
Diavolo di un Keynes
Autore: Alain Minc
Numero di pagine: 256John Maynard Keynes prestava una particolare attenzione alle mani dei suoi interlocutori: nei tic nervosi e nel gesticolare più o meno sorvegliato scovava vulnerabilità e ambizioni, indizi sui loro comportamenti durante i negoziati e sulle future decisioni politico-economiche. In quelle di Woodrow Wilson, che «tradivano una mancanza di sensibilità», presagì forse le catastrofiche conseguenze economiche dei suoi “quattordici punti” presentati a Versailles nel 1919, forieri di un vento di vendetta sulla Germania che si sarebbe presto ritorto contro l’Europa e il mondo intero; e la diffidenza verso Franklin D. Roosevelt, dalle mani «molto forti, ma del tutto prive di intelligenza o finezza», gli avrà fornito magari l’impulso per lavorare a un trattato che sorreggesse e instradasse la politica del New Deal: avrebbe visto la luce nel 1936 e sarebbe diventata rapidamente la sua opera più celebre e celebrata, la Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta. Basta questo dettaglio a restituire l’immagine di un economista insolito, che poco assomiglia alla vulgata delle sue teorie. Perché se il keynesismo si è velocemente imposto come un’idea...