
Sopraffatti dalle immagini, non sappiamo dire più che cosa sia davvero un'immagine. Sono necessari strumenti che ci aiutino a interpretare la "cultura visuale" in cui siamo immersi, senza relegarci nella posizione di spettatori inerti. "Teorie dell1immagine" risponde a questa esigenza. In dieci saggi degli studiosi più accreditati negli ambiti in cui la riflessione sulle immagini occupa un ruolo di primo piano arti visive, fotografia, cinema, televisione, si presentano al pubblico italiano i tratti fondamentali di quella che potremmo chiamare l'iconosfera contemporanea.
Il testo che hai per le mani, caro lettore (o dovrei chiamarti pellegrino?), è denso, coinvolgente, pieno di riferimenti colti e però anche terribilmente vivo. Non si lascia pre-fare facilmente. I libri sono scritti per lo più per andare ad abitare scaffali ben individuati: letteratura, scienze sociali, biografie… Questo no. Orazio Maria Valastro è, per sua stessa ammissione, un sociologo e uno sciamano delle storie, un formatore biografico e un autobiografo convinto. E un amante della parola ben detta, ben scritta. È anche un funambolo, metafora (una delle tante: tutto il testo è una celebrazione del pensiero abduttivo, obliquo, immaginale) con la quale apre la sua narrazione. E così mi sono ritrovata funambola anch’io, a coniugare le mie diverse anime. A commuovermi nel leggere brani autobiografici così parlanti da toccare le corde del cuore, e subito dopo a pensare intensamente, immersa in un affondo filosofico concettualmente impegnativo, ricco di riferimenti bibliografici. Oggi più che mai: viviamo talmente disconnessi che ci dimentichiamo di prenderci cura dei nessi tra cervello e cuore, tra singolarità e totalità. Il mito del nostro tempo è l’insicurezza,...
Pubblicato la prima volta nel 1990, "Io, venditore di elefanti. Una vita per forza fra Dakar, Parigi e Milano" è diventato nel corso del tempo e delle edizioni un autentico longseller. È stato soprattutto un libro letto e discusso, moltissimo nelle scuole, per l'interesse della testimonianza che correggeva molti giudizi e pregiudizi a proposito dell'immigrazione e per la scelta di rinunciare a qualsiasi forma saggistica. Così la storia raccontata da un immigrato senegalese, Pap Khouma, a un giornalista italiano, Oreste Pivetta, si presenta come un romanzo-reportage alla scoperta di una realtà conosciuta spesso solo superficialmente e grossolanamente. Quella di Pap è l'esistenza di un clandestino che per sopravvivere deve vendere e per vendere deve percorrere tanta strada, trovare continuamente nuove "piazze". Dovrà nascondersi, scappare davanti ai poliziotti, cercare un tetto per ripararsi... L'approdo è un manifesto che gli comunica una via legale per uscire dalla clandestinità. Vi si annuncia una sanatoria. Non sarà solo un permesso di soggiorno però a cambiare la sua vita: conteranno l'esperienza, la volontà, la conoscenza, conteranno anche le amicizie conquistate un ...
PREMIO FONDAZIONE IL CAMPIELLO 2015 Dalla valle di Zoldo, tra le Dolomiti bellunesi, inizia il viaggio di Mattio Lovat, figlio dello “scarpér” del paese, un viaggio verso la follia in un’Italia a cavallo tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, sullo sfondo di eventi epocali come il crollo della Serenissima e le invasioni napoleoniche. Mattio, considerato uno dei primi casi clinici della psichiatria moderna, fu in realtà una delle tante vittime della miseria che si ammalavano di pellagra. La sua straordinaria vicenda l’ha condotto fino al manicomio dell’isola di San Servolo, a Venezia, ma prima di condannarsi alla fine, Mattio incrocia la sua vita con quella di Marco: misterioso personaggio in continua , ora ebreo errante, ora incarnazione del demonio, Marco diventa presto compagno e antagonista di una mente ossessionata, colui che insegna a Mattio “a guardare il cielo stellato”. Una storia affascinante, che unisce fantasia e realtà, ripercorrendo una vicenda piena di ombre insieme a un personaggio eroico e pazzo, in cui si confondono malvagità e candore.
Research Paper (undergraduate) from the year 2011 in the subject Romance Languages - Italian and Sardinian Studies, University of Craiova, course: Italian language and culture, language: Italian, abstract: The article focuses on the football Ultras and their involvement in the stadium as a social situation and contextual environment from a sociolinguistical point of view. The tribes of the Ultras differ one from the other and the study focus on the Fiorentina Ultras (Ultras Viola) as it is a very big community of football followers with an historical role in the Ultras phenomenon. Among the different means of communication and the many ways of conceiving the Ultras Viola identity, the study focuses on the analysis of the Fiorentina Ultras’ banners exposed in the stadiums. The sample of banners analysed in the present article is made of 114 banners exposed by the Fiorentina Ultras from the season 2004/2005 to the present. A sociolinguistical analysis of the banners allows me to identify the styles of communication and the different ways of expression as well as the constitutional dynamics of the Fiorentina Ultras’ identity.
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