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La favola pitagorica

Autore: Giorgio Manganelli

Numero di pagine: 214

Difficile, per un viaggiatore come Manganelli, irrimediabilmente diffidente nei confronti di monumenti, musei («Un museo nasconde una macchinazione, una prepotenza, una frode») e città ‘belle’, e attratto piuttosto dai mondi periferici, dalle forme «distratte o schive», dall’immagine che «partecipa dell’errore», fare i conti con l’Italia. E tanto più con una «cooperativa di capolavori» come Firenze, in apparenza atemporale, depotenziata, esorcizzata, non più leggibile come allegoria del mondo. Vincendo tenaci resistenze, Manganelli ha finito per affrontare Firenze nel 1982. E i reportages frutto di quel viaggio sono un ammaliante Baedeker, di cui non potrà fare a meno chiunque abbia deciso di rinnovare quell’esperimento e affrontare a sua volta la più intima e straniera delle città italiane. Perché grazie a Manganelli non vedrà i monumenti di Firenze, ma li leggerà, decifrerà l’occulta rete di rimandi che li lega, ricomporrà un misterioso disegno. E scoprirà che tali monumenti sono i contendenti di una arcana «rissa geometrica», in cui ad esempio il Battistero, edificio-diamante narcissico, irrelato e inamabile, si contrappone minacciosamente...

Esperimento con l’India

Autore: Giorgio Manganelli

Numero di pagine: 104

Manganelli è inquieto, sull’aereo che lo porta per la prima volta verso l’India, questa «casa madre dell’Assoluto» – inquieto come tutti noi, perché l’India è stata e continua a essere lo shock per eccellenza, fisico e metafisico. Perciò chiamerà queste pagine «esperimento con l’India»: perché l’India toglie al viaggiatore la sua naturale sovranità e distanza. Così ogni «esperimento con l’India» è innanzitutto un esperimento con se stessi, un consegnarsi al «deposito dei sogni, l’unico luogo dove esistono ancora gli dèi, ma come delegati di un Dio sprofondato in sé medesimo, e contemporaneamente incarnato dovunque, un luogo di templi e di lebbrosi, dal quale il sorriso di Buddha o di Śiva non sono mai stati cancellati, morbidi e incomprensibili, estatici e mortali». Viaggiatore tardivo e magistrale, Manganelli seppe mettere la sua prosa, cresciuta nello spazio sigillato della mente, alla prova del mondo, illuminandolo con una naturalezza e una leggerezza sconcertanti. Questo viaggio in India avvenne nel 1975: l’autore ne scrisse subito il resoconto, che qui appare per la prima volta in forma di libro.

L'isola pianeta

Autore: Giorgio Manganelli

Numero di pagine: 321

Per anni, quando i suoi viaggi erano soprattutto quelli dell’autobus romano 60, da via Nomentana a piazza San Silvestro, Manganelli coltivò un sogno temerario: spingersi fino alle isole Fær Øer. Nel 1978, vincendo timori e angosce, con una valigia munita di tutto quanto a un frequent flyer non potrebbe che apparire inessenziale – un Dickens come amuleto e «blande mani chimiche» che sappiano confortare nei momenti difficili –, lo scrittore partì alla volta dell’arcaica Islanda, prima tappa della sua incursione nel grande Nord. L’esito è un reportage indimenticabile, che suscita nel lettore euforia e insieme turbamento: lo sguardo di Manganelli sembra infatti misteriosamente capace di svelare la segreta essenza dell’«isola pianeta», dove il mondo fisico – simile a un gigantesco cadavere pietrificato – è preumano, folle, criptico, quasi appartenesse alla «misteriosa araldica delle origini», e ispira dunque sgomento e paura; dove la solitudine è l’esperimento di «una infinita prigione senza via d’uscita», di una «perdita irreparabile»; dove l’ultima tribù europea, chiusa nel forziere di una lingua infrangibile, offre asilo agli indovini e alle...

Centuria

Autore: Giorgio Manganelli

Numero di pagine: 316

«Il presente volumetto racchiude in breve spazio una vasta ed amena biblioteca; esso infatti raccoglie cento romanzi fiume, ma così lavorati in modi anamorfici, da apparire al lettore frettoloso testi di poche e scarne righe. Dunque, ambisce ad essere un prodigio della scienza contemporanea alleata alla retorica, recente ritrovamento delle locali Università. Libriccino sterminato, insomma; a leggere il quale il lettore dovrà porre in opera le astuzie che già conosce, e forse altre apprenderne: giochi di luce che consentono di leggere tra le righe, sotto le righe, tra le due facce di un foglio, nei luoghi ove si appartano capitoli elegantemente scabrosi, pagine di nobile efferatezza, e dignitoso esibizionismo, lì depositate per vereconda pietà di infanti e canuti. A ben vedere, il buon lettore vi troverà tutto ciò che gli serve per una vita di letture rilegate: minute descrizioni di case della Georgia dove sorelle destinate a diventare rivali hanno trascorso una adolescenza prima ignara poi torbida; ambagi sessuali, passionali e carnali, minutamente dialogate; memorabili conversioni di anime travagliate; virili addii, femminesca costanza, inflazioni, tumulti plebei,...

Le interviste impossibili

Autore: Giorgio Manganelli

Numero di pagine: 140

Da un luogo che somiglia a un Averno beckettiano, a un «inferno tiepido» sospeso fra la vita e la morte, un intervistatore timido, testardo e colpevolmente curioso ci invia dodici colloqui impossibili con altrettanti illustri defunti. Ciascuno di loro, quasi fosse il protagonista di un’anomala, laboriosa seduta psicoanalitica, confida tutte le proprie paure, ossessioni, frustrazioni, manie: conosciamo così il segreto dell’infanzia di Tutankhamon, colpito dal «trauma della regalità» e coperto di «vesti luminose e inadatte al corpo»; la fosca paranoia e la malinconia di un Casanova in fuga da spie, sicari, servette innamorate; la condizione di insostenibile cattività della celeberrima medium Eusapia Paladino – «lei non sa che situazione imbarazzante sia per una medium essere morta»; il delirio di Nostradamus, per il quale «stare sempre nel futuro è oneroso» e l’unica paradossale salvezza è «la luce della fine del mondo», rivelata per squarci e spiragli nelle sue strofe sconnesse, oscure e baluginanti. Ma nel discreto e cocciuto intervistatore si nasconde anche un critico, che riesce a penetrare i segreti delle opere di alcuni degli intervistati: a Dickens...

Mammifero italiano

Autore: Giorgio Manganelli

Numero di pagine: 150

L’aborto, l’amor di patria e Carosello, le raccomandazioni, le tasse e il caso Tortora: su temi come questi Manganelli è intervenuto, nel corso degli anni Settanta e Ottanta, usando un’arma che gli era massimamente congeniale – il corsivo fulminante – e sempre mandando gambe all’aria moralismi e cliché. E da quei corsivi sbiechi e solitari emerge un ritratto dell’Italia che oggi più che mai lascia ammirati e scossi. Manganelli demolisce infatti i sacri valori italici: la famiglia, anzitutto, produttrice indefessa di psicopatologie varie, anche criminali; e la Patria, che in effetti è arduo amare in toto, incluse «la periferia nord di Foggia, le latrine di tutti indistintamente i ristoranti e le tavole calde dell’autostrada». Il nostro Paese è in fondo una madre avara e insieme indulgente, che «non dà il dovuto ma si lascia insolentire», garantendo così «una lamentosa e innocua esistenza». Non c’è dunque da stupirsi che gli italiani siano cittadini mediocri, afflitti da un’endemica cattiva coscienza – e «il fatto di non essere in galera è semplicemente un segno che da noi lo Stato non funziona». Osservatore implacabile ma partecipe, Manganelli ...

Hilarotragoedia

Autore: Giorgio Manganelli

Numero di pagine: 136

Hilarotragoedia apareció en 1964. Era el primer libro de Giorgio Manganelli. Y puede decirse que en rarísimos casos un primer libro ha presentado un horóscopo tan elocuente de su autor. Desde el principio se muestra aquí que, para Manganelli, la literatura se remite, como el Género de los Géneros, al viaje a los Infiernos, a la Nekya. De «hadesdestinados» en la Hilarotragoedia se habla mucho, pero porque la palabra misma, la palabra literaria, es para Manganelli, por encima de todo, invitación a traficar con espíritus.

La fine del tempo. Apocalisse e post-apocalisse nella narrativa novecentesca

Autore: Fabio La Mantia , Salvatore Ferlita

Numero di pagine: 194

291.99

Carmelo Bene: fonti della poetica

Autore: Leonardo Mancini

All’apice della sua multiforme carriera, estesa dal teatro alla letteratura, dalla radio al cinema e alla televisione, Carmelo Bene propose sulle scene italiane un genere ibrido che era stato senz’altro minore nella storia del teatro europeo, ma sempre presente e gravido di conseguenze per gli sviluppi delle arti della scena e della musica. La stagione dei melologhi fu, da un lato, frutto di intuizioni e di sensibilità condivise con alcuni protagonisti della scena musicale di quegli anni; dall’altro, fu l’esito di percorsi storici e di eredità culturali, oggetto di scavo in questo studio, che consentono di rintracciare alcune fonti inattese nella poetica dell’attore salentino. Il libro si conclude con una sezione dedicata alla rielaborazione da parte di Bene del Manfred di Byron-Schumann, esaminata attraverso l’ampio ventaglio degli strumenti dispiegati dall’attore per esaltare la presenza vocale e la forza espressiva del poema drammatico con musica.

Giornalismo culturale

Autore: Alfonso Berardinelli

«La critica letteraria è in via di sparizione sia perché gran parte dell’attuale letteratura non è più un oggetto che abbia interesse critico, sia perché gli studiosi non è detto che siano lettori interessati a formulare giudizi.» Queste righe di Alfonso Berardinelli potrebbero suonare come un addio alla critica letteraria. E in effetti sembrano spiegare perché in Giornalismo culturale la critica letteraria sia in netta minoranza. Dal 2013 al 2020, periodo nel quale sono stati scritti gli articoli qui raccolti, l’oggetto privilegiato non è la letteratura, ma la cultura nel suo insieme: le idee correnti o dominanti, le élite intellettuali, i linguaggi, le istituzioni, le mode culturali, i luoghi comuni del discorso politico e gli effetti della rete sulla vita di tutti.Eppure quello di Berardinelli è un giornalismo culturale anomalo e singolarmente enciclopedico. È soprattutto analisi del conformismo sociale, delle sue ragioni e delle forme in cui si manifesta. Ed è contraddistinto da una grande mobilità critica a partire dalla grande varietà di occasioni, spunti e casi offerti dall’attualità e dalla cronaca – cui fa da corrispettivo una grande varietà di...

Neoavanguardia'

Autore: Mario Moroni , Luca Somigli , Paolo Chirumbolo

Numero di pagine: 319

The Italian neoavanguardia, a literary and artistic movement characterized by a strong push towards experimentation, playfulness, and new forms of language usage, was founded at the beginning of the 1960s by a group of poets, critics, artists, and composers. Although the neoavanguardia movement has been primarily defined and examined in a literary context, it is broadly discussed in this collection as also affecting other artistic forms such as the visual arts, music, and architecture. In examining this often controversial movement, Neoavanguardia's contributors include topics such as critical-theoretical debates, the crisis of literature as defined within the movement, and issues of gender in 1960s Italian art and literature. This important collection interrogates the arts as creative codes, their ability to question reality, and their capacity to survive. In so doing, it paves the way for future interdisciplinary investigations of this complex cultural formation.

Cento romanzi italiani (1901-1995)

Autore: Giovanni Raboni

Numero di pagine: 147

Texts of literary criticism on 100 chosen Italian novels, in part already published with the same title in 1986 in the weekly journal L'Europeo.

La scopata di Manganelli

Autore: Alda Merini

Numero di pagine: 93

"Per te che tendi le tue mani ancora alle radici dell'inferno in cerca di una verità assoluta che non trovi, io ti voglio raccontare a mò di triste favola la radice del tuo abbandono". ALDA MERINI la burrascosa e appassionata storia d'amore tra la grande poetessa Alda Merini e il grande scrittore Giorgio Manganelli. scintille, fughe, travolgimenti nei racconti scanzonati e ironici che narrano con geniale maestria la bellissima vicenda. illustrato

ANNO 2021 LA GIUSTIZIA SECONDA PARTE

Autore: ANTONIO GIANGRANDE

Antonio Giangrande, orgoglioso di essere diverso. Si nasce senza volerlo. Si muore senza volerlo. Si vive una vita di prese per il culo. Noi siamo quello che altri hanno voluto che diventassimo. Facciamo in modo che diventiamo quello che noi avremmo (rafforzativo di saremmo) voluto diventare. Rappresentare con verità storica, anche scomoda ai potenti di turno, la realtà contemporanea, rapportandola al passato e proiettandola al futuro. Per non reiterare vecchi errori. Perché la massa dimentica o non conosce. Denuncio i difetti e caldeggio i pregi italici. Perché non abbiamo orgoglio e dignità per migliorarci e perché non sappiamo apprezzare, tutelare e promuovere quello che abbiamo ereditato dai nostri avi. Insomma, siamo bravi a farci del male e qualcuno deve pur essere diverso!

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