
100 ROUNDS: pillole di boxe
Autore: Max Chen
Numero di pagine: 146100 informazioni utili per tutti coloro che amano la boxe.
100 informazioni utili per tutti coloro che amano la boxe.
Intessuto di precisi riferimenti alchemici e filosofici, lo Studio della Boxe Bagua di Sun Lutang è uno dei testi più affascinanti e il primo a essere stato scritto su questa originale e complessa arte marziale. Composto da un grande combattente della vecchia generazione, che incarnava l’ideale del letterato-guerriero dotato di un’eccellente cultura e che fu portato a modello dei giovani per rilanciare lo spirito nazionalistico in un difficile momento storico della Cina del primo Novecento, il libro ha dato un grande impulso alla ripresa della pubblicazione di manuali sulle arti marziali e ha creato le basi per la cultura di queste discipline, così come le intendiamo oggi in Occidente. Il suo messaggio è profondo nel modo, quanto semplice nella prassi: la maestria si racchiude in una pratica costante e in uno spirito aperto alla crescita.
Un manuale che illumina il principiante e l’appassionato di boxe sulle basi tecniche del pugilato, rivelando anche molti piccoli segreti che altrimenti si acquisirebbero soltanto con anni e anni di ring. È scritto come un romanzo, con uno stile agile, avvincente, e racconta la storia dell’autore, Maurizio Arena, e della sua iniziazione al pugilato nella prestigiosa Gleason’s Gym di Brooklyn, la palestra dove è passata la storia della boxe: Sugar Ray Robinson, Rocky Marciano, Floyd Patterson, Muhammad Ali, Joe Frazier, George Foreman, Mike Tyson, Marvin Hagler, e molti altri. La lettura di questo libro susciterà sicuramente in noi il desiderio di cimentarsi con il pugilato, e farà comprendere perché questo sport in cui un uomo, con quasi niente addosso, sfida un suo simile e le proprie debolezze e paure, giocandosi tutto in pochi, lunghissimi minuti, è, più di ogni altra disciplina sportiva, la grande metafora della vita.
Un libro che racconta gli angoli bui del pugilato. Storie emozionanti, divertenti, a volte malinconiche. Uomini che hanno conquistato il mondo, per poi precipitare nella disperazione. L'inquietante declino di Gustavo Ballas tra droga e alcool. La tristezza di Nikolay Valuev, il re dei massimi, un gigante terribilmente solo. A una festa in suo onore, mentre gli altri ballano, lui piange disperato. L'incredibile vigilia di una coppia di pugili, gonfi di birra e mortadella prima di andare a combattere. Vincere è bello, ma per campare si fa qualsiasi cosa. E poi, le zanzare. Quelle che, a Copparo in Emilia, assalgono i pugili fino a farli fuggire dal ring e mettono ko l'arbitro. L'intrigante avventura di Reggie Strickland, perdente di professione. La pazzesca vicenda di Nick Blackwell, il pugile che ha sconfitto la morte. Come dice la scrittrice americana Joyce Carol Oates: "La vita è come la boxe per molti e sconcertanti aspetti. La boxe però è soltanto come la boxe". E non sono sempre e solo i protagonisti a ispirare le storie più belle, anche i comprimari ne hanno di meravigliose.
Conosciuto in Italia unicamente per essere il creatore del personaggio di Conan il Barbaro, Robert E. Howard (1906-1936) ha invece scritto tantissima narrativa di generi diversi, dalla fantasy al giallo, dal fantastico al poliziesco, sino a racconti dedicati allo sport e nello specifico, il pugilato. “L’Uomo di Ferro” è una raccolta di tre storie di boxe, tradotte per la prima volta in Italia che non mancherà di incuriosire e affascinare i lettori. In esse non mancano le caratteristiche di ogni opera di Howard: la forza, il coraggio, l’ignoto.
Edizioni integraliIntroduzione di Walter MauroTraduzioni di Paola Cabibbo e Flaminio Di BiagiI racconti proposti in questo volume contengono temi e motivi tipici di London, una curiosa combinazione di princìpi libertari e teorie darwiniane. Gli eroi sono tutti pugili, e allo stesso tempo apostoli sociali e primitiva espressione della legge della giungla, dove vince il più forte. London, come sempre cronista fedele e dalle tinte forti, narra qui l'ipotesi di una rivincita sulla società: mette in scena il mondo del pugilato e dei suoi personaggi picareschi. La boxe diventa così la sfida dura e spietata, un rischio che, accettato o subito come inevitabile soperchieria dettata dalle condizioni, può significare affermazione, speranza, riscatto sociale e politico, ma resta soprattutto esuberante e fascinoso trionfo vitale. Jack Londonpseudonimo di John Griffith Chaney, nacque nel 1876 a San Francisco. Viaggiò moltissimo ed esercitò i più svariati mestieri, da mozzo a cacciatore di foche, a lustrascarpe a commerciante. Riuscì tuttavia, da autodidatta, a crearsi una solida cultura con lo studio disordinato dei grandi autori europei. La lettura di Marx, il contatto con i vagabondi ...
"Roma sul ring" è il racconto di quasi un secolo di boxe nella Capitale: personaggi, aneddoti, ma soprattutto storie di vita di pugili che praticavano la noble art quando il ring era spesso la strada. Dalla leggenda di Primo Camera a Piazza di Siena fino alle imprese di Nino Benvenuti, al suo incontro al Villaggio Olimpico con un giovane veloce non solo con i pugni ma anche con la lingua che si chiamava Cassius Clay. E poi ancora Tiberio Mitri, primo vero divo della boxe italiana, la grande rivalità tra Leone Jacovacci e Mario Bosisio, simboli dell'antagonismo tra Roma e Milano, le vicende di Mario D'Agata, il campione sordomuto, la sfida fra Giulio Rinaldi e Archie Moore, la "Vecchia Mangusta", la grandezza di Bruno Arcari, forse il più invincibile di tutti... Una storia intensa, fatta più di grandi uomini che di grandi campioni, pugili "gagliardi" in grado di accendere la passione dei loro sostenitori e di scatenare rivalità, polemiche e liti tra le fazioni e i vari quartieri della Capitale. Il racconto di un appassionato spettatore, che ha conosciuto da vicino i protagonisti e le comparse di una storia che ha attraversato la vita della sua città.
Radicato nella società che lo produce offrendolo alle masse sotto forma di intrattenimento, lo sport è solo un lavoro come un altro: una merce obbligata a rispondere alla legge del mercato e non certo ai valori di cui la pratica sportiva dovrebbe o potrebbe farsi portatrice. Ma ciò che in gran parte del mondo appare ormai come scontato, a Cuba si rivela diverso e, come per magia, ecco la partecipazione trionfare sull'agonismo, il senso dell'impegno e della lealtà primeggiare sull'etica del risultato a tutti i costi e lo spirito olimpico surclassare l'idea del professionismo. Viaggio nella storia popolare della boxe cubana, "Pugni e socialismo", forte del contributo di campioni dal calibro di Teofilo Stevenson o Felix Savon, mostra come l'utopia di uno sport libero dai dettami della società dello spettacolo sia non solo possibile, ma anche vissuta e praticata a livello di massa
"Politica, cultura, economia." (varies)
Il pugilato è uno sport di riscatto. È stato così per gli italiani all'inizio del secolo scorso, come per gli irlandesi e i neri americani, che negli States combattevano per emanciparsi da una condizione di povertà, emarginazione e miseria. Luca Michael Pasqua ha combattuto come dilettante, vincendo molti titoli, e poi da professionista, guadagnandosi l'appellativo di "Luca Bazooka". Anche lui ha coltivato il sogno americano, allenandosi nella mitica palestra "Gleason's Gym", e questa è la sua storia.
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