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ANNO 2021 L'AMBIENTE PRIMA PARTE

Autore: ANTONIO GIANGRANDE

Antonio Giangrande, orgoglioso di essere diverso. Si nasce senza volerlo. Si muore senza volerlo. Si vive una vita di prese per il culo. Noi siamo quello che altri hanno voluto che diventassimo. Facciamo in modo che diventiamo quello che noi avremmo (rafforzativo di saremmo) voluto diventare. Rappresentare con verità storica, anche scomoda ai potenti di turno, la realtà contemporanea, rapportandola al passato e proiettandola al futuro. Per non reiterare vecchi errori. Perché la massa dimentica o non conosce. Denuncio i difetti e caldeggio i pregi italici. Perché non abbiamo orgoglio e dignità per migliorarci e perché non sappiamo apprezzare, tutelare e promuovere quello che abbiamo ereditato dai nostri avi. Insomma, siamo bravi a farci del male e qualcuno deve pur essere diverso!

La cucina dei Califfi

Autore: Anna Rita Zara , Maurizio Tiani

Mentre le magiche notti stellate e i pleniluni fanno risplendere le cupole delle moschee, le pietanze odorose di spezie permeano con i loro eccitanti inviti avventure e convegni d’amore. Le famose novelle dal punto di vista del cuoco con le ricette originali del Medio Oriente.

ANNO 2020 IL GOVERNO SECONDA PARTE

Autore: ANTONIO GIANGRANDE

Rappresentare con verità storica, anche scomoda ai potenti di turno, la realtà contemporanea, rapportandola al passato e proiettandola al futuro. Per non reiterare vecchi errori. Perché la massa dimentica o non conosce. Denuncio i difetti e caldeggio i pregi italici. Perché non abbiamo orgoglio e dignità per migliorarci e perché non sappiamo apprezzare, tutelare e promuovere quello che abbiamo ereditato dai nostri avi. Insomma, siamo bravi a farci del male e qualcuno deve pur essere diverso!

Cinegustologia, ovvero, Come descrivere i vini e i cibi con le sequenze della settima arte

Autore: Marco Lombardi

Numero di pagine: 133

I segreti della tavola di Montalbano. Le ricette di Andrea Camilleri

Autore: Stefania Campo

Numero di pagine: 160

Recipes suggested by Andrea Camilleri's popular Inspector Montalbano mysteries.

La cucina del piccolo principe. Taccuino di volo nella mia cucina, da Antoine de Saint-Exupéry

Autore: Daniela Messi

Numero di pagine: 88

Pomodori verdi fritti e altre ricette

Autore: Barbara Buganza

Numero di pagine: 84

Dal notissimo romanzo (diventato anche film) ambientato nel profondo Sud statunitense degli anni ’20, una disamina letteraria con tutte le ricette del leggendario Whistle Stop Café

All’osteria con Pinocchio

Autore: Anna Vivarelli

Numero di pagine: 106

Tutte le suggestioni gastronomiche di una delle novelle più famose del mondo, attraverso l’opera dell'Artusi, contemporaneo e conterraneo di Collodi. L'autrice è una delle più note e apprezzate scrittrici italiane per ragazzi.

Cuoche sull’orlo di una crisi di nervi

Autore: Luca Glebb Miroglio

Morti ammazzati, chiacchiere fra donne, segreti di famiglia, passioni inconfessabili, atti puri e impuri, prosa e poesia ma soprattutto tanto gusto e tanti sapori si trovano nei film di Pedro Almodóvar. Uno sguardo culinario sull’autore più rappresentativo della moderna Spagna, dagli esordi a Volver, fa scoprire ai suoi appassionati che il cibo non ha un ruolo secondario ma anzi a volte persino da protagonista, come il gazpacho in Donne sull'orlo di una crisi di nervi.

La contrada di Bengodi

Autore: Andrea Maia

Questo saggio sul Decameron propone una serie di ricette della tradizione fiorentina e talvolta, a seconda dello sfondo narrativo, anche di altri luoghi (Piemonte, Romagna, Borgogna) collegate alle novelle; ma intende anche stimolare alla lettura del capolavoro di Boccaccio, forse più famoso che frequentato. E allora questo libretto vorrebbe indurre il lettore di oggi a riprendere in mano l’opera che, come i veri “classici”, è sempre attuale, perché rappresenta realisticamente il mondo degli uomini; narra una serie di vicende di volta in volta leggere o tragiche, avventurose o quotidiane, appassionate o ironiche, tenere o crudeli.

L'amore, la morte e Il basilico

Autore: Pierpaolo Pracca

Numero di pagine: 128

Leggere Izzo vuol dire entrare in un rapporto di pelle con certe strade,locali, con un'umanità disperata, pulsante, che non possiamo fare a meno diamare. Vuol dire farsi assorbire dagli odori: quello del basilico, dellespezie che si trovano nei mercati rionali; ma anche odore di voluttà, di sangue. Effluvi pregnanti che ricordano l'Oriente. Esperienze estreme e accecanti: violente come la passione, la morte, il cibo. Quest'ultimo, in particolare, diventa veicolo di sentimenti, di cultura, richiamo ad un istinto primordiale; musica a cui si torna per nutrirsi come fece Ulisse conil canto di Ligea. Il cibo nelle sue valenze allegoriche rispecchia le infinite contraddizioni di cui è ricca l'esistenza umana: amore e odio; vita e morte, bene e male, ma anche la capacità di sussumerle e quindi di superarle. Le mette insieme tutte, le comprende nel tentativo di conciliarle, alla ricerca della felicità possibile. Questo il significato della ridondante attenzione che Izzo ha nei confronti della cucina e che fa della lettura dei suoi romanzi un'esperienza anche sensuale che passa attraverso l'evocazione di continue suggestioni gustative.

In Cucina Con La Maga Delle Spezie

Autore: Roberta Deiana

Quale altra cucina avrebbe potuto ispirare una dichiarazione d'amore tanto appassionata a cumino zenzero, cannella, coriandolo, quanto quella de La maga delle spezie, se non la cucina indiana? Nessun'altra, crediamo. Chitra Banerjee Divakaruni, una delle autrici indiane contemporanee di lingua inglese più conosciute e apprezzate, è animata da un grande amore e da una profonda conoscenza della cucina del suo paese. I suoi libri, carichi di una intensa magia e di tutto il fascino di una terra misteriosa e controversa come l'India, profumano di spezie, miele e acqua di rose, degli aromi tiepidi di piatti sontuosi e antichi.

Il Giro Del Mondo in 80 Ricette

Autore: Irene Cabiati

Ghiotto, anzi, ingordo. Non si sapeva controllare Jules Verne di fronte alle delizie della tavola. Ed era altrettanto avido di conoscenza scientifica: lo interessava tutto ciò che poteva alimentare le trame dei suoi romanzi. Ma gli eroi di tante strabilianti avventure, perennemente alla ricerca di luoghi, persone o tesori non indugiano sul cibo, anzi, spesso di trovano nella condizione di doverselo procurare. Diventano quindi cacciatori (Cinque settimane in pallone), agricoltori (L'isola isteriosa) o pescatori e allevatori negli abissi (Ventimila leghe sotto i mari) che non rinunciano al buon vino (Dalla terra alla luna) e si lasciano attrarre da sapori sconosciuti (Il giro del mondo in ottanta giorni) o stordire (Viaggio al centro della Terra) fino ad arrivare al limite estremo, il confine sottile e maligno dove la fame, spietata, acceca, confonde, trasforma (I naufraghi del Chancellor). Le loro avventure permettono di tracciare un atlante dei sapori del mondo, di spezie e intingoli che oggi non stupiscono più, perché scrittori come Verne ci hanno accompagnato a capire che il viaggio è conoscenza, anche del gusto. Acquista

In taverna con Shakespeare

Autore: Roberto Carretta

Il cibo in tutte le opere del grande drammaturgo ha valenze particolarmente importanti e simboliche. Il banchetto è occasione, nelle opere del bardo di Stratford, per consumare vendette, ordire trame, affinare strategie dinastiche e amorose, momento centrale dell’intreccio, scenario iniziale e conclusivo di molte vicende. Con tutte le ricette del rinascimento inglese.

Colazione con un centauro, cibo e cucina nelle cronache di Narnia di C.S Lewis

Autore: Andrea Maia

Numero di pagine: 112

Le Cronache di Narnia sono un grande classico per bambini, nel quale al fascino del meraviglioso e al chiaro intento educativo si aggiunge un insolito scopo apologetico. Lo scrittore confidò agli amici che le storia voleva rispondere alla domanda: "Che aspetto potrebbe avere Cristo se ci fosse davvero un mondo come Narnia ed egli scegliesse di incarnarsi, morire e risorgere di nuovo in quel mondo, come effettivamente ha fatto nel nostro?". Il leone Aslan, creatore di Narnia, che si lascia uccidere per salvare uno dei protagonisti e poi risorge, che aiuta e sostiene i bambini in difficoltà e infine appare come Giudice universale, è allegoria di Cristo. Quanto al cibo, la tematica è frequente, ed è collegata sia al realismo del racconto, sia ai protagonisti bambini, sia al pubblico infantile. E l'intrecciarsi del gesto quotidiano del mangiare con il continuo stupore dello straordinario è una delle cause della suggestione che il libro esercita sul lettore bambino o su chi nella maturità ha saputo conservare nel cuore un po' di sana "fanciullaggine".

Alla tavola di Virginia Woolf

Autore: Elisabetta Chicco Vitzizzai

Per Virginia Woolf la casa fu essenzialmente studio e rifugio, ma anche accoglienza e ospitalità. Affermava infatti che “non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si è cenato bene”. Con le ricette dei pranzi e ricevimenti, sovente centrali nelle sue opere.

I Malavoglia a tavola

Autore: Maria Ivana Tanga

Una rilettura dell’opera verghiana attraverso la cucina dei suoi protagonisti: i contadini siciliani. Una cucina semplice, quasi archetipica in cui il principale condimento è la fame. Una fame atavica. Pensiamo a quel pane reso “verde” dalla muffa che consuma il povero Jeli al seguito di un gregge che non è il suo. Pensiamo alla mitica zuppa di fave, il cui profumo pervade non soltanto le novelle "rusticane", ma anche i due romanzi, I Malavoglia e Mastro Don Gesualdo. Un cibo, questo, quasi "trasversale", che accomuna un povero cristo come Alfio Mosca ad un arricchito Don Gesualdo Motta. Per non parlare delle tanto amate acciughe, cibo cult che i Malavoglia sognavano nelle lunghe annate di carestia. Fave, cipolle, acciughe, verdure, pane "nero" sembrano i grani di un rosario profano che ripeteva sempre la stessa triste litania alimentare. Siamo lontani mille miglia dalle prelibatezze barocche delle corti palermitane, dalle opulente ed estrose creazioni culinarie dei "monsù" francesi, al soldo dei Borboni. Nei menù "verghiani", infatti, non compaiono né i timballi, né i sartù, né le cassate o i cannoli tipici della cucina siciliana "ricca", ma antichissime ricette del ...

L’Odissea in cucina

Autore: Anna Rita Zara

Come ogni capolavoro, anche l'Odissea ha avuto tante chiavi di lettura, ma crediamo che finora non ne sia stata considerata una attraverso il cibo, sebbene siano tanto numerosi i riferimenti su di esso: come potrebbe essere altrimenti? Ulisse, il mitico viaggiatore, che conosce tanti popoli, che scopre tante terre, sopravvive solo se trova il cibo, che rappresenta non soltanto l'alimento necessario al corpo, ma il grado di civiltà e di benessere di ogni popolazione che incontra.

Il banchetto del Gattopardo

Autore: Elena Carcano

Le ricette sontuose ed elaborate descritte da Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel celebre libro, unite ad altre attinte alla vasta memorialistica dell’aristocrazia siciliana: un piccolo tributo ad un mondo raffinato e decadente che non perderà mai il suo fascino, e che possiamo nostalgicamente rievocare portando in tavola un lussureggiante timballo.

Il delitto è servito,i menu di Agatha Christie

Autore: Maurizio Gelatti

Hercule Poirot e Jane Marple, pagina dopo pagina, ricetta dopo ricetta, accompagnano il lettore alla scoperta di un protagonista discreto dei romanzi gialli più famosi al mondo: il cibo. Con il fiato sospeso, fra veleni che si mischiano a bevande o pietanze, e cucine o sale da pranzo che si prestano come cornice di delitti ingegnosi, si possono rileggere i romanzi dell’autrice in un continuo svelamento di relazioni reciproche tra suspence, letteratura e piaceri del palato.

La cucina medievale di Laura Mancinelli

Autore: Giusi Audiberti

Numero di pagine: 140

È innegabile che tra Laura Mancinelli, il buon cibo e la perizia culinaria intercorrano ottimi rapporti. Non a caso la sua autobiografia Andante con tenerezza si apre proprio con una ricetta, quella delle “melanzane imbottite”, che erano “molto più buone” quando le preparava con le sue mani: esse rappresentano per la Mancinelli il passato, prima che la malattia la colpisse. Nelle sue opere il buon cibo è fonte di allegria, di serenità, di consolazione; può essere dono, legame, ricordo; è arte e cultura; ha stretti rapporti con la nostra naturalità biologica, con la nostra complessità sociale e con la nostra apertura mentale. E intorno al cibo ruota un piccolo e variegato universo fatto di persone, ambienti, oggetti, ingredienti, ricette, utensili: dal cuoco (o cuoca) ai paioli e alle padelle, dall'orto al forno, dalla dispensa allo spiedo, dai ceppi accesi nel camino alle stoviglie scintillanti sulla tavola imbandita. Il cibo è per la scrittrice uno dei piaceri genuini della vita: e poiché “la vita è tutto quello che abbiamo”, “nulla è più saggio… che cercarvi la gioia che vi si può trovare”.

A tavola con Grazia. Cibo e cucina nell'opera di Grazia Deledda

Autore: Neria De Giovanni

Numero di pagine: 133

"Grazia Deledda, unico premio Nobel femminile per le lettere italiane, è una delle dieci scrittrici in tutto il mondo ad avere ottenuto questo prestigioso riconoscimento. Nata Nuoro, nel cuore della Sardegna, del suo popolo narrò tradizioni, costumi, vicende storiche, banditi e amori. Il popolo sardo ha usi semplici e parchi così anche la sua cucina utilizza i prodotti della terra e dell'allevamento del bestiame, soprattutto ovini, in una economia agropastorale. Anche in casa Deledda si cuoceva il pane carrasau che durava in campagna per tante settimane senza ammuffire; anche in casa Deledda il porcetto e i dolci di mandorla e le sedadas arricchivano le feste. Un vero e proprio tesoro apparivano alla piccola scrittrice le provviste di frutta, uva e meloni d'inverno, chiuse nella soffitta. Grazia Deledda sapeva cucinare molto bene. Così anche in Continente guardava con attenzione le donne di famiglia per imparare i segreti della polenta o dei piatti di pesce. Ricordava, con una punta di ironia, che quando il messo dell'ambasciata di Svezia nel novembre 1927 le portò la comunicazione del conferimento del Premio Nobel, le baciò la mano che odorava di cipolla in quanto la...

La cucina delle fiabe

Autore: Roberto Carretta

Il racconto biblico della cacciata dal Come si prepara l'autentico "pane degli elfi"? E se vogliamo assaggiare i biscotti di Madama Fortuna? Che dire poi del "pandolce della fata" o della "focaccia della befana"? Qual è il menù nel Paese di Cuccagna? A queste e numerose altre questioni si troverà risposta nel presente libriccino, vero concentrato di curiosità letterarie e di prelibatezze gastronomiche. Racconti e ricette attraversano un arco di tempo che va dal tardo Medioevo alla letteratura contemporanea. Nella storia popolare fantastica vivono, muoiono e rinascono inesauribili temi narrativi che affondano le proprie radici nella notte dei tempi. Ogni fiaba ci viene incontro con la frase rituale "C'era una volta...", una volta quando? Sempre, e sempre sarà perchè l'età della favola è un orizzonte interiore al quale è impossibile sottrarsi.

Il surrealismo in cucina tra il pane e l’uovo

Autore: Marina Cepeda Fuentes

Il 2004 è stato dichiarato “l’Anno Dalí” perché ricorre il primo centenario della nascita del grande artista surrealista, eccentrico e ribelle che a tavola aveva invece gusti semplici e soprattutto legati alle tradizioni della sua terra. In quella zona della Catalogna il mare, le colline e la montagna si uniscono per offrire piatti gustosissimi e originali che Dalí ricorda tante volte nelle sue memorie, rivelandoci cosí una passione frenetica e "sensuale" per il cibo che deve considerarsi una componente fondamentale della sua stessa vita.

Ciak per due

Autore: Enzo Tumminello

Cosa accomuna il minestrone preparato da Sergio Castellitto in Ricette d’amore e «gli spaghetti alla Mario Ruoppolo» cucinati da Troisi nel Postino? Le fettine alla pizzaiola di Billy Crystall in Forget Paris, e la bistecca sventolata da Giancarlo Giannini sotto il naso del cameriere ne La cena ? Sono pretesti, occasione di incontri - o addii - celebri della celluloide. Perché dunque non fare un montaggio di alcune delle storie nate, o finite, intorno a una tavola imbandita o davanti a un piatto particolare?

Già la mensa è preparata

Autore: Corrado Rollin

Musica e cucina hanno molto in comune, uno chef a suo modo è un direttore d’orchestra (e viceversa) e chi ama un'arte spesso indulge anche ai piaceri dell'altra. All'opera si mangia, si beve, si brinda, si banchetta - magari approfittando dell'occasione per avvelenare qualcuno. In Spagna nel Cinquecento era in voga una forma di composizione musicale detta ensalada. Nell'opera barocca un'aria cantata da un comprimario mentre il pubblico era distratto e magari si dissetava si chiama aria di sorbetto. Un bicchiere stretto e alto è una flûte.

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