Il volume ha l’intento di fornire un’accurata disamina del diritto dei contratti della Repubblica Popolare Cinese, collocato sia nella storia del diritto cinese, sia nel più ampio panorama del sistema giuridico romanistico. Strutturato in cinque capitoli, si avvale anche di una ricchissima bibliografia in lingua cinese con l’intento di verificare e comprendere, attraverso quest’ultima e senza alcun’altra mediazione linguistica, i percorsi mentali del legislatore della RPC e della dottrina cinese. Il primo capitolo ricostruisce il percorso storico del diritto dei contratti, la nozione di contratto, dapprima resa con qiyue poi con hetong, all’interno della tradizione giuridica cinese sino all’attuale attività di codificazione del Codice Civile Cinese. Il secondo capitolo tratta della definizione attualmente vigente di contratto per evidenziarne i profondi nessi con le teorie contrattuali romane. Il terzo capitolo tratta degli elementi del contratto che vengono analizzati attraverso continui rimandi alle dottrine romane concernenti temi nodali del sistema contrattuale, come ad esempio, il principio consensualistico, il rischio contrattuale e la buona fede. Il quarto...
Il volume è dedicato a Callistrato, giurista attivo nel pieno dell' età severiana. Come sull' origine, così sulla carriera e i tempi di composizione delle opere rimangono dubbi non indifferenti. Emerge invece, dall' analisi dei suoi scritti, oltre all' impegno proprio di tecnico del diritto - dedicato in particolare allo studio delle forme processuali e delle strutture amministrative - il possesso di una formazione letteraria quasi umanistica, i cui campi di interesse sono la filosofia e in particolare l' etica. Il volume raccoglie tutta l' opera del giurista: oltre al De cognitionibus, per molti versi il suo lavoro più significativo, vengono tradotti e commentati: le Institutiones, l'Ad edictum monitorium, le Quaestiones, e il De iure fisci et populi. Edizione critica con testo latino al fronte The volume is dedicated to Callistratus, an active jurist in the middle of the Severian age. As with his origins, many significant doubts remain about his career, and the timing of the composition of his works. What emerges instead, from the analysis of his writings, in addition to his own commitment as a legal technician, dedicated in particular to the study of procedural forms and...
L’indagine, di carattere esegetico, è dedicata all’evoluzione del crimen ambitus nell’età imperiale di Roma antica (I-VI secolo d.C.), epoca nella quale tale reato politico ha perduto in larga misura la sua essenziale connotazione repubblicana, riconoscibile nell’uso, in occasione delle votazioni popolari dei magistrati cittadini, di mezzi di propaganda elettorale contra legem. L’adattamento di tale figura di reato al nuovo sistema di governo ha determinato in particolare una sua estensione alle nomine dei burocrati appartenenti all’amministrazione imperiale, con lo scopo di punire quei casi in cui l’insediamento in un ufficio fosse l’esito di pratiche corruttive (suffragia) volte ad aggirare le regole previste per gli avanzamenti di carriera, le quali privilegiavano il merito, l’anzianità di servizio e l’osservanza di tempi stabiliti per la progressione.
Gli studi raccolti in questo volume costituiscono il primo ‘Quaderno’ della nuova Collana di pubblicazioni della Scuola di Scienze Umane e Sociali dell’Ateneo fridericiano, promossa con l’intendimento di facilitare il confronto e il dialogo tra studiosi di varia provenienza, di sollecitare indagini trasversali e interdisciplinari sia su argomenti lontani nel tempo sia su temi di grande attualità che sono parte del nostro vissuto quotidiano. Il volume rappresenta una felice sintesi tra passato e presente, come è prerogativa delle ricerche appartenenti alla cultura umanistica, che ha a oggetto lo studio dell’esperienza umana considerata nella sua globalità.
Scritto tra il 54 e il 51 a.C., in un periodo estremamente incerto per la storia di Roma, La Repubblica costituisce un libro fondamentale nella storia del pensiero politico antico. In questo dialogo, che si immagina avvenuto nel 129 a.C. tra Scipione Emiliano e alcuni celebri personaggi, Cicerone ripercorre la storia della repubblica romana e delle istituzioni, riportando le sue riflessioni politiche e le critiche ai tempi che stava vivendo. Ispirandosi ai grandi filosofi del passato, Platone, Aristotele, Polibio, e allo stoicismo più rigoroso, Cicerone riflette sulle possibili forme di governo, sulle successioni cicliche e sulle inevitabili degenerazioni. Ma soprattutto delinea la figura dell’uomo di governo ideale, il princeps, modello di incrollabili virtù etiche e civili. Nell’ampia introduzione Francesca Nenci analizza le problematiche letterarie e storiografiche del testo, ne spiega la struttura e inquadra le riflessioni nel clima politico della Roma repubblicana. Francesca Nenci insegna greco e latino nei Licei e collabora con il Dipartimento di filologia classica dell’Università di Pisa. Per BUR ha curato anche il Tieste di Seneca.
Il motivo che ci ha spinto a pubblicare nel presente lavoro il diritto degli schiavi nell'antica Roma, e aver avvertito la mancanza di un lavoro generale recente, di una certa ampiezza su tale argomento. L'ultimo scritto monografico generale, risale al Westermann nel 1955 The slave system of greek and roman antiquity, piuttosto breve in quanto solo parte di esso viene dedicata alla schiavitu a Roma e a questa, non tutta e centrata sugli aspetti giuridici. Infatti a noi interessava l'insistenza, non tanto sui particolari specifici aspetti socio-economici e politici degli schiavi, poiche di essi gli studi abbondano, quanto piuttosto una presentazione degli schiavi di fronte al diritto sostanziale a Roma. Qualcuno potrebbe opporre che sia sufficiente aprire qualche manuale di Istituzioni di diritto romano, oppure qualche trattato come il primo volume del corso di Bonfante o quello di Buckland, The roman law of slavery. I manuali pero risultano troppo brevi. Lo scopo di questo lavoro e di contribuire a colmare questa lacuna.
"Proseguendo la linea di ricerca intrapresa con il convegno del 25-26 ottobre 2013, dedicato ad una riflessione sulle 'permanenze' del mondo giuridico romano in Occidente nei secoli V-VIII, gli studiosi, ritrovatisi a Ravenna per le giornate di studio 'Giudizi, giudici e norme processuali in Occidente nei secoli IV-VIII', il 24 e 25 ottobre 2014, hanno approfondito l'indagine su quanto è sopravvissuto dell'organizzazione giudiziaria e delle norme processuali romane nei regni romano-barbarici e nelle loro legislazioni. Essi si sono soffermati, in particolare, sull'analisi dei possibili motivi che hanno determinato l'adesione al modello proposto dalla cognitio extra ordinem; modello certamente estraneo alle tradizioni ed alle esperienze giuridiche dei popoli germanici. Dalle discussioni che hanno animato quei giorni sono nati i numerosi saggi raccolti in questo volume: a breve seguirà un secondo, dedicato agli specifici Studi sulle fonti realizzati da un gruppo di giovani studiosi nella fase preparatoria al convegno. Come di consueto, non tutti coloro che sono intervenuti durante le giornate ravennati hanno pubblicato un saggio, mentre il volume contiene contributi di studiosi...
Il volume raccoglie gli atti della undicesima edizione delle Giornate Gregoriane, organizzate dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi nel 2017, un anno dopo la felice scoperta del teatro antico di Agrigento. I contributi, suddivisi in sezioni tematiche, presentano alcuni casi studio che evidenziano, alla luce delle fonti storiche ed archeologiche, il ruolo dell’edificio teatrale, pensato non solo per lo spettacolo, ma anche come luogo di aggregazione sociale e spazio privilegiato per l’epifania del potere. Il titolo delle Giornate, Theaomai, riassume in modo pregnante l’esperienza contemplativa dell’andare a teatro, momento fondamentale della dimensione comunitaria e partecipata della vita della polis.
L'Archeologia Romana di Dionigi di Alicarnasso è un testo che da più di un secolo appassiona diversi settori della disciplina antichistica. Almeno tre aspetti sono da sempre all'attenzione: una descrizione tra le più dettagliate delle Origini di Roma, tra monarchia e la prima fase della repubblica; il contesto e le motivazioni che conducono l'autore alla stesura dell'opera, all'inizio di una nuova temperie della storia mediterranea con il principato di Augusto. Infine, l'elaborazione letteraria di un complesso esperimento comunicativo che un gruppo definito di intellettuali di lingua greca a Roma recepiscono dai più raffinati ambienti greci e orientali e trasformano in un possibile veicolo della sensibilità a loro contemporanea. Questo esperimento viene dai moderni descritto come ‘atticismo' e trova rispondenza nell'insieme delle tecniche che gli stessi che le mettono in pratica chiamano μίμησις. Il libro intende spiegare, sulla base di questi tre aspetti, un quarto: ovvero le circostanziate modalità comunicative con cui l'Archeologia Romana, letta come sistematico studio sulle istituzioni politiche romane, intende offrire alle stesse, sotto forma di narrazione...
Introduzione I. La controversia fra universitates e creditori per il pagamento della bonatenenza 1. La disciplina dei censi secondo le prammatiche napoletane. 2. L’equiparazione fra censi e beni immobili ai fini delle imposte dirette. 3. Le pronunce della Sommaria e la decisione del 1633. Gli sviluppi successivi. 4. Le ragioni dei creditori: a) le argomentazioni di Ferdinando Rovito. 5. Le ragioni dei creditori: b) i Commentaria super pragmatica quinta de administratione rerum ad civitatem pertinentium di Michele Zappullo. 6. Le ragioni delle universitates: la difesa di Nicola Antonio Marotta. 7. La contestazione della tesi di Ferdinando Rovito. 8. La contestazione della tesi di Michele Zappullo. II. Le basi dottrinali delle tesi di Nicola Antonio Marotta 1. L’assimilazione dell’emptio census all’emptio-venditio, il rischio di usurae e l’individuazione del pretium iustum. 2. Il problema dei patti aggiunti, l’aggancio alla fundi partem e alle determinazioni portate dalle prammatiche. 3. Il richiamo della bolla di S. Pio V, del 1569. 4. Gli effetti del patto invalido sul contratto censuale. III. Il regime delle imposte dirette nell’universitas 1. Alcuni concetti-chiave ...