
Scopo di questo libro è esplorare le trasformazioni nei funzionamenti del potere nelle campagne del regno d’Italia lungo il cinquantennio a cavallo del 1100, e più in particolare il processo di affermazione e di cristallizzazione della signoria rurale. L’indagine si sviluppa attraverso la ricostruzione non solo delle strutture del potere sugli uomini e sullo spazio, e delle connesse morfologie sociali, ma anche del sistema di comunicazione politica a livello locale. Lo scoppio delle guerre civili connesse con la “lotta per le Investiture”, dopo il 1080, si traduce infatti in una netta riconfigurazione della matrice socio-politica, con trasformazione sia delle pratiche del potere locale, sia degli strumenti della comunicazione politica e della relativa documentazione. Il caso italiano offre in questo senso una nuova prospettiva sul grande problema storiografico, ancora aperto, della “rivoluzione feudale” nel contesto europeo.
La Società Napoletana di Storia Patria fu creata nel 1875 per volontà di alcuni politici e studiosi napoletani, mutuando la sua struttura dalle società storiche già sorte. Come gli altri istituti italiani, anche il sodalizio napoletano ebbe come primari interessi l’edizione di fonti, la difesa della propria autonomia, il tentativo di conciliare piccola e grande patria. Lo scopo era duplice: rafforzare il legame tra la popolazione e la dinastia sabauda ed evidenziare, tramite le memorie locali, il contributo dato al processo di nation building. Attraverso la ricostruzione biografica di alcuni membri della società storica napoletana, si comprende bene che nulla di ciò che accadeva in città era lontano dall’istituto: dal controllo dell’istruzione pubblica alla tutela dei monumenti, all’amministrazione degli enti di beneficenza. Pur essendoci già prestigiosi cenacoli culturali, la società storica seppe creare infatti un’ampia rete di rapporti, grazie anche al numero aperto delle iscrizioni e a una quota associativa tutto sommato accessibile. Le vicende di questo istituto, qui ricostruite dall’anno di fondazione al 1946 attraverso fonti documentarie inedite e una...
Nei decenni centrali dell’Ottocento – il “secolo della Storia” –, gli archivi si aprono alla ricerca storica; una nuova consapevolezza dell’importanza delle fonti documentarie di età medievale e moderna si fa strada, anche in Italia. Si organizza progressivamente la rete degli Archivi di Stato: ma prima e dopo l’Unità, la città, gli studiosi “municipali” e le loro reti di relazioni, e con essi gli archivi e le istituzioni cittadine, restano un elemento dominante. Attraverso alcuni saggi d'inquadramento e una serie di ricerche dedicate a singoli contesti cittadini di tutta la Penisola, il volume approfondisce la varietà e la ricchezza di questa trasformazione, al centro e nelle periferie.
La dominazione di Filippo Maria Visconti in Lombardia (1412-1447) fu il risultato di un tentativo, solo parzialmente riuscito, di ricomporre i vasti territori già dominati dal primo duca, Giangaleazzo Visconti. Per trentacinque anni, il terzo duca di Milano governò uno stato ampio, ricco e prospero, ne rafforzò le istituzioni, coltivò alte ambizioni monarchiche e proclamò idee di pace, di concordia e di giustizia. L’uso delle armi e della diplomazia e il serrato confronto con gli attori politici, sociali ed economici del dominio furono gli strumenti adottati per rafforzare e consolidare il dominio ducale. Gli autori di questo volume illustrano i modelli politici sottostanti all’esercizio dell’autorità del duca, i modi di relazione che si stabilirono tra autorità e sudditi, la costruzione dell’apparato simbolico e ideologico, la committenza artistica del principe, la politica ecclesiastica e le vicende religiose del ducato sullo sfondo dei concili di Costanza e Basilea. Sono inoltre analizzati alcuni specifici momenti della politica ducale: gli atti di dedizione del 1412, l’assetto geopolitico fissato nel 1435 dopo la vittoria di Ponza, la crisi degli ultimi anni...
Il contributo bibliografico proposto considera la produzione storiografica di riferimento medievale (secoli VI-XV) degli anni 1950-2010: sessant’anni particolarmente significativi per lo sviluppo e il consolidamento degli studi relativi alla storia agraria italiana (e più generalmente europea). Al fine di agevolare la ricerca, è organizzato in capitoli e sezioni tematiche, preceduti da una breve nota esplicativa che rende conto dei criteri utilizzati per l’individuazione delle opere in elenco. Nell’Introduzione si sviluppano riflessioni sui momenti salienti della vicenda storiografica al centro dell’attenzione.
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