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Sull'origine del radicchio rosso di Treviso

Autore: Camillo Pavan

Numero di pagine: 21

La tecnica della forzatura del radicchio rosso tardivo di Treviso, documentata dagli anni '60 dell'Ottocento, si è progressivamente affinata grazie al contributo di valenti agronomi e soprattutto allo spirito di sperimentazione dei contadini locali. L'ipotesi che a "inventare" il radicchio nella sua forma più pregiata sia stato il belga Francesco Van den Borre, giunto a Treviso verso il 1860, è in realtà un'invenzione dello scrittore Giuseppe Maffioli. Per sostenere la sua tesi, Maffioli ha modificato un testo originale di Aldo, figlio di Francesco Van den Borre.

La cucina trevigiana

Autore: Giuseppe Maffioli

Numero di pagine: 448

Quest’opera di Maffioli, è testimonianza d’amore per questa nobile terra, e soprattutto un punto di riferimento autorevole e ineguagliabile, la cui importanza può essere colta da ognuno quando si pensi che Treviso e la sua Marca sono divenute la città e la provincia gastronomicamente al primo posto in Italia. Il volume illumina, attraverso rapidi excursus storici, personali memorie di tempi più vicini e una ricchissima proposta di ricette remote e attuali (sono ben 850), un aspetto non trascurabile della civiltà di questa terra, che ha saputo usare con amore, intelligenza e continua creatività le risorse di una natura ricca, varia e amabile come quella trevigiana.

La cucina padovana

Autore: Giuseppe Maffioli

Numero di pagine: 224

Un panorama del mangiar padovano e pavano, frutto di una passione di ricerca che scopre nei testi letterari la “varietà” di una cucina dimenticata, da riscoprire e da rivalutare, studiata con acutezza attraverso cinque secoli, dal cinquecento ai nostri giorni. Un volume di 300 ricette che non vuol essere qualcosa di codificato per sempre, ma la base per ritrovamenti e rielaborazioni su vecchi temi, forse troppo spesso trascurati e dimenticati.

Raici

Autore: Camillo Pavan

Numero di pagine: 238

"Raici", termine del dialetto trevigiano arcaico sopravvissuto all'influsso del veneziano che l'ha addolcito in "radici". E' il plurale di radicchio, quello rosso, ovunque conosciuto come il prodotto simbolo della terra di Treviso.

La cucina bresciana

Autore: Marino Marini

Numero di pagine: 224

Una cultura gastronomica ricca e articolata, che vanta antipasti come il capriolo sott’olio, il carpione alla salsa di sardine, i peperoni al formaggio, primi piatti come la zuppa di rosolaccio, il risotto con le fave, i casoncelli di magro, i ravioli di Breno..., secondi come l’anguilla all’iseana, il coregone gratinato con le melanzane, il “cuz” di pecora... Un mondo di sapori antichi e attuali, un tesoro di cultura gastronomica di cui Marini ci spiega anche la storia. 222 ricette

La cucina maremmana

Autore: Aldo Santini

Numero di pagine: 288

Un viaggio affascinante nei piatti semplici ma tipici e dalle innumerevoli varianti della Maremma, che si dipana tra storie e aneddoti per più di 300 ricette. Santini è un narratore d’istinto ma la disciplina del giornalismo ne ha fatto anche un ricercatore capace di approfondimenti incredibili come la ricerca sull’acquacotta, una semplicissima composizione di verdure in acqua o brodo, simbolo della povertà maremmana, di cui ha scovato più di 30 varianti; o quella sui crostini, o sul cinghiale, o sulle “scottiglie”. “La tegamata è buona fatta e mangiata”, così si dice dalle parti di Pitigliano... e che dire poi delle “pagnottelle dell’Argentario” o delle “vecchierelle della vigilia”, del “budino di castagne”, del “cacciucco di funghi con fagioli” oppure del “filetto di cinghiale con crostini all’oliva”, della “minestra di lenticchie” e della “ribollita del Biondo”. Insomma, ce n’è per tutti i gusti, anche per i più esigenti.

La cucina della Terra di Bari

Autore: Luigi Sada

Numero di pagine: 192

Mitica tra le altre italiane è la terra di Puglia. Centro di questa regione per motivi storici e geografici è la Terra di Bari: una terra nella quale Luigi Sada ha radici profonde e ramificate. È uno studioso che usa le proprie scoperte e il proprio sapere gastronomico per consigliare, indirizzare e sorvegliare chi fa cucina nella realtà. E questa sua capacità si vede da come le ricette sono scritte, alcune senza inutili pignolerie, altri puntuali fino all’uno o due rametti di rosmarino. Presentazione di Marco Guarnaschelli Gotti

La cucina picena

Autore: Beatrice Muzi , Allan Evans

Numero di pagine: 192

In questo libro affascinante la cucina è, come deve essere, la punta deliziosa e solleticante di un iceberg fatto di altri momenti culturali, da una disincantata storiografia a una ricerca calendariale ricca di colore: tutto per darci il ritratto di una zona delle Marche, il Piceno, della quale gli autori si sono davvero innamorati e della quale poco si sa. Beatrice Muzi e Allan Evans vivono tra New York e il Piceno: causa non ultima della insolita freschezza di sguardo con cui tutte le cose sono osservate, le storie lette, gli aneddoti scelti; e della freschezza di palato con cui le ricette antiche e nuove (circa 150) sono state valutate prima di essere proposte.

Ritorni di fiamma

Autore: Mario Isnenghi

Numero di pagine: 528

“L’attivo e il passivo di una storia collettiva – tanto più se drammatica e divisiva – si misurano anche così, da come si vivono le sconfitte da parte dei vinti, e le vittorie da parte dei vincitori.” Da Mazzini a Mussolini, da Garibaldi a D’Annunzio, dai partigiani della Resistenza rossa e dell’“occasione perduta” ai neofascisti e ai brigatisti, i ritorni di fiamma sono una cifra di lungo periodo della storia d’Italia. Nel fare l’Italia e nella dialettica tra Stato e Nazione, a ogni svolta epocale – dall’Italia liberale a quella fascista, a quella repubblicana – si sono riproposti fronti alternativi inconciliabili, con i corrispondenti miti e politiche della memoria. Dall’eterna contrapposizione tra guelfi e ghibellini a quella tra repubblicani e monarchici, neutralisti e interventisti, fascisti e antifascisti, terroristi e vittime del terrorismo. Si fa l’Unità, ma Garibaldi è un vincitore-vinto; si vince la Grande guerra, ma è una “vittoria mutilata”; il fascismo prende il potere, ma tradisce la rivoluzione; la repubblica nasce dalla Resistenza, ma al governo va la Democrazia cristiana. La nostra storia è piena di svolte deludenti per...

Il boccon del prete

Autore: Giovanni Ballarini

Numero di pagine: 160

Un vassoio di pasticcini da cui pescare golose curiosità sulla tavola e sulle nostre tradizioni gastronomiche: è questa l’impressione che si ha leggendo Il boccon del prete di Giovanni Ballarini, Presidente onorario dell’Accademia italiana della cucina. Assaggiamo infatti l’origine di proverbi come “gallina vecchia fa buon brodo”, o il collegamento tra personaggi celebri e piatti omonimi, come il “filetto alla Chateubriand”, assaporiamo leggende e verità sulla pizza e sui maccheroni, ci deliziamo di distinzioni ormai dimenticate tra cibi magri e grassi che hanno dettato legge sulle tavole dei nostri nonni. E se l’appetito vien mangiando, la curiosità vien leggendo: così ci troviamo al termine del libro con il desiderio di sapere di più, di approfondire, di affrontare con interesse culturale quello che per l’Italia rappresenta un patrimonio inestimabile, ossia le innumerevoli cucine del suo territorio e la storia e le tradizioni che ruotano intorno a esse.

La cucina dei numeri primi

Autore: Giovanni Ballarini

Numero di pagine: 160

“Perché la parmigiana si chiamava parmigiana?”, uno dei tanti perché che possono nascere nelle conversazioni di fine pasto. Come le briciole prima del dessert erano raccolte (ma non buttate), ancor oggi non è male raccogliere alcune delle tante briciole d’intelligenza che un tempo accompagnavano una brillante e amabile conversazione su argomenti anche frivoli di cucina. Una raccolta che inizia da antiche consuetudini, perdute o in via di sparizione, e dalle molte etimologie, a proposito delle quali valgono forse più l’immaginazione e la fantasia che una rigorosa ricerca linguistica, capace soltanto, il più delle volte, di ridursi al riconoscimento di un etimo incerto. Del resto, come ci fa notare Massimo Montanari nella prefazione “le briciole..., una per una, sembrano piccole cose. Ma non disperdetele. Legatele insieme con un po’ di uova e farina, istituendo connessioni fra una pagina e l’altra, l’una e l’altra miniatura, l’una e l’altra suggestione: ne uscirà una vivanda gustosa, un quadro d’insieme di cui apprezzeremo la piacevolezza, accompagnandola con la bevanda calda dell’intelletto, ragionando insieme, una volta ancora, sui mille segreti...

Le cucine di Romagna

Autore: Graziano Pozzetto

Numero di pagine: 448

Quattrocento pagine ricche di storia, cultura, ricette (sono oltre 200) con approfondimenti sulla grande tradizione dei brodetti di mare delle Marinerie romagnole, le minestre tradizionali e povere, i miti e le passioncelle gastronomiche dei vecchi romagnoli, le specialità romagnole dei primi decenni del ’900, i piatti della memoria di Tonino Guerra, le ricordanze di cibo di Tino Babini, i vini di Romagna tra innovazione, nuove regole, grande tradizione, e consolidato Rinascimento.

La cucina del Piemonte collinare e vignaiolo

Autore: Giovanni Goria

Numero di pagine: 288

La cucina del Piemonte esprime poi il meglio del Goria “protagonista” sulla scena del mangiare piemontese attuale, perché il corpus delle ricette è anche lo strumento del suo appassionato, quotidiano intervento nella “cucina reale”, quella dei ristoranti e delle trattorie: è insomma il breviario di un curatore di anime e di cuochi e cuoche, cui tanti operatori gastronomici del settore devono il successo e il paradiso attraverso confessione e redenzione dei loro peccati contro la ricca e sensualissima tradizione culinaria del territorio. 270 ricette tradizionali Presentazione di Marco Guarnaschelli Gotti

La cucina vicentina

Autore: Anna Capnist Dolcetta , Giovanni Capnist

Numero di pagine: 128

Ricette antiche oggi ricercate, riscoperte e valorizzate come opere d’arte, per ritrovare aspetti di una civiltà di vita che nella famiglia trovano il cuore. Il focolare è sempre stato il centro della vita femminile, dove le doti di pazienza e intelligenza delle donne hanno saputo creare una cucina vicentina, dai primi piatti ai secondi e ai contorni di stagione, ai dolci, torte, biscotti e frittelle, che solo a elencarle ci vuole un libro intero. Le 90 ricette che riportiamo rappresentano l’ immagine di un incontro nel tempo e nelle stagioni, tra la cucina dei nobili in Villa e la cucina povera dei nostri paesani. Prefazione alla prima edizione di Marino Breganze Prefazione alla nuova edizione di Alfredo Pelle

La cucina delle Murge

Autore: Maria Pignatelli Ferrante

Numero di pagine: 288

Chiunque sappia fare due più due in cucina e abbia un minimo di immaginazione non può che emozionarsi sino all’acquolina leggendo le ricette semplici e ingegnose in cui entrano tutti gli aromi domestici e selvatici di una terra antichissima. È un mangiare stranamente moderno: trionfo di verdure, legumi, paste, non molto pesce, poca carne, condimenti essenziali, olio di grande virtù, formaggi di semplicità omerica; e al tempo stesso pieno di suggestioni romane, bizantine, medioevali, arabe: guardate la ricetta dei “cognotti” nella quale ostriche o cozze vengono infarinate e fritte, poi messe in una “cottura” di miele e aceto insieme a mandorle tostate e tritate, castagne tritate, arance candite spezzettate, e dopo bollitura conservate in barattolo. Una ghiottoneria in 271 ricette. Presentazione di Marco Guarnaschelli Gotti

La cucina ferrarese

Autore: Maria Alessandra Iori Galluzzi , Narsete Iori , Marco Jannotta

Numero di pagine: 128

Pane ferrarese e salama da sugo: non è un caso che gli autori abbiano dedicato due capitoli del libro sulla cucina ferrarese all’analisi di questi due prodotti simbolici. Ma ci sono molte altre ricette (150) storiche faticosamente raccolte dagli autori: i cappellacci di zucca, l’anguilla con le verze, le rane fritte, il pasticcio di maccheroni, la torta delle rose...

La cucina reggiana

Autore: Maria Alessandra Iori Galluzzi , Narsete Iori

Numero di pagine: 160

Chi volesse, una volta tanto, “mangiare reggiano”, con questo libro in mano può rapidamente avere tutti gli elementi per confezionare “valigini”, “cazzagai”, “arbada” o “chiezzi”, “tortelli di mele” o “tortelli con le ortiche”, “anguilla con la verza” o “pesce gatto in umido”; ciò si deve al fatto che Maria Alessandra Galluzzi è una cuoca eccellente e ha personalmente “testato” le ricette. C’è poi la dimensione del ricordo e della nostalgia, che Narsete Iori e Maria Alessandra hanno recuperato raccogliendo le ricette antiche dalla voce viva di chi è nato prima del ’900: e c’è del fiabesco in un piatto “di cui si è perso quasi anche il ricordo, pochi infatti lo hanno mangiato o visto preparare”. Insomma questo manuale è un libro da interrogare con attenzione e nel quale ci sono molte risposte. Un manuale per sapere e per fare. E anche, un poco, per sognare. Presentazione di Marco Guarnaschelli Gotti Prefazione di Luigi veronelli

La cucina fiorentina

Autore: Aldo Santini

Numero di pagine: 320

Per chi vuole entrare in un rapporto non solo culturale ma anche tattile, emozionale, carnale con la grande cucina di Firenze. Un viaggio nella memoria in 225 splendide ricette, la loro storia, le diverse versioni che alcuni celebri ristoranti hanno introdotto. Ci sono i piatti dimenticati come la “carabaccia” e la squisita elaborazione dell’antico cibreo fatta da Annie Feolde, dell’Enoteca Pinchiorri, la “pappa al pomodoro” dell’“Antico Fattore”, ci sono le idiosincrasie di Emilio Cecchi e le curiosità dell’alcova di Caterina de’ Medici...

La cucina dei genovesi

Autore: Paolo Lingua

Numero di pagine: 224

Frittelle e focacce, farinata, pesto, stoccafisso, meringhe e pandolce sono alcuni dei prodotti di questa cucina, che possiamo assaporare fino in fondo solo conoscendone anche la storia, a partire dalla posizione geografica di Genova. Chiusa tra mare e colline, ha potuto sviluppare una sua gastronomia solo grazie alla fantasia dei suoi abitanti, che con grande ingegno hanno saputo coniugare i prodotti del bosco, dell’orto, del mare e, soprattutto, dei loro traffici mercantili. Ma la sua cucina è anche ricca di paste fresche: pansotti, ravioli, ripieni di vitello, animelle, uova, erbe, pangrattato e parmigiano. Una tecnica, quella del ripieno, utilizzata dai marinari per fare tesoro dagli avanzi del pranzo, tecnica che ritroviamo anche nelle torte come la “Pasqualina” e nei secondi come la “Cima”. E per il pesce? Troviamo soprattutto quello adatto alla conservazione come il pesce azzurro.

La cucina modenese

Autore: Sandro Bellei

Numero di pagine: 256

“...i tortellini debbono morire in brodo”, “su questa minestra non mettete mai parmigiano reggiano”, “per presentare in tavola degli impeccabili tortellini in brodo usare il semplice accorgimento di preparare una quantità di brodo quasi doppia del consueto; una metà servirà a cuocere i tortellini, l’altra... a imbandirli... in un brodo perfetto, limpido, non intorbidito dalla cottura della pasta”, queste espressioni fanno capire che in campo gastronomico c’è precisione, convinzione, intolleranza, e che ogni trasgressione provocherebbe scintille. Questo timbro affettuoso, scherzoso, ma mica tanto, Bellei lo fa risuonare naturalmente nel “cantare” di tanti altri argomenti, dal duo “mais-castagna” al mitico “aceto balsamico”, brividoso di alchimia, dalle infinite cure per l’ammiccante zampone, alle varie epifanie dello spumeggiante Lambrusco. Tante notizie e tante (360) ricette.

La cucina piacentina

Autore: Andrea Sinigaglia , Marino Marini

Numero di pagine: 256

La cucina piacentina è cucina ricca e antica. Sono secoli che a Piacenza si mangiano cose buone, come quel “tortello del Petrarca” offerto al grande poeta nel 1351. Il cardinale Alberoni, alla corte di Spagna, se ne faceva un vanto, e spesso omaggiava i nobili con i prodotti della sua terra di origine. La corte di Maria Luigia porta una ventata di freschezza e i suoi pasticceri fanno conoscere ai piacentini le loro specialità come i chìfàr, ancor oggi nella colazione di tanti cittadini. C’è la bomba di riso, dove il giovane piccione della colombaia finiva la sua carriera, i pesci del Po che da “Cattivelli” finiscono in fritture croccanti, quegli gnocchetti tirati a mano detti pùarèi che, accompagnati ai fagioli, si trasformano in una zuppa energetica, le mezze maniche di frate ripiene che ti conciliano con i tuoi peccati, almeno a tavola. Ci sono i piatti di tante feste che, iniziate con “burtlèina” e salumi, continuate con i tortelli con la coda, la polenta e lo stracotto, finivano in gloria con la torta di fichi di Albarola. Il tutto innaffiato con i generosi vini delle valli piacentine.

La cucina trapanese e delle isole

Autore: Alba Allotta , Giacomo Pilati

Numero di pagine: 320

Il trapanese è un’area gastronomica tra le più ricche d’Italia. Il pesce è senza dubbio il prodotto base di questa cucina. È presente in tante zuppe ma anche nel Cous cous, al posto della carne di montone, prodotto base dell’antica ricetta maghrebina. Un piatto locale il cui rito prevede che la semola sia lavorata a mano (‘ncucciata) nella “mafaradda”, tradizionale vaso di terracotta, dopo esser stata cotta a vapore e aromatizzata con cipolla. A mano vengono preparati anche i “Busiati” (primo a base di carne), i ravioli ripieni di ricotta e menta, gli “gnuoccoli”. Altro piatto forte la pasta con il pesto alla trapanese, che sostituisce al basilico un battuto di pomodoro crudo e mandorle pelate. Una varietà gastronomica frutto dell’incontro con le molte culture che da sempre popolano il Mediterraneo in 328 ricette.

Opuscoli scientifici d'entomologia di fisica e d'agricoltura dell'abate D. Raimondo Maria de-Termeyer gaditano ..

Numero di pagine: 427

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