Lorenzo Rocci s.J.
Autore: Vittorio Capuzza
La vita e le opere di padre Lorenzo Rocci, il famoso ideatore del Vocabolario di Greco, analizzate grazie al ritrovamento del suo diario.
La vita e le opere di padre Lorenzo Rocci, il famoso ideatore del Vocabolario di Greco, analizzate grazie al ritrovamento del suo diario.
In the choir of the Basilica of San Lorenzo, a truly sacred temple of the Medici dynasty, Pontormo painted a grandiose cycle of frescos between 1545 and 1556, which were then unfortunately destroyed in the mid-18th century. Far earlier, Giorgio Vasari issued a severe judgment on them that lasted into the modern day. His was a dismissal motivated formally by artistic reasons, but it concealed other, more insidious, ideological and religious motivations. On the basis of drawings, copies, paintings and literary sources, this study reconstructs the design and arrangement of the frescoes, revealing them to have been inspired by a contemporary heterodox text, one that was included in the Index in 1549. From a dense web of Florentine religious, cultural and political life and its shifts in the middle decades of the century, the political motivations underlying Vasari's commitment to transforming the doctrinal heresy from which those grandiose paintings had drawn inspiration into an artistic heresy emerge. It was a commitment that, after the conclusion of the Council of Trent, risked reflecting upon the new Counter-Reformist structure of Medici power.
Il 22 febbraio 2000 Francesca Moretti, giovane sociologa marchigiana che vive a Roma nel quartiere di San Lorenzo, arriva in codice rosso al pronto soccorso dell’Ospedale San Giovanni. Ogni tentativo di rianimarla risulta inutile, la ragazza muore poche ore dopo. Com’è morta Francesca? Tutti pensano subito ad uno choc da farmaci, poi però, dopo cinque mesi arriva la risposta dall’Istituto di Medicina Legale: Francesca è morta per avvelenamento da cianuro. Com’è stato possibile? Chi ha somministrato il cianuro a Francesca? Chi poteva volere la morte di una ragazza modello, impegnata nel sociale, circondata da persone che le volevano bene? Ma soprattutto: Francesca è stata davvero uccisa?
Don Lorenzo Milani è stato una delle figure che nel Novecento hanno lasciato più tracce di sé, sia dal punto di vista dell’esperienza pedagogica e spirituale consumata in vita, sia dal punto di vista dell’eredità lasciata attraverso gli scritti e il vigore di un esempio a cui la distanza temporale restituisce complessità e profondità. Molti hanno scritto della scuola di Barbiana e di don Milani. Adele Corradi, che ha lavorato con lui nella sua scuola, non racconta la storia di don Milani. Come lei stessa dice in una breve nota, “chi la volesse conoscere dovrà rivolgersi altrove”. In questo piccolo libro insegue piuttosto le tracce di un rapporto tanto coinvolgente quanto problematico, e lo fa attraverso accensioni progressive di memoria. Don Lorenzo è sì il personaggio carismatico, sensibile, non di rado urtante (qualche volta persino antipatico), delle biografie, ma qui ci appare in una luce tutta affatto nuova. Adele si lascia visitare dai ricordi con amore ma senza reverenza, con il fervore di chi è ben consapevole dell’eccezionalità di un’anima così vasta ma anche con la scioltezza, la leggerezza e lo humour di una grande narratrice.
Nel Ritratto di bambina di Lorenzo Tiepolo, qui presentato, si avverte lo spegnersi della retorica, pur magnifica, che aveva alimentato l’opera di Giambattista Tiepolo. Una scintilla di quell’estetica rimane viva nella maschera grottesca che occupa il centro fisico dell’ancor barocco sedile ‘alla Brustolon’, quasi un tributo del figlio verso il padre. La figura della bambina pare un automa colto nell’atto perturbante di animarsi e, nell’atmosfera, già annuncia il mondo inquieto di Francisco Goya. Gli autori, MASSIMO FAVILLA e RUGGERO RUGOLO, hanno dedicato i loro studi all’arte veneta, in particolare del Sei e del Settecento, che hanno trovato esito in pubblicazioni di carattere monografico, in atti di convegni, in cataloghi di mostre e in numerosi articoli su riviste scientifiche. I Quaderni dell’Albero d’Oro intendono offrire studi sintetici su singole opere, privilegiando la provenienza da collezioni private, che normalmente sono poco o per nulla fruibili da un largo pubblico. Palazzo Vendramin Grimani diventa quindi punto di incontro e di conoscenza, aprendo i propri spazi espositivi a episodi dell’arte, in particolare veneziana, altrimenti ignoti.
Questa ricerca non e una ricostruzione biografico-ideologica della figura di Lorenzo Valla, ma intende presentare e determinare il pensiero cristiano contenuto nella vasta e molteplice opera umanistica del Valla per valutarlo poi criticamente nel suo rapporto con l'ortodossia cattolica. Lorenzo Valla e un uomo sensibile ed eccitabile non solo dalle invettive degli avversari ma da quasi tutti gli aspetti del mondo circostante: tendenze umanistiche, aspirazioni politiche discussioni accademiche avulse dalla reale situazione dell'uomo di cultura del '400 collocato tra forze storiche che si oppongono e si evolvono dialetticamente. Ogni sua presa di posizione, quasi immancabilmente polemica, risponde ad una situazione concreta, ad un problema discusso nelle opere scritte o nelle conversazioni dei circoli, o almeno ad una concezione dominante a un'auctoritas incontestata come Aristotele oppure ad un Auctor di scuola come Boezio a indirizzi consacrati da secoli d'insegnamento. Per fissare queste situazioni concrete si e tenuto conto delle indicazioni offerte dallo stesso Valla anche di quelle espresse nella prefazione al De Vero bono. Questo metodo lascia scoprire lo scopo, l'indirizzo,...