I fratelli Karamazov
Autore: Fëdor Dostoevskij
Numero di pagine: 256Io credo che se il diavolo non esiste e se, quindi, è stato l'uomo a inventarlo, questi l'ha creato a sua immagine e somiglianza.
Io credo che se il diavolo non esiste e se, quindi, è stato l'uomo a inventarlo, questi l'ha creato a sua immagine e somiglianza.
“Kara, in russo, significa ‘castigo’, ‘punizione’; nelle lingue turco-tatare ha invece il significato di ‘nero’: un cuore oscuro, appesantito dalla colpa, che appartiene a tutti noi, costituisce il nucleo centrale dei Fratelli Karamazov, una delle opere fondamentali della letteratura moderna, un’opera a noi contemporanea nel senso più stretto della parola, perché Dostoevskij vi ha saputo raggiungere le profondità più intime della psiche umana, al di là degli impianti ideologici e degli intenti moraleggianti.” Dalla Postfazione di Serena Prina I fratelli Karamazov si configura come la cronaca di una qualsiasi famiglia della provincia russa, contrassegnata dall’acerrimo contrasto tra la figura del padre, Fëdor, tirannico libertino, e i suoi quattro figli: Alëša, profondo conoscitore dell’animo umano, Dmitrij, un tenentino impulsivo, oscillante tra slanci di generosità e bassezze crudeli, Ivan, raffinato cultore dell’ateismo, e Smerdjakov, figlio epilettico e illegittimo e per questo condannato ai lavori più servili in casa. Quattro diverse personalità che trovano come punto di convergenza l’odio comune verso il padre. Un grande capolavoro che...
La libertà, la colpa, l'espiazione. Le vicende dei quattro fratelli Karamazov indagano tra le pieghe più oscure dell'animo umano, alla ricerca incessante del confine tra bene e male. Per dare voce ai dilemmi etici più radicali, Dostoevskij mette in scena un parricidio, come fecero Sofocle nell'Edipo re e Shakespeare nell'Amleto. Così l'uccisione del vecchio Fëdor serve a tratteggiare personaggi indimenticabili e a dare spazio alla leggenda del "Grande Inquisitore", vetta indiscussa del pensiero politico e religioso dostoevskijano. E il lettore non può che essere gettato nel vortice degli avvenimenti, inevitabilmente penetrato dalla dolente umanità di un'opera che ha la dignità del sacro.
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Mitja, disordinato negli affetti, Ivan, fiero della sua cultura e del suo ateismo, Alioscia, amato da tutti per la sua disponibilta: e di fronte a loro un padre cinico e incallito libertino. Tali gli immortali personaggi dell'ultimo capolavoro di Fiodor Dostoevski qui riassunto.Questa collana e rivolta a chi -non ha il tempo di leggere- ma che si trovera ad un certo punto della propria vita di studio o professionale di fronte al problema di dover mostrare di conoscere testi che fanno parte della storia della letteratura non soltanto italiana. I Riassunti di Farfadette - uno pseudonimo dietro il quale si nasconde un personaggio che e un autentico divulgatore - sono infatti il "pronto intervento" che consente di colmare in poche pagine "vuoti culturali" inaccettabili.
L'ultimo romanzo di Dostoevskij e il suo capolavoro. Un filo ideale collega "Delitto e castigo", "L'idiota", "I demoni" e giunge a "I fratelli Karamazov", che riprende e conclude tutti i temi affrontati nei libri precedenti, in particolare il dramma spirituale scaturito dal conflitto morale tra fede, dubbio, ragione e libero arbitrio. È ritenuto il vertice della sua produzione letteraria, un capolavoro della letteratura dell'Ottocento e di ogni tempo. Pubblicato a puntate dal 1879, si concluse pochi mesi prima della morte dell'autore. Secondo l'originale progetto dell'autore, la storia dei fratelli Karamazov doveva essere la prima parte di una complessa e vasta biografia di Aleksej, uno dei fratelli (ispirato alla figura del filosofo Solovev, amico dell'autore): l'opera però, dopo cinque anni, due di studio e tre di lavoro, rimase incompiuta. Traduzione di Silvia Cecchini dalla versione inglese di Constance Garnett.
Dal profondo, come spiega Pietro Modesto nella nota introduttiva all’edizione italiana Jaca Book del 1971, viene dato alle stampe nell’autunno del 1918, ma sarà distribuito in Russia in forma semi-clandestina solo nel ‘21 e potrà essere pubblicato a Parigi nel 1967. Si tratta di una raccolta di interventi prevalentemente di filosofia politica sulla rivoluzione scoppiata un anno prima, scritti, da Askol’dov, Berdjaev, Bulgakov, Lande, Kotljarevskij, Murav’ëv, Novgorodcev, Pokrovskij, Struve, Ivanov e Frank. Nel riproporlo, abbiamo perciò voluto privilegiare il centenario della rivoluzione d’ottobre perché non esiste un testo coevo più rilevante in quanto ad analisi degli avvenimenti da parte di esponenti della cultura russa. Dal profondo è infatti la terza delle più importanti raccolte del pensiero russo dell’inizio del xx secolo (Problemi dell’idealismo 1902, La svolta, Vechi 1909, Dal profondo, Iz glubiny 1918). In esso troviamo la lettura in corso d’opera del precipitare nell’abisso del terrore provocato dalla folle dittatura di un partito nichilista guidato da Lenin. Eppure Berdjaev, Bulgakov e Struve in esilio a Parigi, Frank a Londra, non potranno...
Il rapporto tra fratelli è da sempre tribolato e colmo di significati, lo è da Caino e Abele, passando per Romolo e Remo e “I fratelli Karamazov”, l'ultimo romanzo scritto da Fëdor Dostoevskij, fino a “Fratelli” dello scrittore ispanista Carmelo Samonà (Palermo, 17 marzo 1926 – Roma, 17 marzo 1990). Vogliamo provare a incontrare l’anima perversa del nostro sangue? Siamo pronti a immegerci toltalmente in quegli angoli nascosti e mai confessati di noi stessi? Ci sono pratiche della nostra anima, che difficilmente possono essere scritte e archiviate, così, senza bagnarci in acque sacre, in grado di purificare i nostri pensieri. Miei cari fratelli e sorelle, ovunque voi siate, trovate, se volete, il tempo necessario e il giusto coraggio per far fronte alle responsabilità di un viaggio all’interno della vostra musica preferità, dei vostri libri e poesie del cuore, dei vostri film prediletti e di voi stessi.
"Si può pensare anche narrando". Ernst Bloch. E narrativamente parlando non esiste miglior pensatore di Fedor Dostoevskij. riccamente illustrato prima edizione del 1997 in volume unico.
In qualunque storia del romanzo moderno, a prescindere dal metodo e dal gusto di chi la scrive, Fëdor Dostoevskij (1821-1881) è destinato inevitabilmente a occupare uno dei capitoli centrali. Nella sua opera si espandono e giungono a piena maturazione i caratteri maggiormente significativi della grande narrativa dell'Ottocento: il senso del drammatico dei conflitti sociali, la riflessione individuale, le passioni più pure e quelle più torbide, l'introspezione e l'analisi minuziosa e profonda dell'animo umano. La raccolta comprende i romanzi: L'adolescente, Delitto e castigo, I demoni, I fratelli Karamazov, Il giocatore, L'idiota, Memorie dal sottosuolo, Il sosia, Umiliati e offesi; e i racconti: Il signor Procharcin, La padrona, Le notti bianche, Uno spiacevole episodio, Bobòk, La mansueta, Il sogno di un uomo ridicolo.
"Il problema principale che sarà trattato in tutte le parti di questo libro è lo stesso di cui ho sofferto consciamente o inconsciamente tutta la vita: l'esistenza di Dio." Così Dostoevskij presentava il romanzo I fratelli Karamàzov , forse la sua opera più complessa.
Alla ricerca del tempo perduto (A la recherche du temps perdu, 1913-1927) - monumentale ciclo di sette romanzi (Dalla parte di Swann, All'ombra delle fanciulle in fiore, I Guermantes, Sodoma e Gomorra, La prigioniera, La fuggitiva e Il tempo ritrovato) al quale Proust lavorò sino agli ultimi giorni di vita - è la ricostruzione di una vita, intesa come scoperta graduale del significato della realtà attraverso i ricordi. Tutto scaturisce da un evento minimo e casuale, una madeleine che il protagonista riassapora per la prima volta dopo gli anni dell'infanzia e che gli riporta alla mente un intero periodo della sua vita, e che sarà il punto di partenza per un grandioso affresco della società francese agli inizi del secolo, rappresentata nei suoi molteplici e contraddittori aspetti e livelli. Dal potere delle passioni al fascino illusorio della vita di società, fino alla tensione tra il desiderio di protezione e l'attrazione dell'ignoto: Proust ci offre pagine straordinarie e grandi ritratti di figure divenute indimenticabili, accompagnandoci alla riscoperta di quel mondo interiore costruito sul filo della memoria.
Dove e come si colloca oggi la Russia di Putin? E un «occidentale» come si posiziona rispetto alla Russia? Fino alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, non c’erano dubbi sulla collocazione della Russia, anche fisicamente, sul planisfero. La cortina di ferro, il muro di Berlino e poi, «di là», la Russia, Mosca e tutta l’immensità dell’Unione sovietica tenuta insieme per quasi un secolo dal comunismo, variamente vestito, che prese il potere nel 1917. Ma oggi? Inoltre, se per un certo tempo, tra la fine dei ‘90 del Novecento e l’inizio di questo secolo, la Russia era uscita dai radar dei giochi di forza internazionale, da qualche anno la troviamo di nuovo protagonista in diversi e complessi equilibri, soprattutto con Stati Uniti e Cina. Lo abbiamo visto di recente soprattutto nel teatro dell’orrore della guerra in Siria. Con quali ambizioni? Raccogliendo i nostri articoli di archivio per questo nuovo volume della collana monografica «Accènti» abbiamo subito dato molto spazio alla comprensione dell’identità russa (prima parte). Quindi abbiamo cercato di inquadrare la presenza cristiana in Russia, all’interno dei rapporti ecumenici tra la Santa Sede e il ...
Nel 2021 si celebra il bicentenario della nascita di Fëdor Michàjlovič Dostoevskij (1821-1881). La sua figura ha qualcosa di unico nel panorama della letteratura mondiale. Per questo la nostra rivista se n’è occupata in varie occasioni. Con il presente volume vogliamo raccogliere le riflessioni che gli scrittori de La Civiltà Cattolica hanno elaborato nel tempo, in particolare il p. Ferdinando Castelli, costantemente mosso dalla passione di rintracciare il volto di Cristo negli autori moderni e contemporanei. Dostoevskij colpisce per la sua attualità, la densità e profondità di pensiero, la sua potenza profetica. Ma il tema di interesse costante è certamente la fede dello scrittore russo. La nostra rivista ha sempre ragionato su come Dostoevskij ponesse in modo molto radicale la questione di Dio, a partire dalle esperienze russe. Si tratta di una chiave di lettura che – come tutta la sua opera – interroga l’oggi e pone domande di sempre. Ad esempio: perché non si crede? Perché si perde la fede? E il male?Un lettore eccellente dello scrittore russo è certamente papa Francesco: il suo pensiero si è formato progressivamente – insieme agli studi accademici –...
All’apice della sua multiforme carriera, estesa dal teatro alla letteratura, dalla radio al cinema e alla televisione, Carmelo Bene propose sulle scene italiane un genere ibrido che era stato senz’altro minore nella storia del teatro europeo, ma sempre presente e gravido di conseguenze per gli sviluppi delle arti della scena e della musica. La stagione dei melologhi fu, da un lato, frutto di intuizioni e di sensibilità condivise con alcuni protagonisti della scena musicale di quegli anni; dall’altro, fu l’esito di percorsi storici e di eredità culturali, oggetto di scavo in questo studio, che consentono di rintracciare alcune fonti inattese nella poetica dell’attore salentino. Il libro si conclude con una sezione dedicata alla rielaborazione da parte di Bene del Manfred di Byron-Schumann, esaminata attraverso l’ampio ventaglio degli strumenti dispiegati dall’attore per esaltare la presenza vocale e la forza espressiva del poema drammatico con musica.
Tutto comincia con Delitto e castigo, un romanzo che Paolo Nori legge da ragazzo: è una iniziazione e, al contempo, un'avventura. La scoperta è a suo modo violenta: quel romanzo, pubblicato centododici anni prima, a tremila chilometri di distanza, apre una ferita che non smette di sanguinare. "Sanguino ancora. Perché?" si chiede Paolo Nori, e la sua è una risposta altrettanto sanguinosa, anzi è un romanzo che racconta di un uomo che non ha mai smesso di trovarsi tanto spaesato quanto spietatamente esposto al suo tempo. Se da una parte Nori ricostruisce gli eventi capitali della vita di Fëdor M. Dostoevskij, dall'altra lascia emergere ciò che di sé, quasi fraternamente, Dostoevskij gli lascia raccontare. Perché di questa prossimità è fatta la convivenza con lo scrittore che più di ogni altro ci chiede di bruciare la distanza fra la nostra e la sua esperienza di esistere. Ingegnere senza vocazione, genio precoce della letteratura, nuovo Gogol', aspirante rivoluzionario, condannato a morte, confinato in Siberia, cittadino perplesso della "città più astratta e premeditata del globo terracqueo", giocatore incapace e disperato, marito innamorato, padre incredulo ("Abbiate...
"Un intero minuto di beatitudine": così il Sognatore -protagonista e narratore di questo racconto- riassume la fulminea, inaspettata esperienza del suo incontro con Nàstenka. Prima e dopo, per questo "buffo signore" è un abisso di solitudine; infatti il sognatore, che "non è un uomo, ma piuttosto un essere di genere neutro" , appartiene a una categoria che vive separata dal mondo abitando di preferenza i più squallidi tuguri.
Esce dalla stanzuccia buia in camicia da notte, a piedi nudi, piccola e robusta, e con voce angosciata chiama il marito, ancora disteso sul letto, ma già con la sigaretta in bocca. L'uomo in pigiama e ciabatte raggiunge la moglie, e tutt'e due si affacciano alla finestra e guardano verso il vicino fiume. Attraverso un boschetto di acacie vedono i tre figli Giacomo, Peppa e Pierino che si stanno stringendo una corda al collo, collegata a una grossa pietra. La vecchia geme, e il marito la zittisce per capire quello che sta dicendo Giacomo: 'A noi, nipoti Karamazov, che abbiamo disonorato la stirpe, non resta che la morte'. Loro si tuffano nel fiume, e vengono inghiottiti dalle onde.