La letteratura come menzogna
Autore: Giorgio Manganelli
Numero di pagine: 223Quando apparve "La letteratura come menzogna" (1967), la scena letteraria italiana si presentava piuttosto agitata. Lo spazio era diviso fra i difensori di un establishment che vantava come glorie opere spesso mediocri e i propugnatori della «neo-avanguardia», i quali non si erano accorti che la parola «avanguardia» era stata appena colpita da una benefica senescenza. Per ragioni di topografia e strategia letteraria, Manganelli fu assegnato (e si assegnò egli stesso) a quest’ultimo campo. Nondimeno, sin dall’apparizione dei suoi primi scritti, si capì che la letteratura di Manganelli non apparteneva a quella battaglia dei pupi, ma rivendicava un’ascendenza più remota e insolente: quella della letteratura assoluta. Che cosa si dovrà intendere con questa espressione? Tante cose diverse quanti sono gli autori che, esplicitamente o no, la praticano. Ma un presupposto è per tutti comune: si è dato, a un certo punto della nostra storia, un singolare fenomeno per cui tutto ciò che era rigorosa ricerca e acquisizione di un vero – teologico, metafisico, scientifico – apparve innanzitutto interessante in quanto materiale per nutrire un falso, una finzione perfetta e...