
Nel Messico infuocato degli anni Venti, tra rivoluzioni e restaurazioni, avanguardie artistiche e politiche, l'esilio illustre di Trotskij e le visite reverenti dei surrealisti, matura e si consuma un'avvincente storia artistica e sentimentale. È l'amore e il matrimonio di due grandi della pittura novecentesca: Diego Rivera, massimo tra gli inventori della tradizione muralista, militante comunista, e Frida Kahlo, pittrice surreal-naif, musa di un'intera generazione di artisti. Un rapporto inquieto, attraversato da tradimenti e fughe, rafforzato dalle comuni scelte politiche dei due.
Il nuovo volume della serie bestseller internazionale racchiude cento biografie di donne che hanno lasciato il loro paese d'origine per una moltitudine di ragioni diverse: chi per trovare nuove e migliori opportunità, chi per il bisogno di sfuggire a situazioni difficili. I lettori scopriranno le vite di Josephine Baker, ballerina e attivista, di Asma Khan, rinomata chef e di Alice Guy, la prima regista della storia, e ancora la cantante Carmen Miranda, l'eclettica Rihanna, la fumettista Marjiane Satrapi e tante altre. Informatiche, chirurghe, musiciste, politiche, campionesse di judo e scacchi: queste figure fuori dal comune ispireranno le bambine - e i bambini - di tutto il mondo a inseguire i propri sogni, oltre ogni confine. Per non smettere di sognare: da qualsiasi posto veniamo, ovunque andiamo.
È il romanzo di un viaggio attraverso un paese narrato dalla gente, da innumerevoli personaggi: bevitori incontrati in vivacissime bettole, autisti di squinternate corriere lanciate per migliaia di chilometri tra selve e deserti, meccanici-filosofi e gommisti-antropologi, vecchi indios dalla saggezza velata di ironia, giovani teppisti delle bande metropolitane o allevatori di galli da combattimento che si rivelano custodi di antiche tradizioni. Un caleidoscopio di comparse sullo sfondo di un Messico sornione, sempre pronto a infiammarsi senza preavviso, capace di stupire il viandante a ogni angolo di strada. Pino Cacucci osserva, ascolta, registra, reinventa, guidato dalla certezza che le storie tramandate sono più vere della storia ufficiale. "'Beh,' come diceva Harold Pinter, 'macché New York o Parigi: quando voglio respirare cultura vera e rinnovare le energie intellettive, vado a Città del Messico'."
Este volumen es el fruto de muchos años de estudios, investigaciones, experiencias y didáctica de la mediación, tema que explora en profundidad desde una perspectiva lingüística, comunicativa y pragmática, de análisis de textos y discursos, de imágenes y símbolos, en un diálogo continuo entre lengua(s) y cultura(s) hispánica(s). Nacido de la colaboración entre la Universidad La Sapienza y la Universidad de La Habana, este libro es la primera obra científica sobre mediación lingüística y cultural que va más allá del enfoque tradicional de la traducción, hasta llegar a una visión amplia de la mediación como comprensión, coordinación y transformación de las relaciones interpersonales. El texto, escrito en español, va dirigido especialmente para los estudiantes universitarios de los cursos de mediación lingüística y cultural, de las ciencias políticas y sociales y de la comunicación, pero satisface plenamente las necesidades de todos aquellos profesionales, investigadores y expertos que, en los distintos niveles de formación o ámbitos de actividad, se ocupan de la teoría, la práctica y la metodología de la mediación, ya que ofrece tanto todo un...
Il volume raccoglie gli articoli di varia, di cultura, di attualità politica e letteraria concernenti la Spagna e l’America Latina, pubblicati da Maurizio Fabbri sul quotidiano “Il Gazzettino” di Venezia nel corso di una decennale collaborazione (1978-1988). Alla luce dei rapidi ed epocali mutamenti avvenuti allora nella penisola iberica, questi materiali offrono uno spunto interessante per comprendere meglio come in Spagna si sia concluso e consolidato il ritorno della democrazia e recepiscono alcuni aspetti della cultura letteraria dei Paesi ispanofoni e lusofoni.
In un intreccio tra realtà e finzione, il romanzo di Maurizio Braucci è uno sguardo su Napoli, sull'Italia e sull'Europa viste dalla prospettiva di uno dei Paesi più tormentati del mondo, il Messico...
A partire dal 1968, ogni anniversario ha prodotto idee, visioni e opinioni su quello che è stato definito un “anno magico”. E così il racconto e il ricordo del ’68 hanno sviluppato una vita propria, che di volta in volta si è adattata alle esigenze del periodo storico nel quale veniva evocata. Da allora il mondo è cambiato. Il ’68 capitava in un momento di crescita economica, di espansione del benessere comune. Oggi, dopo una crisi finanziaria che ha colpito tutto l’Occidente e una pericolosa degenerazione del discorso politico, non è più possibile ragionare con le stesse coordinate. Questo libro non celebra quell’anno, ma ne misura la memoria nella politica contemporanea, nei suoi temi e nei suoi conflitti. La memoria, la crisi e la trasformazione sono le lenti attraverso le quali i grandi intellettuali del nostro tempo pesano il lascito del passato nel presente. Nel cinquantesimo anniversario dell’anno della rivolta, la memoria del ’68 esiste infatti come eredità simbolica nei movimenti della politica europea e globale. Di quelle vicende che cosa ricordiamo? Ma soprattutto, che cosa abbiamo rimosso? Per la prima volta intellettuali e politici, da Colin...
«Le librerie sono piene di libri piccoli su grandi persone... Puoi contare sulle dita di una mano i grandi libri su grandi persone. Questo è uno di quei libri». Zygmunt Bauman «Il libro di Domosławski è bello perché è anacronistico. In un’epoca come la nostra, in cui è bandita ogni ambivalenza e dove il passatempo preferito è giudicare gli altri, magari con domande retoriche, il giornalista polacco ricolloca la vita del suo maestro in un contesto storico e umano preciso». Wlodek Goldkorn, L’Espresso «Il libro di Domosławski è il grido prolungato di un discepolo preoccupato e addirittura deluso, per aver scoperto, nel suo viaggio di quasi tre anni sulle orme del maestro, cose che lo hanno profondamente turbato. Il nocciolo della questione, per Domosławski, per me e probabilmente per il resto del mondo, è stabilire il confine tra fatti e invenzione». Timothy Garton Ash, la Repubblica
Castells analizza la politica della società globale in rete nel XXI secolo: il terrore di Al-Qaeda, le mobilitazioni no global e la crisi mondiale del neoliberismo. Alla perdita di senso provocata dall’istantaneità dei flussi finanziari e mediatici, le comunità umane reagiscono riaffermando aspetti centrali della propria identità e rivendicando col conflitto spazi di agibilità politica e culturale nel mondo globalizzato.
«Di tutti gli azzardi letterari,» disse una notte Gabriel García Márquez al suo amico Mutis «l’unico davvero irrealizzabile mi sembra quello di scrivere una storia gotica ambientata ai Caraibi». Per tutta risposta Mutis scommise il contrario. Oggi i lettori della "Casa di Araucaíma" possono giudicare l’esito di una simile sfida – e per molti non ci sono dubbi: si tratta di uno dei vertici nell’opera dello scrittore, un racconto magistrale scritto per scommessa. Ma anche negli altri racconti che compongono questo volume Mutis sembra voler condurre all’estremo la propria laconica, struggente idea del narrare. In apparenza si riserva il distacco del testimone oculare, di chi riporta la nuda concatenazione dei fatti esponendoli secondo differenti versioni e limitando il proprio intervento a rarissime e scarne modulazioni. Ma in tal modo riprende a tracciare, stavolta per schizzi e frammenti, la mappa di un paesaggio letterario che spesso fa pensare a una sorta di territorio carsico, dove figure e sfondi logorati dall’uso vengono inghiottiti per poi riemergere all’improvviso – come per la prima volta. "La casa di Araucaíma" è apparso nel 1978.
È la notte del 2 ottobre 1968 a Città del Messico, mancano dieci giorni all’inizio dei giochi olimpici messicani. In piazza delle Tre Culture, nel quartiere di Tlatelolco, l’esercito interviene per reprimere le manifestazioni studentesche. Il bilancio è di oltre duecento morti e di centinaia di arresti. Tradotto per la prima volta in italiano, ’68 è l’appassionante memoir di Paco Ignacio Taibo II sulla stagione della contestazione in Messico dalla nascita del movimento di protesta, con l’occupazione di scuole e università, fino alla repressione dello Stato e al sanguinoso epilogo. Taibo II, che era membro della Commissione sciopero nella facoltà di Scienze politiche, ritaglia nella sua memoria un collage di ricordi personali che disegnano i giorni esaltanti e tragici della ribellione e forniscono all’autore lo spunto per una riflessione sulle virtù e sui limiti del movimento studentesco messicano.
«Non liberarmi, grazie, faccio da me». Dai muri alle strade, alle scuole, alle fabbriche, alle piazze, lo scossone che cinquant’anni fa ha cambiato la rotta del mondo abbattendo barriere con allegria, altruismo, effervescenza e generosità. Da Roma a Berlino, passando per New York, Parigi, Tokyo, Milano, Chicago, Trento, Pisa, Torino, Dakar, Rawalpindi, Belgrado, Praga, Varsavia, Istanbul, Rio de Janeiro, Città del Messico, il racconto di quella stagione insuperabile di speranze e rivolta che fu il '68. Un anno che ha segnato il mondo intero e che a mezzo secolo di distanza fa ancora parlare di sé, ripercorso in un caleidoscopio di situazioni con la voce dei suoi protagonisti, attraverso una raccolta minuziosa di preziosi frammenti e immagini, con storie inedite e testimonianze di chi c'era. L’occupazione di Palazzo Campana a Torino, il Vietnam Kongress a Berlino, la Columbia University e i Weathermen negli Stati Uniti, i contadini e gli studenti giapponesi a Narita, i cattolici dell’Isolotto a Firenze e la scuola di Barbiana, il contro-quaresimale a Trento, le comuni, il liceo Parini occupato a Milano e il Mamiani a Roma, gli scontri e i ferimenti alla Sapienza, la...
Tina si chiamava Assunta Adelaide Luigia Modotti. Era nata a Udine nel 1896, da un’umile famiglia. Il padre era un muratore di idee socialiste, lei dovette ben presto lasciare la scuola e lavorare per aiutare la famiglia a tirare avanti, poi emigrò negli Stati Uniti dove stavano crescendo i grandi movimenti sindacali. La vita culturale e artistica in fermento a San Francisco, Los Angeles, Hollywood e a Città del Messico le dischiusero la via prima del teatro e del cinema, poi della fotografia. Il matrimonio con il pittore e poeta Roubaix de l’Abrie Richey, detto Robo, e la relazione con il fotografo Edward Weston stimolarono la sua creatività. Donna appassionata, si dedicò alla causa rivoluzionaria in Messico, lavorò per Soccorso rosso, combatté con le Brigate internazionali in Spagna. Con il suo grande fascino fece innamorare follemente di sé molti uomini e di molti divenne amica, e frequentò personaggi illustri come Diego Rivera, per il quale posò, Ernest Hemingway, John Dos Passos, Robert Capa. Morì in circostanze poco chiare a Città del Messico nel 1942.“Un mondo marcia dove andavi tu, sorella. / Ogni giorno cantano i canti delle tue labbra / sulle labbra del...
Gli anni ’90 del XX secolo hanno segnato un punto di non ritorno per la società e le lettere spagnole: la piena integrazione alla contemporaneità ha portato con sé l’asservimento alle leggi di mercato e l’affermarsi di un narrare aperto all’ibridazione tra linguaggi, insofferente alle distinzioni tra alta cultura e spettacolo popolare. In questo volume si prova a tracciare un bilancio ragionato di questo passaggio, smontando fenomeni generazionali discutibili e facendo dialogare tradizione e pop, in un confronto che coinvolge le traiettorie letterarie di Ray Loriga, Juan Bonilla e Juan Manuel de Prada, emblematiche per il loro snodarsi tra questi due estremi alla ricerca di una prosa laconica come un verso di canzone rock o esuberante di metafore, nel segno di una metaletteratura ludica o raffinata, tra cinema, musica, televisione e barocchismo.
“Quando nel febbraio del 1993 ci installammo a Lanzarote, conservando sempre la casa di Lisbona, i miei cognati María e Javier, che vivevano lì già da alcuni anni, insieme a Luis e Juangio, da poco arrivati, mi regalarono un quaderno che doveva servirmi per prendere appunti sui nostri giorni alle Canarie. Ponevano una sola condizione: che ogni tanto facessi riferimento alle loro persone. Non ho mai scritto nulla su quei fogli, ma è stato proprio così, e non per altra via, che sono nati i "Quaderni di Lanzarote", venuti alla luce nell’arco di cinque anni. Oggi, senza volerlo, mi trovo in una situazione analoga. Stavolta, però, le cause motrici sono Pilar, Sérgio e Javier, che si occupano del blog. Mi hanno detto di avermi riservato uno spazio nel blog, dove posso scrivere qualunque cosa, commenti, riflessioni, semplici opinioni su questo e quello, insomma tutto ciò che mi capita a tiro. Molto più disciplinato di quanto comunemente appaia, ho risposto loro che, sissignore, lo farò a patto che non si pretenda per questo "Quaderno" l’assiduità che avevo imposto a me stesso per gli altri. Dunque, per quel che può valere, contino pure su di me.” José Saramago Il...
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Siamo sempre più soli e chiusi in noi stessi, i contatti con gli altri sono frammentari e raramente esprimono quel che siamo davvero. La società alimenta ogni giorno l’ossessione per un Io ipertrofico e narcisista e per un Noi escludente e aggressivo. In questo scenario l’amicizia può agire come un’apertura, un dispiegamento d’ali in grado di elevarci al di sopra delle piccole esigenze quotidiane, delle paure che paralizzano, della pigrizia che ci toglie slancio, delle false identità che nascondono il nostro volto e le passioni profonde. Perché ciò avvenga, però, bisogna coglierne l’essenza. L’amicizia non è solo un volersi bene, non si esaurisce in quel legame semplice fatto di calore, affetto, vicinanza, aiuto reciproco e voglia di divertirsi insieme. È molto di più: è il gioco più serio, quello che finalmente, come dice Aristotele, «ci fa sentire che esistiamo». Per capire la natura complessa dell’amicizia dobbiamo confrontarci con alcune voci della filosofia, a partire da Socrate e dal suo incessante tuffarsi nella relazione che ci pone le domande decisive: il legame tra amici nasce dalla somiglianza, dall’avere abitudini e radici in comune o è...
Il tema: Femminismi senza frontiere, a cura di Elisabetta Bini e Arnaldo TestiElisabetta Bini e Arnaldo Testi, Introduzione (p. 5-18)Ellen Carol Dubois, Roma 1923: il Congresso della International Women Suffrage AllianceChristine Ehrick, I femminismi ispanici, pan-americani e atlantici, fra le due guerre (p. 41-64)Arnaldo Testi, Alle origini di una utopia pacifista transnazionale: Rosita Schwimmer e la fondazione della Campaign for World Government (1937-1938) (p. 65-83)Mathieu Caulier, Dall’internalizzazione marxista al neoliberimo globale: i femminismi messicani (1970-2000) (p. 85-107)Maya De Leo, Le Sorelle della Perpetua Indulgenza: impegno sociale, sovversione estetica e spititualità queer (p. 109-128)RicercheCarmen Sacco, Il lavoro delle donne in ufficio: le “signorine” del Banco di Napoli (1899-1926) (p. 129-157)Michela Fusaschi, Denise Paulme e Germaine Tillion: etnografe militanti nell’Africa degli anni ’30 (p. 159-177)Biografie e autobiografieMary Gibson, La storia di genere nel dialogo tra generazioni (p. 179-185)InterventiRaffaella Baritono, Soggetti globali/soggetti transnazionali: il dibattito femminista dopo il 1985 (p. 187-204)RecensioniLaura Ronchetti,...
Gioconda Belli, l’autrice della Donna abitata, racconta la propria vita, intensa e appassionata. Per combattere la dittatura sostenuta dagli Stati Uniti, Gioconda partecipa alla guerriglia del Fronte sandinista, affrontando rischi enormi e vivendo la perdita di tanti compagni e la tristezza dell’esilio. Ma Gioconda è anche, è soprattutto una donna, assolutamente consapevole della propria identità femminile. Racconta il matrimonio di una ragazza di buona famiglia, finito a rotoli; gli amori travolgenti e difficili dentro la guerriglia, l’amore altrettanto appassionato e difficile con un gringo; le figlie dalle quali è a lungo dolorosamente separata a causa della militanza, le drammatiche gravidanze, i sentimenti, le battaglie interiori, le lacerazioni tra politica, passione, famiglia. Privato e pubblico si scontrano e s’intrecciano nell’avventurosa e romantica biografia di una donna che non vuole essere superdonna, ma vivere con coraggio e creatività per realizzare i propri ideali. «Sono stata due donne e ho vissuto due vite». Gioconda Belli
La cultura conservatrice ama parlare del ’68 come di una esperienza fallimentare, oppure come di una pesante eredità della quale occorre liberarsi. Si trattò invece di un fenomeno unico nella storia del ’900 in quanto movimento di rivolta che coinvolse milioni di giovani, durò per un intero decennio e si propagò simultaneamente in aree geografiche le più lontane tra loro: da Calcutta a Berkeley, da Città del Messico a Parigi. Che cosa determinò l’esplosione? A 50 anni di distanza non è ancora possibile rispondere in modo definitivo a una domanda del genere. Questo libro traccia un’inedita e stimolante panoramica mondiale dei movimenti e delle idee del ’68, compiendo un primo passo in una direzione che si annuncia promettente.
Blanca Perea è una donna all¿apparenza invulnerabile, stimata docente universitaria e pilastro di una famiglia felice. Improvvisamente, vede crollare tutte le sue certezze quando scopre che il marito sta per avere un figlio da un'altra donna. Fuggire da Madrid sembra essere l'unico modo per salvarsi e, senza pensarci, accetta una borsa di studio di tre mesi in California, all'Università di Santa Cecilia. Deve catalogare e archiviare tutte le carte di Andrés Fontana, importante letterato spagnolo trasferitosi negli Stati Uniti e morto già da trent'anni, un lavoro apparentemente noioso ma che si rivela invece decisamente intrigante. Ad aiutarla c'è l'ex allievo prediletto di Fontana, Daniel Carter, che si precipita a Santa Cecilia appena viene a sapere che qualcuno sta finalmente mettendo mano al lascito del suo maestro. Insieme esplorano una parte di documenti fino ad allora sconosciuta, gli studi che il professore aveva dedicato al Camino Real, la catena di missioni che i frati francescani fondarono in tutta la California. Ma l'interesse di Daniel per l'impresa e le ricerche sul nuovo materiale non fanno che scatenare in Blanca una serie di interrogativi via via più...
Dal Plan Colombia degli Stati Uniti negli anni Novanta alla War on Drugs di Calderón in Messico partita nel 2006, passando per le numerose iniziative dell'Onu in Afghanistan, in Thailandia, in Birmania: per la lotta al narcotraffico negli ultimi due decenni si sono spese ingenti quantità di denaro. "Narcoeconomy" è un libro che analizza a fondo i risultati pressoché fallimentari delle strategie adottate dai vari Paesi impegnati in prima linea. Sullo sfondo di una crisi che ha prodotto shock geopolitici profondi in cui molte potenze mondiali sono finite sull'orlo della bancarotta, le uniche economie che non risentono della forte recessione sono proprio quelle fondate sul narcotraffico. Equivalgono, infatti, a quasi i due terzi dell'intero giro d'affari criminale. Un volume di denaro enorme, stimato all'incirca 500 miliardi di dollari, equivalente all'intero fatturato delle sette case automobilistiche più grandi del pianeta. Un business che genera morti, violenza, corruzione e connivenza da parte dei governi. Carlo Ruta, uno dei massimi esperti italiani di narcomafie, attraverso una ricca documentazione, una ricerca approfondita di dati e interviste fatte ai più importanti...
Quando, a ventitrè anni, giunse negli Stati Uniti insieme al marito, il muralista Diego Rivera, la giovane Frida Kahlo era una pittrice alle prime armi, da tutti considerata null’altro che la «piccola moglie messicana» di un artista all’apice della fama. La loro prima fermata fu San Francisco, dove Diego era stato invitato dall’architetto americano Timothy Pflueger per dipingere un murale sulla parete del Pacific Stock Exchange. Sebbene entusiasta di partire, Frida fece fatica a dire addio alla propria famiglia mentre lasciava l’amata patria messicana per Gringolandia, come lei chiamava gli Stati Uniti. Le incognite erano tante: com’era davvero quella terra straniera? Sarebbe stata in grado di comunicare, vista la sua scarsa padronanza dell’inglese? Ma, soprattutto, avrebbe trovato ispirazione per la propria arte? Frida era una figlia della rivoluzione messicana, come amava dire, una paladina appassionata dei diseredati e degli ultimi della terra. Eppure le ci volle la permanenza negli Stati Uniti perchè le fondamenta su cui poggiava la sua idea di casa e di paese natale vacillassero, costringendola a vedere una realtà diversa. In questa terra straniera lottò e...
“Visitare il Messico significa salire su antiche piramidi, nuotare in acque tropicali, assaggiare piatti di cucina creativa, partecipare a feste e festival... Un paese dai mille sapori e un popolo eccezionalmente caloroso” (John Noble, autore Lonely Planet). Esperienze straordinarie: foto suggestive, i consigli degli autori e la vera essenza dei luoghi. Personalizza il tuo viaggio: gli strumenti e gli itinerari per pianificare il viaggio che preferisci. Scelte d’autore: i luoghi più famosi e quelli meno noti per rendere unico il tuo viaggio. A tavola con i messicani; siti archeologici; viaggiare con i bambini; paesaggi e natura.
Nel 1961 il poeta Homero Aridijs incontra per strada una povera disgraziata che vende per due lire vecchie cartoline, vecchie immagini di sé giovane, nuda, bellissima. I suoi occhi verde smeraldo brillano ancora e il poeta la riconosce: è Carmen Mondragon, in arte Nahui Olín, la più bella donna di Città del Messico quando a Città del Messico c’erano le più belle donne del mondo. Negli anni della rivoluzione, di Emiliano Zapata e di Pancho Villa. Nel tempo in cui, in nome del popolo e di una libertà che sembrava lì a due passi, un pugno di artisti e di intellettuali scosse dalle fondamenta cultura e politica, creatività e morale di un intero paese. È proprio su questo sfondo che si muove la leggendaria storia di Nahui. Pino Cacucci fa perno intorno al personaggio straordinario di questa donna poi caduta nell’oblio per dar forma e ritmo a una grande storia di anime in rivolta contro il mondo e contro se stesse, anime dentro e fuori la Storia che hanno accarezzato un sogno di libertà così alto da essere imprendibile.
“Spiagge orlate di palme, una cucina piccante, giungle torride, città piene di vita, i fuochi d'artificio delle fiestas, la creatività di Frida Kahlo: il Messico evoca immagini molto diverse, ma sempre vivide. E la realtà è all'altezza delle aspettative". In questa guida: i siti archeologici; la cucina messicana; viaggiare con i bambini; paesaggi e natura.
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