
Nelle poesie di Tomas Tranströmer la forza espressiva della parola è portata all’estremo, a una nitida ed essenziale geometria. Alla lingua che si fa strumento di potere, che “marcia al passo dei carnefici”, il poeta svedese contrappone il silenzio antichissimo e sempre nuovo della natura e l’alternarsi di attesa e quiete che scandisce una partitura musicale. Questa raccolta, considerata il suo capolavoro, prende il nome da una composizione che Franz Liszt scrisse durante un soggiorno veneziano. Collocando nitide immagini poetiche sullo sfondo di una città che il mare sembra sempre pronto a sommergere, La lugubre gondola scivola quieta sulle acque del mistero, risvegliando un’idea del mondo nutrita dalla forza del dubbio, dalla precarietà come premessa di ogni possibile, dalla necessità di rinunciare a ciò che è troppo certo per essere anche vero. Dell ́universo poetico di Tranströmer, dei suoi incroci tra musica, parola e silenzio, Gianna Chiesa Isnardi offre, nel lungo saggio che chiude il volume, una lettura rigorosa e appassionata.
Le istanze autobiografiche sono un tratto caratteristico delle letterature scandinave a partire dai grandi autori del passato. Oggi, dopo le sperimentazioni moderniste della costruzione dell’io, si affermano opere narrative e poetiche che mettono in discussione il confine tra verità autobiografica e finzione, stimolando ulteriormente il dibattito sull’autobiografia che nel Nord Europa si sviluppa dagli anni Ottanta del Novecento ed è vivace, innovativo e articolato. I 24 autori del volume – studiosi italiani e scandinavi attivi in Italia o all’estero, ricercatori e scrittori scandinavi interessati all’Italia – illustrano la pluralità e gli usi delle scritture autobiografiche dal Cinquecento a oggi, illuminano zone di un territorio vasto, indagano testi poco studiati o tornano a interrogare i classici.
Archaeological-environment research in northern Istria: the valley of Risano River.
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