Possibilmente smentite dai fatti qualche giorno dopo. Ma rimaste rigorosamente immodificate. Quasi sempre con l’indicazione della data. Ogni capitolo è a sé stante: la cronologia riparte dal mondo precedente e prosegue nella nuova era virata. Rende vivace il libro l’intuizione di riportare non solo la mia lettura degli eventi e certi miei graffianti commenti – quantitativamente preminente – ma di inserire anche decine di opinioni altrui”. Pino Scorciapino è nato a Troina (En) nel 1955, sposato, due figlie. Laureato in scienze politiche, dirigente dell’amministrazione regionale a Palermo dal 1987 al 2017 nel settore programmazione economica e investimenti europei. ...
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