Storie sterrate
Autore: Marco Denti
Numero di pagine: 320Musicisti che si sono fatti scrittori e scrittori che si sono rivelati musicisti. Imperdibile per chi ama il rock quanto la letteratura.
Musicisti che si sono fatti scrittori e scrittori che si sono rivelati musicisti. Imperdibile per chi ama il rock quanto la letteratura.
La musica non sarà in grado di salvare il mondo, ma è riuscita in alcuni casi a mutare favorevolmente il percorso di un destino avverso, sottraendo a morte certa Fania Fenelon, Esther Béjarano, Vladimir Spiltzman e chissà quanti altri. Musica e Destino è un viaggio attraverso le vite di persone per cui la musica ha avuto un ruolo di primo piano. Personaggi celebri, come Freddie Mercury, Janis Joplin, Ezio Bosso, Maria Callas, P. P. Pasolini, Daniel Barenboim, Riccardo Muti, e meno noti, come Lippi Francesconi, Alan Turing, llse Weber, Viktor Ullmann: tutti accomunati dall’aver lasciato un segno indelebile nella storia del XX° e del XXI° secolo.
Igiaba Scego è la guida appassionata che ci fa incontrare Caetano Veloso, la sua poesia e la sua voce. “Sperimentiamo una resurrezione continua nell’ascoltarlo. Le sue canzoni sono una linfa necessaria. Un percorso dell’anima. Questo vi chiedo di fare con me: un pellegrinaggio. Come nel cammino di Santiago non vi prometto di ripercorrere ogni tappa, ogni canzone, ogni singolo aneddoto. Non sarò esauriente, non lo posso essere. Quello che vi racconterò è un mio percorso, fallace e incompleto, dentro la musica di Caetano Veloso. Un mio itinerario. Il mio personale cammino di Caetano. Caetano Veloso, in quel nome e cognome c’è già tutto: guru, santone della musica, l’amico che ci consola quando gli amori finiscono o prendono strade sbagliate. Ogni volta che penso a lui mi viene in mente la borsa di Mary Poppins da cui escono autentiche meraviglie”. Questo libro è un viaggio affascinante per chi ama Caetano Veloso, ma anche per chi vuole scoprire una delle figure centrali della musica del Novecento, non solo brasiliana. Un artista senza tempo che continua a commuovere ed emozionare intere generazioni.
Questo non è un ricettario.È la "jam-session" di un dj che ha mixato cucina e musica in una fusion di odori, suoni e sapori.Siamo in pieno Mediterraneo, tra Salento, Provenza e Maghreb. Ciascuna delle 30 ricette di FSS accende un suo mondo di suggestioni, di cui sono ingredienti l'evocazione della terra di origine del piatto, i semplici cibi scelti con cura e uniti dall'alchimia sapiente della tradizione, i vini e le musiche che vengono abbinati alla preparazione e alla degustazione. Di tutte queste cose l'autore ci racconta le storie e ci descrive i personaggi, che siano grandi jazzisti o eccellenti vinificatori, intrecciandoli alle memorie e al mondo fantastico che ogni preparazione gli evoca. Un'ode al rito del mangiare e del cucinare, un vero, attendibile, manuale per cene anticonvenzionali, dedicato in modo particolare a un pubblico giovane, raffinato, che possa assaporare lo "sfizio" dei piaceri e dell'arte del cucinare, del sentire musica, del viaggiare.Un libro che si può leggere piacevolmente come un romanzo o usare come un ricettario... la riuscita ai fornelli è garantita dalla nonna dell'autore.
A partire dalla follia collettiva del Carnevale, Alberto Riva giunge in Brasile alla scoperta di un universo mitico e malinconico, lasciando la parola a una sfi lata di musicisti e cantanti, artisti e architetti, poeti e scrittori, calciatori e gente di strada. Con disincanto e passione ci restituisce le infinite sfumature di una nazione straordinaria. Storie, ricordi, segreti e aneddoti: tutto concorre a costruire una memoria che, tra schiavitù, guerre e colpi di stato, si perde in un passato coloniale quasi mitico. E che ritorna con i gol di Garrincha, le suggestioni di Oscar Niemeyer, i versi di Vinícius de Moraes e Tom Jobim, le voci di Elis Regina, Caetano Veloso e Maria Bethânia e arriva fino a oggi, un presente in bilico, fatto di miseria e violenza ma anche di seduzione, esuberanza e riscatto. È un viaggio a ritmo di samba e bossa nova attraverso l’incontenibile e incantevole natura che ancora oggi deborda nel cuore di Rio de Janeiro, la gastronomia vissuta come un irrinunciabile rito sociale, la mitologia del calcio celebrato come una vera religione nazionale nel tempio del Maracanã, il più grande stadio del mondo. Un viaggio nella cidade maravilhosa dove tutto...
Sergio Endrigo, il volto antico e il mezzo sigaro sempre tra le dita, parlava di sé come di un cantautore per caso. Gli altri, molti, parlavano di lui come di una maschera di malinconia. La figlia Claudia, tra queste pagine, ne parla come di un padre, citando le sue parole, che face- va un mestiere come un altro. In un diario lucido e puntuale, ma anche nostalgico e devoto, l’autrice abbraccia il Novecento ricordando la vita di un cantore del suo tempo: le strimpellate da bambino in un’osteria istriana e l’esilio precipitoso sul piroscafo Toscana; i primi concorsi canori e le performance scalcagnate; le pensioncine divise con Luigi Tenco e i siparietti con Enzo Jannacci; infine, il debutto con Nanni Ricordi e l’eterno sodalizio con Sergio Bardotti. E poi i successi, le delusioni, le fragilità, la fine. Sullo sfondo, l’Italia del boom, del Pci di Berlinguer, delle feste dell’unità e delle edizioni sanremesi, ma anche grandi amori, sbornie a L’Avana e fans adoranti in Brasile. Tra aneddoti famigliari, materiale d’archivio, stralci di lettere private e recensioni d’annata, Sergio Endrigo, mio padre torna in libreria in una nuova edizione, restituendo la grandezza ...
“Quando un rivoluzionario non è un poeta finisce per essere un dittatore o un burocrate” Nelle affollate sale del ristorante Coupole di Parigi uno scrittore cerca di convincere il suo editore, Vacca Sacra, dell’importanza del proprio romanzo. Così glielo descrive: “è un contrappunto fra un guerrigliero e un ex guerrigliero. Sotto un altro punto di vista, un conflitto fra due uomini che devono scegliere fra l’Amore e la Rivoluzione. Al termine della loro vita entrambi credono che l’altro abbia scelto il meglio”. Prosegue poi a narrargli le vicende di Santiago e Nicolás, guerriglieri peruviani dal destino opposto. Il primo ha scelto di vivere a Parigi e assaporare l’amore con Marie-Claire, rinunciando agli ideali. Nicolás Centenario invece l’innamorata l’ha abbandonata per la battaglia e, ora comandante, rivive le proprie gesta mentre sta tentando la fuga dalla prigionia. L’impegno politico e la passione per una donna s’inseguono intrecciandosi, dal mondo parigino a quello amazzonico, dal mondo immaginario a quello reale, facendo sì che il lettore sia coinvolto dal dubbio che infine attanaglia i due personaggi: una rivoluzione può tradire, o essere...
Il plagio non risparmia nessuno. Il libro racconta due secoli di controversie tra musicisti sfociate in tribunale: da Giuseppe Verdi a Lucio Dalla, da Giacomo Puccini a Claudio Baglioni, da Domenico Modugno a Laura Pausini, da Adriano Celentano a Eros Ramazzotti, da Jovanotti ai Modà non c’è celebre artista nella storia della musica italiana che non abbia avuto noie con la giustizia a causa del proprio lavoro e di presunte somiglianze con realizzazioni preesistenti. Un’indagine esclusiva rivela come il processo tra Michael Jackson e Al Bano sia stato soltanto la punta di un iceberg di impressionanti dimensioni. Innumerevoli citazioni in giudizio protette dal massimo riserbo e definitivamente tacitate da transazioni milionarie hanno bersagliato le 69 edizioni del Festival di Sanremo, senza esentare i cantanti e gli autori più famosi, e i motivi più premiati dalla hit parade del pop nazionale. I retroscena inediti delle cause internazionali che hanno coinvolto rockstar come George Harrison, Prince, Andrew Lloyd Webber, Ed Sheeran, Burt Bacharach, Lana Del Rey, Led Zeppelin.
Il grande cantautore e poeta brasiliano Chico Buarque non ha saputo di avere un fratellastro fino a che ha compiuto ventidue anni. Suo padre, lo scrittore e accademico Sérgio Buarque de Hollanda, aveva vissuto a Berlino negli anni inebrianti della Repubblica di Weimar e lì aveva avuto una relazione con una donna tedesca. Dall’unione era nato un figlio, poi dato in adozione ancora in fasce. Molti anni dopo aver scoperto di avere un fratello tedesco, Chico Buarque decide di investigare cosa possa essergli successo. E la ricerca porta nella scoppiettante San Paolo degli anni sessanta, quando il giovane Francisco Hollander, detto Ciccio, trova una lettera scritta in tedesco nascosta in un libro della vasta libreria del padre. Quell’istante dà inizio a una ricerca lunga una vita, la ricerca del fratello tedesco, che poi è la ricerca del padre e la ricerca di se stessi.
“Ormai senza speranza, contemplo la hostess che mi fa il segno della croce sulla fronte e sussurro: mamma. È stato questo il mio ultimo soffio di vita, e mi sveglio all’improvviso arrotolato nelle lenzuola con la televisione accesa: a partire da oggi, per decreto presidenziale, posso tenere in casa quattro armi da fuoco.” Duarte è uno scrittore alle prese con le ossessioni di una vita che si sta per concludere: i fantasmi familiari (una madre bellissima, libertina e malata, un padre suicida, irreprensibile servitore dello stato), i divorzi da due donne agli opposti (una, traduttrice, paradigma dell’intellettuale sensibile e competente, l’altra, designer arrivista e modaiola), un figlio difficile, una sessualità imprigionata nella fatale esitazione fra Eros e Thanatos e soprattutto la scrittura – e l’incapacità di ritrovare l’ispirazione – come metafora del declino. Lo sfondo della vicenda di quest’uomo malinconico e a suo modo irresistibile è una Rio de Janeiro contemporanea, a cavallo tra il 2018 e il 2019, descritta nei suoi contrasti più stridenti: il quartiere esclusivo del Leblon, dove vive il protagonista, le sue spiagge circondate dalla corona di...
La vita e l'azione politica di Carlos Marighella, mulatto baiano, figlio di un italiano emigrato. Militante comunista, arrestato e torturato durante lo Estado Novo di Vargas, era condannato e imprigionato. Liberato alla fine del Secondo conflitto mondiale, era eletto deputato nella Costituente del 1946. La messa fuorilegge del PCB due anni dopo, lo sprofondava nella clandestinità. Uomo "di e del" Partito nel 1953, con la destalinizzazione, subiva la prima importante "frattura" ideologica. La crescita del movimento anticoloniale, la vittoria castrista a Cuba, le guerre indocinesi, acceleravano la radicalizzazione dello scontro all'interno dell'organizzazione. La presidenza di Goulart e la sua politica riformistica gonfiavano la risposta conservatrice e reazionaria. Il 1° aprile del 1964 il golpe militare, sostenuto da settori cruciali della società civile e la copertura finanziarie e militare degli Stati Uniti d'America, prendeva il potere. Iniziavano ventuno anni di regime formalmente terminato nel 1985. Nel maggio del 1964, senza mandato di cattura, era intercettato, ferito, preso. L'insipienza imbelle del Partito spingeva verso lo strappo. Rimesso in libertà pubblicava nel...
L’importante è esagerare non è soltanto il titolo di una canzone: è una dichiarazione di guerra, una confessione esistenziale. Di certo Enzo Jannacci - il suo autore e interprete - è stato il cantautore più esagerato della storia della canzone, in grado di unire opposti normalmente inconciliabili: la tristezza e l’allegria, la tragedia e la farsa, la disperazione e la leggerezza. Coerentissimo dal punto di vista poetico, eppure ogni volta in grado di spiazzare e stupire. Popolare, eppure anticonformista e distante dai gusti e dalle preferenze del grande pubblico. Con la sua aria stranita, Jannacci ha saputo cantare come nessun altro gli ultimi della pista: i barboni, i tossici, le puttane, i telegrafisti dal cuore urgente, quelli che aspettano il tram, le donne che passano tristi serate in latteria, gli uomini a metà. È apparso sulla scena con la freschezza di un Buster Keaton nato dalle parti di Lambrate e con la genialità di un Gilbert Bécaud appena dimesso dal neurodeliri; se n’è andato con un’ultima, meravigliosa e definitiva interpretazione di El portava i scarp del tennis. Una storia artistica unica e irripetibile, che merita di essere conosciuta ed...
"Sono cresciuta con la regola del niente. Niente giocattoli. Niente bambole. Niente regali. Niente ricorrenze. Niente di niente." È così che può iniziare una vita, in fuga da una stanza senza quadri alle pareti, da una casa senza dolcezza, senza amore, senza infanzia. E allora la voglia di libertà diventa più forte di tutto, più forte del ricatto e di qualsiasi convenzione. Così cominciano le bravate di chi è costretto a rompere le regole con l'esagerazione, gli anni del terzetto Loredana, Mimì e Renato in perenne scorribanda per Roma, in fuga dagli alberghi, calandosi dalla finestra con le lenzuola annodate perché i soldi per pagare il conto non c'erano. Finché arriveranno, inaspettati, i primi successi, Sei bellissima e Non sono una signora, gli incontri straordinari, l'America di Andy Warhol e ritorno. Il grande amore per un bel tennista svedese e il disastro di un altro sogno infranto. Sempre in guerra, sempre in cerca di altri voli. Ma quale musica leggera! Il palco più difficile è quello di Sanremo, nel 1997, quando Loredana salirà per cantare Luna, per urlare all'Italia dei canone-paganti la rabbia e il dolore per la morte di Mimì, la sorella maggiore che...
Accompanying CD-ROM contains ... "lettura, ascolto e analisi del testo poetico-musicale." More detailed contents listing on p. 9-10.
All’inizio doveva essere Mimì Bertè. Poi, invece, la voce è diventata quella di Mia. Quella della cantante calabrese che di vero nome faceva Domenica Bertè, sorella di Loredana, è stata una delle storie più intense della canzone italiana. Tanto intensa quanto assurda per la direzione che ad un certo punto del racconto ha preso. Nel racconto di Mia c’è la Calabria, la regione della sua famiglia, da dove parte alla ricerca del mondo della discografia, quello che è sempre stato a Roma e Milano. Poco, molto poco, altrove. Quel mondo che la scopre improvvisamente negli anni Sessanta, ma non ne capisce subito le caratteristiche. E poi ci sono gli incontri con i nomi eccellenti della musica italiana. Nella storia di Mia c’è Claudio Baglioni, c’è il mondo femminile raccontato con tutta l’intensità che la voce permette, quella di Piccolo grande uomo e di Padre davvero. I suoi successi confezionati da nomi importanti. Ancora, l’assurdo rapporto di Mimì con Sanremo. Quel Festival che non ha mai vinto. Quel Festival che però decide di creare un Premio della Critica proprio con per riconoscerne il merito. Il ritiro dalle scene, negli anni Ottanta, è il confine dopo il ...
Nel marzo del 1967, il Brasile è governato da una dittatura militare che dura già da tre anni, e che ha appena messo al bando l’ultimo baluardo di opposizione democratica, denominato Frente Ampla. Il malcontento popolare monta, però, ed è il movimento studentesco ad avviare un’ondata di proteste, sistematicamente soffocate dalla repressione violenta della polícia militar. Nel 1967 esce anche il capolavoro dei Beatles, Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, che ha un impatto potentissimo su un gruppo di musicisti che già da alcuni anni cercano una sintesi tra la grande tradizione della samba e della bossa nova e le nuove possibilità esplorate dal rock e dal pop britannici. Sempre nel 1967, al festival organizzato dalla TV Record, una sorta di Sanremo brasiliano, i due esponenti più geniali di questo gruppo, Gilberto Gil e Caetano Veloso, salgono in scena con una band elettrica, ed eseguono rispettivamente «Domingo no Parque» e «Alegria, Alegria». La perplessità iniziale degli spettatori si trasforma in ovazione. Né Gil, né Caetano vinceranno il festival. Ma hanno fatto molto di più. Hanno appena decretato, in diretta televisiva, la nascita di quella...
La vita è una milonga, bisogna saperla ballare. In questi due versi di un tango argentino si potrebbe riassumere l’umana vicenda di Gianni Minà. Perché forse non c’è stata, nella storia del giornalismo italiano, vita più smisurata e temeraria della sua, e nessuno che l’abbia saputa ballare con maggiore esuberanza, empatia e curiosità. Per la prima volta Minà ce la racconta in prima persona, con tutti i suoi stupori, le sue risate, le sue amarezze. Come un capitano in esilio che ha magicamente conservato il sorriso leale e disarmante di un funambolo.Sfila in queste pagine l’abbecedario di una generazione e di un secolo: Muhammad Ali, Jorge Amado, i Beatles, Fidel Castro, Adriano Celentano, Robert De Niro, Gabriel García Márquez, Dizzy Gillespie, Sergio Leone, Diego Armando Maradona, Rigoberta Menchú, Pietro Mennea, Mina, Gianni Morandi, David Alfaro Siqueiros, Tommie Smith, Massimo Troisi, Emil Zátopek. Di nome in nome prendono forma di romanzo le avventure di un ragazzo partito da un quartiere di Torino, in calzoncini corti, da una famiglia di origine siciliana, da un maestro in sedia a rotelle.Storia di un boxeur latino non è un’autobiografia. È una...
A unique book in which DJ Donpasta mixes food and music in a fusion of smells, sounds and tastes. Combines recipes from the Mediterranean, between Salento, Provence and Africa, with music from varied artists for those who love to take time to savor the pleasures and art of cooking, music and travel.
Bianchi e neri, americani ed europei, giovani e adulti, illustri e semisconosciuti, classici e moderni, tutti comunque di grande rilievo artistico: sono i 60 jazzisti, swingers, bluesmen, boppers, freemen, crooners, eccetera, descritti nel nuovo entusiasmante libro di Guido Michelone: il noto critico musicale, per festeggiare un triplice compleanno, sceglie di raccogliere appunto sessanta rapide biografie, scritte nel corso del tempo, raccontando gli artisti che, ieri come oggi, rappresentano un’immensa cultura popolare: quel sound afroamericano ribelle, intrepido, romantico, audace, sognatore, trasgressivo, che semplicemente risponde al nome “jazz”.
João Gilberto Prado Pereira de Oliveira è uno dei personaggi più geniali della musica del Novecento, in costante ricerca tra tradizione e innovazione, uno sciamano che trasforma in oro tutto quello che tocca. Il chitarrista brasiliano è uno degli inventori del celebre ritmo della Bossa Nova che ha dato origine, alla fine degli anni Cinquanta, a un genere inimitabile. João è un tutt’uno con la chitarra e, sin dagli esordi con i gruppi vocali, è ossessionato dalla ricerca di un nuovo modo di suonarla al punto da concentrarsi unicamente su di essa, anche a costo di isolarsi dal mondo. La sua caparbietà proverbiale gli ha permesso di creare un disco clamoroso, chega de saudade, considerato da tutti l’album che ha gettato i semi della Bossa Nova, e di continuare la sua ricerca, imperniata sui brani tradizionali della musica popolare brasiliana. Miles Davis dichiarò che avrebbe potuto suonare bene anche leggendo un elenco telefonico, mentre per Caetano Veloso, João Gilberto è meglio del silenzio. Il libro è il risultato di una ricerca decennale basata su documenti d’archivio e propone un ritratto d’artista dettagliato e appassionato, che mette in primo piano la...
L'unica biografia di Enzo Jannacci che racconti qualcosa di vero scritta dal figlio Paolo, musicista e direttore d'orchestra. Un Jannacci al quadrato: dentro lo stesso genere, due voci diverse, dallo stesso timbro, inconfondibile.
Like a Rolling Stone, pubblicata da Bob Dylan nel 1965, è una pietra miliare del rock e della popular music contemporanea. In questo libro, Mario Gerolamo Mossa indaga per la prima volta tutte le fasi creative del capolavoro dylaniano, dalla sua ideazione fino alle più significative esecuzioni dal vivo, facendo ricorso a numerosi materiali inediti e adottando una metodologia interdisciplinare particolarmente attenta al rapporto tra oralità e scrittura. Come scrive Alessandro Carrera nella prefazione, questo saggio “offre l’analisi più ampia, minuziosa e ossessiva mai condotta di Like a Rolling Stone in qualsiasi lingua”, ricostruendo la storia di una voce che da oltre mezzo secolo affida alla cruciale domanda “Come ci si sente?”, How does it feel?, la ricerca di una verità imprevedibile e transitoria, libera da ogni ideologia come da ogni pregiudizio.
Tom Zé è il tropicalista dimenticato, il maledetto, lo sperimentatore che rompe le regole. Protagonista del movimento che nel ’68 brasiliano decretò la prima vera rivoluzione musicale dopo la bossa nova, rimase per vent’anni nell’oblio, finché David Byrne, leader dei Talking Heads, lo scovò durante uno dei suoi primi viaggi in Brasile. «Un pomeriggio a Rio mi capitò fra le mani un album di samba che in copertina aveva un’immagine con del filo spinato. Si distingueva dai dischi di quel genere musicale, che di solito avevano foto di ragazze in bikini o un ritratto del musicista. Mi chiesi se era un artista più irrequieto degli altri. Non mi sbagliavo del tutto.»Figura misteriosa e di culto per i fan sparsi in tutto il mondo, Tom Zé ha avuto una carriera oscillante, dal successo televisivo ai tour auto-organizzati nei piccoli centri della provincia.Questa biografia ufficiale, frutto di anni di confronto tra l’autore e il musicista, traccia la sua rotta artistica e personale, dall’infanzia alle prime esperienze con la dodecafonia brasiliana di Hans-Joachim Koellreutter, agli appartamenti che traboccano utopia di São Paulo dove nascerà il movimento tropicalista...
“Quando nel febbraio del 1993 ci installammo a Lanzarote, conservando sempre la casa di Lisbona, i miei cognati María e Javier, che vivevano lì già da alcuni anni, insieme a Luis e Juangio, da poco arrivati, mi regalarono un quaderno che doveva servirmi per prendere appunti sui nostri giorni alle Canarie. Ponevano una sola condizione: che ogni tanto facessi riferimento alle loro persone. Non ho mai scritto nulla su quei fogli, ma è stato proprio così, e non per altra via, che sono nati i "Quaderni di Lanzarote", venuti alla luce nell’arco di cinque anni. Oggi, senza volerlo, mi trovo in una situazione analoga. Stavolta, però, le cause motrici sono Pilar, Sérgio e Javier, che si occupano del blog. Mi hanno detto di avermi riservato uno spazio nel blog, dove posso scrivere qualunque cosa, commenti, riflessioni, semplici opinioni su questo e quello, insomma tutto ciò che mi capita a tiro. Molto più disciplinato di quanto comunemente appaia, ho risposto loro che, sissignore, lo farò a patto che non si pretenda per questo "Quaderno" l’assiduità che avevo imposto a me stesso per gli altri. Dunque, per quel che può valere, contino pure su di me.” José Saramago Il...
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Dall’esordio nel 1951 all’edizione 2019. Tutto – ma proprio tutto – quello che c’è da sapere sul Festival più amato dagli italiani: le serate, le canzoni, gli autori, gli interpreti, le classifiche, le curiosità, i vincitori e i vinti, la televisione, i presentatori e i dietro le quinte. E quel “Sanremo d’Europa” che è l’Eurovision Song Contest. Un viaggio nel tempo, nella musica, nella storia, nei ricordi e nelle emozioni di tutti noi.
Non è un caso che il dribbling sia nato in Brasile. I primi giocatori neri hanno iniziato a dribblare per evitare il contatto con i difensori bianchi e non avere la peggio a fine partita. Il dribbling si è sviluppato su spiagge e terre desolate, con palloni improvvisati fatti di calzini appallottolati o palline di gomma. Il dribbling, mossa in cui il calciatore esegue una finta di corpo a destra o sinistra, è un movimento dell’anca simile a quello usato dai ballerini di Samba e Capoeira, giocoso e acrobatico, un’arte padroneggiata dai più grandi solisti, da Leonida a Pele. Questo elogio racconta le sue origini e i suoi sviluppi. Parlerà delle sue leggende e dei suoi più grandi artisti, di questi funamboli che trasformarono il calcio in una danza irrazionale.
Portogallo, 1975. A Ludovica Fernandes Mano, detta Ludo, non è mai piaciuto affrontare il cielo. Terrorizzata dagli spazi aperti, capaci di farla sentire fragile e vulnerabile come una tartaruga alla quale abbiano strappato la corazza, Ludo vive con la sorella maggiore Odete senza mai mettere piede fuori di casa. Un giorno Odete si innamora di Orlando, un ingegnere minerario angolano che lavora per una società di diamanti, e tutto cambia per Ludo. Orlando insiste perché vada a vivere con lui e Odete in Angola, in un appartamento all’ultimo piano di uno dei palazzi più lussuosi di Luanda, il Palazzo degli Invidiati. In una soleggiata mattina di aprile, Luanda cade in preda a una grande confusione, la guerra per l’Indipendenza dal Por-togallo esplode per le strade e i giorni si susseguono, agitati, tra manifestazioni, scioperi e comizi. I primi spari segnano l’inizio delle grandi feste di commiato: il Palazzo degli Invidiati si svuota rapidamente ed è durante una di queste feste che Orlando e Odete svaniscono nel nulla. Davanti all’orrore di essere rimasta sola, alla mercé di rivoluzionari e mercenari che hanno invaso la città, Ludo non si fa remore. Servendosi di...
"Isole tropicali, lussureggianti foreste pluviali e città piene di ritmo creano le premesse per la grande avventura brasiliana". Esperienze straordinarie: foto suggestive, i consigli degli autori e la vera essenza dei luoghi. Personalizza il tuo viaggio: gli strumenti e gli itinerari per pianificare il viaggio che preferisci. Scelte d’autore: i luoghi più famosi e quelli meno noti per rendere unico il tuo viaggio.
Sono nato a Crotone, in via Libertà n° 11A. Quando venni battezzato, mi fu dato come secondo nome Libero. Sergio Libero. Fu probabilmente perché il mio padrino era un fervente democristiano e lo stemma del partito era lo scudo crociato con sopra scritto Libertas. Ma la libertà me la sono sempre conquistata da solo. Io, ribelle. Io, pacifista. Libero nell'aria è il viaggio epico di Sergio Cammariere che si rivela, con la complicità drammaturgica di Cosimo Damiano Damato, in un vero e proprio romanzo di formazione. Le prime fughe fra i monti d'argilla del Crotonese, l'ira e lo sdegno per la violenza perpetrata su un polpo, sbattuto sulla roccia, sono i primi segni di una personalità che si affaccia alla vita, già decisa a cercarsi una via, una passione. E questa via, questa passione gli appaiono subito chiare fin da piccolo, quando scopre la musica ascoltandola dal Geloso, un rudimentale registratore acquistato dal padre. Partendo dagli anni Sessanta vissuti in un Sud magico e poetico, si dipana così un percorso unico, autentico che - in un susseguirsi di occasioni di ispirazione, ostacoli da superare e incontri fecondi - porta alla formazione di uno degli artisti più...
Fondata da Fulvio Tessitore nel 1991 e diretta con Fabrizio Lomonaco dal 2007, «Civiltà del Mediterraneo» è la rivista organo del Consorzio omonimo. Si pubblica con cadenza annuale ed è suddivisa in tre sezioni: Saggi, Interventi e Notiziario. I fascicoli finora apparsi sono stati 25 per oltre quattromila pagine grazie ai contributi di oltre 300 autori. Ai giovani studiosi e, in particolare, ai neodottori di ricerca la rivista, sin dai primi numeri del 2007, si è rivolta, inaugurando una nuova sezione (“Primi Saggi”) per la pubblicazione di selezionate pagine tratte dalle tesi di dottorato discusse in sedi universitarie italiane e no al fine di costruire un archivio vivente di documenti e memorie che salvi dalle effimere mode del massificante folclore culturale. «La nostra – ha scritto Fulvio Tessitore nel 2010 – non è una rivista politica. È, di certo, una rivista etico-politica. Non è una rivista di politica militante, tanto meno – come si dice – politicante. È, come tutte le riviste di cultura viva, essa sì militante, una rivista che non si sottrae all’etica della politica e alla politica dell'etica (come aggiungo pur temendo di cedere, come mi sforzo...
Elsa Osorio si racconta in un'intensa conversazione con Cristina Guarnieri sui temi a lei cari: la scrittura e la vita, la finzione e la Storia, i desaparecidos e la Giustizia Universale. Tra il fantastico - inteso come varco rispetto al silenzio imposto dalla dittatura - e la memoria - urgenza interiore di recuperare una speranza collettiva - Elsa salva dall'oblio figure che la storia ufficiale ha cancellato. Erede delle immense narrazioni del continente più a sud del mondo, la scrittrice si fa testimone dell'abbraccio delle differenze, invitando il lettore a osare vivere la vita come un tango. La sua voce attraversa il Novecento e il policromo mondo argentino che, inabissatosi nell'esperienza del male radicale, si muove oggi fra tentativi di parola e ricerca della verità. Luz, "luce", si chiama la protagonista dell'opera che l'ha consacrata a livello internazionale. Una luce in fondo al tunnel, la via d'uscita da un vicolo cieco. Con interviste a Carlos Slepoy, avvocato dei processi di Madrid, e agli scrittori Inés Carland, Javier Rovira e Claudia Chamudis.
«Se non avessi la mia voce, vorrei avere quella della cantante italiana di nome Mina.» La dichiarazione è di Sarah Vaughan, una delle maggiori esponenti dello stile jazzistico bebop del Ventesimo secolo. Ma l'elenco dei giudizi lusinghieri collezionati negli anni da Mina Anna Mazzini è lunghissimo. Da Juliette Gréco a Louis Armstrong, da Frank Sinatra a Kenny Barron, da Barbara Streisand a Michael Jackson. Luca Cerchiari, musicologo e critico musicale, racconta la figura di questa grande interprete ripercorrendone minuziosamente la densa e straordinaria carriera, dagli esordi nella provincia cremonese fino alla consacrazione sui maggiori palcoscenici nazionali e internazionali con canzoni entrate di diritto nella storia della musica italiana. Indimenticabili successi come Tintarella di luna, Le mille bolle blu, E se domani, Grande, grande, grande, Brava, Conversazione, Parole parole, Bugiardo e incosciente, L'importante è finire. Una passione, quella per il canto, nata da giovanissima e mai venuta meno; neanche quando, nel 1978, a vent'anni esatti dal debutto, decide di abbandonare per sempre, scelta tanto coraggiosa quanto ostinata, le luci dei riflettori. Supportata da una ...
Abbassa le palpebre, Jack: scendiamo lungo il sentiero, tra dalie e ortensie, ora siamo sul viale dei pitosfori, poi sul sassoso sentiero che conduce al mare, sulla spiaggia bianca. C'è una distesa di luce aperta e diffusa, la brezza è mite, lo sguardo si dilata nello spazio sull'ampia curva tirrenica. Ci capitarono in molti, forse per caso, forse ospiti occasionali che dovevano restare una sera e si fermavano un'estate intera: dal tempo in cui gli artisti si accorsero che per essere bello un paesaggio doveva mostrare anche l'anima, dalle Cinque Terre a Bocca di Magra sono passati centinaia e centinaia di pittori, scrittori, viaggiatori. Questa è la storia del più incredibile ‘buen retiro' intellettuale italiano. Del suo splendore e del suo declino.