Sant'Angela da Foligno 3
Autore: Sergio Andreoli
Numero di pagine: 30Un altro numero della rivista fondata e diretta da don Sergio Andreoli
Un altro numero della rivista fondata e diretta da don Sergio Andreoli
1615.50
Il lettore troverà in questo volume un'ampia serie di articoli sulla *grande* mistica Sant'Angela da Foligno, canonizzata da Papa Francesco il 9 ottobre 2013, un'antologia di articoli pubblicati dalla *Gazzetta di Foligno* e una serie di interventi apparsi in diversi strumenti di comunicazione *on line*. Potrà, così, arricchire le sue conoscenze di persone, luoghi e tradizioni
Come Venezia trova nel Medioevo il suo simbolo in San Marco, allo stesso modo la Repubblica lagunare nell’epoca moderna viene rappresentata dall’icona bizantina della Nikopeia di San Marco. Essa appare nel Cinquecento nel tesoro della Basilica di San Marco e viene utilizzata come immagine contro la peste. Successivamente l’icona viene esposta pubblicamente solo nel periodo del declino economico e politico, stilizzata come simbolo dell’identità veneziana collegandola con il mito della nascita della città. In primo luogo simbolo dello Stato, veniva però considerata anche di aiuto nelle difficoltà personali in ragione della grande venerazione da parte del popolo. In questa maniera riuscì a superare indenne la fine del dominio dei dogi e fino a oggi riveste un posto importante come immagine mariana venerata in città. Attingendo a fonti finora sconosciute, questa ricerca segue l’origine e il destino del palladio veneziano dagli inizi fino ai giorni nostri.
Questo volume si inserisce nella serie di pubblicazioni sugli archivi della Santa Sede e la storia del mondo occidentale fra età moderna ed età contemporanea coordinati dall’Università della Tuscia. Ma vuole anche ricordare la scomparsa della collega Carmen Radulet, docente di lingua e letteratura portoghese. A lei sono già stati dedicati altri due volumi, ma questo intende riprendere la sua attenzione per le fonti vaticane come lente per studiare la storia del Portogallo e delle sue colonie, protendendosi avanti nel tempo sino a includere quella del Brasile indipendente.
L'Impero è necessario al buon governo del mondo? È esclusivo appannaggio di Roma? Infine: la sua autorità deriva da Dio o dal papa? È Dante stesso a porre le questioni dottrinali che intende affrontare nel suo trattato. Forme e lingua - il latino - sono quelle tradizionali della trattatistica del suo tempo; rivoluzionarie invece le tesi sostenute, quelle intemptate veritates che fanno della Monarchia l'espressione dell'eterna tensione tra due poli, lo spirituale e il temporale, e l'innovativa, originalissima rielaborazione di un ampio retaggio d'idee e di dottrine. Il testo dantesco è qui presentato con il ricco e imprescindibile commento di Diego Quaglioni, noto studioso di diritto medievale.
I sodomiti senza nome, giunti sulla soglia del rogo e carbonizzati dall’orrore provato per il loro crimine, prima che le fiamme li tocchino; il teologo e confessore dei Medici che abusa di un dodicenne; il cappuccino tormentato da una fisiologia esuberante e da fantasie di donne; il doge mancato a causa di amori che non incontrano la pubblica approvazione; il prete che dal confessionale stabilisce relazioni carnali con le sue penitenti; l’Adamo che si unisce ad Eva contro natura. Reali o immaginati, questi uomini suscitano domande e azioni normative. Anche quando la condanna è lieve, lo sconcerto da loro provocato viene messo in parola, e limiti fra lecito e illecito, morale e immorale, decoroso e indecoroso vengono tracciati. In questo gioco di definizioni, in cui molto influisce lo status con relative tutele, un oggetto sfuggente, ma non per questo meno dotato di capacità di condizionare, sembra prendere forma: una maschilità ideale, definita in relazione al corpo e al suo uso.
PDF: FL2688
The Capuchins in Emilia-Romagna: the men and the events.