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La vita agra

La vita agra

Autore: Luciano Bianciardi

Numero di pagine: 199

"La vita agra" segnò per Luciano Bianciardi il momento dell’autentico successo – un successo che non tardò a fare entrare in sofferenza un intelletto indipendente come il suo. Il romanzo, ampiamente autobiografico, vede il protagonista lasciare la provincia e con essa la moglie e il figlioletto per andare a vivere a Milano. L’intento iniziale è far saltare un grattacielo, per vendicare i minatori morti in un incidente causato dalla scarsa sicurezza sul lavoro (il riferimento è all’incidente alla miniera di Ribolla del 1954, in cui persero la vita quarantatré minatori). Ma il protagonista vive in perenne bilico fra voglia di far esplodere il sistema e desiderio di esserne riconosciuto... A cinquant’anni dalla prima pubblicazione nel 1962, "La vita agra" resta un incomparabile sguardo sulle conseguenze umane e sociali del boom economico italiano, ricco di una scrittura irrequieta, precisa, impossibile da imbrigliare. Al romanzo si ispirò il celebre film "La vita agra" di Carlo Lizzani, con Ugo Tognazzi che interpretava il Bianciardi/protagonista.

Luciano Bianciardi tra neocapitalismo e contestazione

Luciano Bianciardi tra neocapitalismo e contestazione

Autore: Velio Abati , Grosseto (Italy). Camera del lavoro

Numero di pagine: 287
Garibaldi

Garibaldi

Autore: Luciano Bianciardi

Numero di pagine: 160

Il poncho è poco più di una coperta da cavallo; il dialetto, quello ligure; l’elenco dei lavori fallimentare: bovaro, sensale, insegnante privato, fabbricante di candele. Che il lettore si metta comodo: la storia di quest’uomo è stata raccontata molte volte, ma Bianciardi lo fa a modo suo. Con il tono clandestino delle confidenze, la pazienza dello storico, la vivacità dello scrittore. Il suo Garibaldi non è soltanto una biografia, è il romanzo di un ribelle deposto dal piedistallo e restituito alla vita, ai suoi intrecci pieni di slanci, di sofferenze, di errori, di delusioni. La stagione da corsaro, l’epopea del Rio Grande, la laguna delle anatre, l’assedio di Montevideo e di Roma, il gaucho Aguyar, la morte di Anita, il pittoresco esercito dei Mille... Ma è anche l’omaggio di un anarchico ormai vinto dall’alcol e dalla «vita agra» all’eroe della sua infanzia. Perché questo è l’ultimo libro che Bianciardi scrisse, l’ultima camicia rossa che indossò, come un’allegria postuma, l’ultima affabulazione contro un’Italia da sempre vigliacca, ipocrita, irriconoscente e perbenista. Del resto, nell’elenco ufficiale dei Mille, Garibaldi non risultò...

Bianciardi d'essai. La «vita agra» di Luciano Bianciardi a Grosseto raccontata da Isaia Vitali, Mario Dondero, Maria Jatosti

Bianciardi d'essai. La «vita agra» di Luciano Bianciardi a Grosseto raccontata da Isaia Vitali, Mario Dondero, Maria Jatosti

Autore: Irene Blundo

Numero di pagine: 61
Un deserto tutto per sé

Un deserto tutto per sé

Autore: Giovanni Nadiani

Numero di pagine: 356

Il «deserto tutto per sé» del titolo del volume, contenente una miscellanea di saggi, articoli e interventi di oltre un decennio, si riferisce alla necessità dell’Autore di affrontare particolari e poco studiate questioni traduttologiche, letterarie e socio-linguistiche da una prospettiva minoritaria. In una varietà di approcci, dimensioni e stili, il libro presenta originali riflessioni teoriche sulla realizzazione di nuovi prodotti traduttivi e le implicazioni dovute all’urgenza di tradurre e declinare nel nostro tempo generi testuali, lingue e linguaggi "less used and endangered".

La dinamite nella valigia. Viaggio nell'Italia di Luciano Bianciardi

La dinamite nella valigia. Viaggio nell'Italia di Luciano Bianciardi

Autore: Tiziano Arrigoni

Numero di pagine: 182
Antistoria del Risorgimento

Antistoria del Risorgimento

Autore: Luciano Bianciardi

Numero di pagine: 244

Che il Risorgimento possa essere «una faccenda che appassiona e avvince, e persino diverte» è una scommessa che soltanto un anarchico come Luciano Bianciardi poteva tentare. Nella memoria collettiva, il Risorgimento era stato a lungo appannaggio dell’agiografia fascista o di quella cattolica e patriottarda, un esercizio di narrazioni retoriche, pedanti e nazionaliste che gli storici e gli specialisti avevano sempre faticato a contrastare, e con le quali quasi nessun letterato contemporaneo si era preso il rischio di fare i conti. Per Bianciardi, provare a scriverne una cronaca senza enfasi né disinganno equivalse a un’impresa garibaldina. All’età di otto anni aveva ricevuto in dono I mille di Giuseppe Bandi, e da allora il Risorgimento era rimasto per lui la più entusiasmante scoperta dell’infanzia e la sua prima nostalgia. Ma, per restituirlo così come lo sentiva, doveva conferire alla scrittura il piglio spumeggiante di un manuale di storia... sottosopra. Schierarsi apertamente dalla parte dell’epopea popolare e dell’eroe che più di tutti l’aveva incarnata, Giuseppe Garibaldi, e adottare come punto di vista capovolto il suo stesso sguardo di bambino....

I minatori della Maremma

I minatori della Maremma

Autore: Luciano Bianciardi , Carlo Cassola

Numero di pagine: 140

Tra le 8.35 e le 8.45 del 4 maggio 1954 si verifica uno scoppio di grisou al pozzo Camorra, nella miniera di lignite di Ribolla. In seguito all’esplosione e all’incendio di polvere di carbone, muoiono quarantatré minatori. È una tragedia nazionale. Le salme vengono portate in un'autorimessa per essere ricomposte e identificate, poi allineate nella sala del cinema. Su ogni bara l’elmetto da minatore, e sotto lo schermo un altare di bandiere rosse. Le donne piangono; i vecchi operai ripetono la stessa frase come un salmo responsoriale: «L’avevamo detto tante volte che doveva succedere, ed è successo». In questa camera ardente improvvisata l’inchiesta che Carlo Cassola e Luciano Bianciardi stavano conducendo sulle condizioni di lavoro dei minatori toscani cambia natura. Entrambi si sono ormai affratellati a questi uomini dai polmoni sconciati, di poche parole, spesso di famiglia contadina e in maggioranza di fede comunista. Gli hanno prestato i loro libri, organizzato proiezioni e incontri, ne hanno ascoltato il destino di infortuni e silicosi. La sciagura non è dovuta a una tragica fatalità, ma «a una consapevole inadempienza» da parte della Montecatini: è il...

La vipera che 'l melanese accampa. Luciano Bianciardi Grosseto e «La vita agra». Due Giornate di studio per i 50 anni de «La vita agra»...

La vipera che 'l melanese accampa. Luciano Bianciardi Grosseto e «La vita agra». Due Giornate di studio per i 50 anni de «La vita agra»...

Autore: Arnaldo Bruni , Raoul Bruni , Nicola Turi

Numero di pagine: 60
Una vita agra. Luciano Bianciardi dal «Lavoro culturale» a «Aprire il fuoco»

Una vita agra. Luciano Bianciardi dal «Lavoro culturale» a «Aprire il fuoco»

Autore: A. Bruni , E. Francioni

Numero di pagine: 120
Il Giorno

Il Giorno

Autore: Ada Gigli Marchetti

Numero di pagine: 240

All'uscita del suo primo numero, il 21 aprile 1956, "Il Giorno" rappresentò un'importante novità nel panorama della stampa italiana, e fu salutato da un immediato successo di pubblico, consolidatosi poi nel tempo. Come ricorda Enzo Forcella, "tra la seconda metà degli anni Cinquanta e la fine degli anni Sessanta "Il Giorno" è stato, e di gran lunga, il più moderno e "leggibile" quotidiano italiano". Sulle ragioni di questo successo editoriale, e della successiva crisi, si interroga il presente volume che si propone, a cinquant'anni dalla nascita, come un bilancio complessivo delle vicende e dell'attività del quotidiano. Attraverso una pluralità di interventi vengono presi in esame i complessi rapporti tra "Il Giorno", la proprietà (l'Eni fino al 1997) e il mutare del contesto politico italiano; quindi le principali tematiche affrontate dalla testata, in modo spesso coraggioso e vivace, e la sua attenzione rivolta a nuove fasce di lettori, come le donne e i ragazzi. Ne esce la storia emblematica di un giornale di proprietà pubblica, non privo di luci e di ombre: da una parte l'impegno e la professionalità delle redazioni che si sono via via succedute, all'altra i...

Non ci resta che l'amore

Non ci resta che l'amore

Autore: Angelo Ferracuti

Anni cinquanta. In mezzo a una strada di Parigi sono raccolte alcune persone, ferme, come in attesa di qualcosa o qualcuno. Uno di loro ha i capelli ispidi e brizzolati, un altro è quasi calvo, parlotta con un uomo baffuto, le mani incrociate sul petto; un altro ancora sputa in aria il fumo di una sigaretta, assorto in chissà quale pensiero. Qualcuno è lì di fronte con una Leica in mano, preme il pulsante, clic. La foto che teniamo in mano ora, sessantadue anni dopo, sembra uno scatto rubato o fortuito; eppure il dito di Mario Dondero non lascia nulla al caso, e la foto che ha scattato a Samuel Beckett, Claude Simon, Robbe-Grillet e gli altri esponenti dell’avanguardia letteraria francese è uno dei suoi capolavori.Ma Dondero non si circonda solo dei grandi del secolo – Fidel Castro, Pasolini, Francis Bacon –: va a cercare la vita negli angoli più remoti del pianeta, instancabile e insaziabile, scatta e scatta. Foto di fornai iracheni, contadini tunisini, pescatori portoghesi, operai francesi in sciopero, perché anche chi non ha un nome ha qualcosa da raccontare. Dove non trova la vita la inventa lui, ogni rullino è una metamorfosi della realtà in poesia. Per chi lo...

Dal Bibliobus alla Grossa iniziativa

Dal Bibliobus alla "Grossa iniziativa"

Autore: Giovanni Paoloni , Cristina Cavallaro , Università degli studi della Tuscia. Dipartimento di storia e culture del testo e del documento

Numero di pagine: 220

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