
La Guida è uno strumento didattico che viene incontro alle nuove esigenze formative determinate dalla riforma universitaria e costituisce un'indispensabile integrazione metodologica al manuale per i corsi dei trienni di base. Il suo carattere modulare e la chiara articolazione in sezioni permettono un uso del testo a più livelli: il volume unisce infatti a una grande chiarezza di esposizione didattica un alto livello scientifico. Nonostante il taglio introduttivo e i limiti di spazio (che sono stati contenuti proprio per privilegiare la praticità d'uso), lo sforzo dell'autore è stato quello di trovare un punto di equilibrio fra i risultati storiografici classicamente acquisiti e una ragionevole apertura a tematiche e tendenze più recenti.
I caratteri principali del volume rispondono alle necessità di chiarezza, sinteticità, completezza indispensabili a un testo che si rivolge in primo luogo agli studenti universitari dei corsi di base. L'obiettivo è quello di fornire uno strumento di studio concettualmente chiaro, conciso e aggiornato con uno stile scorrevole e un uso rigoroso dei termini storiografici.
Un canonico e un abate imprigionati nel 1606 per reati comuni; l’interdetto lanciato da papa Paolo v contro la repubblica di Venezia e la proibizione di messe e sacramenti in tutto lo stato; una “guerra di scritture” firmate da autori illustri (come Paolo Sarpi) o oscuri, spesso nascosti da pseudonimi fantasiosi. Questa vicenda famosa viene qui raccontata da punti di vista diversi e inattesi: il mercato di Rialto e l’anticamera del Palazzo Ducale, le calli e le botteghe – in una Venezia indimenticabile, popolata da mercanti e da spie, da nobili e da artigiani, da ambasciatori, barbieri e prostitute. Attraverso l’analisi di testimonianze d’ogni genere (libelli a stampa e manoscritti, cartelli in dialetto, pettegolezzi, denunce) emerge una storia politica in cui alto e basso, segretezza e propaganda si alternano intrecciandosi. La politica dell’informazione e l’informazione come fatto politico, ci spiega Filippo de Vivo, sono cominciate molto tempo fa. Questo libro ne ricostruisce un capitolo in maniera esemplare.
La storia è in pericolo, e così la memoria collettiva. Se la funzione di entrambe è stata a lungo quella di legittimare il presente, oggi questa legittimazione sembra non servire più, e il presente sembra cercare in se stesso la propria identità, seguendo criteri legati all’efficienza realizzatrice più che all’autorevolezza derivante dall’antichità. Questo volume si propone come un’agile introduzione allo studio di una disciplina che mostra segni di crisi impensabili solo qualche decennio addietro, ma che al tempo stesso è oggetto più che mai di acutissimo interesse. Nato dalla concreta esperienza della didattica nell’università, e destinato alla didattica, il libro propone una riflessione sui concetti fondamentali della conoscenza storica, a partire dal senso e dall’utilità dello studio del passato in relazione alle esigenze del presente. Attraverso l’illustrazione dei problemi relativi al confronto dello storico con le fonti, dell’attrezzatura concettuale e dell’attendibilità della ricostruzione del passato, giunge alla proposta di quadri interpretativi delle grandi epoche in cui tradizionalmente è stata ripartita la storia europea: medioevo, età...
Le strutture, gli obiettivi e le strategie dell’Inquisizione romana nei circa 250 anni lungo i quali una rete di tribunali speciali preposti alla tutela dell’ortodossia ha presidiato l’Italia, cambiandone radicalmente la mentalità.
Marialuisa Bignami, cui questo volume è dedicato, è una tra le più illustri studiose dell’utopia letteraria in Italia. In dialogo con la sua opera critica, il volume discute origini ed esiti del concetto di utopia nel panorama letterario e sociale occidentale, in particolare anglosassone. La riflessione prende le mosse da un’elaborazione di stampo millenarista del pensiero utopico, per proseguire nell’indagine dei suoi esiti letterari tardorinascimentali, settecenteschi e anche coloniali; si approda infine alle utopie moderne, postmoderne e femministe del nostro tempo, senza tralasciare gli esiti dell’immaginario utopico nella cultura di massa. L’utopia, un po’ come il romanticismo, sembra essere una necessità della cultura occidentale, una categoria dello spirito, che può essere reinterpretata, negata, persino vilipesa, ma non abbandonata. I percorsi attraverso le mutazioni spazio-temporali dell’utopia raccolti in questo volume sono ispirati ad approcci critici diversi e sono trasversali a più ambiti di ricerca; la ricchezza del dibattito invita a proseguire l’indagine sui volti molteplici del genere utopico, anche attraverso l’esplorazione di nuove...
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