
Ispirati dal fascino del pianoforte gli autori costruiscono un viaggio che unisce Management e Musica. Questo viaggio affascinante è cadenzato e ordinato dalle note di pianoforte. Ogni nota ha un determinato suono, una sua intensità che permette di collegarla, con riferimenti e citazioni, sia al mondo del lavoro sia a quello più popolare della musica. Ogni nota diventa il tempo e il perimetro di un racconto manageriale, raccogliendo diverse esperienze reali vissute in importanti organizzazioni nazionali e internazionali. pianoforte offre al lettore due velocità, due marce, due approcci stereofonici/metaforici del mondo del lavoro e delle sue competenze e, attraverso lo sviluppo della scala ‘armonica’, ogni singola nota diventa il riferimento di una dimensione manageriale. Questa dimensione viene tradotta in competenza o valore ed è raccontata attraverso esempi estratti dalla vita aziendale. Ogni dimensione aumenta la sua forza espressiva e di coinvolgimento attraverso esempi selezionati dal mondo della musica. Perché è interessante e divertente poter scoprire come una competenza possa essere un elemento di caratterizzazione sia per un manager sia per una rockstar. Un...
Il pianoforte è uno strumento musicale a corde percosse mediante martelletti, azionati da una tastiera. L'origine del termine è italiana ed è riferito alla possibilità di suonare note a volumi diversi in base al tocco, effetto non ottenibile in strumenti a tastiera precedenti, quali il clavicembalo. La tastiera è di norma composta da 88 tasti, 52 bianchi e 36 neri. I bianchi rappresentano le note: do, re, mi, fa, sol, la e si. I neri individuano generalmente le alterazioni (note bemolli o diesis). Il pianoforte è il più diffuso strumento appartenente ai cordofoni a corde percosse; altri membri sono il clavicordo, oggi utilizzato prevalentemente per l'esecuzione filologica della musica d'epoca, e il fortepiano, progenitore del pianoforte. Il suono può essere modificato anche mediante pedali (solitamente tre), che azionano particolari meccanismi. In un moderno pianoforte a coda troviamo, da sinistra a destra, l'una corda, il tonale e quello di risonanza. Nei pianoforti verticali il pedale centrale aziona la sordina, che frappone una striscia di feltro fra le corde e i martelli per attutire il suono. Solo il primo e il terzo pedale sono presenti su tutti i pianoforti. I...
Per usare una fortunata immagine di Charles Rosen, suonare al pianoforte musica scritta per le voci o per altri strumenti può essere paragonato a guardare riproduzioni in bianco e nero di quadri, di stampe o di fotografie. Prima dell'invenzione della fotografia a colori, infatti, questo era il modo in cui si studiavano i quadri dei musei troppo lontani da raggiungere. La fotografia in bianco e nero dava informazioni soddisfacenti sulle opere d'arte, poiché il disegno e la forma (che la fotografia era in grado di riprodurre) erano considerati gli aspetti fondamentali della pittura. Lo stesso si può dire delle trascrizioni pianistiche rispetto agli originali. Anche la trascrizione pianistica dava informazioni sufficienti sull'originale, poiché riproduceva in maniera soddisfacente quelli che allora erano considerati gli aspetti fondamentali della musica: le linee melodiche, le armonie, il ritmo. Questo lavoro si prefigge di affrontare in maniera sistematica la storia della trascrizione per pianoforte. La prima parte dell'opera (capitolo 1) è dedicata alla definizione del termine e tratteggia, con qualche cenno storico, le principali esigenze che hanno portato i compositori a...
Emanuele Arciuli, pianista di fama internazionale che ha debuttato negli Stati Uniti nel 1998 (al Corbett Auditorium di Cincinnati) e che ha saputo costruire negli anni un proficuo rapporto non solo con la musica ma anche con i compositori di quel paese, in questo libro esplora in modo organico e appassionato un territorio sterminato come le grandi praterie americane. Un territorio nel quale, un po' come nella Monument Valley, affiorano colossi e capisaldi come Ives, Gershwin, Cage, Bernstein e Adams, ma che regala anche numerosi e memorabili incontri con compositori considerati minori ma sempre in grado di lasciare una traccia.
a cura di Leonardo Miucci Francesco Pollini (Ljubljana, 26 marzo 1762 – Milano, 17 settembre 1846) è stata la figura più importante fra i pianisti attivi in Italia nel primo Ottocento. Allievo di Mozart, ebbe grande fama non solo come pianista e compositore ma anche e soprattutto come didatta. Nel 1811 ebbe dal Conservatorio di Milano l’incarico di redigere un metodo per fortepiano, il primo del genere pubblicato in Italia. Stampato da Ricordi nel 1812, e ristampato nel 1834 dallo stesso editore, il Metodo affronta i diversi aspetti della tecnica e dell’esecuzione pianistica. L’edizione critica, con traduzione inglese a fronte, propone il testo del Metodo e i suoi 400 esempi musicali ed esercizi basandosi sulla più completa edizione del 1834. L’introduzione, dopo aver ricostruito le complesse vicende editoriali del Metodo, discute nel dettaglio lo strumento e i vari aspetti tecnici e interpretativi presenti nel testo di Pollini (articolazione, tocco, flessibilità ritmica, improvvisazione, ornamentazione, pedale ecc.). L’apparato critico rende conto delle differenze tra le varie edizioni e tra i diversi stati delle singole edizioni. Francesco Pollini (Ljubljana, 26...
Le brevi storie che danno forma a questo libro delizioso sono quasi tutte di pura invenzione. Reale è invece l’amore che Lorenzo Hengeller prova ed esprime per questo strumento e per i grandi musicisti che l’hanno esaltato nel corso dei secoli. Il tutto passa sotto la lente della leggerezza. I punti di vista sono “allegramente” personali e non c’è nulla di serio, almeno apparentemente. Un libro che è uno svago, una divagazione, un brillante esercizio di comicità. Hengeller riversa su carta la verve che l’ha fatto conoscere al grande pubblico, anche televisivo, come uno dei musicisti italiani più coinvolgenti e comunicativi, continuando a meravigliare con la sua sottile ironia, che fa comparire d’incanto anche dove sembra più difficile immaginare di trovarla.
Nel novembre 1838 da una cella della certosa abbandonata di Valldemossa, fra le montagne che circondano Palma di Maiorca, si diffondono le note di un «pianino». Non sono note qualsiasi: sono quelle che completeranno i ventiquattro Preludi di Frédéric Chopin, opera cardine del Romanticismo. Non è stato possibile trovare uno strumento migliore sull’isola, ma quel piccolo pianoforte, costruito da un artigiano locale, fatto di legno dolce, ferro, rame, feltro e avorio, avrà una grande vita. Abbandonato nella cella di Chopin per oltre settant’anni, acquistato nel 1913 da una donna intelligente e tenace – «una vecchia ebrea, pazza per la musica», come lei stessa si definiva –, la pianista e clavicembalista Wanda Landowska, il pianino viene confiscato dai nazisti, determinati ad appropriarsi del prestigio che Chopin e la sua musica rappresentano.Ma questa non è che una delle tante storie racchiuse nel Pianoforte di Chopin, insieme a quella di Chopin e George Sand, a quella di Wanda Landowska, a quella collettiva dell’Europa e degli Stati Uniti durante gli anni centrali del secolo scorso. Ma, soprattutto, insieme alla storia dei Preludi, narrata attraverso gli strumenti ...
50 pezzi pianistici di estrema facilità consigliati per le lezioni del primissimo periodo: brani più tradizionali e sonorità attuali, pezzi d'atmosfera, lirici, ritmici, di ispirazione blues; tutti molto fruibili e di chiara impronta melodica. Alcuni pezzi sono in comune col V Quaderno della collana "Musica Ludica" (dedicato al passaggio dalla fase propedeutica allo studio dello strumento), altri brani nuovi sono stati qui inseriti. Della raccolta fanno parte anche alcuni pezzi a quattro mani e sei brani per lo sviluppo della creatività (le "Musiche coi buchi", con la possibilità per lo studente di inserire alcune note a piacere nella composizione).
Beethoven genio compositivo. Beethoven campione dell’universalità del linguaggio musicale. Beethoven artista assoluto, creatore di capolavori immortali nei quali il Romanticismo riconobbe i propri ideali metafisici. Ma esiste anche un Beethoven nascosto, spesso taciuto o messo in secondo piano: il Beethoven virtuoso del pianoforte, interprete di impareggiabile spettacolarità, improvvisatore capace di avvincere le platee. Figlia dell’idealismo tedesco, la divisione – di più, la spaccatura – fra interpretazione e composizione, a tutto vantaggio della seconda, subordina lo strumentista all’autore e circonda la partitura di un’aura sacrale: l’opera, destinata a trascendere la realtà sensibile per raggiungere il piano spirituale che le assegna Arthur Schopenhauer, si cristallizza sul pentagramma in una struttura formale considerata perfetta e dunque immutabile. Per questo, a partire dal Romanticismo, i frammenti e gli esercizi redatti dai più diversi compositori vengono visti con superficialità, e indagati solo nella misura in cui possono celare, al loro interno, parti da presentare come opere compiute. Luca Chiantore, analizzando con l’acribia dello studioso e la ...
Anna Paola Milea, pianista, nata a Reggio Calabria nel 1965, si è diplomata presso il Conservatorio della sua città, “F. Cilea”, sotto la guida di Sonja Pahor. Nel 2007 ha conseguito il Diploma Accademico di II livello in discipline musicali con il massimo dei voti e la lode presso l’Istituto Musicale Pareggiato “G. Braga” di Teramo. Svolge intensa attività concertistica in diverse formazioni cameristiche presso importanti istituzioni musicali in Italia e all’estero. È fondatrice e componente del Nuovo Trio Parsifal (violino, violoncello e pianoforte) con il quale ha effettuato diverse tournées in Italia e all’estero (Romania, Gran Bretagna, Spagna, Slovenia, Croazia, Perù, Colombia, Indonesia,Uruguay, Stati Uniti e Nigeria). Dal 2009 è docente di pianoforte presso la Scuola Comunale di Musica “Iseo Ilari” di Monte Porzio Catone (Roma) e presso la scuola di musica “Ponte Unari” di Roma.
Daniele e Bianca si conoscono poco più che bambini. Lui suona il pianoforte, lei è una ginnasta promettente. L'uno accanto all'altra passano i freschi anni della loro adolescenza, facendosi compagnia, aiutandosi a crescere, volendosi bene.
Marica Recchiuti è nata a Roma, ove vive tuttora, il 30 maggio del 1980. Diplomatasi presso il II Liceo Artistico Sperimentale “Alberto Savinio” ha in seguito completato la sua formazione laureandosi in Scienze della Comunicazione all’Università “La Sapienza” di Roma e svolgendo un Master in conduzione Radiotelevisiva a Milano, oltre ad alcuni corsi da Redattore Editoriale. Redattrice nelle sezioni Arte e Spettacolo del periodico on-line “La Voce di Tutti” e della rivista letteraria “Il Pendolo”, è una collaboratrice del Club degli Editoriali e della Galleria Pentart di Trastevere, oltre ad attiva ideatrice e interprete di testi inediti nei Reading Poetici del Circolo Bel-Ami. Nel 2007 esce la sua prima silloge poetica dal titolo “L’Unicorno Alato”, mentre ad Ostia, nel periodo estivo dello stesso anno, si è tenuta una sua personale di pittura dal titolo Vertici, seguita dalle EXPO: Artedonna, Tecniche a Confronto e varie. Il suo nome d’arte è Lady M. e una frase a lei ricorrente è: “Non scrivo per migliorare lo Stile, scrivo perché è un Miracolo”.
II. Instrumentalmusik. 10. Werke für 2 Klaviere zu 4 Händen.
raccolta di brevi composizioni per pianoforte, per l'approccio allo strumento e alla prima improvvisazione.
André alla memoria è un lavoro per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte commissionato da Umberto Rotondi per Jean Marie Petit, in occasione del duecentesimo anniversario della Presa della Bastiglia. L’opera è ispirata alla figura del poeta e martire della Rivoluzione Francese André Chénier. La prima esecuzione è datata agosto 1991, Perugia, Music Art Foundation Festival, Dedalo Ensemble diretto dall’Autore.
«La perseveranza, l’intelligenza e il taoismo hanno portato la pianista Zhu Xiao-Mei dai campi di lavoro della «Rieducazione culturale» di Mao alle Variazioni Goldberg. » Le Monde «Dopo il silenzio e l’assurdità dei campi di lavoro, Bach è stato per Zhu Xiao-Mei una luce abbagliante... Questo memoir è una lettura imprescindibile. » Le Journal de l’animation «Una testimonianza, dura e insieme commossa, di una vita spezzata dalla Rivoluzione culturale cinese. Un inno alla musica e un appello alla speranza. » Famille chrétienne Nel ‘68, gli studenti manifestavano sventolando il Libretto rosso del presidente Mao. Nel frattempo, in Cina, la Rivoluzione culturale mieteva vittime proprio tra i giovani. Una di questi, al tempo studentessa di musica, decide pochi anni fa di ignorare l'insegnamento del padre, di «andarsene in silenzio, senza lasciare traccia», e raccontare invece la sua storia, e quella di un'intera generazione di giovani sottoposta a un diffuso lavaggio del cervello e convinta della giustezza di un'ideologia che li costringeva alla delazione e alla denuncia, oltre a togliere loro ogni libertà. Uccidendoli anche nell'anima: commoventi il rimorso, il...
Ehilà! Sei stanco di non saper suonare il pianoforte come hai sempre sognato? Sei esperto di teoria pianistica, ma non sai ancora come applicare praticamente questa conoscenza al tuo pianoforte? Allora questo libro è per te! in questo libro, Impara a suonare canzoni al pianoforte, vedremo: - Alterazioni degli accordi. - Come le melodie sono armonizzate usando accordi sia semplici che avanzati. - Come riprodurre vari brani ad orecchio. Le canzoni che vedremo includono: → Amazing Grace → Pass me not → O come, let us adore Him (Adeste fideles) → Silent Night (Astro del ciel) → Don't know why → e molte altre! Questo libro segnerebbe la fine della serie "The Gateway to Perfection" NON PERDERE QUESTA GRANDE OPPORTUNITÀ E OTTIENI LA TUA COPIA ORA SU COME SUONARE IL PIANOFORTE! Per ottenere una copia, scorrere verso l'alto e fare clic sul pulsante ACQUISTA o AGGIUNGI AL CARRELLO.
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