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Vita e morte nel Terzo Reich

Autore: Peter Fritzsche

Numero di pagine: 350

«Nuotare controcorrente non fa che peggiorare le cose»: fu la disincantata conclusione di uno degli anonimi testimoni ai quali queste pagine restituiscono la voce. Peter Fritzsche affronta il complesso tema del rapporto tra il nazismo e i tedeschi. In che modo il regime hitleriano stimolò i tedeschi ad agire come unità etnica cosciente di sé? Fino a che punto essi divennero, sia pure in maniera non sempre lineare, consapevoli nazisti capaci di compiere scelte intenzionali anche al di là dei limiti imposti dalle convenzioni morali? Federico Trocini, "L'Indice" Un'opera che identifica i passaggi cruciali attraverso i quali i tedeschi introiettarono l'anatema antisemita e lo declinarono nei termini di un'esigenza salvifica, capace di giustificare pressoché tutto. Claudio Vercelli, "il manifesto" Peter Fritzsche scruta la vita privata dei tedeschi, ne esamina le lettere, i diari, le conversazioni. Scopre i loro diversi punti di vista, il desiderio, il fascino e lo sgomento con cui affrontarono la rivoluzione nazista. Questo è l'agghiacciante racconto, magistralmente narrato, delle vicende di un regime che intendeva ricostituire una nazione e che, nel corso di questo processo,...

Della gentilezza e del coraggio

Autore: Gianrico Carofiglio

Numero di pagine: 128

La qualità della vita democratica scaturisce innanzitutto dalla capacità di porre e di porsi buone domande, dalla capacità di dubitare. E questo vale tanto per chi il potere ce l’ha quanto, forse soprattutto, per chi apparentemente non ce l’ha. Cioè noi. Perché i cittadini hanno un potere nascosto, che li distingue dai sudditi e che deriva proprio dall’esercizio della critica e dunque della sorveglianza. In queste pagine Gianrico Carofiglio, con la sua scrittura affilata e la sua arte di narratore, ci accompagna in un viaggio nel tempo e nello spazio e costruisce un sommario di regole – o meglio suggerimenti – per una nuova pratica della convivenza civile. Una pratica che nasce dall’accettazione attiva dell’incertezza e della complessità del mondo ed elabora gli strumenti di un agire collettivo laico, tollerante ed efficace. Partendo dagli insegnamenti dei maestri del lontano Oriente e passando per i moderni pensatori della politica, scopriamo un nuovo senso per parole antiche e fondamentali, prima fra tutte la parola gentilezza. Non c’entra nulla con le buone maniere, né con l’essere miti, ma disegna un nuovo modello di uomo civile, che accetta il...

La nuova manomissione delle parole

Autore: Gianrico Carofiglio

Numero di pagine: 208

Rosa Luxemburg diceva che chiamare le cose con il loro nome è un gesto rivoluzionario. In un’epoca come la nostra, quando la democrazia vacilla e la sfera pubblica deve contenere canali labirintici come Twitter e TikTok, l’uso delle parole può produrre trasformazioni drastiche della realtà. Attraverso il linguaggio si esercita il potere della manipolazione e della mistificazione. Per questo le parole devono tornare ad aderire alle cose. Manomissione, certo, significa danneggiamento. Ma nel diritto romano indicava la liberazione degli schiavi. Questo libro si misura con questa ambivalenza: del nostro linguaggio indica le deturpazioni, ma anche la possibilità delle parole di ritrovare il loro significato autentico. È questa la condizione necessaria per un discorso pubblico che sia aperto e inclusivo. Esistono cinque pilastri del lessico civile che questa guida anarchica e coraggiosa riscopre: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza, scelta. A partire da queste parole chiave Gianrico Carofiglio costruisce un itinerario profondo e rivelatore attraverso i meandri della lingua e del suo uso pubblico. In un viaggio libero e rigoroso nella letteratura, nell’etica e nella...

I nomi dello sterminio

Autore: Anna-Vera Sullam Calimani

Numero di pagine: 4

Deportazione, sterminio, genocidio, shoah, soluzione finale o olocausto: sono solo alcuni dei nomi con i quali si è cercato - a partire dalla fine della seconda guerra mondiale - di definire l’immane tragedia del XX secolo. L’autrice di questo saggio spiega perché sono nate le singole definizioni e come la ricerca di un nome abbia accompagnato l’approfondirsi della conoscenza storica dell’evento. Si comprende così che la scelta del nome ha certamente motivazioni linguistiche, ma anche psicologiche, politiche, storiche e religiose. I nomi, infatti, cercano di definire e delimitare la realtà ma possono essere usati anche per banalizzare, deformare o addirittura a negare la realtà stessa.

La lingua in cui viviamo

Autore: Giuseppe Antonelli

Numero di pagine: 272

L'italiano perfetto non esiste, e non è mai esistito. L'italiano continua a cambiare: cambia il nostro modo di usarlo, perché cambia il mondo in cui lo usiamo. In pochi anni si è passati dall'epistola all'e-pistola: e-mail, chat, messaggini, social network. E così - per la prima volta nella sua storia - l'italiano si ritrova a essere non solo parlato, ma anche scritto quotidianamente dalla maggioranza degli italiani. Giuseppe Antonelli ci accompagna tra sigle e parole inglesi, tra punteggiatura ed emoji, tra dialettismi ed espressioni alla moda. Con tono agile e godibile, ci spiega piccoli e grandi cambiamenti della grammatica e del lessico e racconta curiosità e segreti del nuovo e-taliano. Un libro prezioso per tutti, per orientarsi nella lingua di oggi e usarla al meglio, in ogni forma e in ogni situazione.

Parole sotto la svastica

Autore: Sabine Kösters Gensini

Numero di pagine: 251

La 4e de couv. indique : "Questo libro ricostruisce le pratiche educative e le ideologie linguistiche e letterarie nella scuola del nazionalsocialismo (1933-1945), indagando in particolare metodi e contenuti dell'insegnamento della lingua e della letteratura tedesca. Da una dettagliata analisi delle fonti primarie, come pure dall'esame delle istituzioni scolastiche e formative di ogni ordine e grado attive nell'epoca considerata, emerge la funzione decisiva attribuita alla lingua e all'educazione linguistica nel quadro dell'organizzazione politico-culturale del Terzo Reich, finalizzata a un controllo totale della persona umana. Il volume è diviso in tre parti, focalizzate sul concetto di educazione e sulla struttura delle istituzioni formative, sui programmi per la scuola e i relativi orientamenti didattici e sul materiale linguistico e letterario utilizzato. Movendo dal drammatico caso del nazionalsocialismo e dagli interrogativi storico-politici che ancora oggi esso solleva, l'autrice affronta il problema della centralità del nesso scuola-linguaggio nelle società novecentesche."

Auschwitz dopo Auschwitz

Autore: Micaela Latini , Erasmo Silvio Storace

Tra divieto e provocazione si muove il famoso verdetto di Theodor Wiesengrund Adorno del 1949 per il quale “scrivere poesia dopo Auschwitz è un atto di barbarie”. Il volume raccoglie testi di diversi studiosi che si sono confrontati (direttamente o indirettamente) con la controversa sentenza adorniana, analizzandola in una prospettiva interdisciplinare attraverso le lenti di filosofi, scrittori, poeti, intellettuali, in un passo incrociato tra il poetico e il politico. Si possono quindi analizzare e confrontare le risposte al verdetto di Adorno da parte di autori come Jean Améry, Günther Anders, Hannah Arendt, Paul Celan, Günter Grass, Victor Klemperer e Primo Levi, misurando così anche la portata della frase lapidaria nel tentativo di leggere Auschwitz dopo Auschwitz. A coronare il volume un breve scritto di Günther Anders, dal titolo Nach Auschwitz (“Dopo” Auschwitz, ma anche “Secondo” Auschwitz, 1982), che testimonia la sua tarda replica ad Adorno. Testi di: Raul Calzoni, Matteo Cavalleri, Francesco Ferrari, Micaela Latini, Stefano Marino, Fausto Pellecchia, Francesca Romana Recchia Luciani, Erasmo Silvio Storace, Alberto Tommasi.

Aut aut 350 - Nuovi fascismi? Atlante occidentale-orientale

Autore: AA.VV.

Numero di pagine: 184

Questo numero della rivista "Aut aut" presenta gli articoli di: Pierangelo Di Vittorio, Alessandro Manna, Enrico Mastropierro, Andrea Russo, Alessandro Dal Lago, Damiano Cantone, Massimiliano Roveretto, Edoardo Greblo, Massimiliano Nicoli, Raoul Kirchmayr, Pier Aldo Rovatti, Paulo Barone, Giangiorgio Pasqualotto, Rana P.B. Singh, Michel Serres, Antonello Sciacchitano, Raoul Kirchmayr

Critica del testo (2002) Vol. 5/1

Autore: AA. VV.

Numero di pagine: 416

Premessa di Norbert von Prellwitz (p. vii-viii) Ricercare la parola Paolo Chiarini, Pensando Hölderlin. Forme dell’Io lirico in Huchel, Bobrowski e Celan (p. 3-12) Claudio Colaiacomo, Procedimenti leopardiani di frammentazione e costruzione dell’Io (p. 13-27) Francesca Bernardini Napoletano, Il Porto Sepolto: il frammento e l’Opera (p. 29-47) Agostino Lombardo, Introduzione a The Waste Land (p. 49-60) Francisco J. Lobera Serrano, El autoretrato-poética: «Yo soy aquel...» (p. 61-80) Maria Teresa Giaveri, «Mais, au fait, qui parle dans un poème?». Paul Valéry e l’ “Ego poeta” (p. 81-96) Ettore Finazzi-Agrò, «Sto cos셻. L’Io come luogo-tenente del Nulla in una poesia di Fernando Pessoa (p. 97-107) Luciana Stegagno Picchio, Tra ironia e pudore: l’Io critico di Alexandre O’Neill (p. 109-117) Susanna Reisz, De la lírica coral al colectivismo polifónico. Metamorfosis de la voz poética en las literaturas “menores” (p. 119-133) Cesare G. De Michelis, L’aporia dell’Io lirico nella concezione epica di A. Blok (p. 135-140) Fabio Scotto, L’intermittenza dell’Io lirico nel Novecento francese: da Michaux a Jabès (p. 141-158) Norbert von Prellwitz,...

LA PIETRA NERA DEL RICORDO

Autore: Giulio Busi

Numero di pagine: 288

Per la Giornata della Memoria la Domenica de Il Sole 24 ORE propone ai suoi lettori la raccolta di articoli della rubrica Giudaica scritti da Giulio Busi, un itinerario critico costruito attraverso episodi del presente e del passato che raccontano in retrospettiva un momento della storia da non dimenticare, oggi più attuale che mai, attraverso la narrazione intensa e puntuale del massimo ebraista italiano. "...Giulio Busi, il massimo ebraista italiano e uno dei più accreditati studiosi nel mondo (non a caso, infatti, invece di insegnare in una università di Pisa o di Venezia o di Roma, insegna a Berlino) ...", Giorgio Montefoschi, «Il Corriere della Sera», 7 September 2007 Giulio Busi si è formato all'Università Ca' Foscari Venezia, dove, dal 1992, ha insegnato Lingua e letteratura ebraica. Nel 1999 è stato chiamato all'Università libera di Berlino per dirigere l'Istituto di Giudaistica. Oltre a collaborare con molte riviste specialistiche, dal 2000 scrive regolarmente, per il supplemento Domenicale del "Il Sole 24 ORE", articoli dedicati alla letteratura e alla storia ebraica. Giulio Busi vive tra Berlino, Milano e Castiglione delle Stiviere.

Sangue e Suolo. Le radici esoteriche del Nuovo Ordine Europeo nazista

Autore: Paolo Lombardi , Gianluca Nesi

Numero di pagine: 208

«UN NUOVO EDEN». Così Adolf Hitler, nel luglio del 1941, descriveva lo stato dell’Europa dopo la prevista vittoria nazista: un continente ripulito da tutti gli individui razzialmente indesiderabili e unificato politicamente ed economicamente, un continente in cui le merci avrebbero viaggiato senza limiti, ma le persone (quelle vive, almeno) sarebbero state segregate. Questa futura condizione fu l’oggetto di una meticolosa pianificazione da parte delle SS ed esitò nel Generalplan Ost: il progetto nazista per la nuova Europa. Questa sinistra visione non nacque dal nulla; si alimentò nelle credenze della destra tedesca pre-nazista, legata ai miti esoterici della purezza del sangue e del ritorno alle radici razziali del popolo ariano. La prima generazione di nazisti, formatasi in quegli ambienti, portò quei temi all’interno del movimento nazionalsocialista e delle SS in particolare, seguaci di una teoria in cui la purezza del sangue e l’appartenenza a un determinato territorio si fondevano misticamente insieme, generando la credenza che per i portatori di puro sangue tedesco fosse indispensabile, per la creazione di un nuovo Rinascimento europeo, colonizzare i territori...

Oltre le gerarchie

Autore: Tania Groppi

Numero di pagine: 128

«Gerarchie solidamente stabilite in ogni ambito dell'esistenza non permettono a nessuno, se non in apparenza, di toccare chi sta più in alto, di calare verso chi sta più in basso.Si annidano ovunque nella coscienza degli uomini e determinano il loro comportamento verso gli altri.» Elias Canetti Fatichiamo a rendercene conto, ma quando parliamo di 'ascensore sociale' che premi i più 'capaci e meritevoli', quando evochiamo il 'paracadute sociale' per i perdenti nella 'gara' della vita, o alludiamo a scalate e arrampicatori, utilizziamo metafore spaziali le cui origini sono antichissime. Così, chi detiene il potere e sta 'sopra' viene sistematicamente definito 'superiore', mentre chi lo subisce, stando 'sotto', è 'inferiore' o 'subalterno'. In sostanza, la metafora spaziale verticale è divenuta la principale forma espressiva del principio di gerarchia che, così, sembra far parte dei processi cognitivi dell'essere umano. Tutto questo ha importanti ripercussioni sulle democrazie liberali. È proprio un processo di polarizzazione che sta mettendo in pericolo il patto sociale che ha retto gli Stati occidentali negli ultimi decenni. Il contributo riequilibratore del diritto è...

Parole al potere

Autore: AA.VV.,

Numero di pagine: 1116

Cosa è stata l'Italia nei decenni che vanno dall'Unità alla fine della "Prima repubblica"? Dal conte di Cavour a Silvio Berlusconi, come è cambiato il modo di parlare della nostra classe dirigente? Gabriele Pedullà antologizza i sessanta discorsi più significativi pronunciati dai nostri politici tra il 1861 e il 1994, e ripercorre un secolo e mezzo di storia unitaria attraverso i duelli oratori che l'hanno contrassegnata. Il suo viaggio nei programmi di governo e negli appelli al voto racconta anche una vicenda parallela: quella di una parola letteraria che si è offerta, alternativamente, come modello autorevole per la lingua della politica e come diretta antitesi agli slogan di partiti e movimenti. Emerge così il filo rosso di un tormentato rapporto tra cultura e potere che, muovendo dalla stagione del poeta vate dannunziano, conduce sino alla generazione di narratori degli anni Venti e Trenta: intellettuali come Bianciardi e Pasolini, Calvino e Manganelli, la cui opera ha sovente preso di mira vezzi e vizi della classe dirigente, rivelando agli italiani quanti e quali non detti contenga anche il più cristallino dei proclami politici.

Videocrazia e teatralizzazione della politica nell’era berlusconiana

Autore: Vittorio Prada

Numero di pagine: 374

Il processo di innalzamento del livello culturale svolto dalla Rai delle origini è stato interrotto dall’irrefrenabile ascesa della TV commerciale che, oltre a farsi promotrice di valori materiali e per molti aspetti diseducativi, ha portato all’ottundimento dei telespettatori, proponendo loro un mondo edulcorato, fittizio e del tutto illusorio. L’autore indaga le cause che stanno alla base del successo di Silvio Berlusconi, smascherando le abili strategie comunicative da lui messe in campo al fine di ottenere il consenso politico dell’italiano medio. Il volume fa luce sui fenomeni della videocrazia e della teatralizzazione della politica, la quale si è arresa incondizionatamente alle leggi a lei imposte dal piccolo schermo e potrebbe fungere da monito contro le nuove forme di populismo emergenti.

Nel mondo alla rovescia. Appunti da un ambulatorio per immigrati

Autore: Claudia Berton

"Li ho riletti uno ad uno, questi foglietti scritti di fretta all'ambulatorio, fra un appuntamento da dare e una scheda da compilare. Minuscoli cammei, trasparenti fino a svanire se confrontati con la valanga della Storia contemporanea. Avrei voluto creare dei ritratti per bucare con storie individuali il guscio dell'indifferenza, ma non tutti hanno voglia di raccontare a un'estranea le proprie odissee, e a me non piace inventare, rimpolpare con parole mie la scarna ossatura del vissuto altrui. Ci fosse un Capa, un Cartier Bresson, mi sono detta, a immortalare in un solo scatto fotografico alcuni di questi visi - gli occhi, la sofferenza, la rassegnazione, i lampi di ribellione non sempre trattenuti -, alcuni di questi sconosciuti che ho incrociato avrebbero potuto diventare una persona, un nome, un simbolo, in un momento storico in cui degli immigrati - il cui flusso peraltro è sempre stato, ovunque, una costante nella storia dell'umanità - si parla troppo spesso come di un pericolo, prevalentemente quando si vuole gettare una cortina di fumo su certe vicende politiche che a qualcuno conviene occultare, o quando essi annegano in numero eclatante nel tentativo di approdare...

L’inconscio è il mondo là fuori

Autore: Gianni Vacchelli

Viviamo di fatto in un sistema di autodistruzione globale. Il capitalocene, cioè l’era del capitalismo – nata tra il XIII e il XIV secolo e giunta adesso al suo concetto –, preda ogni cosa: la natura, la vita tutta, non solo il lavoro, e svuota l’immaginazione e l’anima, colonizzandole. Questo dominio capillare e virale su ogni aspetto dell’esistente è da noi interiorizzato e di fatto non visto. L’inconscio è il mondo là fuori, come dice Hillman, perché noi oggi siamo abbastanza esperti del nostro intimo, ma siamo diventati cittadini assai passivi e molto poco consapevoli. L’inconscio si è spostato nella polis ed è diventato politico-sociale. Serve una svolta interiore e insieme collettiva, corale. La liberazione è personale, ma insieme comunitaria e coinvolge anche le dimensioni della materia, del cosmo (piante, animali, pianeti, stelle) e del mistero, che alcune tradizioni chiamano Dio, altre con altri nomi (Vuoto, Essere, Non-Essere, Pace, Giustizia, Tao, Brahman, Uomo Cosmico ecc.). Queste dieci tesi sono un piccolo specchio forbito in cui vedersi e un seme che vuole fi orire in ogni luogo disposto, un granello di senape, una goccia di essenza...

Autodafé dello spirito

Autore: Joseph Roth

Numero di pagine: 128

Autodafé dello spirito è la testimonianza dell’impegno civile e politico di Joseph Roth durante gli anni dell’esilio, dal 1933 al 1939. È il grido d’allarme di un intellettuale che non vuole cedere alla follia criminale che lo circonda, ma vede chiaramente il baratro verso il quale la Germani nazista sta trascinando l’Europa. Attraverso questi articoli, alcuni dei quali tradotti per la prima volta in italiano, possiamo ricostruire le urgenze e gli sviluppi del pensiero dello scrittore: il suo scivolare dall’iniziale socialismo verso posizioni monarchiche (ma sempre in chiave antifascista), la rivendicazione dell’erranza ebraica (contrapposta al sionismo e alla ricerca di una patria geografica), la difesa dei valori umanistici della cultura europea. Mentre descrive i roghi di libri, l’abbrutimento della propaganda e le colpevoli esitazioni delle democrazie, la scrittura di Roth oscilla tra il sarcasmo, la disperazione e improvvisi slanci di speranza, ma la sua visione rimane lucida fino alla fine. Fino all’ultimo articolo, pubblicato il giorno prima del ricovero in ospedale, dove l’ombra dei campi di concentramento invade il simulacro svuotato di senso della...

La propaganda nell'abisso

Autore: Giovanni Mari

Numero di pagine: 295

Il racconto di un episodio poco conosciuto nella storia del Terzo Reich: la nascita, ad opera di Goebbels, di un giornale di propaganda diffuso durante l'ultima settimana di guerra dal bunker in cui si è rifugiato Hitler.

La morte della verità

Autore: Michiko Kakutani

Numero di pagine: 240

Mentre per più di trent’anni decideva sulle colonne del New York Times le sorti di autori del calibro di Ian McEwan, Jonathan Franzen, Norman Mailer, Michiko Kakutani non ha mai smesso di riflettere sul concetto di verità. Che valore ha la certezza dei fatti in una società in cui le teorie complottiste imperano, le ideologie risorgono, l’attendibilità della ricerca scientifica è continuamente messa in discussione, le fake news dilagano ovunque? E in una politica in cui il voto di milioni di americani ha portato alla Casa Bianca un presidente con una cronica e riconosciuta abitudine alla menzogna? La sua analisi è spietata, quasi un’autopsia. Michiko Kakutani decreta la morte della verità e ci accompagna nel percorso storico, sociale, culturale che ci ha portato al punto in cui siamo. Una vicenda cominciata qualche decennio fa, con il relativismo e il decostruzionismo, proseguita con il culto narcisistico del sé, il complottismo, la riscrittura in soggettiva della storia, il discredito della scienza, e propagata alla velocità della luce dalle nuove tecnologie. L’assalto alla verità non ha colore politico, viene sia da destra sia da sinistra, è una minaccia...

Berlino 1936. I giochi di Hitler

Autore: Jérôme Prieur

Numero di pagine: 151

Prieur ripercorre la vicenda dei Giochi Olimpici del 1936 nella Berlino di Adolf Hitler con il rigore dello storico e la capacità affabulatrice del romanziere.

Dal volto alla maschera. Rappresentazione politica e immagini dell'uomo nel dialogo tra Guardini e Schmitt

Autore: Giovanni Magrì

Numero di pagine: 459

503.15

Dal volto alla maschera. Rappresentazione politica e immagini dell'uomo nel dialogo tra Guardini e Schmitt

Autore: Magrì

Numero di pagine: 455

Da un lato, Carl Schmitt: il futuro Kronjurist del Terzo Reich, che sa andare all'essenza dei fenomeni giuridici con le sue taglienti definizioni, e avuole usare di questo talento per imprimere ai fenomeni una direzione. Crede che la Chiesa di Roma sia la madre del jus publicum europaeum, il diritto romano essendone il padre; e vede nella rivoluzione fatta in nome dell'economia e della tecnica una minaccia mortale, per il sapere giuridico, ma soprattutto per l'immagine dell'uomo che il diritto ha custodito. Dall'altro lato, Romano Guardini: un prete cattolico che riesce a parlare a molti in Germania. Per lui hanno inventato una disciplina, la katholische Weltanschauung; e lui ne ha fatto una pericolosa concorrente della Weltanschauung nazista. Nei suoi scritti parla di liturgia, di vita comunitaria di Chiesa, di dignità della persona, e legge i classici, filosofi e poeti, con la stessa libertà e profondità con cui affascina i ragazzi del Movimento giovanile. Sapevamo già che, prima dell'avvento di Hitler, Schmitt e Guardini si conoscevano; che avevano avuto discepoli in comune; che contribuivano allo stesso clima di "renouveau cattolico" della cultura tedesca. Questo libro...

Sciacquati la bocca

Autore: Massimo Arcangeli

Numero di pagine: 387

Contesa da tutti, compresa da nessuno, la fantomatica «pancia del paese» è il punto ombelicale del discorso pubblico contemporaneo. Ma cosa succede se ad auscultare i borborigmi che giungono dal suo interno è uno studioso della lingua italiana? Cosa succede se, anziché evocare a sproposito un luogo divenuto ormai mitologico, si tenta di registrare e interpretare i cavernosi suoni che da quel (basso) ventre provengono? Cosa succede, insomma, se si cerca di ripercorrere il tragitto che dalla pancia conduce alla bocca e per suo mezzo alla fonazione?Inoltrandosi in questo lubrico terreno, Massimo Arcangeli fotografa un popolo di santi, poeti e ferventi imprecatori, di folli gesticolatori nel loro smodato dimenarsi, dall’ombrello di Alberto Sordi all’impudico dito medio che si solleva a sferzare l’avversario di turno. Indaga le fonti letterarie, scovando la volgare eloquenza di una lingua d’inferno e paradiso, un organismo complesso in cui palpita un cor gentil ma vibra anche un cul fattosi trombetta. Segnala lo scorrere al fondo del nostro idioma di una vena misogina, razzista, maschilista, forse anche priapista, a giudicare dal proliferare dei sinonimi fallici qui...

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