
L’età vittoriana rappresenta una sorta di Paradiso Perduto dell’immaginario dove personaggi come l’Alice di Carroll e Sherlock Holmes, Dracula, Carmilla e Jack Lo Squartatore, Jekyll e Hyde, Tess dei d’Urbervilles, gli eroi dei penny dreadful e magari dello steampunk più una pletora di fantasmi (si tratta in fondo dell’età d’oro della ghost story) incontrano scrittori, pittori, uomini di scienza, attivisti sociali, occultisti ed esploratori di tutta una storia reale, vissuta in carne e ossa tra i vicoli nebbiosi di Londra e le più lontane lande esotiche. Una dimensione evocata da romanzi d’epoca e ricostruzioni odierne, quadri, fumetti e film (magari quelli gotici Hammer, rigorosamente vittoriani per costumi e fremiti allusivi); qualcosa che assume forme e aspetti peculiari nel nostro immaginario. Alcune epopee sono notissime, ma tra le loro pieghe c’è molto più da scoprire di quanto spesso banalizzato; e tante altre restano poco conosciute, o magari a livello di ipotesi da inseguire. Tanto più che quella vittoriana è una lente che può condurci, come viaggiatori in un’età tanto avventurosa, a esplorare punti di vista differenti sulla storia del...
Questo libro, che inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi "Il sentiero del cinabro" e che poi l’autore mutò in bozza, venne completato entro la metà del 1962 e pubblicato dall’editore Vanni Scheiwiller nel marzo 1963, con lo scopo di rispondere alle polemiche suscitate dall’intellighenzia italiana all’uscita di Cavalcare la tigre nel novembre 1961, in quanto si riteneva intollerabile che fosse stato pubblicato un saggio di un autore ancora messo all’indice. Julius Evola lo aveva scritto per farlo pubblicare dopo la sua morte, ma prevalse la richiesta del giovane editore milanese. Non si tratta di un’opera autobiografica, precisa il filosofo, ma di una “guida attraverso i miei libri”, anche se trattando, più che di vicende e fatti personali, di idee e di quei valori tradizionali che hanno caratterizzato tutta la sua vita, ben gli si adatta la definizione di “autobiografia spirituale”. In quanto tale Il cammino del cinabro ha una importanza fondamentale ed è determinante non soltanto per ben comprendere il percorso delle tesi e della “visione del mondo” che mossero Julius Evola, ma soprattutto per constatare come ci sia un filo conduttore e una coerenza di...
Il testo ricostruisce scientificamente la presenza del celebre mago inglese Aleister Crowley (1875-1947) in Italia, alla luce di inedita documentazione d'archivio e di nuove interpretazioni delle fonti primarie. Vengono affrontati in modo analitico i due principali soggiorni che La Bestia 666 - come amava definire se stesso il Crowley- ebbe a svolgere nel nostro Paese: il primo a Villa Caldarazzo, nei pressi di Posillipo, nel 1911 ed il secondo a Cefalù, dal 1920 al 1923, presso la celebre Abbazia di Thelema. Entrambi furono, in diversa misura, seminali ed assai importanti per la sua formazione profana e magica; determinanti per meglio inquadrare e definire le coordinate realizzativo-pratiche del celebre Libro della Legge.
Acquistando per due dollari un libro, offertogli per strada da un giovane entusiasta un giorno del 1975, Paul Haggis ancora non sa che l'affiliazione casuale, e all'inizio piuttosto scettica, alla Chiesa di Scientology segnerà la sua carriera di regista, trasformandosi via via in un inferno personale e professionale. Quando, molti anni dopo, Haggis riuscirà finalmente a uscirne, racconterà tutto a Lawrence Wright, che in questa superba inchiesta racconta (per la prima volta) tutto a noi: le violenze, i ricatti, le estorsioni cui Scientology sottopone i suoi affiliati; le figure più grandi del vero, e per molti versi mostruose – David Miscavige, attuale guru della Chiesa, e Tom Cruise, suo principale testimonial –, che la tengono in vita; le grottesche procedure private (come le sedute di auditing, un improbabile incrocio fra la parodia di una seduta di analisi e quella di un colloquio aziendale) in cui si articola la lunga iniziazione dell'adepto, e le fantasmagoriche cerimonie pubbliche che celebrano i trionfi della setta più vasta mai apparsa sul pianeta. Ma dove Lawrence Wright scatena fino in fondo la sua straordinaria vena narrativa è nel ritratto dell'inventore di...
Il dottor Taverner, lo Sherlock Holmes dell’occulto, gestisce una clinica psichiatrica per malattie mentali molto particolari, dove tratta vittime di attacchi di strane entità e nella quale transitano elfi e altre creature sotto sembianze umane. Il suo assistente, Rhodes, lo aiuta a risolvere i casi facendo da ponte al lettore verso queste situazioni soprannaturali. Anche l’autrice fu ricoverata in giovinezza in una clinica simile: gli episodi sono perciò narrati in uno stile molto convincente, senza mai abbandonare lo humour che la contraddistingue.
Il Cuore del Maestro è un poema iniziatico pubblicato da Crowley nel 1937, anche se la maggior parte del testo venne scritta dal Maestro in Tunisia sulla collina sacra di Sidi Bou Said nel 1924, subito dopo gli anni trascorsi a Cefalù nella celebre Abbazia di Thelema. Testo dalle fortissime valenze iniziatiche, Il Cuore del Maestro annuncia l’arrivo della Bestia, che giunge sulla terra con il duplice ruolo di Insegnante del Mondo e di Profeta del Nuovo Eone di Horus. Tra le pagine si possono leggere con chiarezza le formule magiche del Nuovo Eone, oltre ad un sunto illuminante delle Dieci Gioie Segrete del Maestro e dei Ventidue Sentieri, due testi che insieme vanno a formare i Trentadue Sentieri dell’Albero della Vita Cabalistico e le maggiori chiavi dell’antico Tarocco Egiziano. Il Cuore del Maestro è un testo che fa vibrare il cuore per l’intensità dei suoi messaggi, che costringe il lettore a porsi delle domande scomode, e ad iniziare il lungo percorso iniziatico che lo porterà alla scoperta della Legge di Thelema.
Tutto comincia una sera, quando un regista turco che vive a Roma decide di prendere un aereo per Istanbul, dov'è nato e cresciuto. L'improvviso ritorno a casa accende a uno a uno i ricordi: della madre, donna bellissima e malinconica; del padre, misteriosamente scomparso e altrettanto misteriosamente ricomparso dieci anni dopo; della nonna, raffinata «principessa ottomana »; delle «zie», amiche della madre, assetate di vita e di passioni; della fedele domestica Diamante. Del primo aquilone, del primo film, dei primi baci rubati. Del profumo di tigli e delle estati languide, che non finiscono mai, sul Mar di Marmara. E, ovviamente, del primo amore, proibito, struggente e perduto. Ma Istanbul sa cogliere ancora una volta il protagonista di sorpresa. E lo trattiene, anche se lui vorrebbe ripartire. Perché se il passato, talvolta, ritorna, il presente ha spesso il dono di afferrarci: basta un incontro, una telefonata, un graffito su un muro. I passi del regista si incrociano con quelli di una donna. Sono partiti insieme da Roma, sullo stesso aereo, seduti vicini. Non si conoscono. Non ancora. Lei è in viaggio di lavoro e di piacere, in compagnia del marito e di una coppia di...
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