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Emmanuel Levinas

Emmanuel Levinas

Autore: Silvano Petrosino

Numero di pagine: 128

Emmanuel Levinas è un ebreo lituano che diventa allievo di Martin Heidegger nella Germania dell’ascesa hitleriana, si trasferisce in Francia e porta con sé il lessico drammatico dell’esistenzialismo tedesco. Si riavvicina gradualmente alle sue radici, ripercorre la ricchissima tradizione della teologia ebraica fino ad arrischiare una toccante, radicale, personalissima rivisitazione della tradizione ebreo-orientale dei lettori e commentatori della Torah. Si trova a lavorare al confine tra due mondi e tra due linguaggi. Tra due sapienze, come le definisce Silvano Petrosino. Da un lato c’è l’invenzione greca della filosofia, della scienza dell’essere, del sapere come ricerca della verità, della tecnica e dell’economia come estrema realizzazione di quella ricerca e di quella vocazione antica. Dall’altro c’è l’invenzione ebraica del monoteismo, la fede inaudita di un popolo in un Dio che promette, che giudica, che consegna all’uomo una parola decisiva ed enigmatica. L’Europa di oggi, con le sue contraddizioni e le sue ricchezze, con le sue aperture irrinunciabili e le sue chiusure catastrofiche, è la terra dilaniata in cui greci ed ebrei continuano questo...

Contro il post-umano

Contro il post-umano

Autore: Silvano Petrosino , Manlio Iofrida

Numero di pagine: 136

La questione ecologica, la condizione animale, i nuovi contributi delle neuroscienze e la crisi economica più rilevante degli ultimi decenni richiedono di ridefinire lo statuto dell’uomo. In che cosa l’unico vivente che possa porsi in senso filosofico, etico e politico il problema dell’ambiente in cui vive, si distingue dall’animale? Come si riconosce il nocciolo della vita umana? E quali sono i limiti dell’economia capitalistica? La ripetuta insistenza sul supposto primato dei fatti rispetto alle parole, quindi ai pensieri, ha l’effetto di favorire la crescita dell'astratto e la tentazione di «coltivare e custodire» non il mondo ma più prosaicamente il proprio piccolo orto, nutrendo, a volte inconsapevolmente, una sorta di «sospetto» nei confronti di ogni riflessione. In un dialogo che coinvolge Lévinas e Derrida, Heidegger e Lacan, Blanchot e Péguy, Marx e Papa Francesco, due filosofi si confrontano su alcuni grandi temi contemporanei: dalla logica del capitalismo, che non sopporta la mancanza e rifiuta la perdita, alla sacralizzazione del mercato. Per ricordare che l’abitare dell’uomo non si risolve mai nel conquistare, nel sottomettere e...

Il turbante azzurro

Il turbante azzurro

Autore: Beatrice Gatteschi , Roberto Maier

Numero di pagine: 160

«Non so come, stiamo parlando di deserto e comincio a raccontare la storia di Lawrence d’Arabia e del suo bellissimo turbante azzurro e scivolo discretamente nel discorso,buttando lì che probabilmente dovrò sottopormi a una cura che mi farà perdere i capelli. Ricordo come una lama affilata il commento di mio figlio: “Allora mamma, vuol dire che hai avuto un tumore; anche un bambino a scuola è senza capelli perché ha avuto un tumore, quelli che perdono tutti i capelli hanno un tumore”». Un duetto sul tempo della malattia dove la scrittura diventa indagine, scavo, consolazione. E dove«stare» è un verbo attivo.

Casa d'altri

Casa d'altri

Autore: Silvio D'Arzo

Numero di pagine: 112

Un vecchio prete di montagna, confinato in un minuscolo e uggioso paese emiliano in cui non accade mai niente, riceve la visita di una vecchia solitaria e stanca che lava i panni al fiume. La donna vuole sapere se è possibile, in qualche caso speciale, diverso dagli altri, e senza fare dispetto a nessuno, derogare a una "regola" della Chiesa cattolica. Di quale regola si tratti, lo si scoprirà solo alla fine del racconto, definito da Montale "perfetto" e tra le maggiori prove narrative del Novecento.

Religione e potere

Religione e potere

Autore: AA. VV.

Il volume raccoglie i contributi relativi all'ottavo Seminario internazionale organizzato nel novembre 2017 dall'Archivio «Julien Ries» per l'antropologia simbolica presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, dedicato al tema Religione e Potere. L'opportunità che diviene tentazione. La religione può essere definita come un sistema di pratiche identificabili con narrazioni e celebrazioni, cioè miti e riti. In quanto sistema, essa si configura necessariamente come prescrittiva: la sua normatività dovrebbe essere al servizio dell'uomo, favorendolo nel coltivare la dimensione del rapporto con Dio. È accaduto e accade, tuttavia, che l'aspetto prescrittivo tenda a prendere il sopravvento, con l'esito di trasformare la religione, che è al servizio di Dío e degli uomini, in uno strumento che sí serve di Dio per dominare gli uomini.

Il viaggio

Il viaggio

Autore: Silvano Petrosino

Numero di pagine: 230

Il volume raccoglie i contributi relativi al decimo Seminario internazionale organizzato nel novembre 2019 dall’Archivio «Julien Ries» per l’antropologia simbolica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, dedicato al tema Il viaggio. Spazi e tempi di una trasformazione. Il viaggio sarà affrontato dal punto di vista della trasformazione interiore dell’uomo che, lungo il proprio percorso esistenziale, viene a contatto con la trascendenza, o meglio viene incontrato dalla trascendenza e scopre di esserne da sempre abitato, ancora prima di diventarne abitante. Il viaggio si configura come una possibile apertura essenziale all’al di là del soggetto, inteso come ciò che da sempre lo supera e al quale l’esperienza sempre rimanda. In quest’ottica, il volume intende proporre una pluralità di sguardi e di prospettive su come il viaggio abbia rappresentato e rappresenti un’occasione di incontro con l’altro da sé e come questo incontro possa radicalmente trasformare il soggetto e la sua esperienza. Testi di: Massimo Campanini, Gabrio Forti, Christine Kontler, Davide Lampugnani, Luciano Manicardi, Monica Martinelli, David Meyer, Paolo Pagani, Francesca...

L'idolo

L'idolo

Autore: Silvano Petrosino

Il giudizio sulla figura dell’idolo e sulla pratica dell’idolatria è unanime e costante: si tratta, sempre e per tutti, di qualcosa di negativo, di pericoloso, di una realtà con la quale è bene non avere nulla a che fare. La parola d’ordine è dunque sempre la stessa: gli idoli devono essere distrutti. Eppure gli uomini, della nostra come di ogni altra epoca, siano essi credenti o non credenti, ricchi o poveri, colti o ignoranti, non smettono un istante di fabbricarli e adorarli. Come spiegare l’universalità di tale legge? Perché «il bisogno di comunione nell’adorazione è il più grande tormento di ogni uomo singolo, come dell’intera umanità, fi n dal principio dei secoli» (F. Dostoevskij)? Perché «vi sono nel mondo più idoli che realtà» (F. Nietzsche)? Il volume cerca di rispondere a queste domande elaborando una teoria che pone la fi gura dell’idolo e la pratica dell’idolatria non in relazione con una determinata scelta del soggetto, ma più essenzialmente con il suo stesso modo d’essere. Nell’ultima parte dello studio si propone un’originale interpretazione della società dei consumi la cui natura più profonda viene individuata nell’essere ...

Il Procuratore di Giudea

Il Procuratore di Giudea

Autore: Anatole France

Numero di pagine: 56

«Si chiamava Gesù, Gesù il Nazareno, e fu crocifisso non so bene per quale crimine. Ponzio, ti ricordi di quell'uomo?». Ponzio Pilato aggrottò le sopracciglia e si portò la mano alla fronte come chi cerca qualcosa nella propria memoria. Poi, dopo qualche istante di silenzio, mormorò: «Gesù? Gesù il Nazareno? No, non mi ricordo». Nei Campi Flegrei, dove soggiornano per ristorare corpo e spirito, un Pilato ormai vecchio e acciaccato ricorda, insieme all'amico Elio Lama, i suoi trascorsi in Giudea, parentesi turbolenta di un’onorata carriera. Quando la conversazione si sposta sul Nazareno morto in croce, Pilato rivela una spiazzante dimenticanza: non ha memoria di lui. L’amico, al contrario, ricorda con nostalgia quella terra e, in particolare, una bellissima danzatrice ebrea, scomparsa all'improvviso per seguire i discepoli di un giovane taumaturgo.

L'agire intimo

L'agire intimo

Autore: Davide Navarria

La partita dell’umano si gioca al livello del singolo, intimo atto di coraggiosa resistenza all’osceno dilagare del diktat performativo, della banalità del bene non realizzato, dell’indifferenza al destino delle cose, della riduzione dell’esistente a merce consumabile qui e ora. L’agire intimo intende descrivere e proporre un modo d’essere alternativo, creativo e resistente, opposto al dilagare osceno della prassi idolatrica e dell’iperedonismo distruttivo. Il testo si pone come articolazione e approfondimento teorico di due categorie ermeneutiche inedite nel panorama filosofico odierno, “intimità” e “oscenità”. Tali strumenti concettuali diventano così lenti d’ingrandimento per analizzare alcuni fenomeni della società dello spettacolo e non solo, passando da serie tv come Game of Thrones, programmi televisivi come C’è posta per te, film come Matrix e Gran Torino, senza trascurare la letteratura – Camus, Ibsen, McCarthy, Greene. Le analisi svolte sono supportate e nutrite da un costante dialogo con alcuni protagonisti del dibattito antropologico in senso ampio del XX secolo.

La lettura infinita. Il Midrash e le vie dell'interpretazione nella tradizione ebraica

La lettura infinita. Il Midrash e le vie dell'interpretazione nella tradizione ebraica

Autore: David Banon

Numero di pagine: 287
Filosofia dell'arte di vivere

Filosofia dell'arte di vivere

Autore: Wilhelm Schmid

Numero di pagine: 608

«Un libro intelligente, persino grandioso. Aiuta a padroneggiare la vita attraverso l'arte della riflessione». Die Süddeutsche Zeitung «Un'opera epocale, che riconquista terreno alla filosofia erudita e solo per specialisti». Deutschlandfunk «La scrittura di Schmid è ricca di pathos esistenziale». Der Spiegel

Firmatoponge

Firmatoponge

Autore: Jaques Derrida

Numero di pagine: 109

“Francis Ponge si sarà rimarcato”. Chi o cos’è una firma? Chi o cosa firma? Cosa o chi “si firma” nell’opera letteraria e nella firma di Francis Ponge? Jacques Derrida si interroga sull’identità della firma, si addentra nella scena d’evento di una firma abissale, segue le pieghe del suo dinamismo. La firma è già da sempre una scrittura postuma, contro-firma indebitata che risponde all’ingiunzione di una legge: quella dell’altro assoluto – della cosa come altro – imprendibile, muta e fuori dal senso, che avrà firmato in essa, tacendo. La firma resta in debito verso la cosa, apre l’evento inappropriabile del suo impossibile ma necessario venire. Nel farla firmare, firmando al suo posto, la firma indica la cosa senza dirla: prende il suo posto, diventa la cosa che dice l’impossibilità della firma, la spugna (éponge) che mostra la firma solo riassorbendola. Incredibile e insignificante, la cosa non è né nome né oggetto, ma soggetto senza saturazione; è lo schiudersi che offre luogo alla chance della firma come spazio d’emersione della cosa-tutt’altro.

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