This book aims to investigate the phenomenon of volunteering as a workfare event, as a synchronous rewriting of territorial policy and advocacy, according to the principles of risk and border. The two terms, as a solid sociological category, shed light on the material and semantic shift of European welfare. Beyond its contents, this book represents an important research experience of a complex European-wide survey network on the phenomenon of volunteering and a best practice of collaboration and cultural exchange between university researchers and men and women that work in the fi eld of social policies concretely and every day.
«Indicibile peso» per i bilanci, infermiere ribelli, serve fuggitive, spose da dotare, ma anche abili tessitrici ed esperte levatrici, le migliaia di figliole affidate all'Ospedale Maggiore milanese costituirono una variabile decisiva nella costruzione di una strategia assistenziale, che, misurandosi con i mutamenti sociali, rappresentò per secoli un efficace strumento di governo cittadino. Grazie a un capillare scavo archivistico, il libro indaga l'evolversi - dagli esordi dell'Età moderna agli anni della Restaurazione - delle relazioni fra i padri ospedalieri milanesi e le loro assistite, le Colombe.
Il volume intende prefigurare le possibili declinazioni di una “leadership intelligente” nel non profit tradizionale, alla luce delle dinamiche evolutive cui quest’ultimo è stato recentemente sottoposto e sulla scorta degli attuali – reiterati – tentativi di professionalizzazione del volontariato. In tale ottica, il volume coglie prioritariamente le caratteristiche identificative della leadership vs il “management”, ripercorrendo la letteratura esistente ed approcciando il tema all’interno del dibattito sul terzo settore.
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Il 10 maggio 1901 Giovanni Laterza diffondeva una circolare nella quale annunciava l'esordio della casa editrice Laterza con i volumi della "Piccola biblioteca di cultura moderna" e il cantiere della "Biblioteca di Cultura Moderna". Ai primi, incerti, passi di un'iniziativa con forte matrice locale seguì l'incontro con Croce e il decollo di una sigla che da allora ha acquisito un solido posto nell'editoria italiana ed europea. Nel 2001 è stata realizzata la prima edizione di questo Catalogo storico, per celebrare il centenario della casa editrice ma anche per onorare la memoria di chi l'ha guidata, trasformata, rilanciata, dal secondo dopoguerra alle soglie del Duemila: Vito Laterza, scomparso nel maggio di quell'anno. Questa edizione del Catalogo, aggiornata al 31 dicembre 2020, viene pubblicata vent'anni dopo per testimoniare come l'impegno di Vito Laterza, al pari di quello del fondatore Giovanni Laterza, è stato portato avanti. Con problemi, soluzioni e iniziative nuovi, ma sempre con l'obiettivo di selezionare, dare forma, diffondere contenuti culturali di qualità. Nel Catalogo storico sono contenuti tutti i titoli pubblicati in centoventi anni dalle Edizioni Laterza....
Il vero cambiamento, nella storia dell’Italia e degli italiani, è quello che si è realizzato tra il 1948 e il 1978. Dopo il passaggio dalla guerra alla pace, dal fascismo alla democrazia, concluso con l’entrata in vigore della Costituzione, lo slancio della ricostruzione post-bellica si è trasformato nel boom economico e il Paese si è industrializzato, urbanizzato e scolarizzato con un’intensità senza precedenti. Questo volume racconta come, pur con errori e contraddizioni, l’Italia è diventata una delle prime sette potenze economiche del mondo e una miseria secolare è stata radicalmente sconfitta, anche se vari problemi sono rimasti aperti e la ricchezza ne ha creati di nuovi. Il cambiamento è stato possibile, in un contesto internazionale favorevole, perché gli italiani si sono uniti in uno sforzo comune e perché il raggiungimento di traguardi inediti ha favorito la loro unità. Malgrado le divisioni laceranti create dalla Guerra fredda, è in questo trentennio di democrazia e di crescita che sono stati “popolo” più che in qualsiasi altro momento della loro storia. Questo libro a più voci racconta le riforme che hanno favorito il cambiamento – da quella ...
Ѐ la storia narrativa e “totale” della città tra l'avvento del fascismo e l'entrata in guerra dell'Italia. Il regime dittatoriale vince ma resta debole e travagliato da faide interne su scala locale. Al di sotto dell'apparente uniformità politica, esso copre importanti eventi e trasformazioni demografiche, economiche e sociali: il declino dell'aristocrazia e l'affermazione dei ceti intermedi come processi definitivi; nuovi modelli di urbanizzazione; politiche sociali per l'integrazione (sport, abitazioni); terremoto e risanamenti urbanistici; politiche razziali e disintegrazione della comunità israelitica. L'autore Ercole Sori (Pievebovigliana, 1943), già professore ordinario di storia economica presso la Facoltà di Economia dell'Università politecnica delle Marche, attualmente dirige il Centro Sammarinese di Studi Storici presso l'Università degli studi di San Marino. I sui lavori, oltre alla storia economica, hanno riguardato temi come la storia dell'emigrazione italiana, la storia urbana, la demografia storica e l'ecostoria.
Questo libro parla di case, parla delle persone che le abitavano e parla delle politiche abitative pubbliche nel Novecento. Lo fa partendo dall’analisi della storia dell’Istituto autonomo case popolari di Torino, uno dei principali enti coinvolti nella realizzazione degli interventi nel campo dell’edilizia sociale in una grande città industriale. L’obiettivo è ricostruire con un taglio storico il complesso modello di governo della casa pubblica, esaminando i vari attori coinvolti, istituzionali e sociali. Il volume è diviso in tre parti: la prima si occupa della fondazione dello Iacp e delle politiche abitative tra età liberale e fascismo; la seconda si concentra sulle emergenze e sulla gestione dell’ente nel periodo della Ricostruzione e del miracolo economico; la terza parte ricostruisce il rapporto tra l’ente e gli abitanti delle case popolari tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta.
Based on a survey conducted by Scalise between 2003-05, traces anti-Jewish sentiments in contemporary Italy - in Catholic circles, in Islamic circles, in left-wing and right-wing movements, in the press, in schools, in sports, and on the Web. Those interviewed said that they are not antisemites and they do not hate Jews, but they are opposed to Israel's policies and to Jewish economic world influence and globalization; the latter, a phenomenon considered bad for Italy, is seen to have been created and stimulated by the Jews. Most Italians continue to cultivate the myth of the "bravo italiano", considering themselves more compassionate toward the Jews than other Europeans. Warns against the Islamic rhetoric of "total war" against the Jews.
In una fase di profonda riflessione sul welfare state e sulla sua riforma, il modello italiano, spesso definito «corporativooccupazionale» oppure «assistenziale», sta mutando radicalmente aspetto. Per comprenderne le prospettive e le potenzialità, è allora utile conoscerne le origini. I contributi raccolti in questo volume ripercorrono alcune delle tappe fondamentali del sistema di protezione sociale in Italia e propongono, da prospettive metodologiche diverse, alcune chiavi di lettura del modello italiano. Si offre così un quadro della storiografia esistente e si suggeriscono percorsi di ricerca, forieri di ulteriori sviluppi. Ne emerge il quadro di un sistema sociale molto articolato, carico di contraddizioni, ma che appare di certo una delle conquiste più importanti del XX secolo.
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Giovani e Mezzogiorno raccoglie i testi oggetto della discussione sviluppatasi nella nona edizione di Giovanicome, riflessione organizzata a partire dal 1994, e che riunisce periodicamente nell’Università di Salerno studiosi, nazionali e non, della condizione giovanile, sociologi ed esponenti di discipline affini.Giovani e Mezzogiorno è stato il titolo del convegno in oggetto. I testi evidenziano una analisi della realtà meridionale, troppo spesso letteralmente dimenticata dalla politica come da tante agenzie e altrettanti intellettuali, nella convinzione del riproporsi del carattere nazionale della vicenda meridionale e delle sue contraddizioni, della risorsa che essa e tutti suoi abitanti rappresentano per lo sviluppo del paese, e del ruolo centrale che in questo processo di modernizzazione possono e devono avere i giovani e le giovani meridionali. La riflessione insiste peraltro sui processi di differenziazione interni ai territori meridionali come alla realtà giovanile, lungo le sue generazioni e le sue diverse collocazioni, ribadendo la necessità di fare di queste differenze, come anche delle disuguaglianze presenti, non solo irrinunciabile oggetto di analisi ma anche...
Primo piano Giuseppe Marcocci, L’Italia nella prima età globale (ca. 1300-1700) 1.Oltre l’America: storia del mondo e storia globale 2.Tanti stati, nessun impero: fili italiani nelle trame della prima età globale 3.Vite globali oltre gli antichi stati italiani: itinerari, tecniche, circolarità 4.Conclusioni: viaggi dal Giappone Filo rosso Umberto Grassi, Omosessualità islamiche e relazioni tra cristiani e musulmani: nuove prospettive di ricerca 1.La posta in gioco 2.Sodomia e liwāṭ: la condanna 3.Orizzonti islamici 4.Rapimenti estatici 5.Mortai d’argento per lo zafferano 6.Identità 7.Relazioni Questioni Giulio Tatasciore, Per una storia culturale del crimine. Alcuni recenti studi francesi 1.Dall’histoire culturelle alle rappresentazioni del crimine 2.L’immaginario dei bassifondi. Un esempio di storia culturale del crimine 3.Storici, giudici e assassini dal fait divers alla televisione 4.Costanti e mutamenti delle rappresentazioni del crimine 5.Conclusioni. Il crimine come oggetto storico Contrappunti Iulius attributus Conti legge Seidel Menchi Giansenismi a confronto Maire legge Rosa Male di donna Alfieri legge Arnaud Un welfare senza storia Pavan legge Ferrera,...
Emilio Colombo (Potenza 1920-2013), indiscusso protagonista della storia italiana del secondo Novecento, ha rilasciato, qualche anno prima di morire, la lunga testimonianza che è pubblicata in questo volume. Nel racconto il senatore a vita ha ripercorso, sul filo della memoria, sessant'anni di attività politica, dall'impegno in Azione cattolica alle esperienze di giovanissimo costituente, di parlamentare democristiano, di sindaco, di sottosegretario all'Agricoltura e Foreste, di responsabile di ministeri cruciali (tra i quali Agricoltura, Commercio con l'estero, Industria, Tesoro, Finanze, Bilancio, Affari esteri), fino alla presidenza del Consiglio dei ministri e a quella del Parlamento europeo. La narrazione, che spazia dai grandi eventi della storia politica e istituzionale alle vicende di vita privata, è spesso arricchita da aneddoti poco noti. Il quadro che ne scaturisce è un interessante spaccato della prima Repubblica, laddove vicende locali, nazionali e internazionali concorrono alla ricostruzione, attraverso il punto di vista di uno dei protagonisti, di un importante pezzo di storia d'Italia e d'Europa. Una significativa appendice di testimonianze, infine, completa la ...
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Vent'anni dopo le formulazioni della OMS sulla politica di promozione della salute, vi è ancora molto da fare, sia a livello operativo che sul piano concettuale. Il punto di partenza della discussione sollevata da Saccheri è proprio quello della confusione di fondo tra il concetto di sanità e quello di salute, concetti spesso utilizzati in maniera indifferenziata e che, secondo l'autrice, si originano da un "equivoco" determinato dal permanere di una logica eminentemente terapeutica all'interno del sistema sanitario. L'autrice propone un'analisi storica e sociologica dell'evoluzione dei paradigmi legati alla salute e alla malattia. Riflette sul modo in cui la politica dei servizi sociosanitari, fondata sulla cura e sull'efficienza, può affiancarsi a una politica della salute, basata sull'idea di un intervento partecipato e su obiettivi di efficacia. Per poter passare a questa ottica promozionale, evidenzia la necessità di inserire nella progettazione variabili di carattere sociale. Le differenze e le similitudini tra la promozione della salute e l'educazione alla salute vengono analizzate in funzione della loro influenza su una trasformazione dei comportamenti. L'autrice si...
Questo libro raccoglie una serie di saggi e di testimonianze volti a promuovere una rivisitazione delle vicende della Federazione Cgil, Cisl, Uil che dal 1972 al 1984 ha rappresentato un’esperienza originale del movimento sindacale italiano, contribuendo ad accrescerne il ruolo e l’influenza nella vita economica, sociale e politica del paese così come nella dimensione internazionale in particolare sul piano europeo. L’esperienza della Federazione Unitaria segna profondamente l’intera vicenda degli anni Settanta e, malgrado il carattere di compromesso del Patto federativo, rappresenta indubbiamente il punto più alto del rapporto unitario fra le tre grandi confederazioni e del loro potere sindacale di fronte alle controparti, ma soprattutto di fronte al sistema politico e al governo.
Il periodo preso in considerazione è quello della ricostruzione post-bellica, che diversi studiosi dell’Italia novecentesca hanno definito quello della ‘grande trasformazione’. L’ipotesi è che i cambiamenti a Cologno Monzese siano stati talmente radicali da mettere in secondo piano gli aspetti di continuità e di evoluzione rispetto alla situazione antecedente, e da avere portato alla formazione di un’entità diversa e nuova: da un aggregato di piccoli insediamenti rurali si sviluppa una città, o perlomeno un organismo urbano che della città porta embrionalmente varie caratteristiche. Nascita di una città, dunque, non per rivendicare uno status, bensì per indicare il centro focale di questo studio: un luogo e i suoi cambiamenti.