
Il volume 28.1, dedicato a Mauro Cristofani a vent’anni dalla scomparsa, raccoglie 17 articoli di studiosi italiani e stranieri che illustrano ricerche archeologiche interdisciplinari in cui l’uso delle tecnologie informatiche risulta determinante per l’acquisizione, l’elaborazione e l’interpretazione dei dati. Tecniche di analisi statistica, banche dati, GIS e analisi spaziali, tecniche di rilievo tridimensionale e ricostruzioni virtuali, sistemi multimediali, tutti contribuiscono a dimostrare la vitalità dell’informatica archeologica per la ricerca e per la diffusione delle informazioni. Chiude il volume la sezione dedicata alle note e recensioni.
Il dottor Mathias Freire non è un uomo privo di ricordi. Al contrario, ne è ossessionato. Perché i suoi ricordi sono troppi e diversi. E sembrano appartenere ad altre persone. Tanto che, sempre più spesso, Mathias perde ogni sicurezza, perfino su quale sia il suo vero nome. Oggi, a Bordeaux, Mathias è uno psichiatra. È alle prese con un caso difficile, deve ipnotizzare un uomo in stato confusionale, unico testimone di un brutale assassinio alla stazione. L'ipnosi e un alibi di ferro confermano l'estraneità dell'uomo al delitto. Mathias deve indagare ancora. Ma prima di poterlo fare, scampa per un soffio a un tentativo di omicidio. Fuggito su un treno per Marsiglia, ben presto scopre di essere ricercato dalla polizia. Qualcuno ha riconosciuto in lui un clochard, non lo psichiatra che crede di essere. E lo accusa del delitto della stazione. D'un tratto Mathias non ricorda più nulla e non sa più chi è. Ha perso la memoria. È successo un'altra volta: sa che quando la ritroverà, sarà un altro. Un barbone a Marsiglia, un pittore folle a Nizza, un falsario a Parigi. Mathias deve fuggire e allo stesso tempo scoprire chi è veramente. Lui è l'ombra in agguato e allo stesso...
Sono saliti all'onore delle cronache nel 2015, con il funerale stile "Padrino" del capostipite Vittorio, e poi nel 2018, con il blitz delle forze dell'ordine nella loro roccaforte di Porta Furba e quando le loro opulente ville abusive sono state demolite dallo Stato, sotto i riflettori dei media e della politica. Ma i Casamonica vivevano e operavano a Roma dalla metà degli anni Sessanta, nascosti in piena vista, affermando il loro potere, a uno a uno, sui quartieri sud-orientali della città: Porta Furba, appunto, e poi Vermicino, Tor Vergata, Cinecittà, Quadraro, Tor Bella Monaca fino al confine dell'autostrada per Napoli. Dalla cronista che meglio di tutti ha indagato sulla "Famiglia" venendo minacciata, la prima inchiesta sulla storia criminale del momento, che coincide in modo inquietante con la storia di Roma degli ultimi trent'anni. Il testo racconta le sue gesta, le violenze, il folklore e le dinamiche criminali utilizzando gli atti giudiziari - ricchissimi di intercettazioni - e la testimonianza diretta dell'autrice, che ha vissuto infiltrata nel loro territorio ed è riuscita a entrare nella loro "reggia" di Porta Furba, per conoscerli di persona nel cuore della...
La grandezza di Freud sta nell’avere denunciato, sulla scia di Nietzsche, il carattere illusorio, precario e contraddittorio dell’Io cosciente con le sue pretese di unità, continuità nel tempo e coesione, e nell’avere dimostrato che, al di sotto di esso, c’è un’attività mentale ridondante che rimescola di continuo il patrimonio di memorie personali e le informazioni che provengono dall’ambiente, influenzando potentemente il modo di sentire, di pensare e di agire. Rivoluzionario per quanto concerne la sua capacità di esplorare la mente umana senza arretrare di fronte ad alcun aspetto, per quanto sgradevole possa essere, Freud è, al tempo stesso, un pensatore ideologicamente conservatore. In conseguenza di una visione meramente pulsionale della natura umana, che esclude un qualunque bisogno di socialità, egli ingabbia in questa cornice ideologica le sue formidabili intuizioni. La contraddizione tra la vocazione del libero pensatore e il conservatorismo ideologico si spiega tenendo conto della collocazione storica dell’ebreo Freud in un contesto impregnato di antisemitismo, e della scissione tra un “istinto” di ricerca, che lo porta su terreni inesplorati, e...
Una generazione cresciuta “nella rete”: prendendo le mosse da uno dei fenomeni tipici del nostro tempo, gli autori si interrogano sui criteri per distinguere un uso adattivo dei social e dei videogiochi da un sintomo di malessere o dipendenza. Cyberbullismo, sexting, gioco d’azzardo e, in modo particolare, ritiro sociale sono alcuni dei comportamenti analizzati in questo testo, denso di riflessioni sui motivi della loro diffusione e sulle possibili modalità di intervento. La rivoluzione digitale ha creato ambienti espressivi nei quali non solo gli adolescenti sperimentano nuove possibilità di realizzazione, ma trovano rifugio in occasione di profonde crisi evolutive, in una forma di autoricovero che esprime sia il dolore sia un tentativo di alleviarlo o superarlo. In particolare, alla luce dell’esperienza maturata negli ultimi quindici anni, gli autori inquadrano la psicodinamica del ritiro sociale, oggi la più significativa manifestazione del disagio giovanile, e presentano gli orientamenti clinici che guidano la presa in carico dell’adolescente in una prospettiva evolutiva.
Il primo libro che ha il coraggio di raccontare la verità sulla famiglia criminale più potente di Roma È il 20 agosto 2015 quando per la prima volta l’Italia si accorge dell’esistenza del clan Casamonica. I petali piovono sul piazzale davanti alla chiesa di San Giovanni Bosco, mentre le note del Padrino accompagnano l’arrivo di una carrozza funebre scortata dai vigili urbani. Sulla facciata della chiesa, c’è un grande ritratto di Vittorio Casamonica su cui campeggia la scritta “Re di Roma”. Da allora, abbiamo visto al telegiornale video di pestaggi efferati, giornalisti minacciati e percossi, ruspe e abbattimenti nelle periferie romane. Eppure a Roma tutti conoscono i Casamonica già da decenni. Sono sempre stati lì, piccoli faccendieri durante il dominio della Banda della Magliana, amici di boss che arrivavano dal sud in cerca di un porto sicuro all’ombra del Cupolone, o di politici e uomini dello spettacolo bisognosi di droga o di un prestito. Per tutti sono i Nullatenenti, gli zingaracci. Mentre le istituzioni si limitavano a derubricarli a fenomeno minore, i Casamonica prosperavano: sulle minacce e la violenza cieca hanno edificato un impero fatto di...
Vedi maggiori dettagli