È sempre l’ultimo incarico, per Philip Marlowe. Ma quello che gli abbiamo affidato stavolta, forse, è il più delicato. Sì, perché deve prendere tutto il décor e tutti i ferri del suo mestiere – le palme e il vento caldo di Los Angeles, la penombra minacciosa di interni sfarzosi e lo sfarfallio dell’acqua nelle piscine, il crepitio delle pistole e quello ancora più letale dei lamé –, aggiungerci il suo fuori campo inconfondibile, e rimetterli al posto delle storie spesso ovvie raccontate da migliaia di suoi epigoni, in quell’universo narrativo opaco cui è stato attribuito d’ufficio un nome che non gli apparteneva: il noir. Sì, stavolta Marlowe deve riportare le lancette all’anno in cui tutto è cominciato, il 1939, e al luogo da cui tutto il resto ha tratto origine: questo romanzo. E per fortuna tutto fa pensare che ci riuscirà – o che fallirà magnificamente, come solo lui avrebbe potuto.
Elizabeth Murdoch, una vedova autoritaria e cinica che vive in una fastosa e opprimente dimora di Pasadena, incarica Philip Marlowe dell'inchiesta sulla sparizione di un gioiello numismatico, il "doblone Brasher", misteriosamente sottratto dalla collezione del suo giovane defunto marito. In un'incessante alternarsi di scenari diversi, l'intervento del detective innesca una serie di inesplicabili omicidi. Come sempre, Marlowe si fa avanti tra mostri e relitti di una società corrotta con la dolente consapevolezza dell'antieroe, con la tenacia severa del paladino della verità, con lo humour caustico dell'"uomo d'onore".
Che i libri si possano incontrare – prima ancora che leggere – così come si incontrano «altri fenomeni della vita e del pensiero», e che della vita facciano parte «quanto gli alberi, le stelle, o il letame», è l'aureo presupposto su cui poggia questo «libro sui libri» di Henry Miller, caso anomalo e inclassificabile, riconducibile forse soltanto al genere immaginario dell'autobibliografia. Pochi scrittori hanno saputo rivelare se stessi come Miller attraverso quegli incontri, e queste pagine, lungi dall'essere un catalogo erudito, assomigliano piuttosto a una tortuosa e camuffata confessione. Dall'eccentrico estremo di John Cowper Powys a Richard Jefferies, panpsichista romantico, dall'adorato Cendrars a Jean Giono e Rider Haggard: "I libri nella mia vita" è anche una guida preziosa, che permette di scoprire e riscoprire, accanto ai grandi intoccabili della letteratura, una vasta tribù di autori sconosciuti o presto dimenticati, ma non per questo meno vivi. La storia segreta di ogni vero lettore non è fatta di tutti i libri che ha letto, e nemmeno di quelli più significativi o più belli – sembra avvertirci Miller –, ma soprattutto di alcuni, a volte...
In questo libro Kirk Douglas ripercorre la sua vita e insieme la sua strabiliante carriera cinematografica. Figlio di un immigrato ebreo russo, venditore di stracci, è costretto a pagarsi gli studi di recitazione svolgendo più di quaranta lavori, tra cui il pugile. Quello che Douglas ci offre è il racconto appassionato e onesto di uno dei più celebri protagonisti di Hollywood. Dall’esordio al fianco di Barbara Stanwyck all’incontro con Stanley Kubrick, dal western al kolossal, dalla rottura con gli schemi hollywoodiani al grande successo. Un percorso dettagliato e riflessivo, fatto di incontri, aneddoti, discese e risalite, narrato dalla voce stessa dell’ultima, grande star della Hollywood degli anni d’oro.
In un brillante saggio King ripercorre la storia del genere horror in letteratura, nel cinema e nel fumetto. E lo fa con competenza, passione e divertimento.
Questo libro non riassume la storia del cinema, con un elenco di autori o di film che da soli sarebbero senza valore, ma racconta cos’è stato e cos’è oggi il cinema: l’avventura di un linguaggio che usa tutto il potere di seduzione e illusione delle ombre. «Contese, sfide, battaglie, dichiarazioni, amori e tempeste», direbbe Cervantes. La storia del cinema non ha forse realizzato tutto quello che sognava don Chisciotte, il grande paladino dell’immaginario? Il linguaggio delle ombre, nuovo e nello stesso tempo antichissimo, non è ancora oggi, anzi più che mai, capace di trasformare in giganti tutti i mulini a vento del mondo? Ma quali leggi regolano i suoi moderni incantamenti? Quali strumenti di magia si è costruito da solo o con la nostra partecipazione nel tempo? Dalle prime attrazioni di fiera alle grandi architetture narrative del cinema classico, ai fascinosi labirinti digitali contemporanei, quanta strada, quante idee, quante avventure e quanti cambiamenti.
John Ford è un gigante del cinema, il grande padre del western, un narratore superbo e un raffinato inventore di immagini. Tra il 1917 e il 1966 ha attraversato quasi tutti i generi del cinema classico, è passato dal muto al sonoro, dal bianco e nero al colore e al Cinemascope, dall'egemonia dello Studio System hollywoodiano al suo declino, dimostrando sempre una visione potente e complessa della società e della storia americane, di cui è stato uno dei più geniali testimoni.
Dopo una rapina in banca costata tre morti, Chet Arnold e il suo partner Bunny si dividono. Nel suo nascondiglio in Arizona, Chet riceve ogni mese la sua parte da Bunny ma quando i soldi cessano di arrivare, il bandito si mette sulle tracce del complice per scoprire cosa gli è successo. Inizia una lunga e spietata caccia, durante la quale scopriremo la vera personalità di Chet, un sociopatico la cui amoralità sembra quasi sana e razionale in confronto all’ipocrisia e alla corruzione dei personaggi che incontra lungo la strada. In un crescendo memorabile di suspense narrativa e scavo psicologico di un assassino quasi per caso, Marlowe ha creato uno dei capolavori dell’hardboiled al quale Stephen King ha dedicato un romanzo.
Una famiglia. Per sempre. «Un esordio che lascia il segno.» The Washington Times «È uno di quei rari libri che spezza il cuore e allo stesso tempo lo scalda. Da non perdere!» Library Journal «Iniziate a leggerlo e partite per un magnifico viaggio che vi farà commuovere, ridere ed emozionare come pochi altri. Ho amato con tutto il cuore ogni personaggio.» Lisa See Ho trovato la moglie ideale per mio marito. Non sarà una moglie tradizionale come lo sono stata io, ma questo è un bene. È la mia occasione per sistemare le cose. La mia famiglia merita di più di quello che mi sono lasciata alle spalle. Maddy aveva una vita serena. Era una moglie amorevole e una madre meravigliosa, il pilastro della famiglia. O almeno così credevano Brady, il marito, ed Eve, la figlia, prima che Maddy si gettasse dal tetto della biblioteca. Adesso, nessuno dei due sa cosa pensare. E poi Brady non ha idea di come mandare avanti una casa, né tantomeno come comunicare con la figlia adolescente. Anche per Eve non è facile avvicinarsi al padre e nemmeno convivere col senso di colpa per tutte le volte in cui, per egoismo o superficialità, non ha dimostrato alla madre l'affetto che meritava....
I telefilm che hanno segnato un’epoca, come Happy Days, Miami Vice, M.A.S.H. o I segreti di Twin Peaks. Quelli che hanno scatenato vere e proprie manie collettive e imposto nuovi divi, come Dallas, E.R. e Friends. Gli infallibili Derrick, Baretta, Starsky e Hutch, Colombo... I «cult» ai confini della realtà televisiva come Star Trek, Agente Speciale, Il prigioniero e X-Files o quelli «a quattro zampe» come Rin Tin Tin, Lassie, Flipper e Furia. Le sit-com dalla risata facile come I Jefferson, I Robinson o Tre cuori in affitto. Senza trascurare le serie «made in Italy», dallo Sheridan di Ubaldo Lay al Maigret di Gino Cervi fino a Un medico in famiglia. E poi le serie dimenticate, quelle interrotte dopo le prime puntate, quelle che hanno magari trovato pochi ma accanitissimi fan. L’elenco potrebbe continuare a lungo, suscitando una raffica di ricordi e di domande, perché i telefilm e i loro eroi hanno accompagnato i nostri anni, con vicende ora comiche ora drammatiche. Hanno proposto personaggi indimenticabili e imposto modelli di comportamento, hanno costruito trame appassionanti e situazioni coinvolgenti, e al tempo stesso sono stati specchio dei cambiamenti del costume ...