
AUGUSTALI VOLUME TERZO
Autore: FRANCESCO CORONA , RAFFAELE NIGRO
Numero di pagine: 394Miscellanea di saggi di storia demografica e letteratura di Melfi e del territorio
Miscellanea di saggi di storia demografica e letteratura di Melfi e del territorio
Viene qui tradotta in italiano, a vent’anni dalla prima edizione tedesca, una fondamentale storia dei primi quindici secoli del papato. Una storia che inizia dall’attività di Pietro e della prima comunità cristiana di Roma; attraversa il Medioevo, con il papato che dopo l’XI secolo assume una posizione di preminenza anche politica all’interno del società; e arriva fino alla prima metà del Cinquecento, quando la Riforma protestante segna una profondo rivolgimento nel mondo cristiano. Nel libro sono trattati con pari dignità aspetti della storia di Roma e d’Italia, della liturgia e del diritto ecclesiastico, come pure della storia amministrativa, economica e sociale. Il volume è completato da una cronologia dei papi e da una ricca bibliografia, aggiornata per questa edizione italiana alle più recenti ricerche.
L'Impero è necessario al buon governo del mondo? È esclusivo appannaggio di Roma? Infine: la sua autorità deriva da Dio o dal papa? È Dante stesso a porre le questioni dottrinali che intende affrontare nel suo trattato. Forme e lingua - il latino - sono quelle tradizionali della trattatistica del suo tempo; rivoluzionarie invece le tesi sostenute, quelle intemptate veritates che fanno della Monarchia l'espressione dell'eterna tensione tra due poli, lo spirituale e il temporale, e l'innovativa, originalissima rielaborazione di un ampio retaggio d'idee e di dottrine. Il testo dantesco è qui presentato con il ricco e imprescindibile commento di Diego Quaglioni, noto studioso di diritto medievale.
Un antico pregiudizio incombe sulla vita culturale di Roma nel Trecento. Abbandonata dai papi, in questo periodo stabili ad Avignone, la città è considerata dai più come un luogo decadente, privo di fermento; a volte come una sorta di centro minore rimasto ai margini delle più rinomate Firenze e Padova, culle dell’Umanesimo, altre volte persino come un deserto, rinverdito dai due soli nomi di Francesco Petrarca e Cola di Rienzo. Ripartendo dalle fonti coeve e dialogando con la storiografia più recente, questo libro si propone di restituire all’Urbe la vivacità culturale che le apparteneva, portando alla luce gli eventi, i gruppi, gli individui, i libri, le letture e le scritture che andavano a comporre un panorama complesso, variegato e in fondo non così distante da quello dei più noti centri di cultura dell’Italia comunale e signorile.
Indice Il tema: Omaggio all’Abruzzo. A cura di Sofia Boesch Gajano Sofia Boesch Gajano, Introduzione (p. 7-12). Guy Philippart, Un hypothétique recueil italien de Vitae Patrum du VIe siècle. À propos du dossier hagiographique de Victorin, ermite mystique de Septempeda, pseudo-évêque d’Amiternum (p. 13-63). Laurent Feller, Monastères privés et réforme dans les Abruzzes (Xe-XIIe siècles): l’évolution du statut de San Bartolomeo di Carpineto (962-1120) (p. 65-82). Tersilio Leggio, Abbazie benedettine, vescovi, aristocrazie locali e santità nell’Italia centro-occidentale appenninica (secc. XI-XIV). Alcune considerazioni (p. 83-100). Alfonso Marini, Pietro del Morrone, Collemaggio e il terremoto del 1461 nel ms 1071 della biblioteca dell’Arsenal. Note di agiografia ed edizione (p. 101-108). Roberto Rusconi, Celestiniana. Dal santo eremita al santo papa (p. 109-129). Summaries (p. 130-132). La discussione La santità del papa: un percorso fra storia, agiografia, iconografia. Marco Politi, Chiara Frugoni, Paolo Prodi, Francesco Malgeri, Emma Fattorini discutono il volume di Roberto Rusconi, Santo Padre. Marco Politi, Intervento introduttivo (p. 133-134); Chiara...
Esistono diversi modi di accostarsi ai documenti. Questo libro, scritto dalla mano di due professori di Storia Ecclesiastica, osserva e studia i documenti dalla prospettiva degli storici. Senza tralasciare gli elementi caratteristici - esterni ed interni - dei documenti, essi sono presentati sotto la luce della loro genesi, insieme alle persone che formano parte attiva nelle cancellerie dei sovrani e dei romani pontefici. D'altronde, sarebbe d'auspicare un accostamento ai documenti dalla prospettiva di cio che in linguaggio cibernetico e denominato la formattazione, termine in cui entrano non soltanto la forma esterna, ma anche i codici nascosti che sono veramente indicativi dell'interna architettura dei documenti. Il contenuto di una carta emanata da una cancelleria ha dei chiari riflessi sulla sua forma esterna. Scopo di questo libro e che gli studiosi di questa disciplina si accostino ai documenti medievali e moderni in modo tale che riescano ad intavolare con essi una specie di abituale familiarita.
Fine della Grande Guerra: l'Italia per la prima volta ha sconfitto l'Austria, nemica di sempre, e partecipa da vincitrice alla spartizione dei territori. Prende così possesso di vaste aree, in parte adiacenti ai confini – come il Tirolo, parte della Carinzia e il Litorale austriaco – e altre oltremare, come la Dalmazia, l'Albania, la costa dell'Anatolia. Contemporaneamente, invia missioni militari verso Vienna, la Renania, la Slesia, la Bulgaria, sino in Russia, in Siberia e in Estremo Oriente. Occupazioni e presenze militari sono strumenti essenziali per la politica estera italiana, che si impegna a fondo per conseguire gli obiettivi della partecipazione dell'Italia al conflitto: al di là della liberazione delle terre irredente dal dominio asburgico, ciò che si vuole è il riconoscimento per il Paese del ruolo di grande potenza, un'influenza sullo spazio danubiano-balcanico pari a quella dell'ex Austria-Ungheria e pari alla Francia e all'Inghilterra nel Mediterraneo orientale. È un errore: sopravvalutare le forze condurrà al fallimento dei disegni più ambiziosi e la politica estera faticherà molto a disegnare la propria strada nel mondo del dopoguerra. Intanto, nei...
Lo spirito di Crociata nella Cristianità non termina con la caduta di San Giovanni d’Acri (1291), come usualmente viene insegnato nei libri di testo. La progressiva perdita d’Outremer aveva fatto sorgere, in vari ambienti, il dubbio sulla legittimità della Crociata in sé. Partendo dall’analisi di questi primi trattati susseguenti al fallimento di san Luigi IX (1270) e al II Concilio di Lione (1274), l’autore presenta il grande dibattito “De Recuperatione Terrae Sanctae”, cui parteciparono santi, sovrani, guerrieri, dotti, privati intellettuali, e che durò nel suo insieme più di un secolo. Dopo il pensiero, si analizza l’azione: i vari tentativi di spedizione crociata avvenuti nel XIV secolo, che, sebbene quasi tutti fallimentari o almeno vani nei risultati, non hanno mai avuto finora la giusta e piena attenzione storiografica che meriterebbero. Quindi, nella seconda parte del lavoro, viene esaminato il problema del progressivo arrivo della minaccia turca, che sposta il fine stesso della Crociata dall’azione di attacco (presa della Terra Santa) a quella di impellente difesa (salvezza dell’Europa cristiana), fino a quello snodo fondamentale che furono gli anni ...
A comprehensive collection spanning five decades of full-length book reviews and short synopses by Giovanni Tabacco, whose scholarly concerns were never separate from a lifelong engagement as an exacting critical reader. Inspired by wide-ranging historical interests and with a special emphasis on issues of power and culture, these essays provide a valuable commentary to the progression of Medieval Studies during the twentieth century. Guglielmotti, Paola (ed.).
Abiure, omicidi, decreti irrazionali. Tanti, troppi sono gli errori, le azioni opinabili e curiose che si sono succedute in due millenni di storia di pontificato. In quest’opera l’autore, ben lungi dall’attaccare una singola figura papale ma con l’intento di scardinare l’utopia della sua infallibilità, elenca le barbarie dei Papi dal primo secolo fino a oggi. L’opera è contraddistinta da una tecnica di scrittura innovativa, primo esempio di questo genere, caratterizzato da estrema sinteticità e da un paziente e accurato ritaglio di oltre duecentotrenta opere bibliografiche finalizzato alla citazione delle parti più significative. L’intento dell’autore è di spingere il lettore a domandarsi cosa abbia la dottrina instillata da Gesù in comune con quella propinata ai giorni nostri.
Abiure, omicidi, decreti irrazionali. Tanti, troppi sono gli errori, le azioni opinabili e curiose che si sono succedute in due millenni di storia di pontificato. In quest’opera l’autore, ben lungi dall’attaccare una singola figura papale ma con l’intento di scardinare l’utopia della sua infallibilità, elenca le barbarie dei Papi dal primo secolo fino a oggi. L’opera è contraddistinta da una tecnica di scrittura innovativa, primo esempio di questo genere, caratterizzato da estrema sinteticità e da un paziente e accurato ritaglio di oltre duecentotrenta opere bibliografiche finalizzato alla citazione delle parti più significative. L’intento dell’autore è di spingere il lettore a domandarsi cosa abbia la dottrina instillata da Gesù in comune con quella propinata ai giorni nostri, nonché di interpellarsi sulle motivazioni che hanno portato alle varie correnti scismatiche all’interno del Cristianesimo, ricordando che la Cattolica è l’unica, tra le tre grandi divisioni dottrinali cristiane, a imporre il celibato agli ecclesiastici: che sia forse questo il motivo?
All’interno della struttura burocratica e fiscale del Regno di Napoli un ruolo strategico fu rivestito dall’ufficio provinciale del mastro portolano, istituito in ognuna delle dodici province del Regno per la cura del suolo pubblico e conferito con privilegio reale. In particolare, a Napoli e nella Provincia di Terra di Lavoro l’Ufficio della Portolania fu esercitato per ben duecento anni da alcuni esponenti della nobile famiglia Moccia, del sedile napoletano di Portanova. Proprio in riferimento a tale famiglia viene esaminato un piccolo codice membranaceo attualmente custodito presso l’Archivio del Convento francescano di Baronissi. Nel libro si concentrano copie di documenti regi e di ufficio di epoca aragonese e del viceregno spagnolo registrati presso la Regia Camera della Sommaria o emessi direttamente dalla curia del maestro portolano, attestanti in particolare privilegi e prerogative concessi ai Moccia in qualità di ufficiali regi. Il codice rappresenta un interessante esempio di “documento in forma di libro” o “libro-documento” in quanto, oltre a costituire il munimen a difesa dei diritti e dei privilegi acquisiti, assolveva anche funzioni di...
Manfredi di Svevia – principe di Taranto e poi re di Sicilia – fu oggetto di una feroce damnatio memoriae già in vita e ha poi ricevuto una minima attenzione in ambito storico. Ciononostante una rivalutazione storica e storico-artistica di questo sovrano è possibile attraverso l’impiego di un metodo di ricerca basato principalmente sullo studio delle fonti letterarie e sull’analisi del materiale artistico superstite. Da questa sinergia emerge un ritratto inedito del giovane sovrano, che fu particolarmente attivo in ambito artistico nella promozione di specifiche tecniche come l’architettura, la pittura su legno o la miniatura, capaci di veicolare in ambito monumentale e privato le sue ambizioni e rivendicazioni politiche, e si distinse anche come sostenitore di generi quali la musica, il canto e la poesia che presso la corte sveva rivestivano un ruolo importante.
Un lavoro di anni di ricerche e studi, il libro “Monografia da Altanum a Polistena” territorio degli Itali-Morgeti mette in ordine le poche frammentate notizie a nostra disposizione, puntualizza alcuni snodi fondamentali della storia del popolo dei Morgeti, riprendendo gli spunti e le informazioni degli studiosi di storia. All’interno del libro troverete la cartina di Abramo Ortelio (1527-1598), grande fondatore della cartografia fiamminga e ricordato anche per aver pubblicato il primo atlante moderno. Mappa di Abraham Ortelius del 1595, “cartina geografica antica”, regno dei Morgeti (documento storico). Altanum – tra Polistena e San Giorgio Morgeto, Postropja–Tropea, Herculis Portus – tra Nicotera Joppolo e Ricadi, Emporium Medame – San Ferdinando, Medama – Rosarno, Metaurus Statio – Gioia Tauro, Scylleum Prom-Scylla-Scylleum Scilla, Oreftis Porus – tra Palmi e Bagnara Calabra, Taurianum – Palmi, Mallie – Fiumara e San Roberto, Miletus – Mileto, Hippo que Vibo Valentia, Vibonis Navale – Vibo Marina, Hipporum – Vibo Valentia, Hipponium Mons – Monte di Vibo, Criba – ?, Sedecula – ?, Decastidium – ?. La monografia racconta la storia dei vari ...
Dopo la caduta del regno longobardo, nel 774, Arechi fondò il principato di Benevento accelerando il processo di costruzione dell’autorità pubblica nel Mezzogiorno longobardo. Ciò permise lo sviluppo di una identità politica e sociale assolutamente peculiare nel panorama dell’epoca, ma aprì anche la strada a una serie di conflitti e a un’accesa competizione politica, che si manifestarono lungo tutto il secolo IX. Grazie ad alcune nuove e fondamentali edizioni di fonti, questo libro si inserisce nel filone della storia delle élites altomedievali concentrandosi sulle vicende dell’Italia meridionale longobarda, una periferia e un’area di frontiera importantissima per la sua posizione al centro del Mediterraneo, che attirò l’interesse delle maggiori potenze del periodo. Prendendo in considerazione sia la competizione con il mondo carolingio sia la dimensione del conflitto interno all’arena politica beneventana, che per i secoli VIII e IX vede il protagonismo indiscusso dell’aristocrazia locale, questa ricerca riconsidera l’esperienza dei Longobardi meridionali in un periodo di grande dinamismo e sperimentazione politica.
Le vicende di una pieve della campagna medievale interessano principalmente la storia delle istituzioni ecclesiastiche e delle strutture della religiosità, ma in controluce è quasi sempre possibile leggervi le dinamiche politiche, gli intrecci dei poteri, i conflitti tra le forze coinvolte nel territorio. Questo è il filo conduttore del volume dedicato alla pieve e al piviere di San Romolo a Gaville (Figline Valdarno) nei secoli che vanno dal X-XI fino alle soglie dell’età moderna. Una storia legata sia al vicino abitato sviluppatosi ai piedi del castello de Feghino, intorno alla grande piazza del mercato, sia alla nuova pieve di S. Maria fondata da un vescovo fiesolano con l’amputazione di una parte del territorio di Gaville: evento destinato a mutare radicalmente le sorti dell’originario piviere di S. Romolo, da allora votato a una crisi irreversibile. Sullo sfondo, la crescente ingerenza fiorentina nel Valdarno superiore e i poteri territoriali presenti nell’area: signori, castelli ed enti monastici. La vita di questa pieve medievale si sarebbe articolata in una serie di “storie” affrontate dai contributi qui pubblicati: alleanze, antagonismi, scontri nei quali...
Indice Questo numero (p. 5) Riflessioni Andrea Graziosi, Vittorio Foa e la sinistra italiana, 1933-2008 (p. 7-34) Adolfo Scotto di Luzio, Vent’anni di storia della scuola, 1990-2010 35-50) Discussioni Mary Nolan, Anders Stephanson, Arnaldo Testi e Daniel T. Rodgers, Fratture (a cura di Mario Del Pero) (p. 51-67) Rassegne e letture Vittorio Beonio Brocchieri, La rivoluzione industriale in una prospettiva globale (p. 69-72) Chiara Ottaviano, Stampa e giornalisti in Italia (p. 73-75) Filippo De Pieri, Spazi domestici (p. 76-78) Antonella Salomoni, Chiese e comunismo (p. 79-81) Paolo Prato, Canzoni, suoni e «rumori» d’Italia (p. 82-85) Maria Serena Piretti, Sull’ultimo Tony Judt (p. 86-87) Altri linguaggi Francesco Buscemi, Napoléon III et l’Italie (p. 89-90) Luca Di Mauro, La Commune 1871 (p. 91-2) Alessandro Polsi, Dalla lira all’euro (p. 93-94) Tiziano Bonazzi, The Conspirator (p. 95-96) Arturo Marzano, The Promise (p. 97-98) Mario Del Pero, The Kennedys (p. 99-100) Carolina Castellano, Pro patria (p. 101-102) Memorie e documenti (p. 103-130) I libri del 2011/1 Collettanei (p. 133-144) Monografie (p. 145-272) Indice dei recensori (p. 273-275)
23 agosto 1268. In una sperduta località della Marsica, Tagliacozzo, i cavalieri si preparano alla battaglia. Da un lato troviamo schierati i soldati tedeschi e i ghibellini italiani, raccolti attorno al duca di Svevia, legittimo pretendente del Regno di Sicilia, il giovanissimo Corradino. Dall'altro le truppe francesi e i guelfi della Penisola sotto le insegne del sedicente sovrano del Mezzogiorno, lo spregiudicato e ambizioso Carlo d'Angiò. Lo scontro che ne segue è destinato a segnare il futuro dell'Italia: di fatto da questo momento il Sacro Romano Impero perderà ogni ruolo nel nostro paese e per lunghi secoli il Papato si troverà a svolgere un ruolo egemonico. Non solo, da ora il Mezzogiorno si troverà ad avere nuovi sovrani stranieri, francesi o spagnoli, che ne separeranno interessi e destini dal resto della Penisola. L'introduzione, per la prima volta in Europa, delle tattiche apprese dai saraceni nel corso delle crociate, contribuisce a rendere unica questa battaglia anche da un punto di vista militare. Il mondo cavalleresco, con i suoi riti e i suoi vincoli, viene cancellato e sostituito da forme di guerra brutali e prive di remore.
I contributi che compaiono nel volume evidenziano bene, anche attraverso l’analisi di alcuni percorsi individuali, come nella Roma dei secoli XII-XV molti esponenti del clero locale siano riusciti a giovarsi in varia misura dei vantaggi offerti loro dal ruolo di centralità che la città aveva assunto come sede della cristianità. Mettendo a frutto il capitale economico, culturale, sociale e simbolico del quale disponevano, essi compirono la propria ascesa sociale e la riverberarono sulle proprie famiglie, riuscendo in molti casi a garantire ai discendenti ruoli e status di alto livello per più generazioni. Lo stesso riuscirono a fare molti esponenti del clero provenienti dallo Stato pontificio e da più lontano, attratti a Roma proprio dalle opportunità offerte dalla città dei papi.
Dove e come veniva eletto il papa nel Medioevo? Chi aveva il diritto di eleggerlo? Da quando i cardinali entrano in conclave per eleggere il papa? Quali riti venivano celebrati subito dopo la sua elezione e con quali oggetti simbolici? Cosa accadeva alla morte del papa? In questo volume l’autore – uno dei massimi studiosi di storia pontificia – percorre l’intera storia dell’elezione e della morte dei papi, dai secoli iniziali del loro “vicariato” fino alla metà del Quattrocento, rileggendo di prima mano l’insieme delle fonti presentandole in un racconto unitario e completo. E il lettore scopre che elementi oggi molto noti – come l’annuncio del papa appena eletto, i rituali funebri pontifici che durano nove giorni e la stessa idea del conclave inteso come “clausura” dei cardinali – arrivano tardi: ad esempio il conclave non esisteva prima del 1274. Ciò significa che questa millenaria vicenda normativa, rituale e simbolica non è stata affatto lineare, ma si è costruita via via, nel corso dei secoli, per ragioni che non si comprendono se non vengono calate nei vari contesti istituzionali, ecclesiologici e politici.
La poesia trobadorica ha influito profondamente sulla cultura italiana, sia perché costituisce il modello principale della lirica amorosa sia perché i trovatori, la cui presenza al di qua delle Alpi si intensifica tra XII e XIII secolo, hanno spesso preso parte alle vicende storiche italiane e hanno cantato non solo d’amore ma anche di politica, di morale, di eventi quotidiani. Con tale ventaglio tematico ben presente, i saggi raccolti in questo volume inaugurano nuove prospettive su alcuni contesti (Genova, Pisa, la corte estense), personaggi (Federico II) ed eventi (le lotte tra le partes nell’Italia del Duecento), nonché su forme letterarie (la poesia storico-politica e comico-satirica), dinamiche di circolazione dei manoscritti e applicazione ai componimenti poetici di categorie interpretative delle scienze storiche, dimostrando come i testi trobadorici costituiscano una fonte di estremo interesse non solo per i filologi bensì per tutti gli studiosi della storia dell’Italia medievale.
Da Pearl Harbor alla dichiarazione di guerra di Hitler agli USA: come la guerra diventò mondiale All’inizio del dicembre 1941, la guerra aveva già cambiato il mondo in maniera più profonda di quanto si potesse immaginare. La Germania nazista aveva occupato la maggior parte dell’Europa, e la seconda guerra sino-giapponese aveva trasformato la Cina in un campo di battaglia. Ma questi conflitti non erano ancora inestricabilmente legati, e gli Stati Uniti erano ancora in pace. Tutto cambiò nel giro di soli cinque giorni. Il 7 dicembre, l’aviazione giapponese lanciò il suo devastante attacco contro la flotta americana ancorata a Pearl Harbor; l’11 dicembre, la Germania e l’Italia dichiararono guerra agli USA: la guerra diventò così davvero mondiale. Questo libro racconta la storia di quei cinque giorni convulsi. Attraverso approfondite ricerche, Brendan Simms e Charlie Laderman dimostrano come quella di Hitler non fu la folle decisione di un sanguinario, ma un rischio attentamente calcolato in un contesto globale. L’avvincente resoconto dei cinque giorni più importanti del ventesimo secolo «La storia al suo meglio... un libro brillante, diretto, rivelatore. Una...
I falsi percorrono la storia come un filo rosso, a volte impalpabile, a volte capace di modificare il corso degli eventi. Solo a distanza di anni, se e quando vengono svelati, rivelano la loro efficacia: così la Donazione di Costantino per la storia della Chiesa o i Protocolli dei savi anziani di Sion nel diffondere l’antisemitismo. Si falsificano atti diplomatici, lettere, testamenti, documenti storici, ma anche le antiche epigrafi, e non solo per denaro. Anche la letteratura e l’erudizione vengono coinvolte, come nel caso dei falsi ottocenteschi della poesia ceco-medievale. La falsificazione abbonda nell’arte: una legione di imbroglioni pratica una lucrosa professione, che fa il paio con quella dei falsari di merci e di monete. Dietro i falsi ci sono appunto i falsari, ora nascosti nell’ombra, ora proiettati verso una fama spesso ambiguamente ammirata, come nei casi di Annio da Viterbo, che riscrive una falsa storia antica o di George Psalmanazar che offre agli inglesi una Formosa inesistente. Sono solo alcuni dei capifila di un esercito che, con alterna fortuna, ha conquistato la nostra civiltà fin dai tempi antichi.
Studies of the political languages worked out in the late Middle Ages and Early Modern age have investigated up to now above all the role of the discursive practices in the construction of class and community spaces, the definition of the relation between the various institutions, and the shaping of the forms and contents of obedience to higher powers and authorities. Gathering together the papers presented in a symposium on The Languages of the Political Society, this book widens the spectrum of analysis to take in some topics that have received less attention until now in the study of the processes of state-building in late medieval and Early Modern Europe: the formulation of the value of the common good in relation to citizenship; the linguistic, musical and theatrical vectors for expressing political relations; the control and expression of public emotions and collective feelings; and the capacity of some financial and monetary systems to translate ideals and to produce legitimacy. The book thus intends to bring to the reader’s attention some paths of research that appear particularly promising and open to further interesting developments. Le ricerche sui linguaggi politici...
Nel panorama del monachesimo benedettino italiano l’obbedienza vallombrosana ha senza dubbio costituito una delle più vivaci e interessanti esperienze emerse dalla riforma ecclesiastica dell’XI secolo. L’attenzione degli storici, finora, si è concentrata prevalentemente sulle origini di questo movimento. Il presente volume, al contrario, tramite il duplice approccio alla storia della Casa madre e a quella dell’intero Ordine religioso, cerca di far luce anche sulle sue trasformazioni nella prima età moderna, con particolare attenzione al pieno e al tardo medioevo. Le tematiche prese in esame riprendono alcune fra quelle proposte dalla più recente storiografia italiana e internazionale, come la definizione istituzionale della congregazione, la gestione dei patrimoni pertinenti ai singoli chiostri, la tradizione degli studi, la documentazione archivistica, gli organi di controllo della disciplina comunitaria. In questo senso il libro intende illustrare quale sia stata la tradizione monastica vallombrosana nel periodo successivo ai convulsi decenni della sua prima comparsa, durante la lunga stagione che vide l’affermazione del nuovo Ordine religioso e il definirsi dei...
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