
Il libro vincitore del Premio letterario Il Battello a Vapore 2010, che fa riflettere sul tema della deportazione e delle leggi razziali.
L’ultimo bocciolo di speranza può fiorire persino all’inferno È il 1942 quando Eva Adami viene deportata ad Auschwitz. Schiacciata tra i corpi pigiati sul treno ed esausta per le privazioni, non riesce a pensare ad altro che a ritrovare suo marito, da cui è stata separata a forza. Ma ad Auschwitz non c’è traccia di lui. E la cruda realtà del campo di concentramento si abbatte su di lei, minacciando di spezzarla definitivamente. Una notte, mentre piange di nascosto, sente un sussurro provenire dalla branda vicina. Un’altra prigioniera, Sofie, le prende la mano... La loro è un’amicizia indistruttibile, che resiste agli orrori vissuti ogni giorno. Eva e Sofie si confidano le paure più segrete e i sogni più intimi: quello di Eva è di scoprire dove si trova il marito, quello di Sofie è di ricongiungersi con suo figlio, Tomas, che la aspetta in un orfanotrofio oltre il confine austriaco. Quando Eva scopre di essere incinta, si rende conto che la sua vita e quella del bambino che porta in grembo sono in pericolo. E così le due donne si scambiano una promessa: qualunque cosa succeda, proteggeranno i loro figli a ogni costo. Un romanzo bestseller, commovente e...
Il libro vincitore del Premio letterario Il Battello a Vapore 2010, che fa riflettere sul tema della deportazione e delle leggi razziali.
Città nuova, casa nuova, persone nuove: per Emma non è facile ricominciare tutto da capo. Le manca tanto la sua migliore amica. E poi qui nessuno sembra accorgersi di lei, neanche fosse trasparente. Forse una maschera la potrà aiutare a farsi notare da quel ragazzino vestito da Superman che passa tutti i giorni sfrecciando sul monopattino, per riuscire a rompere il ghiaccio...
I testimoni dell'Olocausto sono sempre meno. All'inizio di aprile Boruch Szlezinger ha ricordato su Twitter l'importanza della memoria per chi vive proiettato nel futuro. Aveva 92 anni. È morto pochi giorni dopo. La Stampa ha raccolto le voci di uomini e donne che sono sopravvissuti ad Auschwitz perché restino anche quando non parleranno più.
Un bambino ebreo nell’inferno di Auschwitz. Un ufficiale delle SS appassionato di musica. Il difficile ritorno alla vita «normale». Un romanzo duro, intenso e coinvolgente come la Storia che vi fa da sfondo.
Dall'oscurità di Auschwitz allo splendore dell'alta moda a Parigi: la straordinaria storia di un ragazzo ribelle Tomas Kiss, quattordicenne scapestrato, è la disperazione del padre perché si rifiuta di studiare nonché di impararne il mestiere di sarto. Ma, nella cittadina ungherese dove vive, nel 1944 per la comunità ebraica i problemi sono ormai altri. Dalle progressive restrizioni delle libertà personali si passa ai rastrellamenti e la famiglia di Tomas finisce, come le altre, ad Auschwitz. Qui Tomas perde subito di vista i suoi famigliari tranne il padre con cui combatte una lotta per la sopravvivenza quotidiana che, paradossalmente, lo porterà, per salvarsi, ad avvicinarsi proprio al mestiere paterno imparando a cucire le divise degli ufficiali e rappezzare quelle dei prigionieri. Sopravvivono entrambi, ma il Tomas che esce fra mille peripezie dal campo di concentramento è drasticamente cambiato: è – precocemente – un adulto disincantato e duro. Insieme al padre tenta di tornare nel paese di origine, dove però tutto è cambiato, compresi i confini, ed emigra definitivamente a Parigi dove, grazie all’aiuto di una variegatissima comunità ebraica, dolente ma con...
Bellacresta è la gallina più infelice di tutto il pollaio: non sa fare le uova e le altre galline la deridono senza pietà. Solo Cris il piccione è gentile con lei, anche se non può fare niente per aiutarla: finché un giorno arriva con una strana notizia che renderà la Pasqua più dolce...
Il Battello a Vapore presenta La Grande Storia, un percorso tra gli avvenimenti più significativi della Storia attraverso dieci avvincenti romanzi. Per scoprire che la Storia non è solo una successione di date e nozioni, ma un lungo e appassionante viaggio nel tempo! Ogni libro è corredato da un apparato finale di informazioni, approfondimenti e curiosità storiche, creato in collaborazione con la rivista Focus Storia. Le arance di Michele: Una commovente storia di emigrazione italiana. Serie arancio, dai 9 anni.
Karl viene da Vienna ed è un rom, o come lo chiamano tutti: uno zingaro. Emma è milanese ed è ebrea. Si incontrano nel peggior posto immaginabile, alle porte di Auschwitz. Karl viene mandato a prendersi cura dei cani delle SS. Emma invece cerca di sopravvivere nel campo affidandosi al proprio talento di violinista. Le loro voci, insieme a quella del cane lupo Eisen, ci raccontano una pagina di storia poco narrata e quindi sconosciuta: la rivolta dei rom rinchiusi nel Zigeunerlager di Auschwitz-Birkenau durante il Porrajmos, il genocidio nazista dei popoli rom e sinti.
Terezín si trova nella Repubblica Ceca. Nata a fine Settecento come città-fortezza, durante la Seconda guerra mondiale diventò un campo di raccolta degli ebrei destinati allo sterminio. Vi furono rinchiuse 155 mila persone. Solo 3807 tornarono a casa dai campi di Treblinka, Auschwitz- Birkenau e dagli altri lager dove furono deportate. Nel ghetto vissero circa 15 mila tra bambini e ragazzi: alla fine della guerra ne erano rimasti in vita 142. A Terezín c’era tutto: case, strade, musica, teatro. Peccato che non ci fosse la libertà. Ogni venerdì sera un gruppo di ragazzi si riuniva di nascosto intorno al bagliore di un lumino per dare vita a un giornale che fu chiamato Vedem, ovvero Avanguardia, e metteva insieme le notizie, gli arrivi, le partenze, ma anche poesie, disegni, interviste. Era il loro modo di lottare, di tenersi stretta la voglia di restare vivi. Molte pagine del giornale Vedem sono oggi conservate al Memoriale di Terezín. Matteo Corradini è partito da quei documenti per raccontare una straordinaria forma di resistenza.
Emanuele è un bambino ribelle e pieno di vita che vuole costruirsi un paio di ali per volare come gli uccelli, si arrampica sui ciliegi e si lancia in bicicletta giù per le strade sterrate. Ma tutto ciò che resta di lui è un pugno di lettere e un quaderno nascosto in un muro nel ghetto di Lodz. Per ritrovare le sue tracce, Amara, l'inseparabile amica d'infanzia, attraversa l'Europa del 1956 su un treno che si ferma a ogni stazione, ha i sedili decorati con centrini e puzza di capra bollita e sapone al permanganato. Visita sgomenta i resti del girone infernale di Auschwitz- Birkenau, percorre le strade di Vienna alla ricerca di sopravvissuti, giunge a Budapest mentre scoppia la rivolta, e trema quando i colpi dei carri armati russi sventrano i palazzi. Nella sua avventura, e nei destini degli uomini e delle donne con cui si intreccia la sua vita, si rivela il senso della catastrofe e dell'abisso in cui è precipitato il Novecento, e insieme la speranza incoercibile di un mondo diverso.
Un grande pianista, noto per la sua eccentricità, scopre un manoscritto della quarta Ballata di Chopin, una delle più importanti opere per pianoforte mai composte. Questa versione differisce da quella conosciuta nelle sue ultime pagine, dedicate a una giovane donna di nome Solange. Da qui inizia un racconto a ritroso che dal 1849, anno della morte di Chopin, segue il cammino iniziatico del manoscritto dalla Parigi di fine secolo alla Berlino nazista, fino alla Mosca di Stalin. Attraverso queste note che nessuno conosce si specchiano e convergono le passioni del protagonista del romanzo, quasi fossero ordite da un dio musicale che guida ogni accadimento. Presto con fuoco, premio Selezione Campiello 1996, è un libro stupefacente: un unicum nel panorama della letteratura italiana di questi anni, un viaggio nella musica romantica, un giallo che attraversa i decenni e rivela segrete passioni dentro una nitida architettura musicale. Alla fine il protagonista – ultimo interprete di un’epoca destinata a estinguersi con lui – troverà una risposta ai suoi tormenti e un senso alla sua vita interrogando quelle note di Chopin, scritte come fossero una miracolosa “calligrafia delle...
Maso è un bambino tondo e paffuto, e passa il suo tempo a ciucciare dal Grande Biberon che gli prepara la mamma. Un giorno però Maso inciampa e cade, e grosso e rotondo com'è comincia a rotolare e non si ferma più finché... Un divertente libro sul cibo e sui problemi dell'alimentazione senza alcuna retorica né moralismi.
Quella di via Canigatti, a Milano, non è una biblioteca qualunque. Una notte scoppia un incendio, di quelli che attaccano pian pianino ma poi divampano con la forza di mille lingue scatenate. I libri, poveretti, non hanno neanche il tempo di aprire gli occhi che sono già completamente circondati. Ma chi sarà il colpevole? Scopritelo con l'aiuto di questo divertente racconto che insegna anche a giocare con gli acrostici.
La storia di Berek Jakubowicz (ora Benjamin Jacobs), uno studente ebreo di odontoiatria che nel 1941 fu deportato dal suo villaggio polacco e trascorse cinque anni nei campi di sterminio nazisti, tra cui Buchenwald, Dora-Mittelbau, e per quasi due anni Auschwitz. Ad Auschwitz, dove entrò in contatto con il famigerato Josef Mengele e assistette alla morte di suo padre, Jakubowicz riuscì a sopravvivere grazie alle sue seppur limitate capacità professionali. Gli fu consentito di esercitare una pratica dentistica primitiva sui detenuti e sugli ufficiali delle SS, così come fu obbligato ad estrarre i denti d’oro dai cadaveri dopo la gasazione. Nel maggio del 1945, con altri 15.000 detenuti, il protagonista partecipò alla marcia della morte verso la Baia di Lubecca, e fu coinvolto nel bombardamento del transatlantico ‘‘Cap Arcona’’ da parte della RAF, nel quale perirono circa 8.000 ebrei. Accolto con favore unanime dalla critica negli Stati Uniti alla sua comparsa, “Il dentista di Auschwitz” parla delle origini del male da una prospettiva unica. Organi atrofizzati giacevano accatastati sul pavimento. Mi feci forza per affrontare il corpo di un uomo di mezza età. I...
Nuova edizione con la prefazione a firma delle sorelle Andra e Tatiana Bucci. Quando anche gli ebrei italiani cominciano a essere deportati nei campi di concentramento nazisti, Andra e Tati sono solo due bambine. D’improvviso, si vedono strappare via tutto ciò che hanno; perfino la famiglia è travolta e straziata da eventi inspiegabili. Troppo piccole per capire, Andra e Tati si ritrovano sole e piene di paura. Il mondo comincia a cambiare e diventa un incubo, un’ombra minacciosa che si diffonde ovunque e a cui sembra impossibile sfuggire. Andra e Tati sono solo delle bambine, sì. Ma non smettono di sperare e di farsi coraggio a vicenda, unite e salvate dall’amore l’una per l’altra. Nell’era più buia della storia dell’umanità, la forza e la speranza sono le uniche armi per sopravvivere. Con le immagini originali del primo film d’animazione europeo sull’Olocausto, la commovente storia vera di due sorelline sopravvissute alla Shoah.
«Che storia vuoi?», chiede il papà. «Bimbambel» è sempre la risposta prima di fare la nanna. È una storia della buona notte che si trasforma, come un caleidoscopio, in tante storie, in una serie di avventure tra fantasia, sogno e magia. Ecco come acchiappare i fulmini; ecco una partita di calcio tra trichechi e merluzzi con la luna piena come pallone; ecco una torta gigantesca cucinata sulla bocca di un vulcano… «Un ritmo narrativo indiavolato, preciso, ritmato, conciso: avventure fantastiche che ricordano le follie del Barone di Munchausen» (Roberto Denti).
Una delle pagine più cupe dell'ultima stagione del nazifascismo: la deportazione degli ebrei d'Italia nei campi di concentramento. Titti Marrone gestisce tutto questo magma storico tenendo forte la rotta della schietta testimonianza. Abbassa questa barbarie all'altezza dei bambini. Visto da loro il male mostra il lato più spaventoso. Marco Maugeri, "l'Unità" Un convincente intreccio storico-narrativo, sul sottofondo di un giudizio morale mai gridato ma continuamente presente. Aurelio Lepre, "Corriere della Sera" È un treno a rapire i tre bambini di questa storia ed è un treno a restituirne due nel dicembre 1946. Nel mezzo di questo essere portati via e essere restituiti, c'è l'indicibile del campo di sterminio. Questo libro racconta di tre bambini deportati ad Auschwitz con le loro madri.
Dagli 11 anni Temi trattati: Shoah, Memoria, speranza.
Noemi una bambina, dice sempre no a tutto quello che gli amici e i parenti le chiedono, i genitori sono preoccutati e chiamano il medico, alla fine si scopre il significato del no di Noemi.
Carlo racconta proprio tutta la storia, più o meno dall'inizio. Per come la vede lui. E secondo lui è andata così. In classe c'era questo tipo, Tito, che credeva a qualsiasi cosa. Naturale che i tipi più in gamba – Carlo, appunto, e i gemelli Mino e Lele – gli facessero un sacco di scherzi! Non cose brutte, solo per ridere... Come farlo alzare in piena lezione per andare a vedere una giraffa dalla finestra, oppure appiccicargli un ordigno scova-monete fasullo... che invece funziona, e magari ci scappa il tesoro... Tito Lope, bambino intelligente ma ingenuo, sembra proprio il bersaglio perfetto per tutti i suoi compagni, ma soprattutto per la banda capeggiata da Carlo e composta anche dai gemelli Mino e Lele. Dopo una serie di vicissitudini (e una rissa!), finalmente i tre bulli scopriranno sulla loro pelle la grande e astuta rivincita architettata da Tito Stordito nei loro confronti... Elemento davvero interessante: la storia è raccontata da Carlo, il bulletto...! L'autrice, l'affermatissima Anna Lavatelli, ha ricevuto nel 2005 il Premio Andersen come migliore scrittrice per ragazzi.
“Un libro da leggere ad alta voce ai bambini. Sempre con una scatola di fazzoletti a portata di mano!” — ReadPlus
This book is an outcome of the Project "Il '900: I giovani e la memoria" at the Istituto Galileo Galilei, 2001-2002.
Mario l'ha capito subito: per Perfect nulla è impossibile. In fondo non è nemmeno strano, perché Perfect è un robot... ma quando esagera diventa un vero Rompibot.
«Sono piccoli piccoli. Dei puntini neri, non li vedi facilmente. E vanno sulla testa di tutti i bambini. E poi sui capelli ti fanno prurito, un prurito che quando cominci a grattarti non la finisci più». Le avventure quotidiane di Leo, allegro e curioso, che giorno dopo giorno deve confrontarsi con i piccoli grandi problemi della vita di un bambino: i pidocchi, i compiti che a volte non ti permettono di uscire a giocare con gli amici, i ragazzi prepotenti, le interrogazioni, il rapporto con la sorella e i genitori, una maestra un po’ speciale… Un libro che, tra il serio e il faceto, introduce al tema dei diritti dei bambini. Dagli 8 anni in poi.
«E pensare che è tutta colpa mia. Veramente non l’ho fatto apposta, a far cadere il cellulare del papà. Sono cose che capitano». Così, quella sera, Luca e la sua famiglia si trovano a cenare in silenzio: un silenzio mai sentito prima, tanto che il papà, arrabbiato, ha vietato anche la tv. Ma ecco che a un tratto è proprio il papà, forse per rompere quel silenzio imbarazzante, a dire qualcosa e la serata comincia a prendere una piega molto diversa dal solito... Un racconto lieve ma profondo che racconta le nostre debolezze “tecnologiche”.
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