
Questo numero di «Meridiana» è focalizzato sulla presenza risalente e pervasiva dei «briganti italiani» e, più generalmente, dei fuorilegge politicizzati sette/ottocenteschi nella Wonderland della cultura di massa e degli immaginari collettivi del Novecento e di inizio XXI secolo. I saggi presentati sollecitano ad avviare il cantiere pressoché inesplorato dell’archeologia, della morfologia, della circolazione intermediale e della ricezione delle narrative a tema brigantesco nell’universo della musica, dei fumetti, dei cartoni animati, dei giochi da tavolo e dei videogames, della cultura materiale e del merchandising, del (foto)romanzo, della filmografia, degli sceneggiati televisivi e della fiction seriale up to date. Il revival e la resilienza delle narrazioni sintetizzabili nell’efficace espressione brigantiland non sono semplicemente delle trovate per richiamare turisti, per produrre brand, per vendere libri, per attirare followers, per aprire musei. Al contrario, sono processi culturali complessi che possiedono un forte impatto comunicativo e una formidabile pervasività, anche sul piano memoriale e simbolico. Queste costellazioni discorsive fanno parte di quelle...
Questo libro tratta i principali strumenti musicali dell’Antico Egitto, le loro varietà, e le tecniche esecutive. Questo libro si compone di cinque capitoli: Capitolo 1: La ricchezza di strumenti evidenzia le caratteristiche generali degli strumenti egiziani e le componenti principali dell’orchestra. Capitolo 2: Strumenti a corda illustra i vari strumenti a corda dell’Antico Egitto come le lire, il tri-gonon (zither) e le arpe, oltre che le tecniche esecutive: Le tecniche esecutive dell’arpa; le capacità onnicomprensive degli antichi; gli strumenti a corda con manico, come il liuto a manico corto; le chitarre egiziane a collo lungo; e gli strumenti ad arco [kamanga, rababah]. Capitolo 3: Strumenti a fiato tratta il flauto con foro inferiore aperto; flauto traverso; il flauto di Pan; il flauto ad ancia semplice (clarinetto); il flauto doppio; il doppio clarinetto; l’oboe ad ancia doppia; l’arghul; altri strumenti (cornamusa e organo); e corni/trombe. Capitolo 4: Strumenti a percussione tratta gli strumenti membranofoni come i tamburi e i tamburelli; e gli strumenti non membranofoni (idiofoni) come le bacchette per percussioni, i batacchi, i sistri, i cimbali, le...
“Perché sentiamo Leonardo così vicino e così presente? Perché è un artista imperfetto. La sua indubbia genialità lo rende diverso da chiunque altro, però la sua è una diversità che non comporta lontananza e distacco. È vicino a noi, prossimo agli uomini che non sono geni assoluti, perché il suo è un continuo tentativo di capire il mondo, sperimentando. Leonardo è stato ogni cosa: scrittore, architetto, scultore, pittore; ma sebbene di lui vi siano immagini innumerevoli, non si conoscono i suoi progetti architettonici e le sue sculture. In lui il tentativo è stato sempre più forte della realizzazione delle cose. La pittura è il momento più pieno di questa carriera incompleta, frammentaria e divisa, che lo rende così vicino alla sensibilità contemporanea. L’artista ha un’anima che vive nell’estensione di sé che è il suo dipinto, così il pensiero di Leonardo vive nella sua opera, che si proietta in un tempo che supera il nostro. Il desiderio che motiva Leonardo, più di ogni altro artista, è il tentativo di superare il confine del tempo, superare la morte: è entrare nella dimensione dell’immortalità. Ecco perché ascoltiamo le sue parole: perché...
La nostra civiltà è nata in Grecia. Leggere le opere di Erodoto e Tucidide significa risalire alle origini della cultura occidentale, ripercorrere le tappe dell'evoluzione di concetti come città, politica, democrazia; ma significa anche contemplare la parabola di una nazione che, piccola e divisa, riuscì a sconfiggere il più potente impero dell'epoca e, divenuta ricca e potente, finì con l'annientare un'intera generazione in una disastrosa guerra fratricida. Le Storie di Erodoto (485-425 a.C. ca.) fanno rivivere il fascino del favoloso Oriente, l'eterno mistero dell'Egitto e la grandiosa saga delle guerre persiane, attraverso pagine indimenticabili che rievocano l'epopea dei Trecento di Leonida alle Termopili, l'empia arroganza del re persiano Serse, l'audacia di Temistocle a Salamina. Raccontando la guerra del Peloponneso che, cinquant'anni dopo le guerre persiane, spaccò a metà il mondo greco, Tucidide (460-400 a.C. ca.) si interrogò sui meccanismi che muovono la storia, sulla moralità del potere, sulla giustizia dei forti e la giustizia dei deboli: questioni sempre attuali perché, "essendo la natura umana quel che è, torneranno prima o poi a ripetersi con modalità...
Kapuściński si prende un momento di pausa e riflessione e ripercorre le proprie vicende, raccontando retroscena finora ignorati delle sue storie: dall infanzia povera a quando, fresco laureato, venne mandato allo sbaraglio prima in India e poi in Cina, senza conoscere niente di quei paesi. Ripercorre i viaggi in Africa, in Egitto, in Iran, poi di nuovo in Africa, rievocando sotto tutt altra luce e con mano leggera le vicende storiche che ve lo hanno portato. Ci rivela le difficoltà incontrate di fronte alla vastità della materia da dominare, interpretare e giudicare. E, di fronte a queste difficoltà, il suo punto di riferimento, il suo livre de chevet, il testo da leggere e rileggere è sempre stato Erodoto. La lettura di Erodoto non di rado lo appassionava più del lavoro da svolgere. Erodoto, come Shakespeare, ha visto il microcosmo delle passioni umane e il macrocosmo delle vicende storiche. Da un lato ci ha narrato come la Grecia abbia ritardato di secoli l avanzare dell Asia in Europa e, dall altro, ha rappresentato la brama di potere, la crudeltà, la cecità di piccoli e grandi satrapi. Erodoto fa capolino dalle storie di Kapuściński, compare e scompare, viene...
Questo libro esamina l’origine delle sfide tecnologiche e organizzative dell’industria in Europa e negli Stati Uniti e le tappe della sua formulazione teorica; la creazione della figura dell’ingegnere industriale fra Ottocento e Novecento; e l’elaborazione delle discipline tecnologiche e del linguaggio e dei concetti fondamentali (sistema, automazione, controllo, ottimizzazione, rete) dell’ingegneria industriale moderna. Diviso in tre parti organizzate cronologicamente, ogni capitolo è corredato da letture, indicazioni bibliografiche per l’approfondimento e schede illustrative di aspetti storici, biografici (relativi a alcuni grandi ingegneri, scienziati e filosofi), terminologici e matematico-tecnici. Il volume si rivolge a studenti universitari del corso di Storia dell’Ingegneria Industriale, nato dall’esigenza, sempre più diffusa nelle Facoltà di Ingegneria, di offrire insegnamenti di profilo umanistico. L’impostazione del libro è tale da poter essere utilizzato come testo anche in corsi sui temi quali Storia dell’Ingegneria, Storia della Tecnologia, Storia dell’Europa, oltre che nei corsi di Cultura generale e nelle attività formative inserite nei...
Journalistic analysis, through personal participation in school outings, of Italian adolescents today.
[ITA] Il termine potere, lungi dal possedere una designazione rigida, gode di svariate accezioni e di molteplici forme. Proprio in virtù della sua pervasività nonché della sua incoercibile multiformità, è possibile leggere la storia dell’uomo come una storia di potere o di poteri. Diverse sono le declinazioni del termine: da quella che permette di interpretarlo come possibilità di azione da parte di ciascun soggetto, a quella che lo intende quale monopolio della forza o ancora legittima forma di amministrazione politica. Tanto come sostantivo quanto come verbo, il potere racconta una storia necessaria: la storia di un consorzio umano che non può prescindere dal subire o dall’esercitare potere e di un uomo che per essere deve potere. La necessità e la trasversalità della articolata tematica sono al centro di questo volume, che scaturisce da uno sforzo di riflessione nato nell’ambito del Dottorato di ricerca in “Storia, Culture e Saperi dell’Europa mediterranea dall’antichità all’età contemporanea” del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi della Basilicata. La formazione ampia ed eterogenea degli autori, spaziando dalla storia alla...
Il sorriso luminoso di Aurora dopo i capricci. La gioia di Beatrice mentre danza. La furia di Carlo che vuol farsi rispettare. E via così, dalla A alla Z. Una raccolta di trentacinque ritratti in versi ispirati a bambini veri per vedere il mondo come lo vedono i più piccoli.
La civiltà egiziana, fiorita lungo le rive del Nilo per circa 3000 anni, fu una delle più straordinarie e durature del mondo antico. Ancora oggi, trascorsi due millenni dal suo tramonto, essa continua a esercitare un notevole fascino. Gli Egizi hanno lasciato molte tracce della loro cultura, grazie anche al clima secco del deserto che le ha conservate nei secoli. La Sfinge e molte piramidi, le mummie, le maschere funerarie, le decorazioni sepolcrali, i papiri, sono così state preservate dalla distruzione, la sorte comune di tante antiche vestigia. L’Egitto è infatti noto anche con il nome di “dono del Nilo”, perché le piene del fiume depositavano sui campi uno strato di fertile limo, vitale per la crescita delle colture. Già in età preistorica, i primi abitanti impararono a seminare e piantare le loro messi nei campi ancora coperti dal limo dopo che le acque si erano ritirate. I raccolti, quasi sempre abbondanti, permisero a quella civiltà di prosperare e di raggiungere uno splendore mai conosciuto prima. Questa rivista vuole dare informazioni sulla Cultura, Turismo, Storia e sulle interconnessioni sul nostro mondo Occidentale. In qusto numero: IL GATTO NELL’ANTICO ...
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