
È il 1348: mentre la peste infuria a Firenze, dieci giovani si rifugiano in campagna e per passare piacevolmente il tempo si raccontano per dieci giornate una novella ciascuno. Questa la nota "cornice" che racchiude la più celebre raccolta di novelle della letteratura europea: un capolavoro che ancora affascina per la pluralità dei toni, per la capacità di dipingere l'infinita varietà della vita. Per i settecento anni dalla nascita di Boccaccio, i massimi esperti italiani della sua opera danno vita a un'edizione innovativa, fondante di una nuova tradizione interpretativa, in cui il massimo rigore filologico è associato a una inedita apertura verso i lettori d'oggi. Il nuovo testo critico stabilito da Maurizio Fiorilla è preceduto dalla rigorosa e appassionata introduzione di Amedeo Quondam, cui si deve anche il ricchissimo apparato di note; le introduzioni alle singole giornate di Giancarlo Alfano approfondiscono i rapporti che legano tra loro le novelle.
Irpinia. 23 novembre 1980. La terra trema. La catastrofe. Le rovine. L'immagine di Conza della Campania dopo il terremoto torna sui giornali dopo il 24 agosto 2016: lo scatto in bianco e nero di allora torna a dire che, anche ad Amatrice, la storia si ripete. Nonostante i progressi annunciati, le prevenzioni intimate, le lezioni impartite. È da qui che comincia il racconto di Paesaggio con rovine. Generoso Picone, giornalista e scrittore, indaga, esattamente quarant'anni dopo, nel groviglio di quel che resta, intercetta continuità e buchi neri, restituisce e aggiorna una vicenda che è specchio del Mezzogiorno e dell'Italia tutta. L'Irpinia povera e marginale di allora oggi è un luogo spopolato, abbandonato, irrilevante. Da una frattura all'altra, come se niente intanto fosse accaduto. E invece molto è accaduto. E una verità ci deve pur essere tra queste rovine. Picone si rende conto che per quarant'anni in ogni libro letto, documento, riferimento, e in ogni nuova catastrofe, ha cercato di rispondere alle domande scaturite il 23 novembre 1980. La verità, perseguita con vigile ossessione, non è appaltata esclusivamente ai verdetti giudiziari o appesa all'intricato catalogo...
La Repubblica partenopea del 1799, la Napoli borbonica e quella della belle époque sospesa tra café chantant e teatri, la funicolare celebrata dai futuristi, il rigore intellettuale di De Sanctis e Croce, le produzioni cinematografiche della Titanus, Totò, Eduardo De Filippo, gli artisti, i poeti, gli scrittori, i giornalisti, i filosofi, il genio di Renato Caccioppoli, i cineasti e le soubrettes. Ma anche le guerre, la povertà, le epidemie, le violenze, i misteri. Il comandante Achille Lauro e la politica del dopoguerra, il qualunquismo, la delinquenza, gli scugnizzi del vicolo, i bambini proletari e i ragazzi di Scampia. Una guida d’autore ai napoletani di ieri e di oggi.
"Sono raccolti in questo volume i principali scritti su Dante di Michelangelo Picone (1943-2009). La vasta materia è organizzata in sei ampie sezioni: Vita Nova e Rime; Dante e la cultura classica e mediolatina; Dante e la cultura francese e provenzale; Studi sulla Commedia; Studi di storia della critica dantesca; e Studi sulle opere di dubbia attribuzione (Fiore e Detto d'Amore). Gli studi danteschi costituiscono la voce prioritaria della sua vastissima bibliografia. Di Dante, Michelangelo Picone va considerato uno dei massimi interpreti degli ultimi cinquant'anni, come dimostra la quantità sterminata di letture illuminanti di canti, di note acutissime e di saggi esemplari che gettano nuova luce sull'opera dantesca. In particolare, i suoi studi sull'intertestualità dantesca e sui rapporti con i classici (soprattutto con Ovidio), con la tradizione culturale mediolatina, provenzale, francese antica e italiana dugentesca e trecentesca hanno fatto scuola e costituiscono un punto di riferimento essenziale per chiunque voglia studiare Dante in maniera approfondita e metodologicamente aggiornata"--
Visti dalla Meta siamo tutti freschi arrivati, se solo si considera la Meta ultima. Eppure sotto al cielo ci si dimentica dell’universo e si sgomita per un ruolo, si corre per una causa che non è vera. Sono i paradossi in tre capitoli in cui si imbatte Sally, che vive in un vicolo reso cieco da un muro che lo separa dal bosco. La cura, dove operatori di un centro a doppia diagnosi si drogano e dove lo psichiatra si fa dei suoi utenti. La relazione d’aiuto, dove un Grande Benefattore ospita vagabondi e artisti dopo aver comprato il verde pubblico della città. La sicurezza dei cittadini, dove terrorismo, camorra e istituzioni fingono di rincorrersi nel gioco di guardie e ladri amici da sempre.
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