This volume sheds light on plurilingualism in Spanish-occupied Italy during the early modern period from a variety of perspectives. Topics include written language in pragmatic contexts (such as administrative documents), plurilingual literature and theater, and early modern thought on plurilingualism.
L'editoria europea conosce nel corso del Settecento una fase di straordinario fermento: accanto all'estensione del mercato del libro, cresce sempre più l'affermazione della personalità creativa degli autori, e non è un caso che in quegli anni si inizi a riconoscere, almeno in Inghilterra, il diritto d'autore. L'Italia partecipa a questa vivacità intellettuale, ma accanto all'esigenza degli scrittori di affermare la propria identità, si affianca un'altra tendenza, sempre esistita, di segno contrario: la scelta di far circolare le proprie opere in forma anonima. Quali le ragioni dell'anonimato? Il silenzio d'autore è certamente legato a una logica di controllo per i generi su cui pesa il giudizio negativo della censura ecclesiastica. Ma c'è di più: scrivere libri che potevano essere considerati di basso profilo culturale, come molti romanzi o altri libri di larga circolazione, poteva nuocere al buon nome dell'autore. Meglio dunque rifugiarsi nell'anonimato. Un capitolo fondamentale e fin qui poco studiato della storia dell'editoria italiana.
Nel processo di trasformazione delle città in capitali e di creazione di strutture materiali e simboliche che facessero da sfondo alle nuove corti e al ruolo da esse assunto nello scenario europeo di età moderna, la città di Roma si distingue per il suo richiamo alla romanità e al suo ruolo di centro della cristianità: elementi che tracciano l’immagine della patria communis per quanti vi si vogliano stabilire o soggiornarvi temporaneamente. Iscrivendosi in un settore di studi che ha privilegiato il carattere ‘aperto’ delle città di Antico Regime guardando alla mobilità come ad un fattore intrinseco, i saggi qui raccolti ripercorrono i percorsi di individui e gruppi provenienti dagli Antichi Stati Italiani o d’Oltralpe attraverso la documentazione fornita dalle tante istituzioni che presiedevano all’accoglienza o che controllavano le identità confessionali e i comportamenti degli inurbati. La varietà della rete di istituzioni che accolsero i bisogni e le aspettative degli ‘immigrati’ costituisce la peculiarità di questo volume, in cui le indagini dei diversi autori, gli spazi e i tempi da essi investigati, compongono un mosaico che vuole dar conto,...