Altritudini è un romanzo liberamente ispirato ai fatti accaduti sull'isola di Utoya (Norvegia), nel pomeriggio del 22 luglio 2011, quando Anders Behring Breivik, un estremista di destra imbevuto di propaganda razzista, aprì il fuoco sui ragazzi e le ragazze dell'AUF, il movimento giovanile del Partito Laburista norvegese, uccidendo 69 persone, in gran parte giovanissime, e ferendone più o meno gravemente molte altre.
In questo saggio provocatorio, rigoroso e documentato, Nigel Harris si sofferma sui vantaggi che gli immigrati recano all'occidente: l'afflusso di nuova forza lavoro favorisce la crescita dell'economia, con un conseguente aumento dell'occupazione per le stesse popolazioni locali; in una società sempre più "vecchia", la vitalità demografica degli immigrati porta nuove energie e favorisce la riduzione del deficit previdenziale. Inoltre, mandando rimesse alle loro famiglie, i lavoratori stranieri favoriscono lo sviluppo dei paesi d'origine. Queste conclusioni vengono raggiunte attraverso l'analisi dell'evoluzione della forza lavoro mondiale e dei principali flussi migratori. Nigel Harris è docente presso lo University College di Londra, consulente della Banca mondiale e del programma di sviluppo delle Nazioni Unite. (GruppoAbele).
Francesca, escort di lusso, una sera deve soddisfare un cliente di settanta anni. Indecisa o meno se accettare l'incarico si mette a parlare con lui e piano piano quella che sembrava una squallida serata di sesso si trasforma in una notte magica. A seguito di quell'incontro, Francesca decide di non prostituirsi mai più e con i soldi che ha guadagnato apre un Onlus, Il Sostegno, per ospitare bambini disadattati. Nonostante ella abbia cercato di mettersi in contatto con l'uomo di cui si è innamorata, malgrado la grandissima differenza di età, questi non l'ha più voluta incontrare. Sei anni dopo quella nottata riceve, alla morte dell'uomo, da parte sua una villa in eredità. Francesca non riesce a comprendere il perché di questo dono, ma alla fine comprenderà che il dono non era la villa, ma ben altro: l'amore. Ad un avvio hot segue una storia molto romantica.
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Gli Egizi sono tra le civiltà antiche più affascinati per il pubblico moderno. Il mistero delle Piramidi, la vicenda di Antonio e Cleopatra, i geroglifici e le mummie: il mito dell’impero egizio ha pochi eguali nell’immaginario dei lettori contemporanei e degli appassionati di storia. Ma niente è più attraente per un lettore moderno che poter cambiare dimensione e ritrovarsi con l’immaginazione nella vita quotidiana di un’era antica, gloriosa, lussuosa per i potenti e piena di stenti per la gente comune. Franco Cimmino diviene così la voce unica per un viaggio nel tempo in grado di raccontare l’uomo dell’antico Egitto: i suoi rapporti con la legge, con la religione e con la scienza; le sue idee sull’amore e sulla morte, le sue capacità di adattamento e le sue rivolte.
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L'alcova d'acciaio è un romanzo futurista composto da Filippo Tommaso Marinetti tra il 1919 e il 1920 e pubblicato nel 1921 dall'editore Vitigliano. Il romanzo è la cronaca trionfale dell'ultimo anno della prima guerra mondiale, dall'indomani della controffensiva del Piave fino alla Battaglia di Vittorio Veneto, vista dagli occhi dell'autore, poeta futurista, artigliere e poi pilota di autoblindo. Malgrado gli occasionali inserti di parole in libertà, il testo è scritto con una sintassi e un lessico sostanzialmente tradizionali.
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