
In questo numero monografico di Filoloski pregled ci si propone di indagare la presenza e la metaforologia dell’insetto nella cultura e letteratura italiana anche in prospettiva comparatistica, prendendo in considerazione le seguenti linee di ricerca : rappresentazioni di insetti nella tradizione letteraria italiana: tematizzazioni didascaliche e allegorie entomologiche; trasformazioni diacroniche del motivo entomologico attraverso i secoli e i contesti ; intersezioni fra generi e discorsi letterari/artistici; simboli e stigmi legati all’immagine dell’insetto; riscritture del tema. Sporchi, brulicanti, orribili, ma anche aerei, armonici, ‘sapienti’, gli insetti sono presenze costanti, spesso problematiche e inquietanti, nel panorama letterario italiano. Agli antipodi dell’umano, gli insetti incarnano un grado zero dell’essere – l’esistenza irriflessa e senza pensiero, puro istinto di sopravvivenza –, pre-umano e pre-individuale. Il loro affollarsi nella pagina scritta individua, talvolta descrive in chiave allegorica le paure dell’uomo: la catastrofe improvvisa, il Male in sé, l’angoscia dell’omologazione, in senso biologico e politico. Le minime...
Crepet affronta il difficile tema del suicidio - una delle prime cause di morte tra i giovani - in modo esaustivo, sia per le motivazioni e/o altri fattori di rischio che potrebbero esserne all'origine, sia per l'agire dei servizi territoriali ed i possibili interventi con la famiglia, sia per gli interventi di prevenzione che potrebbero essere messi in atto. Il punto di partenza è l'analisi del concetto di morte nella prima adolescenza, le preoccupazioni e i sentimenti dei giovani e il loro punto di vista in riguardo alle condotte suicidiarie proprie e dei coetanei. Una storia emblematica, utilizzata come paradigma, serve a Crepet per riflettere sull'elaborazione del lutto - individuale e collettiva - da parte di un gruppo di operatori psichiatrici e dei familiari. L'influenza che potrebbero avere i mezzi di comunicazione di massa viene discussa sia per quanto riguarda il rischio di instabilità emotiva legato all'immaginario collettivo veicolato dai media che "appare tanto improbabile quanto seducente", sia per la loro influenza sulle condotte suicidiarie (suicidio imitativo). Le diverse considerazioni sono suffragate da ricerche epidemiologiche e sociali svolte in Italia e...
Nel 1956, allorché diventa consulente di Livio Garzanti, il giovane Citati non può sospettare che gli verrà affidato un compito impossibile: occuparsi del più impervio, moroso, nevrotico, geniale scrittore del Novecento, Carlo Emilio Gadda. Rapidamente, Citati ne conquista la fiducia: e a questo miracoloso sodalizio dobbiamo libri come il "Pasticciaccio", "I viaggi la morte", "Accoppiamenti giudiziosi". Ma alle funzioni di editor Citati ne ha ben presto aggiunte di ancor più delicate: quelle di confidente, consigliere, amico e gaddista militante – in altre parole, di "intermediario" fra l’Ingegnere e il mondo. Ne è prova il loro splendido carteggio, tutto da assaporare: rassicurato dalla dedizione e dal veemente impegno in suo favore di Citati, stimolato dalla vastità dei suoi interessi e dalla sua attività di critico, Gadda rompe gli argini, si abbandona a lettere ‘esorbitanti’ e ‘barocche’, di volta in volta eccentrici saggi, nobili poèmes en prose, irresistibili bizze. Come quella, degna di "Verso la Certosa", in cui rievoca per Citati la sua mania di architettare mentalmente «case e ville e castelli durante le lunghe camminate...
This essay starts up by discussing the ambiguous fortune of Malacqua by Nicola Pugliese, a novel written in 1977 and from time to time seen as a literary representation of Naples so powerful to keep its up-to-dateness intact. Since a close critical reading of this novel is still missing, this essay intends to free it from some misunderstandings and identify its innovative literary coordinates. Malacqua, in fact, though grounded on chronicle suggestions, swings between La Capria and the most important European literary tradition of XX century (Joyce, Kafka), ranging from the language of D’Arrigo to Gadda’s “painful” autobiographical tendency.
I classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti... è classico ciò che tende a relegare l'attualità al rango di rumore di fondo, ma nello stesso tempo di questo rumore di fondo non può fare a meno. (Italo Calvino)
Dalle figure del reale è una raccolta di saggi sulla figuratività che ricerca, attraversando diversi territori e campi disciplinari, le figure in grado di produrre senso, di rappresentare la condizione contemporanea e le sue mutazioni. I materiali fornitici dalla realtà sono ciò che il progetto di architettura e quello artistico in generale devono rielaborare, rendere poetici attraverso figure che attribuiscono loro nuovi significati: risignificazioni. Antonino Terranova, Roma 1942, è professore ordinario di Composizione architettonica e Progettazione urbana presso la Prima Facoltà di Architettura "Ludovico Quaroni" e direttore del DiAR, Dipartimento di Architettura nell'Ateneo Federato delle scienze umane dell'Arte e dell'Ambiente dell' Università degli studi di Roma "Sapienza". È nel comitato direttivo di "Rassegna di Architettura e Urbanistica" e dell'ANCSA (Associazione Nazionale Centri Storico- Artistici). Tra le pubblicazioni: Città sognate, Mostri Metropolitani, Grattacieli, Scolpire i cieli, Roma città mediterranea, I nuovi Giganti. Per i nostri tipi la precedente raccolta di saggi: Le città e i progetti. Dai centri storici ai paesaggi metropolitani, 1993....
Un padre animato dalla passione per i campi e la salubrità dell'aria ma inetto e spropositato, una madre virtuosa e colta ma incline alla bottiglia, tre figli spauriti e malvestiti – la «cara famiglia», insomma –, e soprattutto una casa dissennata nell'avita Brianza, tra nubifragi di mosche, orde di lucertole e le «gutturazioni pleistoceniche» dei locali. Una casa che diventerà, nella "Cognizione del dolore", l'epicentro di tutte le nevrosi.
I diciannove, temerari racconti radunati da Gadda nel 1963 attraversano l'intera sua attività di narratore eccentrico e sperimentale, offrendone la più autentica essenza. Tanto più che Gadda non ha esitato a includervi frammenti di romanzi quali "La meccanica" e "La cognizione del dolore", quasi a segnalare che questo libro è anche una insostituibile "autoantologia". Un'ampia Nota al testo ricostruisce la storia del volume, e regala saporosi inediti di recente riaffiorati dai mitici bauli dell'Ingegnere.
Jason Taverner, noto conduttore televisivo, è il prodotto di esperimenti sugli esseri umani attraverso cui sono stati creati individui di bellezza e intelligenza fuori dal comune, ed è una star amata da milioni di persone. Dopo un incidente si ritrova in ospedale per poi risvegliarsi in una stanza d’albergo, e in breve si rende conto che la sua esistenza sembra essere ignorata dal mondo intero. Nonostante lui abbia ricordi molto chiari di chi fosse prima del ricovero, nessuno lo riconosce, e i suoi documenti sono spariti nel nulla, facendolo diventare un clandestino, passibile perfino di arresto, se individuato. In due giorni da incubo, in un mondo fattosi improvvisamente ostile, Jason va alla disperata ricerca della propria identità. Un romanzo che affronta le tematiche più ricorrenti dell’opera dickiana: la difficoltà di distinguere le dimensioni della realtà, l’alterazione dello stato di coscienza e l’uso delle droghe.
È giusto, è anzi doppiamente giusto rievocare nell'ambito delle celebrazioni del 150° dell'Unità il viaggio che portò a Roma la salma del Milite Ignoto. Si celebrano con lui tutti gli eroi che, a partire dal tardo Settecento, hanno dato la vita perché quell'Unità si compisse. E nessuno, meglio del "soldato senza nome e senza storia", può rappresentarli tutti. Ma si celebrano anche le famiglie, i genitori, le mogli, le sorelle, le fidanzate, i figli e le figlie che hanno seguito con quotidiana trepidazione le vicende dei loro cari chiamati a combattere ed hanno vissuto la tragedia della loro scomparsa. Anche questo dolore ha cementato l'unità degli italiani, li ha resi partecipi, nel modo certo più sofferto, di una identità comune che per molti di loro non si era lasciata cogliere e condividere altrimenti. [GIULIANO AMATO, Presidente del Comitato dei Garanti per le Celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia] Il volume è a cura di Marco Pizzo ed Emanuele Martinez con testi di : Ignazio La Russa, Romano Ugolini, Giuliano Amato, Alessandro Nicosia, Elio De Anna, Alviano Scarel, Mauro Moretti.
Un padre animato dalla passione per i campi e la salubrità dell'aria ma inetto e spropositato, una madre virtuosa e colta ma incline alla bottiglia, tre figli spauriti e malvestiti – la «cara famiglia», insomma –, e soprattutto una casa dissennata nell'avita Brianza, tra nubifragi di mosche, orde di lucertole e le «gutturazioni pleistoceniche» dei locali. Una casa che diventerà, nella "Cognizione del dolore", l'epicentro di tutte le nevrosi.
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