
Il linguaggio, la creazione linguistica e la decodificazione del valore segnico sono da sempre punti cruciali della critica letteraria. Il Novecento italiano, pervaso, talvolta ulcerato, dalle sperimentazioni espressive del crepuscolarismo, del futurismo, del simbolismo, dell’ermetismo e del neorealismo – soltanto per evocare uno spettrogramma del più irriducibile dei secoli letterari –, è un tessuto epiteliale straordinario nel quale affondare i bisturi dell’ermeneutica. Tra le molte possibilità di ricerca che questo secolo apre all’esegesi contemporanea, quella sul linguaggio di Carlo Emilio Gadda è una delle più ardue e prolifiche che un critico possa affrontare.Con un’indagine in cinque atti, Stefano Agosti interroga l’opera gaddiana nell’intento di portare alla luce il grande magma di significazioni che, sotterraneamente, la attraversa. Soprattutto nel Pasticciaccio – un caso unico nella letteratura italiana e, più estesamente, europea – le escursioni linguistiche dell’autore virano verso il massimo grado, frantumando le leges grammaticali e sintattiche, contravvenendo all’equilibrio dei generi, e spingendo la voce narrativa fino alla sua...
Inhaltsangabe:Introduzione: Nella sterminata bibliografia su Gadda (Milano 1893 - Roma 1973) mancano studi sistematici sulla stilistica delle fonti. Sono stati messi in luce i suoi legami con Manzoni e con la tradizione lombarda, ma non sono ancora stati analizzati i suoi rapporti con la tradizione classica e cristiana. Gadda è conosciuto dal grande pubblico sopratutto per il suo celebre romanzo Quer Pasticciaccio brutto de via Merulana; molto meno noti sono invece i suoi diari di guerra o i primi romanzi. Anche la critica si è occupata prevalentemente del Pasticciaccio, dimenticando spesso di inserire nelle ricerche tematiche le prime opere. Questo lavoro si propone di studiare quale tipo di cultura classica e cristiana possieda Gadda e come proceda nei confronti della tradizione. Lo studio si concentra sui primi romanzi (La Madonna dei Filosofi, Il Castello di Udine, Un Fulmine sul 220 e L Adalgisa) e analizza come Gadda utilizzi elementi mitologici e religiosi, in quale momento li inserisca, con quale funzione, e per ottenere quale effetto. Su questo argomento esiste unicamente lo studio di Rinaldi, che analizza un elemento mitologico in particolare. Essendo il campo ancora...
Il volume racchiude gli Atti del Convegno di Studi che si è tenuto il 28 Novembre 2013 all'Università di Bologna. A quarant'anni dalla morte dello scrittore e a vent'anni dalla pubblicazione dell'ultimo volume delle Opere complete (Garzanti 1993), torniamo a riflettere sulla figura di Gadda, sull'eterogeneità della sua formazione e l'ecletticità dei suoi scritti. In particolare, i sei interventi qui raccolti mirano a considerare le interazioni fra Gadda e la filosofia, quest'ultima intesa sia come bagaglio di conoscenze che ha influenzato i testi e lo stile dell'Ingegnere, sia come esercizio di un sapere polimorfo e complesso che egli ha saputo perseguire nei suoi lavori, letterari e non.
Anthology of annotated texts by Carlo Emilio Gadda (1893-1973).
Nel 1956, allorché diventa consulente di Livio Garzanti, il giovane Citati non può sospettare che gli verrà affidato un compito impossibile: occuparsi del più impervio, moroso, nevrotico, geniale scrittore del Novecento, Carlo Emilio Gadda. Rapidamente, Citati ne conquista la fiducia: e a questo miracoloso sodalizio dobbiamo libri come il "Pasticciaccio", "I viaggi la morte", "Accoppiamenti giudiziosi". Ma alle funzioni di editor Citati ne ha ben presto aggiunte di ancor più delicate: quelle di confidente, consigliere, amico e gaddista militante – in altre parole, di "intermediario" fra l’Ingegnere e il mondo. Ne è prova il loro splendido carteggio, tutto da assaporare: rassicurato dalla dedizione e dal veemente impegno in suo favore di Citati, stimolato dalla vastità dei suoi interessi e dalla sua attività di critico, Gadda rompe gli argini, si abbandona a lettere ‘esorbitanti’ e ‘barocche’, di volta in volta eccentrici saggi, nobili poèmes en prose, irresistibili bizze. Come quella, degna di "Verso la Certosa", in cui rievoca per Citati la sua mania di architettare mentalmente «case e ville e castelli durante le lunghe camminate...
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